Il Piacere di essere Cornuto - La prima volta Cuckold
Era una sera d’inverno e Bologna, con le luci della notte, era bellissima. Dopo cena, mandai un messaggio a Laura, la mia compagna, chiedendole se volesse accompagnarmi in un Club Privé vicino al centro città. Volevo trascorrere insieme a lei una serata piccante. Diversa dal solito. La risposta, inizialmente titubante e incerta, cambiò dopo alcune mie rassicurazioni. Accettò. Si poteva fare.
Insieme, avevamo partecipato ad alcune feste a tema in un altro locale sul litorale romagnolo e il clima che si respirava era sempre dei migliori. In queste occasioni, le risate non mancarono mai così come i commenti sui “personaggi” che frequentavano questi luoghi. All’epoca dei fatti che vi sto per raccontare (davvero accaduti) io, Francesco, avevo 35 anni e la mia splendida lei, Laura, 38. Fisicamente nella norma, io alto 180 cm, 76 kg, capelli corti e occhi marroni. Lei invece alta 162 cm, 52 kg, seconda piena di seno e capelli lunghi mossi castani. Normali persone che, senza dubbio, in mezzo a una folla passerebbero inosservate. Degli insospettabili.
Ma torniamo alla serata. Ore 22:00 appuntamento sotto casa mia. Puntuale come sempre, Laura scese dalla macchina con abito corto nero e dei magnifici décolleté con tacco dieci centimetri. Entrati in macchina partimmo subito in direzione della tangenziale per avviarci al locale. La mia mano non perse occasione di accarezzare le splendide gambe e scoprire la balza delle autoreggenti. Per questo genere di calze ho sempre avuto una particolare debolezza e la reazione fu quasi fulminea. L’erezione, infatti, non stentò ad arrivare.
Era piacevole sentirlo arzillo nei pantaloni e sensibile a questi intriganti stimoli che fanno viaggiare con l’immaginazione. La strada scorse veloce così come le chiacchiere e la solita promessa di vedere solo quello che sarebbe successo senza alcuna aspettativa o programma. Questo aspetto era un cardine fondamentale di queste serate. Libertà assoluta.
Il mio grande desiderio maturato in quei tempi era vederla fare sesso con un altro uomo. Nelle mie fantasie erotiche era diventato un pensiero ricorrente e sempre presente durante le masturbazioni. Come sappiamo però la fantasia è una cosa e la realtà un’altra. Non sempre coincidono. Ero senza dubbio curioso. Se anche solo una di quelle scene immaginate avesse preso forma, come avrei reagito? E Laura? L’accordo però era sempre il medesimo. Nessuna forzatura e nessuna aspettativa. Arrivati al parcheggio del locale, attendemmo l’apertura e, dopo soli dieci minuti, le porte si aprirono.
Essendo la prima volta in quella struttura, salimmo le scale per poterne vedere i vari ambienti. Raggiungemmo la zona del bar con le consuete luci soffuse, divanetti e angolo buffet. Un corridoio parallelo invece portava alla zona chiamata “dei single” ovvero un’area con stanze tutte separate tra di loro con porte chiudibili dall’interno. Notai con piacere, il buon gusto dell’arredamento e l’ottima disposizione degli spazi. Le stanze permettevano agli ospiti di poter apporre una catenella per poter essere guardati dagli esterni della stanza. Il gioco intrigante del guardare ma non toccare. Oppure potevano chiudere la porta godendo di una completa privacy.
Continuammo il nostro giro salendo un’altra rampa di scale verso la zona riservata alle coppie. Si presentava chiusa da vetrate trasparenti e permettevano agli spettatori di poter guardare dall’esterno. Molto intrigante! Concludemmo il nostro giro ritornando nella zona bar. Dopo aver sorseggiato un bicchiere di prosecco, la tensione iniziale sparì, sostituita da un senso di eccitazione diffusa e complicità. Il locale si stava popolando di bella gente e l’atmosfera si fece più leggera. Laura guardò con un misto di malizia e timidezza, come se fosse ancora incerta ma allo stesso tempo desiderosa di continuare quella nuova esperienza.
Decidemmo di tornare nella zona riservata alle coppie, questa volta con più sicurezza e desiderosi di andare oltre. I corridoi del club, illuminati da luci soffuse e circondati da specchi, davano la sensazione di essere in un mondo parallelo, dove tutto era possibile e ogni desiderio poteva diventare realtà.
