Héliopolis...con Lara - il finale
...segue, il finale.
L’amplesso con Alexia mi liberò dallo stato catatonico in cui mi ero ritrovato, una magia inaspettata mi fu regalata da lei, la donna del sogno, quella donna che tra bellezza e mistero, giocava un ruolo fondamentale in tutta quella storia al limite del credibile e che lentamente si dipanava a noi. La spettatrice Lara, la mia Lara, corse subito a stringermi in un caldo abbraccio ed io feci altrettanto riunendomi finalmente a lei e uscendo da quell’incubo (a metà). E fu in quel momento che per la prima volta incontrai lo sguardo di tutti gli spettatori presenti, riconoscendoli tutti, che con una stretta di mano mi dissero bentornato tra noi. Rividi dunque con piacere Gaston e André, decisamente attivi e in forma e ciò, contrariamente alle notizie che Lara mi riferì quel mattino, il più distaccato fu invece l’amico Pascal che da un angolo della casa, a testa bassa mostrava il suo disagio per l’accaduto, ma io volli ringraziarlo comunque, anche perché il bene ricevuto fu di gran lunga superiore al malessere involontariamente recato.
Alexia invece aveva un sorrisetto malizioso e non mostrava nessun imbarazzo!
Era chiaro che sia lei che Pascal erano i custodi di quel segreto che ora conoscevamo anche noi. Nessun altro nel villaggio sapeva e men che meno noi avremmo saputo, se Pascal non avesse portato in casa sua quel liquore di cui a quanto pare lui ne facesse il giusto uso. Io in verità avevo dato poco peso alla sua raccomandazione di pasteggiare solo a livello papillare per favorire la lenta e corretta assunzione del miracoloso unguento, ma fatto sta che quella bottiglia non doveva essere li in casa, tanto più lasciata a nostra disposizione.
Gaston e André mi dissero che il quantitativo da me bevuto avrebbe potuto dare luogo ad altri episodi saltuari e temporanei, curabili se in fase acuta solo da Alexia, ma mi consigliarono di proseguire con il solo pasteggio papillare (sia mattina che sera) allo scopo di determinare una situazione di risposta immunitaria oltre che favorire il mio benessere fisico crescente, che avrebbe allontanato il rischio della catatonia diurna, di cui loro erano ormai affetti da alcuni mesi.
Il potere curativo di Alexia era ancora oggetto dei loro studi, per capire come evitare lo stadio catatonico che li colpiva sia per liberare la nipote dall’ormai necessario e fondamentale “impegno” giornaliero per poter indurre il loro “risveglio motorio e sensitivo”. Osservando Alexia, notai che neanche quelle affermazioni destarono il ben che minimo imbarazzo in lei, anzi continuava a sfoggiare quel sorriso malizioso che per nulla lasciava pensare che quella situazione potesse in qualche modo dispiacerle, piuttosto le conferivano un potere dominante in tutta quella vicenda.
Di fatto quei due settantenni non dimostravano affatto la loro età, anzi, possedevano una tonicità corporea che normalmente puoi ritrovare in un quarantenne e loro adducono tutto questo agli effetti indotti dal liquore. Notai anche come chiaramente il loro aspetto del ringiovanimento fisico, non era sfuggito a Lara, e lo capii dagli sguardi che lei lanciava loro e dal suo assecondare ogni parola venisse da loro proferita, per contro, riceveva dai due altrettanta attenzione resa esplicita anche dai loro cazzi che svettavano in bella mostra e in gran tiro. Come, tra l’altro, continuava ad esserlo anche il mio!
Unico a portare i vestiti era invece Pascal e per quanto ciò potesse ritenersi strano, in quel luogo dove il nudismo è la regola, soprattutto in casa, noi pensavamo che il suo comportamento fosse legato solo a una sorta di strana “pudicizia” personale, ma, non era così e presto scopriremo il vero perché.
Nel frattempo, notai che la mia Lara evidentemente in preda a strane scalmane iniziò a strusciarsi con i due zii gemelli che attorniandola insieme si lasciarono andare in una sorte di danza, ove corpi e desiderio esprimevano quel palese interesse sessuale, che non destò in me alcun sentimento di gelosia e ciò forse per la mia “colpa” di aver fatto sesso dinanzi a lei/loro con l’adorabile nipotina sciamana.
