La bellezza non va sprecata

Mora Bella
2 months ago
La bellezza non va sprecata

Ero seduta su uno sgabello di legno chiaro nella cucina del mio appartamento. Mi ero svegliata da poco e stavo bevendo il mio caffè, quando il mio telefono cellulare iniziò a squillare. Prima di rispondere diedi una rapida occhiata allo schermo e appariva il nome Gabriel. Risposi e lui mi chiese se fossi libera per fare un servizio fotografico. Gli risposi di sì

“Ottimo” rispose “ci vediamo tra un paio d’ore all’hotel Lifestyle. Porta un cambio di abbigliamento, scarpe e lingerie. 

“D’accordo” gli dissi e chiusi la chiamata.

Subito dopo mi diressi nella mia camera da letto. Ero eccitata all’idea di fare un book fotografico hot per iniziare a farmi pubblicità. Dall’armadio a ponte in legno chiaro tirai fuori una borsa da palestra di colore rosa, mettendo dentro due reggiseni di pizzo, uno blu e uno nero, due paia di reggicalze in pizzo blu e nere, due paia di calze autoreggenti blu e nere, una camicia bianca, un paio di scarpe modello décolleté nere con plateau, tacco alto e punta arrotondata, un paio di sandali neri con tacco a spillo e cinturino alla caviglia e un mini abito nero lucido aderente con scollatura generosa.Mi tolsi la t-shirt grigia che indossavo, e le mutandine blu, gettando tutto sul letto, pensando già ai rimproveri di mia mamma che doveva ricordarmi di non lasciare abiti sul letto. Poi per un un’istante mi fermai ad ammirare il mio corpo nudo; fisico da modella, pelle liscia, morbida e chiara. Da una cassettiera a colonna in legno chiaro tirai fuori un paio di leggins neri. Dopo averli indossati, infilai i piedi nudi dentro un paio di ugg ultra mini color beige, sopra misi una maglietta aderente, che mi lasciava le spalle nude e metteva in risalto i miei capezzoli, anch’essa color beige, mi infilai un giaccone nero, afferrai la mia borsetta e la borsa da palestra e uscii di casa.

In pochi passi raggiunsi la mia Fiat 500 bianca, gettai sul sedile posteriore la borsa da palestra, in fretta salii, agganciai la cintura e via in mezzo al traffico.Dopo alcuni stop e incroci mi fermai ad un semaforo rosso. Mentre aspettavo che scattasse il verde mi cadde l’occhio sulla spia della benzina: non potevo crederci, mia sorella me l’aveva lasciata nuovamente in rosso fisso, sentii un esplosione di ansia.

“Devo stare calma” pensai “non resterò a piedi.” 

Per fortuna dopo un chilometro circa trovai un distributore, mi accostai, scesi, e infilai nella colonnina una banconota da 10 euro. Mentre ero semi piegata a fare rifornimento notai un tizio sulla cinquantina con occhiali e barba bianca incolta che mi fissava. Abbassò lo sguardo e sembrava molto interessato ad ammirare le mie caviglie nude che spuntavano dai Leggins. Mi comportai come se nulla fosse, quindi salii in auto e ripresi a guidare.Finalmente entrai nel parcheggio dell’hotel, presi le mie borse e mi diressi all’entrata della struttura: un albergo chic con la spa. “Che eleganza” pensai. In fondo ero abituata a girare per hotel, ma questa volta era tutto più interessante. Mentre mi dirigevo verso la reception mi sentii chiamare. Era il mio amico Gabriel, un ragazzo molto carino, 25 anni, capelli corti, occhi chiari barba curata, 175cm, fisico leggermente palestrato, fotografo. Ci avvicinammo alla reception per dare i nostri documenti all’addetto. Trascritti i dati ci diede la chiave della stanza.

“Camera 205 terzo piano” disse.

Entrati nella stanza, molto carina, dai colori chiari, con una finestra rettangolare e sul pavimento una moquette grigia, Gabriel appoggiò la sua borsa in terra e tirò fuori un cavalletto treppiede, una macchina fotografica digitale e un flash. Io mi guardavo intorno e ammiravo la stanza: sì ero un po’ emozionata.

“Pronta?” chiese Gabriel. 

Gli feci un sorriso e rimanendo in piedi, cominciai a guardare dentro l’obiettivo della macchina, mettendo una mano su un fianco e passando l’altra tra i capelli, poi Gabriel si avvicinò a me tirandomi un po’ giù le spalline della maglietta per mettere in risalto le spalle nude e il seno. Mi girava intorno fotografandomi.

“Quanto sei bona e quanto sei arrapante” disse, io scoppiai a ridere. 

Qualche istante dopo mi fece sedere sul letto con le gambe accavallate e le braccia tirate indietro, continuando a premere il dito sul bottone dello scatto della macchina fotografica, poi giù sdraiata sul letto mentre mi muovevo lentamente e toccavo delicatamente il mio corpo.