Prima di fare il nostro ingresso alla zona, ci abbracciamo con tenerezza e le labbra s’incontrarono in un bacio lungo e tenero. I corpi si strofinarono, si cercarono, si desiderarono. Con le mani percorsi centimetri di pelle, anche quella più nascosta fino a raggiungere l’interno delle sue mutandine. Il sesso era bagnato, eccitato e voglioso. Non persi l’occasione per sfilarle fino a farle uscire dai piedi.
Le infilai all’interno della tasca dei miei pantaloni e le dissi all’orecchio: “queste non ti servono stasera!”
Era sicuramente una provocazione, ma innocente. Prendemmo coraggio e, con la chiave consegnataci all’ingresso, entrammo nella stanza delle coppie. La sala era ampia e i divani tutt’intorno foderati di rosso acceso. Il colore della passione. Al centro un enorme lettone che poteva ospitare una ventina di persone. Inizialmente, rimanemmo in una parte più defilata ma non distante dalla scena principale.
Io e Laura non siamo mai stati degli esibizionisti e nemmeno ci consideravamo da “palco principale”. Non era per noi. Questo non per timidezza o pudore poiché avevamo un buon rapporto con il nostro corpo, anche in pubblico. Qualche anno prima ci era capitato infatti di fare nudismo in una spiaggia al mare e di toglierci i costumi. Le sensazioni erano state piacevoli e d’imbarazzo, nemmeno l’ombra.
Qualche coppia iniziò a entrare. Io e lei, per rompere il ghiaccio e un leggero stato d’inadeguatezza, iniziammo a baciarci con dolcezza aumentando gradualmente l’intensità. Le mani si cercarono e, con delicatezza, ci sdraiammo uno accanto all’altro incuranti di tutto intorno a noi. Nei nostri pensieri eravamo solo io e lei. Di tutto il resto, non ci accorgemmo di nulla per la successiva mezz’ora. Eravamo come ovattati nel nostro mondo.
Ci spogliammo a vicenda e i suoi seni conquistano non solo la libertà ma anche le attenzioni della mia lingua. I capezzoli turgidi, eccitati e duri come non mai. I polpastrelli li toccarono creando delle piccole scosse di piacere sul suo corpo mentre scesi ancora fino a raggiungere la vagina. Una figa liscia e quasi tutta depilata che lasciava solo una piccola striscetta superiore di peluria. Così era come piaceva a lei. Intrigante ai miei occhi. Un profumo inebriante che sconvolgeva la testa.
La lingua percorse i suoi centimetri esterni fino a esplorarne la cavità. Il sesso orale era una componente fondamentale nei nostri approcci e, anche in quella occasione, non mancai di dimostrarle quanto mi piacesse. Il suo primo orgasmo non tardò ad arrivare e le smorfie di estasi si palesarono sul viso. Le mani spingevano sulla mia testa amplificando quel contatto e i piedi rigidi a spingere sulla schiena. Il corpo di Laura raccontava, attimo dopo attimo, il crescendo di quel piacere fino all’esplosione. Attimi d’inebriante intensità.
Quando riprendemmo il contatto con la realtà, e i corpi si rilassarono, osservammo che la stanza si era popolata. La nostra bolla era talmente sigillata che non ci accorgemmo di nulla. Anche altre coppie stavano amoreggiando in promiscuità tra loro ed era una visione piuttosto eccitante. Nell’aria c’era un inebriante profumo di sesso. Tra tutte queste, una catturò la nostra attenzione. Erano proprio davanti a noi con lei inginocchiata al suo uomo a praticare sesso orale. Laura si accorse subito di come li osservavo.
A un orecchio mi disse: “se vuoi, puoi provarci con lei”.
Io colsi il suo invito e mi avvicinai a loro. Con dolcezza, sfiorai con le dita la ragazza lungo la schiena fino ad arrivare al sedere. Nei miei pensieri però non c’era alcuna attrazione. Nessun interesse. Le mie attenzioni erano solo per la mia compagna.
Ritornai quindi sui miei passi e ci spostammo sull’enorme letto che occupava il centro della stanza. Laura si sedette mentre io rimasi in piedi. Il sesso puntava verso il suo viso e notò con piacere la mia eccitazione. Lo toccò, lo accarezzò e dopo qualche secondo di esitazione, si avvicinò per accoglierlo. Il pene diventare sempre più duro con il calore della bocca. Potevo toccare il cielo solo allungando un dito. Gli occhi guardavano la testa ondulare mentre il sesso entrava e usciva al contatto delle labbra.