Per cui tornando a Lara e vedendola in quella situazione, scoprii pure di essere quasi lo spettatore contento oltre che cornuto al tempo stesso. Lara si era ormai lanciata in una performance sessuale con Gaston e André per me del tutto inusuale, che vi confesso di non aver mai visto nulla di simile neanche nei migliori film porno. I due insieme riuscirono a possederla sia davanti che dietro, dopo averla ben lubrificata con le loro lingue, scena che fin qui potrebbe considerarsi normale anzi quasi banale;
Ma, praticamente riuscirono insieme, stando in piedi a tenerla in mezzo a loro, incastrata e sollevata da terra, sostenendola solo con i loro cazzi, loro erano alti uguale almeno 1,80 mt. mentre Lara è alta circa 1,65 mt., quindi lei poggiando solo su quelle rigide nerchie che all’unisono la penetravano nei due orifizi possibili, veniva manualmente sollevata dai fianchi per far si che la sua vagina potesse scivolare in su ed in giù, sui loro cazzi in una sincronia perfetta, lei con le sue gambe cinse Gaston, temendo di perdere la presa ma ciò era praticamente impossibile!
Gli orgasmi che lei riuscì ad avere furono davvero tanti, e la mimica del suo viso rappresentava chiaramente il suo piacere totale, ma il massimo fu raggiunto quando i due insieme la innalzarono e insieme la infarcirono di sperma. Quell’intreccio di corpi, pian pano e tra gli affanni inizio a distendere i muscoli resi tesi dal picco di piacere raggiunto. Lentamente la sfilarono dai loro (ancor) irti membri e la riposero sul tappeto, avendo cura di scansare quella pozzanghera di liquidi che si era creata sotto di loro. Lara, appagata e serena, si distese stanca accovacciandosi su sé stessa, cercando lentamente di recuperare la sua proverbiale consapevolezza fisica e mentale.
Io cornuto ero quasi fiero di quel suo intenso momento di rilassato e libero piacere, mi chinai per darle un mio amorevole bacio ricevendo in cambio un sereno e compiaciuto sorriso. Dopo poco ci congedammo da quella casa, salutammo tutti in un caloroso abbraccio, con l’impegno di rivederci l’indomani al calar del sole.
In tanti anni di matrimonio io e Lara non avevamo mai realizzato un’esperienza simile, forse avevamo solo tratteggiato fantasie durante in nostri momenti di sesso sfrenato, ma mai attuato o vissuto nulla di simile nella nostra realtà di coppia. Ne eravamo entrambi consci di come la nostra vita da tempo stava scivolando nel conformismo deprimente che certo non poteva alimentare spifferi di libertà né, la ricerca di novità che in una sana complicità riescono a donare vigore ed ossigeno ai sentimenti stessi.
In appena due giorni sull’isola scoprimmo frontiere mai raggiunte e quella sera lungo la strada di ritorno, illuminata dalle sole stelle, per far rientro al nostro alloggio noi due insieme e forse per la prima volta incrociavamo i nostri pensieri e i nostri sentimenti alla luce di quell’esperienza coinvolgente, appena vissuta.
Eravamo entrambi appagati ed anche abbastanza sereni sebbene un po’ stanchi, aprimmo l’uscio di casa e dopo una doccia veloce insieme, ci lasciammo cadere sul letto per distendere le tensioni di quell’inaspettata e intensa giornata e lo facemmo stringendoci in un caldo abbraccio che subito saldò i nostri corpi e ci unì nel sonno di una notte.
L’indomani fu il sole a colpire i nostri volti per donarci il risveglio, eravamo rimasti entrambi uniti nella posizione iniziale, io stretto dietro a lei e con il cazzo duro tra i suoi glutei, gioioso lui, di aver trovato nella notte il suo rifugio ideale, lei invece contraendo le chiappe si sganciò da quel contatto per stirare il suo corpo lungo tutto il letto.
Wow! Disse: che cazzi e che dormita (malgrado fossi ancora intontito credo proprio che si espresse al plurale).
Era chiaro che la memoria della sera prima gli era subito affiorata ed io ironicamente le dissi non credo che tu possa lamentarti! E subito lei: neanche tu caro Mirko hai dato ed hai avuto. Quelle nostre schermite mattutine, erano chiaramente ironiche e piene di riferimenti noti che non avevano bisogno di essere chiarite. Ci alzammo in piedi per entrare subito nel vivo del nuovo giorno, carico di sole e ricco di una primavera sgargiante che riempiva i nostri sensi.
