UNA VITA INCESTUOSA parte seconda

scrittore 71
3 months ago

UNA VITA INCESTUOSA parte seconda

Mi svegliai d’improvviso, quasi sudato. Voltandomi dall’altro lato del letto vidi che non c’era nessuno. Mia nonna non c’era. Pensai che fosse in bagno o in cucina ed invece, dopo aver guadato in tutte le camere non la trovai. Lei non c’era. Svanita. Come se fosse fuggita, scappando. C’era solo un foglietto appeso alla porta d’ingresso, messo in modo che io lo potessi vedere. Lo presi ed inizia a leggerlo: “caro nipote mio, sono sconvolta, stravolta per tutto quello che è successo in questi due giorni incredibili. Non so cosa pensare e non so cosa fare. Io non sono mai stata una santa, anzi mi sono sempre ritenuta una donna molto libera ma la porta che mi hai fatto oltrepassare mi ha condotto in uno stato di completo delirio. Mai avrai pensato di poter fare sesso con te, di provare un piacere mai provato prima, di essere travolta di orgasmi a ripetizioni che mi hanno fatto sentire femmina appagata e lussuriosa. Sono sconvolta, la mia razionalità mi porta a pensare di essere una donna immonda ma la mia anima più profonda mi spinge verso di te. Sto combattendo da lacune ore con i miei demoni più interiori. Nipote mio oltre il rapporto fisico mi hanno sconvolto le tue parole. Parole da maschio, da uomo maturo, da uomo che vuole metter al mondo un figlio, una figlia con me. Sei stato capace di aprire una porta ormai chiusa. Hai sfondato le mie difese. Mi sento nuda davanti ai tuoi occhi ed alla tua mente perversa. Mi sento nuda e tremo per il mio ed il nostro futuro. Non puoi chiedermi di avere un figlio, non puoi chiedermelo. Ti rendi conto ? Cosa dirà tua madre, tua zia ? come ci comporteremo rispetto al resto del mondo ? I nostri conoscenti, i parenti ? Viviamo una società ipocrita, piena di falsi tabù. Non possiamo, non dobbiamo, anche se nella mia testa, e te lo confesso serenamente, questo pensiero mi provoca un fortissimo turbamento, quasi un orgasmo latente. Ti ripeto: ti scrivo queste parole perchè sono stravolta, ti scrivo queste parole perché il  calore continua ad  avvolgermi. E mentre ti scrivo ti confesso senza tabù quello che sto facendo. Mi sto toccando con la mano. Tocco la mia fica raccogliendo con le dita la tua sborra che mi fuoriesce bagnandomi tutta. Mi tocco per darmi piacere perché la mia fica già sente nostalgia del tuo immenso cazzo. Ma so che appena raggiunto l’orgasmo la razionalità prenderà il sopravvento e dovrò pensare, fermarmi a riflettere. Dovrò capire cosa fare. Godo in questo momento ma dopo scapperò da questa casa, girovagando e sperando di ritrovare me stessa. Sperando di scoprire realmente quello che il mio cuore vorrà fare. Non mi cercare, non mi telefonare, sarò io a tornare a casa quando avrò capito.” Firmato tua nonna.

Mi giro il foglio fra le mani, leggo e rileggo. Entro in cucina e continuo a tenere fisso lo sguardo sul foglio. Leggendo mi accorgo che il mio cazzo è tornato ancora durissimo. E mi ritrovo a pensarla. A pensare a mia nonna. Alla sua fica calda e accogliente. Penso alla mia sborra dentro di lei. E’ penso depravatamente che la mia sborra l’abbia fecondata. Sono costretto a toccarmi, a scappellarmi il cazzo. Sono costretto a godere pensando a mia nonna. Godo un orgasmo violento e mentre godo succede qualcosa di ancora più perverso: il volto di mia nonna si mischia a quello di mia madre ed il volto di mia madre si mischia a quello della mia ragazza. Godo e nella mia testa un turbinio di donne una sopra all’altra. E mi ritrovo a sborrare su quel foglio e lo lascio li impiastricciato di sborra con il perverso pensiero che quando rientri lo possa trovare sul tavolo. Il mio dono: la mia sborra sulle sue parole. L’ho detto, lo ripeto mi sento un fuoco dentro capace di farmi pensare ad una sola cosa: scopare, godere e ancora godere. Non ho più freni, non ho più tabù, ho il fuoco della perdizione e nella perdizione voglio abbandonarmi e godere ancora.