Sollevai lo sguardo, eccitato dalla situazione, e gli occhi s’incontrarono con il lui della coppia che stavamo osservando poco prima. Un bel ragazzo sulla trentina con fisico asciutto e soprattutto un’ottima dotazione. Il gesto fu istintivo e, senza alcuna esitazione, lo invitai con un cenno a venire più vicino. Ma che cavolo stavo facendo? Lo stavo invitando tra noi? Lo stavo offrendo a Laura? Mi sentivo come un automa incapace di essere razionale. L’istinto prese il sopravvento di me.
Si avvicinò. Il sangue iniziò a bollirmi dentro e un caldo intenso mi avvolse con prepotenza. Il suo cazzo era splendido e, senza dubbio, molto più interessante del mio. Un pensiero s’insinuò nella testa: “lui poteva essere l’occasione giusta”.
Laura, appena accorta della presenza estranea, si staccò da me. Rimase immobile e disorientata sul da farsi. Mi guardò negli occhi in attesa che io prendessi una posizione oppure le indicassi qualche volontà. La risposta arrivò quasi immediata. Presi la sua mano e l’appoggiai sopra al pene in erezione del ragazzo. La scelta era stata fatta. Esplicita e chiara sulle mie volontà. Nei suoi occhi vidi il desiderio di provare questa novità ma allo stesso tempo timore e tanta incertezza. Le sue mani si muovevano su entrambi i sessi e la mia eccitazione era molto vicina al punto di non ritorno.
“Mi stai facendo eccitare da matti!” Dissi con gli occhi semi sbarrati.
Lei rispose subito con tono di sfida: “Non mi dirai che stai per venire?”
Con voce flebile ed estasiato riuscii solo a dire: “Se continui ancora trenta secondi, esplodo! Prendiglielo in bocca, voglio guardarti”.
Alle mie parole, Laura continuò a toccare il pene del nostro nuovo amico e, dopo qualche secondo di tentennamento, si avvicinò con la bocca. Attonito da quella visione, il mio corpo fu rapito da scariche di brividi che attraversarono tutta la schiena fino alla punta dei piedi. Realizzai che la mia donna, la mia metà, stava facendo un pompino a un altro ragazzo davanti a me. I movimenti delle labbra, le mani come lo toccavano e soprattutto la sua leggerezza nel farlo mi comunicarono tutta la voglia di averlo per lei. Se lo stava gustando con assoluta normalità e tanta passione.
Era, senza alcun dubbio, una scena bellissima e molto sensuale! Mai avrei creduto che potesse essere così inebriante! La realtà superava di gran lunga la fantasia. Incrociando lo sguardo di lui, vidi l’eccitazione, il piacere attraversargli le vene e il desiderio ad andare oltre con lei. Le mani avvolgevano con dolcezza la nuca di Laura senza imprimere alcuna forza ma seguendone semplicemente il ritmo. Carezze di apprezzamento. Nessun gesto di sottomissione o altro.
Dopo qualche minuto dopo, mi sedetti vicino a Laura e il ragazzo si staccò dalla bocca per farla sdraiare sul grande letto. Si chinò e, con la bocca, raggiunse la vagina per leccarla. Io mi distesi vicino a lei tenendola per mano. La baciai. I seni divennero turgidi e la pelle d’oca s’impossessò del corpo mettendo in risalto le emozioni che le stava vivendo. Ansimò con intensità seguendo il ritmo di quella lingua sconosciuta in mezzo alle gambe. Una scena molto erotica. Le autoreggenti, le scarpe con il tacco in aria e le gambe rannicchiate sostenute dalle mani del ragazzo. Una visione sublime. Lui si rialzò e, da una tasca dei pantaloni, prese fuori un preservativo.
A quella visione Laura si girò verso di me e disse con voce ferma: “non voglio! Digli che non voglio!”
Presi subito in mano la situazione e diedi “l’alt” al ragazzo dicendo che lei non se la sentiva. Venne d’istinto scusarmi per quella interruzione improvvisa. Senza alcun tentennamento comprese la situazione e indietreggiò dicendomi: “figurati, nessun problema. Ci mancherebbe”. Si era dimostrato molto garbato nei modi e intelligente per aver compreso subito che la mia lei non era intenzionata a proseguire. Non era una cosa così banale soprattutto quando i livelli di eccitazione raggiungono livelli così elevati. All’interno di un Club Privé però funziona esattamente così. È la regola! Nessuna forzatura e massimo rispetto per tutti.
