Katia, tradimento e piacere
L'aggancio su una chat erotica, entriamo in confidenza, tradisce spesso il marito, è prodiga di particolari sulle porcate che fa, dico subito cosa cerco, del resto il mio profilo è esplicito su quello che mi piace fare, chattiamo spesso, mi chiede di vederci in cam, dice che vuole accertarsi che le mie foto sono vere, e del resto anche a me va di vedere con chi ho a che fare, poche foto non bastano.
Non è bella, grassa con culo e tette incredibili, i capelli biondi molto corti, ma a me importa poco, cerco una maiala e Katia, non ancora quarant'anni, ne ha anche le fattezze.
Resta impressionata dal mio cazzo, glielo mostro durissimo, mi piace esibirmi e mi piace che la vacca si ecciti a guardarlo, i suoi commenti mi convincono che è davvero una grande troia.
Le dico per filo e per segno quello che farei con lei, è molto tempo che inseguo un'occasione del genere carico la lista in modo sfacciato, non sembra avere nessun problema.
Decidiamo di incontrarci un pomeriggio insieme per conoscerci meglio, beviamo qualcosa assieme, le piaccio, quel giorno non abbiamo molto tempo, mi dice che avrebbe raccontato al marito di un corso di aggiornamento ed avremmo passato un fine settimana assieme.
Concordiamo la data, poi pretendo un anticipo, le dico che non amdrà via senza farmi un pompino, ride divertita, saliamo in macchina e cerchiamo un posto isolato, quando mi calo i calzoni è già duro, Katia non perde tempo si china e se lo ficca in bocca, le tengo una mano sulla testa e ne guido i movimenti.
Katia è obbediente, la insulto, finalmente dal vivo e non solo online, si lascia usare come una vera troia, le tettone penzolanti fuori dalla camicia, le esplodo in bocca una sborrata potente, voglio che lo ingoi fino all'utima goccia, lo fa con ostentato piacere.
Decido che ne vale la pena, e lei anche.
Farmi le mogli degli altri mi ha sempre eccitato, godo particolarmente nell'incularle, Katia sa perfettamente, che voglio farlo, vado pazzo per le culone e pensare a quella vaccona alla pecorina mi mandava in orbita.
Nelle nostre chiacchierate online mi aveva fatto parecchie confidenze, su cose che aveva fatto o che avrebbe voluto fare, faceva la rappresentante, molto tempo fuori casa, buone scuse da offrire al marito, da tempo incontrava sconosciuti trovati in rete, le piacevano i cazzi grossi, molto grossi, le piaceva prenderlo in culo, non essendo una bellezza doveva accontentarsi, ed aveva avuto un'avventura che le aveva rivelato cosa volesse davvero.
Fino a quel giono si era fatta scopare da maritini in libera uscita, ragazzi alle prime armi o in cerca di avventura.
Lo sconosciuto la volle prendere subito, al primo incontro, insistette, quasi trascinandola nella sua automobile, poi la portò in un luogo molto isolato, non era tipo dai modi gentili ne dai gusti raffinati, Katia cedette: il tipo usò Katia davanti e dietro, a piacimento, senza nessuno scrupolo, poi la buttò fuori dalla macchina e sgommòvia.
Per tornare in centro chiamò un taxi, ma nei giorni seguenti non si poteva togliere dalla mente quello che era accaduto, e ne era eccitata.
Quando arrivo in albergo lei è già in camera, è fasciata in un improbabile tubinoo nero, le forme straripanti, la palpeggio a lungo, anche in modo molto rude, la puttana mi lascia fare, la faccio mettere in ginocchio, è la posizione che preferisco, una brava troia deve servire il cazzo, succhia con devozione, la maiala come ha già dimostrato è una gran bocchinara, le piace il mio arnese, è durissimo, decido di dare alla troia quanto promesso, le tette a penzoloni, poi a quattro zampe, il culo enorme, naturalmente la sculaccio, le separo le culatte: il buco del culo grosso, i contorni tormentati mi convincono ancora di più di avere a che fare con una grandissima puttana.
Mentre le ficco un dito in culo, le do' della troia, le chiedo quanti cazzi in culo ha preso, lei si tiene le chiappe ben allargate, la faccia appoggiata per terra.
Le sputo sul buco del culo, la fica è carnosa, completamente depilata, ci gioco, ormai le ho infilato tre dita, grugnisce, la sculaccio generosamente.
Puntai la cappella sull'ano, spinsi, fino alle palle, non usai protezioni, volevo prendermi la soddisfazione di sborrarle in culo.
Ci sono donne che perdono la testa quando vengono inculate, la bionda porcona era una di queste, grugniva di piacere ad ogni affondo, mugolando sconcerie, le tiravo i capelli e le palpeggiavo brutalmente le tettone, montandola con rabbia, volevo sfondarle il culo, le scaricai le palle in culo con potenti affondi in pochi minuti.
Ero soddisfatto, la sveltina in culo a Katia era stato un'ottimo antipasto, pensavo a tutto quello che mi sarei potuto permettere con quella puttana, avevo intenzione di osare parecchio.
Uscimmo per un aperitivo e poi a cena, la puttana si comportò come se avesse passato il pomeriggio al museo, rimpiansi di essere fuori zona e di non potere coinvolgere un paio di amici a sorpresa, e darle la lezione che meritava: certe troie vanno fottute in gruppo e Katia era certamente una che avrebbe reso bene nella parte.
Quando rientriamo in camera la chiavai, senza molti preliminari, svaccata a gambe larghe sul letto, mentre la fotto la prendo a sberle, sulle tette ed anche in viso, Katia subisce in silenzio, si gode il cazzo e gli insulti.
Mi sto divertendo come un pazzo, la monto a lungo, mi ero ripromesso di farle solo il culo ma avere per le mani una troia del genere è una fortuna, me lo succhia ancora poi la costringo a quattro zampe e le rimetto il cazzo in culo.
Voglio sfondarla, esaltato dal piazzare il cazzo in culo a novanta chili di troia, la sbatto a tutto cazzo per un pò, ogni tanto lo tiro fuori e guardo il buco del culo aperto della puttana.
Vengo in culo a Katia ancora con potenti affondo, dopo la sborrata la maltratto, la costringo ad umiliarsi, deve restare a quattro zampe e masturbarsi, mi eccita insultare una troia dopo averla inculata.
All'improvviso fu la troia che mi chiese di pisciarle in faccia, non l'avevo mai fatto e neppure pensato, ma pensai che lo meritasse, l'afferrai per un braccio e la trascinai in bagno, nella vasca.
L'abitudine di bere birra mi giovò parecchio, le pisciai in faccia, sui capelli, umiliazioni verbali pesantissime.
Quando, dopo la doccia, tornò in camera le dissi che era la peggiore troia che avessi mai conosciuto, continuai a umiliarla enumerando le porcate che aveva fatto, fino a che non mi eccitai di nuovo, poi in ginocchio a succhiarmelo ancora.
Le sborrai in faccia, era la terza sborrata della giornata, l'orgasmo fu fortissimo ma le palle erano ormai scariche, rimandai i saluti al mattino dopo, e mi addormentai.
Al risveglio la troia stava preparando la sua roba, ho un paio di ore per l'ultimo giro, non intendo lasciarla andare via e glielo dico.
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