E’ con questi pensieri nella testa che passo tutto il giorno non facendo letteralmente un cazzo. Aspettando che mia nonna rientri, aspettando che si spalanchi la porta e che lei mi dia un segno. L’aspetto per tutto il giorno ed aspettando si fa pomeriggio e poi aspettando diventa sera. E solo quando sono appisolato, solo con gli slip addosso disteso sulla poltrona con gli occhi semichiusi, sento il rumore delle chiavi nella toppa. Sento i suoi passi nel corridoio, faccio finta di dormire. Sento la sua presenza nella stanza. Sento che prende una sedia, sento come se stesse svuotando la borsa. E poi sento silenzio. Riapro gli occhi lentamente e me la ritrovo a pochi passi da me, seduta, vicino al tavolo, con il suo scritto fra le mani. Ha il viso stravolto, i capelli arruffati, sembra una pazza. Ha pianto perché il rimmel gli riga la faccia. Si accorge di me che la guardo. Mi guarda, ci guardiamo.

“Che fai dormi ?” le sue parole mi risuonano nelle orecchie

“Continua a dormire…non voglio disturbarti…dormii…io vado di la a farmi una doccia…”

Io senza dire una parola mi alzo dalla poltrona. Il mio cazzo quasi fuoriesce dagli slip tanto che è duro. La cappella mi fa male. Vedo mia nonna guardare in basso, poi rialzare lo sguardo. I miei occhi vanno al tavolo dove affianco della sua lettera c’è una scatola bianca, la conosco bene è di una marca della pillola del giorno dopo (la mia ragazza ne ha fatto uso). Torno a guardarla. Sento il calore invadermi, salire alla testa. Sento il mio cazzo esplodere. Divento una bestia, una bestia irrefrenabile. E’ un momento, un istante, afferro mia nonna portando il suo fondoschiena a toccarmi il cazzo. La mia bocca fa capolino sul suo collo avvicinandosi al suo orecchio. La stringo forte e gli sussurro: “stai per prendere la pillola ? hai paura di rimanere incinta ? hai deciso ? Io non valgo nulla ? Non vale nulla quello che ti ho detto ?” la stringo sempre di più a me. Sento che trema, bisbiglia, non riesce a parlare. Io con la spingo vicino al tavolo rendendogli impossibile muoversi. Poi con una mano prendo la scotola, ne estraggo il contenuto, schiaccio e prendo la pillola fra le dita portandola alla sua bocca. “Prendi…! Ingoia ! Fallo…apri la bocca ! …sappi che non mi vedrai mai più ! Non risponderò mai più a telefono ! Sappi che ti cancellerò dalla mia vita ! Pensa…pensa che non sentirai mai il mio cazzo dentro di te ! Pensa che non sborrerò mai più nella tua fica ! Pensa che non raggiungerai mai più gli orgasmi che hai raggiunto in questi giorni ! pensa che non potrai mai più essere quello che veramente vuoi ! Fallo…inghiotti la pillola…” ormai ero un fiume in piena non riuscivo più a fermare la mia parole e spingevo il mio cazzo sul culo di mia nonna. Stringevo e parlavo. Stringevo e parlavo. Poi mia nonna senza parlare prese dalla mia mano la pillola e lentamente la portò alla bocca. Ed io sentii un vuoto, un vuoto stranissimo. Mia nonna stava per ingoiare la pillola, interrompendo perversa e lussuriosa di metterla incinta. Mi allontanai di qualche metro, indietreggiando. La guardai. Lei mi guardò, mi guardo fisso negli occhi con la pillola stretta fra le labbra della bocca. Ci guardammo. Il tempo sembrava non passare mai. Poi come se la scena accadesse al rallentatore sentii prima il rumore dello sputo e poi vidi la pillola schizzare lontano dalla sua bocca. La scena si ripetette più volte nella mia testa. Mia nonna mi guardò e sentii solo queste parole arrivarmi al cervello: “prendimi, fammi ancora tua, non posso più stare senza la tua sborra, riempimi e mettimi incinta.”

Io e mia nonna eravamo abbracciati strettissimi, a letto, dopo un amplesso animalesco. Sudati, disfatti, schiantati. Uno di fronte all’altra. Bocca contro bocca, occhi negli occhi, respiro contro respiro. Si era arresa. Mia nonna si era arresa al mio volere, aveva capitolato, senza se e senza ma. Io ero diventato il suo Padrone assoluto, il Maschio Alfa capace di decidere della sua vita. Ero pieno di me, sazio di me, per quello che ero riuscito a fare e per quello che si prospettava.

