Gocciolo a Pasquetta

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4 months ago

Giornata in mansarda con amici, vino in quantità e allegria. C’è anche Carlo, con il quale ogni tanto vado a letto. Sono settimane però che non faccio nulla e tutto questo vino sta cominciando a suscitarmi sensazioni bollenti tra le mie cosce e mi sta venendo voglia. 

Durante la giornata continuo a passargli vicino, premendogli le tettone sulla schiena, con la scusa che non c’è abbastanza spazio per passare tra la sua sedia e la cucina. Non so se ha capito che lo faccio di proposito, così comincio a prenderlo in giro per poi abbracciarlo: “lo sai che sto scherzando, vieni qui scemo” e gli spingo di nuovo le tette addosso. 

Stavolta se n’è accorto, mi ha sussurrato: “zoccoletta, sento i capezzoli”. E sì, ho così voglia che non mi sono resa conto che mi si sono inturgiditi i capezzoli. 

“Ops!”. E gli faccio uno sguardo da bimba monella. Più tardi, il vino comincia a fare effetto, tutti ridiamo e scherziamo con più enfasi. Ci sentiamo brilli e la testa comincia a girare, così ci spostiamo tutti nel salottino. Carlo ha bevuto più di tutti, si sdraia su un divano e noi ci dividiamo gli altri due. Si continua a bere e a brindare per qualsiasi cosa stupida ci venga in mente, poi uno alla volta tornano in cucina a mangiare qualcosina per accompagnare il vino. 

Con la scusa di controllare Carlo, resto qualche minuto da sola con lui, mi siedo accanto e comincio ad accarezzarlo, fino a scendere con la mano sui pantaloni. Lo ha gonfio. Che maiale! Gli massaggio un po’ il cazzo, ma levo subito la mano perché arriva Mirko a controllare che sia tutto ok. Lo liquido subito, alzandomi e facendo finta di dirigermi in cucina, ma Mirko propone di coprire Carlo con una coperta così da lasciarlo riposare un po’. Perfetto! Lui torna in cucina ed io resto di nuovo da sola con Carlo. Prendo la coperta, mi siedo di nuovo accanto a lui e fingo di sistemargliela per bene, premendogli le tettone addosso. Mi palpa il culo, spingendo le dita al centro fino a toccarmi la fica. Resto piegata su di lui mentre mi affonda le dita da sopra i leggins. 

“Sei già bagnata, zoccola?” “Ho voglia, non lo avevi ancora capito?” Sorride maliziosamente, si mette a sedere con le gambe aperte e mi tira davanti a sé. Mi solleva il maglioncino, mi abbassa di violenza il reggiseno e affonda la bocca su una tetta, mentre con una mano mi massaggia l’altra. Sentiamo arrivare qualcuno… Mi abbasso velocemente il maglioncino e mi allontano un po’. “Come ti senti, Carlo? Secondo me non devi sdraiarti, magari è meglio se stai seduto..” 

“Cass, mi sa che hai ragione. Carlo, vuoi una mano ad alzarti?” “Si grazie, mi prenderesti un bicchiere d’acqua, Mirko?” Il nostro amico si allontana e in un attimo Carlo, mi afferra la testa da sotto i capelli e mi affonda la lingua in gola, mentre con l’altra mano mi stringe una chiappa. Per un attimo sento le sue dita fredde sulla pelle, ha infilato la mano nei leggings. Il contrasto freddo-caldo mi fa impazzire. Mi scappa un gemito. Infila anche l’altra mano, stringendomi il culo, quasi a sollevarmi e spingermi tutta contro di lui. Sento il suo cazzo gonfio premere sulla mia pancia. Ma di colpo il vuoto. Si è allontanato, Mirko è a due cm dalla porta. “Che ne dite di giocare a battaglia navale? O al biliardino?” Propongo io, cercando di uscire da una situazione che poteva essere imbarazzante. “Biliardino, ma prima si brinda” “ancora? A cosa?” “A Carlo e alla sua fattanza, vado a prendere i bicchieri” Mirko si allontana di nuovo ed io mi affretto a dire “chiudo la porta altrimenti non riesco a uscire di qui il biliardino”. Mi giro verso Carlo, sorrido maliziosamente e mi avvicino. “Finalmente soli” premo la mano sul suo cazzo, che si gonfia all’istante. Lui sorride “zoccoletta, non vedevi l’ora, eh?”. “Ti dispiace?”. “Cosa?”. ” Se ti succhio il cazzo!”.