Rimanemmo qualche minuto vicini l’uno all’altro sospiranti e accovacciati come a voler congelare quel momento solo per noi. Intorno a noi, altre coppie continuarono ad amoreggiare promiscuamente. Al fianco di Laura c’erano anche due donne. Il suo sogno proibito, da sempre, era quello di poter fare sesso con un’altra donna. La curiosità del saffico.
Presi le mani di quella più vicina a lei e le posai sulla mia compagna. Si toccarono, si guardarono, ma nessuna scintilla scoccò. Nessuna curiosità. Nessuna intesa. Decidemmo di rialzarci e spostarci verso un punto più laterale ritagliandoci uno spazio tra alcune coppie che stavano facendo sesso. Altre invece erano intente solo a guardare.
Si stese e, nuda e disinibita, le avvicinai il sesso al viso. Lo prese in bocca con eccitazione. Toccai la sua figa scoprendola bagnatissima e bollente. In quel momento, si avvicinò la compagna del ragazzo che aveva amoreggiato poco prima con Laura. Una ragazza giovane, sui venticinque anni, un bel corpo, due seni pieni e molto graziosi. La sua mano percorse il corpo di Laura. Una dolce carezza fino alla vagina ma poi la tolse.
Io le chiesi: “Vuoi avvicinarti a lei?”
La risposta fu secca: “No!”
“Vuoi toccare il suo corpo?”
Anche in questo caso: “No!”
A questa sua seconda negazione fermai le domande e non chiesi più nulla. Era evidente e chiaro che non era il genere di suo interesse. Forse curiosa ma non attratta. Dopo qualche altro minuto di osservazione, si alzò e raggiunse il compagno all’uscita della sala.
Ci ricomponemmo e Laura si rivestì solo del vestito nero senza alcun intimo. Né sopra e né sotto. Saperla senza indumenti intimi era fonte di eccitazione. Tanta eccitazione! Calmammo i bollenti spiriti e uscimmo dalla sala per rilassarci e riprendere il contatto con il contesto. Scendemmo le scale per dirigerci alla zona bar per mangiare qualche pasticcino e bere qualcosa. Il locale non era pieno ma c’era abbastanza gente e vestita elegante.
Scambiammo qualche chiacchiera tra noi e, poco dopo, decidemmo di fare un giro di esplorazione nell’area dedicata ai single. Volevamo curiosare e scoprire qual era il clima che si respirava in quella zona. Dietro al grande tendone che lo separava dal bar, l’atmosfera era intrigante. Le luci basse creavano piacevoli effetti di “vedo - non vedo”. Ci sentivamo a nostro agio ma, allo stesso tempo, eccitati. Sentivo la sua mano stringere più forte ed esprimeva anche un po’ di tensione. Io ero lì, presente e al suo fianco per qualsiasi necessità.
Alla prima stanza, ci affacciammo più che altro per curiosità. Rimanemmo colpiti nel vedere, ancora una volta, la coppia che era stata con noi poco prima al piano di sopra. Lei seduta intenta a prendere in bocca il cazzo del compagno in piedi e in piena erezione. Una scena carica di erotismo. Nessuna catenella e la porta spalancata. Era un segno che gradivano compagnia altrui.
I due si parlarono all’orecchio e lui fece un cenno come per dire “se volete, avvicinatevi”.
Io tradussi il suo segnale d’invito all’orecchio di Laura: “Ha chiesto se entriamo da loro. Vuoi andarci?”
La risposta fu quasi immediata: “Sì”.
Una risposta secca e determinata come se volesse esprimere il pensiero “questa volta non intendo rinunciare!” Entrammo con passo deciso nella stanza. Io mi spogliai e, con la coda dell’occhio, vidi Laura sfilarsi il vestito nero da sopra mostrando ai ragazzi la sua nudità. Un gesto spontaneo, seducente e indirizzato solo ai due come unici spettatori. Io la osservai invece di spalle. Non ero contemplato in quel momento. La visione di quella dinamica fu travolgente e intrigante ai miei occhi.
Esprimeva il desiderio di Laura di sedurre, con il risultato a sua volta, di essere sedotta. Si sedette vicino all’altra ragazza e scambiarono alcune parole all’orecchio senza che potessi carpirne il contenuto. La mia regina provò ad avvicinarsi per baciare le sue labbra ma senza fortuna. L’altra si spostò di lato rifiutando il suo approccio. Ancora una volta, aveva rifiutato le attenzioni femminili. Era evidente. La figa proprio non le interessava! Il ragazzo era in erezione e ormai a pochi centimetri dalla bocca di Laura.