“Ora togli le scarpe e mettiti a pancia in giù Sara” disse Gabriel.

Così feci mentre sventolavo i piedi nudi a pancia in giù sul letto. Lui continuava a scattarmi foto.

“Spogliati” disse Gabriel. 

Mi tolsi i leggins e la maglietta. Ero completamente nuda. Ripresi a rotolarmi sul letto. Non mi sentivo in imbarazzo, anzi mi piaceva l’idea che Gabriel potesse ammirare il mio corpo nudo, mi toccavo i capelli, le tette, le cosce. 

“Sei fantastica” esclamò Gabriel.

“Ti sei portata delle scarpe sexy?” domandò Gabriel. 

“Certo” gli risposi.

“Indossale” disse. 

Mi alzai e dalla borsa rosa della palestra tirai fuori le décolleté nere. Dopo averle indossate Gabriel mi fece ancora qualche foto poi disse:

“Avvicinati alla finestra”. 

Io ubbidii, mi alzai, mi misi vicino alla finestra, spostai la tenda e mentre guardavo fuori Gabriel continuava a scattare.A seguire indossai calze autoreggenti nere, reggicalze e reggiseno in pizzo nero e poi blu. Sarebbe venuto un book fotografico sexy ed elegante, ma non era ancora finito. Mi spogliai di nuovo rimanendo con solo il perizoma in pizzo nero, indossai un mini abito nero lucido aderente con scollatura generosa, che gonfiava le mie tette. Mi tolsi le décolleté e sempre a piedi nudi mi infilai il paio di sandali neri. “Mi costerà un occhio della testa questo book fotografico” dissi a Gabriel. Lui mi scattò le ultime foto, poi si avvicinò a me e mi sussurrò all’orecchio:

“Non preoccuparti il primo book consideralo un regalo”. Gli sorrisi, lo guardai negli occhi e gli sussurrai a mia volta nell’orecchio:

“Grazie, sei un amico, voglio farti un regalo anche io. Sarò analmente tua per oggi.”

Gabriel diventò rosso in viso con gli occhi sgranati. Mentre continuavo a guardarlo, iniziai a toccargli il pacco, strofinando lentamente la mia mano sui suoi jeans chiari, poi lo spinsi delicatamente verso la poltrona che si trovava vicino alla finestra. Lui si mise seduto comodo con le gambe larghe. Mi inginocchiai davanti a lui, slacciando la cinta dei jeans. Sbottonati i pantaloni abbassai la zip tirando giù pantaloni e boxer bianchi. Afferrai con la mia mano il suo cazzo semi duro e iniziai a masturbarlo facendo uscire la cappella. Ci sputai sopra e un istante dopo era nella mia bocca. Iniziai a succhiarlo lentamente, mentre sentivo che si induriva e diventava sempre più grosso dentro la mia bocca. Mi fermai un attimo, guardai Gabriel in viso: era rilassato, eccitato e aveva la testa tirata indietro appoggiata sullo schienale della poltrona in pelle. Ripresi a succhiarlo a tratti lentamente e a tratti più veloce, me lo spinsi fino in gola, per un po’ di secondi con la sensazione di soffocamento. Gabriel ansimava, poi si tirò su, mi fece alzare in piedi, accompagnando la mia posizione a 90 su una scrivania che era di fronte al letto, mi tirò su il mini vestito, tirò giù il perizoma in pizzo e con il dito indice cominciò a masturbare il buco del mio culo. Dopo alcuni secondi sputò sul suo dito indice e medio e inizio a infilarli nel mio culo; prima un dito, poi entrambi. Io ero a 90 immobilizzata sulla scrivania, sentivo le sue dita che entravano e uscivano dal mio culo, ero eccitata e stavo godendo. Poi sentii qualcosa di grosso e duro che mi penetra va. Gabriel aveva infilato il suo cazzo duro nel mio culo, muovendosi velocemente e spingendolo fino in fondo, mentre con le mani mi allargava le chiappe lisce e chiare. Gemevo dal piacere, stavo impazzendo:

“Quanto sei puttana, te lo fai mettere nel culo” esclamò Gabriel. 

Il suo respiro era sempre più veloce, capii che mi stava sborrando nel culo, ero eccitatissima, poi Gabriel si tirò indietro e andò in bagno. Io rimasi ferma qualche minuto a 90 sulla scrivania con il mini abito alzato e il perizoma calato sulle caviglie. Ero felice e soddisfatta. Mi tirai su e mi tolsi le scarpe e il mini abito. Gabriel ammiro’ ancora una volta il mio corpo nudo, mi fece un sorriso dicendomi che dopo qualche giorno mi avrebbe inviato il book fotografico e lasciò la camera dell’albergo. Io riposi gli indumenti dentro la borsa da palestra e andai a fare una doccia calda. Dopo una mezz’ora lasciai l’hotel anche io.

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