Ci sedemmo sul terrazzino, eravamo affamati e quindi dopo aver affondato le mani nella credenza per tirar fuori alcuni barattoli di marmellata, fummo rincuorati dal fatto che questi avevano ancora il sigillo (!!). E si, da quel momento in poi diventammo più cauti nella degustazione di liquidi ed alimenti….
Una baguette sul tavolo ci apparve come provvidenziale e sebbene non sapessimo chi avesse avuto la gentilezza di portarla, ci avventammo per una veloce spennellata di marmellata di fichi e fragole, mentre Lara si premurò di metter su una caffettiera che dopo poco inizio a borbottare e diffondere quell’aroma di caffè che sapeva di buon giorno.
Andammo subito al mare e lungo la strada ci scambiammo i ricordi della sera prima, mentre io fui costretto a stringere per bene il suo pareo alla mia vita solo per coprire quel dannato cazzo in tiro che mi infastidiva di dover sventolare come un tredicenne in calore, mentre lei sorrideva, aggiungendo: mio caro ieri sera hai avuto ottimi rivali che sono riusciti a domarmi regalandomi il piacere che pensavo potessi dare solo tu, ma mi sbagliavo e se hai notato ho avuto e dato tutto, o quasi…
La sospensione che lei lasciò a quella frase lasciò intendere alle altre possibilità del suo poter dare, ma, lì sul momento non volli approfondire, le dissi solo: ho notato mia cara, ti ho vista e ho anche apprezzato le tue doti che io già conoscevo, ma ho avuto modo di apprezzarle da un altro punto di vista, sei stata da applausi.
Grazie amore, mi rispose, ma neanche io pensavo di poter superare certi miei limiti, ma sarà stata la paura che mi hai fatto prendere quando sei crollato a terra e al risveglio che ti ha donato la nipotina dei Dalmont cavalcando il tuo cazzo ed in cui ti ho visto rinvenire e venire trombando la tipa come un forsennato, mio caro, mi sono bagnata così tanto che mi sarei fatta impalare pure da Pascal, che, come tu, sai non credo sia esattamente il mio tipo.
Lara in poche parole ma soprattutto nei fatti dimostrò di aver subito ben sciolto la nuova conoscenza di sé e assunto una diversa consapevolezza, scoprendo e mettendo a nudo la sua voglia di vivere e godere e sentirsi viva e ciò mi faceva ben sperare sul prosieguo di quella vacanza e sul nostro rapporto.
Raggiunta la spiaggia e tolto il pareo mi buttai subito in acqua sia per rinfrescarmi che nella speranza che il mio pene andasse a un po’ a riposo, quel turgore iniziava a divenire doloroso. Lo dissi a Lara che subito mi chiese di posizionarmi dietro uno scoglio, così che nessuno ci potesse vedere, e li lei con abile manovra, nuotando mi si avvicinò lentamente e con una sapiente retromarcia, tenendosi le natiche ben aperte, fece centro con il suo ano sul mio pene, una manovra da oscar che avrebbe fatto invidia al miglior scienziato della NASA. Quella fu la nostra prima inculata marina, altre volte avevamo fatto l’amore in acqua ma l’inculata mai, uno sciabordio divino che facilitava il movimento dei nostri corpi addolcendo la discesa profonda del mio pene nel suo ano, forse, resa ancor più agevole dall’enorme cazzo di André ricevuto la sera prima!
Fatto sta che, dopo un gioco di sali e scendi riuscimmo entrambi a raggiungere l’orgasmo, alla fine riconoscendo subito i filamenti di piacere che riaffioravano in acqua.
Il sollievo vi fu, sebbene per poco e scavando una piccola buca stesi il telo e mi misi a pancia in giù lasciando che il mio pene già semirigido non strusciasse dolorante sull’arenile e così poter trovare ristoro in quell’incavo. Io mi addormentai al sole mentre Lara si dedicò alla lettura del suo libro del momento.
Dopo un non so quando senti Lara scuotermi sulle spalle, già doloranti per l’esposizione al sole, dicendomi guarda che Pascal è in mare sul suo vecchio gozzo che si sbraccia e ci invita a salire a bordo, io assonnato e accaldato le dissi ok andiamo, anche perché con le spalle in fiamme avrei fatto a fatica a rientrare sotto il sole; Quindi, decidemmo di mettere tutto nella sacca impermeabile e con poche bracciate ci dirigemmo verso la barca di Pascal che subito ci tirò su entrambi a bordo.