La scena era sconvolgente e sprigionava una grande quantità di erotismo! La pancia mi gorgogliò, manifestando tutte le sensazioni più contrastanti dentro di me. Un mare in tempesta. C’era di tutto in questo mix: gelosia, irritazione, piacere, eccitazione, sottomissione e mortificazione. Un tripudio di emozioni in contrasto l’una con l’altra in un insieme esplosivo. Le mani della mia lei lo toccarono per puntarlo verso la bocca. Una nuova e intensa scarica di adrenalina attraversò il mio corpo quando le labbra scivolarono sul cazzo duro e lungo. Che celestiale visione. Mi avvicinai a lei sedendomi accanto accarezzando la pelle ruvida dalla pelle d’oca. Il corpo era sensibile a ogni tocco e non aspettava altro che una miccia per poter esplodere.
La fece stendere sul lettone della stanza e mentre scese a un orecchio mi disse: “Voglio solamente lui. Non far avvicinare nessun altro! Voglio solo lui!”.
La mia testa entrò in un’estasi completa. Aveva deciso che voleva concedersi solo a lui! Aveva scelto che il suo corpo si sarebbe unito con quello splendido ragazzo! Lui prese dalla tasca un preservativo e lo infilò sul pene. Con delicatezza si stese sopra Laura cercando il contatto per l’ingresso della sua cavità. Mi avvicinai al suo orecchio e dissi al ragazzo: “Mi raccomando, fai piano. È abituata con il mio che è molto più piccolo”. Lui con estremo garbo mi sorrise mi rispose: “Certo! Non c’è problema. Ci penso io”.
La mia mano accarezzò la figa della mia dolce metà, trovandola fradicia dall’eccitazione. Toccai anche il cazzo rigido del ragazzo per indirizzarlo agevolandone l’ingresso. Quasi in contemporanea, la mano di Laura lo rubò dalle mie mani per instradarlo al meglio. Dritto all’obiettivo. La mia testa entrò in un turbine di emozioni e sensazioni mai provate prima. L’eccitazione raggiunse livelli altissimi.
Mi domandai più volte se stesse succedendo davvero oppure se fosse solo frutto della mia immaginazione. Facevo fatica a unire tutti i puntini per comprendere dove finiva la realtà e iniziava la fantasia. Ero rallentato ma, in un attimo, ripresi contatto con il presente. Il desiderio di vedere la mia compagna fare sesso con un altro uomo più dotato di me, prese il sopravvento. Ero diventato cornuto!
I miei ricettori osservarono e registrarono ogni minima mossa o sensazione di Laura. Dovevo essere pronto a intervenire in caso di un suo eventuale ripensamento. Ero attento e vigile! Le sue gambe, dopo pochi secondi, si attorcigliarono dietro alla schiena del ragazzo e realizzai che lo aveva “accettato”. Si era sciolta e, con quel gesto, colsi quel meraviglioso messaggio implicito: “è tutto ok”.
Provai un enorme sollievo perché compresi che si stava godendo a pieno quell’intenso momento tutto suo. Il mio pisello, di colpo, si rilassò del tutto poiché le attenzioni erano rivolte solo a lei e a loro. Guardai il corpo del ragazzo muoversi e, dopo appena uno-due minuti di penetrazione, Laura raggiunse l’orgasmo. Forte e intenso. Come mai prima d’ora, si scatenò in lei facendola irrigidire e contorcere dal godimento. Assistere a quella scena per me fu una sensazione a dir poco stupenda.
Appena si rilassò, il ragazzo uscì e si staccò dal corpo. Mi avvicinai per abbracciarla. Volevo trasmetterle tutto il mio calore. L’essere con lei. Assorta in quell’estasi, dopo qualche il respiro ritrovò un ritmo più regolare. Attimi di pausa e di silenzio in cui erano solo i nostri corpi si parlarono. Tutto intorno, nulla esisteva più. La mia mano accarezzò la pelle sudata fino ad arrivare alla vagina. Era bollente, fradicia e con le mie dita sentii quanto si fosse allargata per poterlo ospitare tutto dentro di sé.