“hai vinto…hai vinto” sussurrò mia nonna vicinissima alla mia bocca, guardandomi negli occhi.

“Hai vinto e faro tutto, tutto quello che vorrai…porterò a termine la gravidanza e se Dio vorrà ti darò una figlia !”

“Capisci nonna…capisci cosa significa vedere la tua pancia crescere con il frutto del nostro peccato ? capisci cosa significa vedere i tuoi seni gonfiarsi ? Capisci che mi allatterò ai tuoi capezzoli ? E tu sarai la madre di nostra figlia ? Capisci ? Nonna ti amo…ti amo nell’anima più nera e più perversa di noi. Siamo nel buio del peccato totale ed è meraviglioso.”

“Nipote mio le tue parole mi spiazzano, mi rabbrividiscono, ma sento il fuoco dentro di me dopo che il tuo seme fertile ha raggiunto il mio utero. Sono pazza di te, tutto di me ti appartiene. E non me ne frega nulla del giudizio degli altri, sarà quel che sarà. Tu rappresenti la tentazione, il male assoluto. Tu sei Satana ed io in Satana mi voglio immolare, per te.”

“Nonna, femmina mia sono queste le parole che voglio sentire da te e credimi se accadrà quello che penso tu non puoi avere idea il fuoco che arderà nella nostra famiglia !”

“Che intendi famiglia ?...che intendi tua madre ? Tua zia…?”

Io la guardavo in silenzio mentre il mio cazzo alle sue parole tornava duro e spingeva sulla sua pancia.

“Rispondimi ? Cosa significa ?...significa quello che penso ?”

Inizia a strusciare il cazzo in mezzo alle sue gambe, sentendo che lei spingeva lentamente verso di me. Lenti, ci strusciavamo lenti: la mia cappella sulle sue labbra della figa.

“Sei pazzo ! Sei un depravato…se ho capito bene…perverso…porco…di…parla….spiegami…”

Appoggiai la mia bocca sulla sua mentre il mio cazzo entrava lentamente dentro di lei. Lei spalancò la bocca ed io soffia fortissimo tutta l’aria che avevo nei polmoni nei suoi polmoni. Eravamo un’unica cosa, io e lei, lei mia nonna. E spinsi, spinsi il mio cazzo infuocato dentro di lei.

“riempimi…dammi la tua aria ancora…nei miei polmoni…sono tua…riempimi con il cazzo, con il tuo seme ma anche con la tua aria e la tua saliva…berrò dalla tua bocca…voglio essere piena di te…”

Mia nonna era in delirio totale ed io ne facevo quello che volevo. A vent’anni padrone assoluto. Spinsi ed ancora una volta raggiungemmo l’orgasmo insieme godendo nella sua fica accogliente. E poi senza alzarci dal letto, nelle ore successive, le riempii la bocca del mio sperma e baciandoci succhiai da lei il mio nettare fertile e poi ancora il suo culo, il suo culo meraviglioso, sfondato, preso, abusato. Schiaffeggiandola su tutte le parti del corpo la portai a godere delle mie mani, a godere soffrendo. Ormai la porta era aperta e tutti gli spettri stavano danzando e baccanando sulla tavola degli sposi. Perdemmo la cognizione del tempo, perdemmo il senso del reale, scopando, riprendendo le forze ed ancora scopando tanto che la feci svenire diverse volte sotto i miei colpi. Anche quando si addormentò distrutta incapace di reagire la presi, la scopai godendole dentro come il mio sborratoio. Solo il trillo prolungato del telefono mi fece destare da quello stato di sospensione assoluta. Mi allungai e vidi il nome “Mamma” aspettai qualche secondo e poi risposi.

“Pronto…”

Pronto amore…tutto bene ? E’ da due che non ti fai sentire ….”

“Si mamma tutto bene…”

“E la nonna ? come sta ? Ho provato a chiamarla diverse volte ieri ed anche ieri sera ma non mi hai risposto o aveva il telefono staccato”

“Sta riposando, forse dormendo..”

“Amore a quest’ora ! sono le 11 di mattina e sta ancora dormendo ? Ma sta bene ? “

“Si…si…veramente credo abbia fatto tardissimo con le amiche, è uscita con le amiche perciò dorme ancora”

“Vabbè comunque quando si sveglia dirmi di chiamarmi…e tu quando torni ?”