Aveva pescato un bel po’ di pesce azzurro e qualche ricciola, un hobby ed una specialità, la sua, che gli consentiva di guadagnare gli extra rivendendo il pesce ai locali oltre alla retribuzione di portuale che la regione di Hyères gli erogava. Va anche detto che la comunità contribuiva altrettanto per i servizi vari che lui rendeva a tutti sia per gli spostamenti che per gli approvvigionamenti fuori dagli orari, non coperti dalla società di navigazione che dalla terra ferma garantiva saltuari viaggi verso l’isola.
Inoltre, Pascal riceveva anche lauti compensi dai fratelli Gaston e Andrè per i favori continuamente resi da ormai tanti anni, tanto da occupare in pianta stabile una loro casupola dependance su in cima all’isola, accanto alla loro abitazione. Lui era cresciuto da sempre li sull’isola al seguito della madre e domestica dei due medici (Pascal aveva 49 anni)
Lara con i capelli al vento era raggiante e con circospezione mi si avvicinò all’orecchio per dirmi, ma perché Pascal è sempre vestito e sempre con la stessa larga salopette di jeans consunta? Io sorrisi e con garbo ma al tempo stesso per curiosità chiesi a Pascal: ma ti vergogni a stare nudo?? Lui mi diede uno sguardo silente e prolungato e con un gesto veloce, per non lasciare il timone, slacciò le fibbie della salopette che si ripiego ai suoi piedi, mettendo a nudo il suo culo peloso e con una giravolta veloce, fece sbattere il suo mostruoso cazzo sulle cosce di Lara che stava a 20 cm da lui, la quale improvvisamente per lo stupore portò la mano alla bocca imprecando …oh cazzo!!
In effetti non fu un’imprecazione la sua, ma semplice sorpresa del tutto inaspettata, che se da un lato la fece sorridere, la portò a chiedere al povero Pascal come faceva a gestire quel mostro. Riportando la salopette su, le disse appunto che quello era il suo dramma che sperava di risolvere con i due medici sebbene entrambi non erano chirurghi. Il loro intervento medico si limitò, alla pozione/liquore che con il pasteggio riusciva ad indurire il pene grazie alla buona irrorazione di sangue che derivava da quell’assunzione. Ma ciò malgrado, lui proseguì che stante le misure, non riusciva ad utilizzarlo in un amplesso vaginale e men che meno anale con nessuno, solo manualmente od oralmente riusciva a raggiungere l’orgasmo. Ci confidò pure che da quando Alexia era giunta sull’isola, lui riusciva a godere dei suoi favori manuali ed orali e talvolta, era pure riuscito a strofinarglielo sulla vagina o tra le chiappe.
Alexia era dunque molta cara e utile agli zii ed anche al povero Pascal con la sua proboscide.
Lara, senza proferire altra parola scese dal battello, ma, non smise di sorridere, dicendomi ma hai visto? Ma ci pensi che roba aveva? Ed io, le dissi: c’è poco da ridere guarda che è un grosso problema il suo… e lei ribatté, e si caro hai ragione se un giorno correndo dovesse inciamparci rischia di farsi male!
Ma che stronza pensai, ma mi scappo di riderci sopra.
Rientrammo in casa con due pesci donati da Pascal e che io subito feci saltare in padella con aglio e pomodorino… mentre Lara sotto la doccia canticchiava “Un elefante si dondolava sopra il filo di una ragnatela...” era da parecchio che non si esprimeva così giocosa e sarcastica. Ma bene così, dissi a me stesso.
Dopo pranzo decidemmo di fare una breve siesta e li lei prese l’iniziativa e mi chiese di stendermi perché voleva impalarsi sul mio cazzo per così farmi passare la voglia della figa della giovane isolana, ovviamente si riferiva scherzando ad Alexia e lo faceva in modo plateale sedendosi e cavalcando il mio cazzo teso e vigoroso come in un rodeo, ma dopo poco ci scaldammo entrambi e lei con veemenza controllava il mio piacere scivolando su e giù con maestria sul mio cazzo, chiedendomi di pensare a lei, cosa che feci senza nessun pudore dicendole pure che è stata una magnifica scopata che avrei voluto ripetere insieme a lei, in tre, dopo poco le parole accesero il nostro orgasmo. Una scopata da favola!