 Non aspetto nemmeno la risposta, mi inginocchio e gli slaccio i pantaloni. Lui mi raccoglie i capelli in una finta coda e appena abbasso le mutande mi affonda il cazzo in gola. Lo guardo dal basso, occhi spalancati e lucidi, un leggero sorriso con la bocca piena e lui impazzisce. Comincia a muoversi dentro di me, mi scopa la bocca, strozzando i miei gemiti mentre dall’altro lato della porta ci sono i nostri amici. “Non vedevo l’ora Cass, adoro la tua bocca, sei così…brava. Sì, così, continua a succhiare. Oh sì, indietreggia la testa, gli afferro il culo e me lo tiro più vicino affondando il cazzo sempre più dentro. Sto soffocando, respiro a stento dal naso, mi cola un sacco di saliva e mi lacrimano gli occhi. Carlo mi afferra la testa e mi tiene ferma, come se avesse paura che io potessi scappare da un momento all’altro. All’improvviso sento un getto bollente scorrermi in gola e nel petto. Lo sento pulsare tra le labbra e lentamente mollare la presa fino a rilassarsi e a lasciarmi andare.

Si discosta un po’ per farmi riprendere fiato. Lo guardo con la bocca piena di sperma, ingoio tutto. Lui soddisfatto. Gli dico “buona pasquetta” e sorrido. Mi sorride e mi afferra di nuovo, mi fa alzare e mi piega su uno dei divani. “Ehi, che fai adesso?”. “Sta’ zitta!”. Sento scivolare i leggins, sollevare un po’ il maglioncino e due dita fredde sfiorarmi le grandi labbra. “Carlo, non possiamo stare ancora molto, cominceranno a farsi due domande”. “Zitta, ci penso io!”. 

Mi infila le dita affondando anche il perizoma. Sento il freddo, ma il tessuto è fastidioso, voglio spostare il perizoma quindi con una mano vado indietro, ma lui mi afferra e mi tira in su. “Sta’ ferma!”. Annuisco obbediente. Mi sposta il perizoma, come se avesse capito cosa volessi fare. 

“Piegati in avanti” mi piego di nuovo, apro le gambe per quanto possa farlo, costretta dai leggings all’altezza delle ginocchia. Mi sento allargare le labbra con le dita fredde e poi un’ondata bollente e bagnata strisciare tra di loro. La sua lingua avida percorre ogni centimetro della mia fica per poi entrare. Mi scopa con la lingua mentre mi tiene spalancate le labbra, premendo il dorso delle mani sul culo. Mi rialzo d’istinto e mi scappa un gemito. Lui si rialza, mi afferra il collo tirandomi a sé: 

“Ti avevo detto di stare giù”. “Scusa” dico con un soffio di voce. E all’improvviso sento le dita fredde entrarmi dentro. Scivola tra i miei umori che scorrono sulle cosce, sono così bagnata che il suo movimento fa più rumore dei miei gemiti. “Che zoccola bagnata, ti piace?”. Annuisco e spingo il sedere verso di lui, facendolo entrare sempre di più. “Che c’è? Vuoi un altro dito dentro?”. “No, voglio il tuo cazzo” due secondi dopo mi sento riempire da altre due dita, mi allarga e mi fa gocciolare come una cagnetta in calore. “Il cazzo dopo, lo hai svuotato per bene e deve riprendersi. Tu continua a fare la zoccola davanti agli altri e ti prendo che neanche te ne accorgi”. Continua a scoparmi con la mano fino a farmi tremare le gambe. Sbrodolo tra le cosce, mi libera dalle dita: “Guardala come pulsa, che meravigliosa visione!”

Selezionato per il nostro archivio dalla redazione, scritto originariamente da: Cassy Lu

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