“Mamma mi hai detto tu di stare qui con nonna…credo sia ancora un po’ traumatizzata…forse dai per fine mese torno…tanto io studio…e sto tranquillo…”

“Va bene amore…se posso farò un salto io…”

“No mamma…perché ? Stai tranquilla a casa…fai le tue cose…penso io a Nonna !”

“Dai…poi ne parliamo…un bacio forte e ricorda alla nonna di chiamarmi “

“Vabbene ciao.” Staccai il telefono, compiaciuto di averle detto un sacco di cazzate e tornai a stendermi guardando il soffitto.

“Marco… amore mio….chi era al telefono….” Mia nonna tutta assonata.

“Nonna era mamma…ha chiesto di noi…” Sentii mia nonna girarsi verso di me e toccare la mia gamba e poi con la mano risalire fino alla palle.

“E che gli hai detto ?”

“Che sei mia, che ti sto scopando e che ti voglio mettere incinta !”

“Che stronzoooo….che stronzoo che seiii…”

Sentii la mano di mia nonna scendere dalle palla al culo, insinuarsi verso il buco del culo e spingere con le dita. La mia mente perversa subito si mise in moto. MI voltai dandole le spalle e dissi…”Lecca…leccami il culo…troia…”

Sentii mia nonna scendere e avvicinare la testa al mio culo. Io con le mani separai le chiappe e poi sentii la sua lingua sul mio buco spingere. “Troia toccati la figa mentre mi lecchi”

“Si amore mio…si nipote mio, cosa stai pensando ? dimmelo cosa pensi ?”

“Nonna penso sto pensando a mia madre, tua figlia. Devo scoparla, devo fotterla, dovrò farla mia.”

“Maiale…porco….cazzo sto godendo sto godendo …godoooo….godoooooo” E mia nonna mentre mi leccava arrivò di nuovo a toccare vette di godimento.

Fu un mese pazzesco con mia nonna. Praticamente passammo 30 giorni perennemente eccitati ed fare sesso, in tutti i modi, in tutte le situazioni, a ogni ora. Nudi in casa ci accoppiavamo come animali in calore. Ogni momento era buono. Mangiavamo con lei impalata sul mio cazzo mentre con la bocca ci scambiavamo il cibo da masticare e scambiandoci anche l’acqua ed il vino con le nostre bocche. Non avevamo limiti. Finanche quando io o lei eravamo a telefono con mia madre o la leccavo o lei leccava me o scopavamo. Lo stesso facevamo quando era la mia ragazza a telefonare. Era eccitante, pericoloso ma eccitante. Ed io così continuavo nel mio progetto di perversione totale. Ogni tanto sfogliavo qualche libro per studiare ma poi quella troia di mia nonna si avvicinava si accucciava sotto la scrivania ed iniziava a spompinarmi fino a riempire la bocca e la pancia della mia sborra. Ma in fondo con tutti i soldi che aveva lasciato mio padre in eredità avrei anche potuto smettere di studiare e poi lavorare. Ormai ero consapevole che volevo vivere una vita fatta di lussuria e depravazione corrompendo anime, traviando donne e uomini, ma prima dovevo completare il mio progetto con la mia famiglia: prima mia nonna e poi mia madre, per poi passare alla mia ragazza. Come dicevo passammo 30 giorni fantastici e lussuriosi sperando che a mia nonna non venisse il ciclo, ciò avrebbe significato che sarei diventato padre. Il solo pensiero mi elettrizzava. Il primo tassello del mio nuovo progetto di vita. Mia nonna ormai era votata completamente a me, succube, sottomessa, schiava delle mie perversioni, vacca da monta pronta in qualsiasi momento ad essere preso da me. Nei nostri amplessi mentre raggiungevamo l’orgasmo ormai non facevamo che parlare di lei gravida e di mia madre, di come l’avrei presa. Ed in un momento di grande perversione gli confessai la volontà di metter incinta anche mia madre. A quelle parole mia nonna usci fuori di testa godendo come un’assatanata…gridando il suo piacere disse: “Pazzo…sei un pazzo…sei Satana…corruttoreeee….ti rendi conto oltre a meeeee….tua madreeeeee……..impazziscoooooo…..”

“Si nonna….vi voglio gravide, insieme…con la pancia che cresce, i seni pieni di latte….pregne di me ..piene…femmine….le mie femmine…”.