Nessuno dei due prese sonno ed il pomeriggio all’orizzonte non prometteva nulla di buono, un temporale in lontananza dispiegava verso di noi. Li spesso si verificano questi repentini cambiamenti di tempo e talvolta imperversano violenti acquazzoni che rendono impraticabile sia la discesa che la risalita lungo quelle impervie vie. Nel mezzo del temporale sentimmo bussare alla porta, era Pascal che zuppo ci chiese di potersi riparare e non potevamo certo dirgli di no. Lara lo fece entrare ma prima gli intimo di levare la salopette zuppa sennò avrebbe allagato casa, e così fece! Lei la stese su una sedia, mentre io passai un asciugamano a Pascal per asciugarsi e da utilizzare e per riporla sulla sedia.
Inutile dire che Lara guardandolo non poteva fare a meno di sbuffare in risolini imbarazzanti, la sedia in cui era seduto Pascal sembrava avesse 5 gambe, ma la 5 gamba era solo il suo pene che ciondolava. Mi chiese di porgergli la bottiglia di liquore che era in credenza, pasteggiò un poco e così feci pure io ed anche Lara. Ci raccontò anche che era felice di vederci in quella casa, che ormai da tempo non riusciva ad aver il tempo di manutenere visti i suoi impegni tra porto, pesca e casa Dalmont dove lui era ormai stabilito da diversi anni.
Io scherzando gli dissi se voleva vendercela e lui dopo un veloce pasteggio e con uno sguardo serio e deciso disse si, ma…
Dopo il suo ma, dal tavolo vedemmo comparire un cazzo che dal suo ventre puntava verso i suoi capezzoli, impressionati ed allibiti non sapevamo cosa fare e cosa dire, se proseguire nel discorso o sbellicarci dal ridere, Lara era rossa in viso quasi dello stesso colore della cappella che svettava dal tavolo e lui (Pascal) riprese il discorso dicendo che sarebbe stato contento di darla a noi (la casa) ad un prezzo di favore con il solo impegno di tenerla ben curata. Io e Lara ci guardammo ancora esterrefatti ma contenti per la preferenza che lui ci dava, ma aspettavamo ancora di conoscere il prezzo oltre al pezzo che mostrava disinvolto, valore che lui espresse lasciandoci stupiti ancora una volta per la sua modestia, la nostra replica fu la richiesta di darci una conferma certa sul valore da lui indicato, valore che venne confermato con decisione. Per cui sia io che Lara, intenzionati ad accettare, ci alzammo per la stretta di mano e per ringraziarlo con un abbraccio, che io subito gli resi scansandomi dal biscione, Lara invece si strinse a lui senza curarsi di cosa avesse messo in mezzo alle sue morbide tette;
L’abbraccio durò un eternità tanto da mostrarmi interrogativo verso di lei, che invece indugiava nella stretta al punto che la cappella di Pascal iniziò sfioragli il mento, un movimento repentino e non casuale portò Lara a poggiare le sue labbra su quel coso chiamato cazzo, che iniziarono a dischiudersi senza fatica su quel coso che con un lento movimento la spinse a sedersi e fu così che lei iniziò le manovre per fargli una mega-sega, inutile dire che sopraggiunse il mio stupore ed eccitazione tanto che anche io reclamai la sua attenzione ed un piccola parte anche per me, Lara capì e rialzandosi dalla sedia poggiò i gomiti sul tavolo dando a me la possibilità di penetrarla, non smise di pompare Pascal ed io invece iniziai a pomparla a pecora, tra sospiri di tutti ed gli interminabili “super, super, super” di Pascal che ci lasciò intendere che da li a poco sarebbe esploso…lo fece!..... e come una fontana iniziò a zampillare schizzi di sperma che Lara prontamente riuscì a schivare, staccando la bocca da quel boccaglio, mentre io che stavo venendo, mi ritrovai ad essere il bersaglio dello sperma impazzito di Pascal, che nitriva, ma che dico barriva come un ossesso. Lara inizio a ridere come un’ossessa, io a stento riuscivo a guardare Pascal visto le colature che dipingevano il mio volto e non solo… dopo i suoi mille pardon… mi infilai sotto la doccia per eliminare lo sperma del nostro amico Pascal.
L’accordo andò a buon fine, di lì a poco saremmo andati dal Notaio per il passaggio di proprietà, inutile dire che quella sera festeggiammo, non era certo champagne ma Lara questa volta riuscì a stappare la miglior bottiglia che Pascal quella sera, insieme all’accordo mise, sotto il tavolo.
La nostra storia, vita, prosegue nell’isola che forse non c’è!
Tutti personaggi del racconto sono frutto della fantasia per cui casuali e mai esistiti, Lara e Mirko invece sono la fantasia e forse un po’ la realtà, chissà……
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