Scopate sulla Golf GTI
Erano gli anni '80 e, tra i giovani, la Volkswagen Golf GTI era una delle automobili più ambite.
Anche un mio fidanzato dell'epoca ne aveva una: nera, con i vetri oscurati, i profili rossi sui paraurti, sulle fiancate e sulla mascherina anteriore.
Gli interni avevano i sedili sportivi, parecchio scomodi, per la verità, specialmente nei momenti di intimità.
Sì, perché noi due si scopava parecchio in macchina, dato che i motel non mi sono mai piaciuti e lui non aveva molti soldi da spendere, visto che investiva nella sua auto quasi tutto il cospicuo stipendio di panettiere, comprando un'infinità di accessori, l'impianto stereo talmente potente da rompere i vetri e le continue elaborazioni a motore e assetto.
Dopo circa un anno dall'acquisto, l'auto era diventata veramente tamarra, al pari del mio fidanzato, con il quale stavo assieme solamente perché aveva un grosso cazzo, dalla potenza e dalla resistenza inesauribili che mi provocavano orgasmi devastanti e squirtate colossali.
Mi faceva squirtare come una fontana, mi riempiva di sperma come un cannolo siciliano, poi, quando aveva finito di svuotarsi, tornava alla realtà e si incazzava con me, accusandomi di avergli impiastrato tutto il sedile.
In effetti, tra squirtate e sborrate, arrivammo al punto che quel povero sedile non ci fu più modo di smacchiarlo completamente. Inoltre, le nostre furiose cavalcate avevano compromesso anche la sua struttura.
Perciò, un giorno decise di sostituire i sedili anteriori, ma volle che partecipassi alla spesa, sostenendo che la causa del problema ero io, perché se non fossi stata così figa, a lui non sarebbe venuta voglia di scoparmi in continuazione, accorciando così la vita dei sedili.
All'epoca ero talmente scema e presa dal tipo che accettai di buon grado, l'importante era che continuasse a scoparmi.
Durante il primo anno insieme, frequentavamo la compagnia di miei amici con base a Milano e con loro si andava a ballare nelle discoteche in città.
Ovviamente, a fine serata, prima di accompagnarmi a casa, ci appartavamo in qualche viuzza isolata a fare sesso.
Quando iniziammo a frequentare una compagnia di amici suoi, si andava a ballare in alcune delle numerose discoteche che sorgevano lungo la Statale Paullese, tra Milano e Cremona.
In quelle zone, per infrattarsi, c'erano un'infinità di posti, essendo in aperta campagna.
"Certe notti, la macchina calda, tra cosce e zanzare...", come canta Ligabue, si scopava alla grande, se non fosse che diverse volte accadde che, a causa dell'assetto super ribassato della nostra GTI, si rimanesse bloccati in qualche fosso in mezzo ai campi.
Se eravamo fortunati, c'era una cascina nelle vicinanze dove chiedere al contadino di trainarci con il trattore. Quando la sfortuna si accaniva, dovevamo percorrere a piedi qualche chilometro per trovare un telefono e chiamare il carroattrezzi.
In ogni caso, a chi ci soccorreva non sfuggiva il fatto che, se ci trovavamo in mezzo ai campi con quella macchina, con me vestita da discoteca, quindi tutta scollata e super scosciata, il motivo era solamente uno: ci eravamo infrattati per scopare.
I tizi mi guardavano come fossi la più grande troia esistente e, probabilmente, più di uno avrebbe preferito spassarsela con me, invece di ricevere il compenso in danaro per il soccorso.
Dopo poco più di due anni, la mia storia con il panettiere e la sua Golf GTI arrivò al termine: i miei impegni lavorativi come ballerina professionista mi assorbivano sempre di più e il tipo era geloso che milioni di telespettatori mi vedessero ballare in TV con costumi molto provocanti.
Di quel periodo rimpiango solamente la libertà e la spensieratezza con le quali trascorrevamo il tempo insieme.
Vi chiederete: "Ma non rimpiangi anche il suo grosso e inesauribile pisello?"
Ammetto che conservo un bel ricordo anche di quello e delle più di duecento scopate che ci siamo fatti ma, finita la storia con lui, ne ho avute molte altre, durante le quali di cazzi grossi e resistenti ne ho presi così tanti che non potete nemmeno immaginarveli.
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