Ormai stavano per scadere i trenta giorni quando all’improvviso la mia ragazza, Giulia, mi fece una sorpresa. Venne a trovarmi. Fortunatamente avvisandomi qualche ora prima riuscimmo a mettere la casa apposto alla bene e meglio e quando arrivò non si accorse delle battaglie che quelle mura avevano visto protagonisti me e mia nonna. Quando la vidi capii che stava diventando sempre più troia. Aveva preso il treno e fatto tutto il viaggio vestendo tutta di bianco, indossando una t-shirt strettissima e bianca senza reggiseno sotto con i capezzoli duri che quasi sfondavano il tessuto ed inoltre aveva un leggins bianco che non nascondeva nulla anzi esaltava il suo perizoma nero fra le chiappe. Che troia, mi rendeva orgoglioso. E lei appena mi vide mi saltò addosso incurante della presenza di mia nonna e mi riempì di baci strusciandosi addosso come una cagna in calore. Ridendo chiese scusa a mia nonna e mi spinse letteralmente in camera buttandomi sul letto e salendo sopra di me.

“che c’è stronzo non sei contento di vedermi ?”

“come no…non aspettavo altro…”

“Ah si…e allora spogliami, ho voglia di scopare …”

“Hai voglia di scopare o di scopare con me ? “

“stronzo…sei proprio stronzo…se lo vuoi sapere proprio in treno mi sono eccitata…” e mentre ci spogliavamo concitatamente sempre lei su di me continuavamo a parlare.

“a si…raccontami…fammi impazzire…”

“lo so…che sei un porco schifoso…e ti eccitano i miei racconti…”

“quanto sei zoccola…dimmi…”

Ormai eravamo nudi e lei a cavalcioni su di me si stava infilando il cazzo nella figa.

“In treno di fronte a me c’era un vecchio, avrà avuto sui 65/70 anni, magro ma alto, faccia da schifoso,…ebbene quel porco non faceva che guardarmi in mezzo alle gambe mentre si toccava il cazzo…”

“mmm….interessante….e poi…”

“ed io prima facevo finta di nulla…poi vista la sua sfacciataggine ho iniziato a guardarlo negli occhi…e quel porco invece di girarsi dall’altra parte ha iniziato a cacciare la lingua fra le labbra, come un serpente, un serpente viscido…che porco…”

“che troia…”

“faceva uscire e rientrare quella lingua, rossa, lunga, avanti e indietro fra le sue labbra e poi si toccava il cazzo…io allora ho aperto la gambe quasi a sbattergliela in faccia… e mi sono bagnata…e per non sporcarmi tutta ho dovuto fare una cosa molto depravata…”

“dimmi cagnaaaaa…” mentre la fottevo lentamente

“quanto mi piaci quanto mi chiami cagnaaaaa….ahahah.a…..muoviti più forteee…cazzoooo….”

“ho chiuso lo scompartimento, sai erano quei treni vecchi, e mi sono abbassato leggins e perizoma mettendomi nuda davanti a lui…con la fica aperta….sai non volevo sporcarmi i pantaloni bianchi….mi capisci amore ?”

“così ti voglio troia totaleeee…..puttanaaa…..e che avete fatto ?”

“io messa così sono stata una brava bambina gli ho detto: si guarda ma non si tocca, se vuoi così uno di fronte all’altra…”

“e lui ?”

“lui, quel porco si è tirato il cazzo da fuori. Un cazzo secco ma lungo, molto lungo con una capocchia rossa ha iniziato a scappellarsi ….lui si toccava ed io mi toccavooo…che porciiiii…..”

A quelle parole iniziai a scoparla più forte, alzando e abbassando le gambe…lei parlava e mi baciava in bocca e premeva sempre di più. Iniziammo ad ansimare e gridare sempre più forte, scopando, grugnendo, gridando.

“Porco avresti voluto che mi scopasse ? dimmelo ….dimmelo …eh ti sarebbe piaciuto che mi fossi presentata qui con i leggins tutti macchiati piena della sborra del vecchio ?...porco…dimmelo…”

“Cagna…sei una cagna….sei una cagna perennemente in calore…ti sborro dentrooo puttanaaaa…”

“sei tu che mi hai fatta diventare cosìììì….io ero una brava ragazza….e tu mi hai voluto troiaaa…aaaaahahahhaah”. Godemmo insieme e mentre raggiungevamo l’orgasmo mi accorsi guardando di sfuggita nello specchio di lato a noi che la porta della camera era socchiusa e mia nonna stava guardando tutta la scena con gli occhi e la bocca spalancata mentre aveva la mano in mezzo alle gambe. Cazzo. Sborrai.

(si accettano commenti)

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