Schizzi sulla mia porta

leona
3 months ago

Anna aveva avuto una giornata molto impegnativa in ufficio.

Era direttrice marketing di una casa editrice e quel giorno avevano presentato il piano marketing per l’uscita di un nuovo libro che era primo in classifica in tutto il mondo.

Non tutto era andato liscio come l’olio, visto che il gran capo aveva avuto da ridire, ma alla fine Anna promettendo che il suo team avrebbe lavorato una settimana giorno e notte, era riuscita a rabbonirlo.

Adesso aveva solo voglia di una cosa, ma non poteva andare a farla a casa perché c’erano il marito e le bambine che l’aspettavano.

Aveva voglia di masturbarsi, era tutto il giorno che ci pensava, si sentiva molto bagnata.

Erano le venti, telefonò al marito dicendo che sarebbe rientrata tra tre quarti d’ora.

Il marito la prese un po’ male, ma lei tagliò corto dicendo che non poteva fare altrimenti.

Andò in ufficio, accostò la porta, si mise sulla poltrona della sua scrivania, si buttò ai piedi le mutandine. Aprì un cassetto della scrivania che teneva chiuso a chiave e tirò fuori un dildo.

Si alzò in piedi, si buttò giù la zip della gonna e se la tolse, poi si mise a sedere a gambe larghe e si infilò il dildo nella fica e le scappò subito un gemito perché finalmente si soddisfaceva.

Si mise anche a gridare, le piaceva di più, quando poteva farlo, provava molto più soddisfazione e si bagnava ulteriormente.

Non sapeva che non era sola al suo piano, ma c’era il suo braccio destro (segretamente innamorato di lei) che la stava guardando attraverso il poco di porta aperta e che non resistette, si tolse il cazzo eretto dai boxer e si mise a segarsi e poi finì per sborrare sulla porta dell’ufficio di Anna.

A questo punto, lei non muovendosi dalla sedia, domandò chi ci fosse e Guglielmo così si chiamava, le disse che era lui, che l’aveva spiata mentre si masturbava col dildo e che si era così eccitato, da masturbarsi a sua volta.

Guglielmo mentre le diceva questo era arrossito e anche ad Anna si era imporporato il viso.

Anna gli disse di entrare e lui vide che lei era sempre a sedere a gambe larghe e con ancora il dildo in mano.

Anna gli disse che voleva vedere il suo pene, lui era restio. Lei gli chiese se fosse piccolo, se si vergognasse.

Lui rispose che si vergognava solo perché si era ancora eccitato, ma glielo fece vedere.

Anna non credeva ai suoi occhi, era un bel cazzone, lì davanti a lei e allora si alzò, prese per mano Guglielmo dirigendosi verso il divano, lo fece sdraiare e si mise a cavalcarlo.

Guglielmo era al settimo cielo perché desiderava Anna con tutto se stesso da molto tempo, ma non si era mai fatto avanti perché lei era una donna seria.

Anna pensava solo a godere, mentre Guglielmo le stava slacciando i bottoni della camicetta, lasciandola in reggiseno che poi le tolse, così da vedere finalmente i suoi seni che erano molto più grossi, di quanto pensasse.

Guglielmo si mise ad accarezzare i suoi capezzoli turgidi e lei continuava a cavalcare e godere come una maiala.

Guglielmo le disse che non credeva fosse così disinibita a letto, lei gli rispose che con suo marito faceva sesso noioso e che le sue fantasie finora le aveva convogliate nella masturbazione.

Guglielmo gli confessò che non era la prima volta che l’aveva vista masturbarsi e Anna disse che lo sapeva ed è per questo che non chiudeva mai la porta quando lo faceva perché sapeva che lui la guardava e si eccitava ancora di più.

Lui le chiese perché non gli avesse mai detto nulla. Lei disse che non voleva complicare le cose, che quel gioco fino a quella sera le era piaciuto così.

Allora lui chiese cosa fosse cambiato quella sera. Lei gli disse papale papale che aveva voglia di cazzo e che l’aveva sentito sborrare e che avrebbe voluto berla quella sborra.

Guglielmo disse che stava per sborrare e lei si mise il suo cazzo in bocca e accolse tutto il suo schizzo ingoiandolo.

Lui rimase molto soddisfatto così come lei.

In verità, lei disse che voleva ancora masturbarsi davanti a lui, quindi, andò a prendere il dildo si rimise sul divano mentre lui si alzò in piedi per guardarla e il suo cazzo lentamente, ma inesorabilmente si eresse ancora una volta.

Lei era felice grazie al dildo e grazie a ciò che vedeva davanti ai suoi occhi ossia il cazzo di Guglielmo.

Anna gli disse che aveva proprio un bel cazzo e che immaginava avesse avuto molte donne.

Lui non rispose nulla, non gli poteva dire che era innamorato di lei.

Lei disse che voleva fargli un pompino, per cui si mise in ginocchio davanti a lui e prese il cazzo in bocca, mentre lui le metteva la mano sulla testa per imprimere il ritmo che preferiva.

Lei adorava la sua cappella che leccava, così come tutto il cazzo e mugolava dal piacere. A lui scappò detto che era proprio una gran troia.

Anna lo prese come un complimento per la sua bravura di pompinara.

Lui gli fece capire che stava per sborrare e lei ancora una volta ingoiò il suo nettare caldo.

Anna pensò a che ora fosse, lui le disse che erano le ventuno e quindici.

Lei disse che era terribilmente in ritardo, che doveva tornare a casa.

Si baciarono sulla bocca, si salutarono e si dissero che si sarebbero visti l’indomani per lavorare.

Lui le chiese se ci sarebbe scappato qualcos’altro e lei rispose: “Può darsi”.

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