Compresi subito che Laura non avesse mai provato così tanta eccitazione in vita sua. O per lo meno non con me. Le mie dimensioni erano molto inferiori. Troppo per poter reggere il confronto. La sua figa non mentiva invece. Raccontava la verità che volevo sentire e in cui credevo. Da sempre, ero sicuro che potesse godere molto di più di ciò che io potevo farle provare. Quella sera avevo avuto la dimostrazione. L’aveva fatto, ma tra le braccia di un altro uomo.
In me non c’era più alcuna gelosia nei suoi confronti. Era felicità per aver liberato in lei la parte più istintiva e carnale. Si era concessa “il lusso” di provare un piacere superiore ed ero felice che ci fosse riuscita. La mia mano scese ancora di più accarezzando l’ano e lo sentii aperto e bagnatissimo.
Le sussurrai all’orecchio: “ma te l’ha messo anche nel culo?”
Quasi balbettando rispose: “No, solo nella figa. Perché?”
“Hai goduto talmente tanto che anche quello si è aperto. È tutto bagnato”.
Attimi di silenzio e un abbraccio valse più di mille parole. Dopo diversi minuti si riprese dalla forte emozione provata e guardammo fuori dalla porta. Era rimasta aperta e lui era ancora lì a osservarci.
Senza ragionare le dissi all’orecchio: “Lo rivorresti ancora?”
La sua risposta arrivò subito e ironica: “Mah! Già che ci siamo. Perché no?”
Il mio cuore batteva all’impazzata. Era pieno di emozioni. Mi alzai dal letto e gli feci segno di ritornare all’interno della stanza. “La mia compagna ti rivorrebbe”. Entrò sempre insieme alla sua donna e si spogliò impaziente, pronto per rientrare dentro al corpo di Laura. La sua eccitazione era già grande e la rivolle subito.
Il mio consenso fu come una benedizione per il ragazzo. In un attimo, indossò un nuovo preservativo e salì sopra trovandola già pronta a gambe aperte per accoglierlo di nuovo dentro di sé. Le era piaciuto così tanto, che lo voleva ancora, pensava la mia testa. Questo non poteva far altro che riempirmi il cuore di gioia e felicità. Volevo essere il suo cornuto e, finalmente, mi aveva reso cornuto e felice.
Dentro di me era chiara l’inferiorità, l’umiliazione in termini di misure, di resistenza, di prestazione e anche nei modi di fare. Lui fu molto bravo a conquistarsi la sua fiducia e ad accompagnarla a un orgasmo esplosivo e coinvolgente. In quei momenti non lo invidiai. Non avrei mai voluto prendere il suo posto sopra di lei.
Ero ben consapevole invece di quale doveva essere il mio ruolo. Stare lì, di fianco a lei, mentre lui la faceva godere al massimo. Volevo essere al servizio per il loro piacere e, da quello poi, trarne il mio. L’umiliazione provata, per me rappresentò una nuova fonte di gioia. Non ne avevo mai provata così tanta in vita mia. Erano queste le sensazioni tanto sognate che volevo scoprire. Cosa significasse e cosa si provasse a essere un cornuto. Questa volta, riuscì a entrare dentro più deciso. La figa di Laura era già stata allargata poco prima e anche i movimenti divennero più fluidi e profondi.
Lei, in preda ai piaceri della sua carne, lo provocò dicendogli: “è tutto qui quello che sai fare?”
La sua risposta arrivò immediata ed efficace. Senza proferire parola, affondò ancora di più il cazzo fino a farlo entrare tutto dentro di lei. Laura raggiunse un orgasmo immediato, ancora più forte e intenso rispetto a quello di prima. Dentro a quella esclamazione c’era tutto il desiderio di riaverlo, di sentirsi profanare le parti più inesplorate, più nascoste e forse ancora inviolate. Lo voleva e, con quell’esclamazione, lo invitò a osare di più per essere posseduta. Voleva toccare quelle corde, mai pizzicate, del suo godimento incuriosita dall’armonia che potessero sprigionare. L’anima ne rimase travolta da quell’estasi superiore.
Compresi in quel momento la mia inferiorità. Netta e tangibile. Le chiavi che davano l’accesso a quel mondo erano in mano sua. Quello era il suo ruolo. Il suo compito. Era lì per farla godere come mai aveva goduto in vita sua. Io, di riflesso, di quello provato da Laura. Non mi allontanai mai. Le mie mani e gli occhi erano tutti per lei.
Ci vollero diversi minuti perché si rilassasse per riaprire gli occhi dopo il forte orgasmo. Ripreso il contatto con la realtà, i nostri occhi si voltarono per guardarlo. Era al massimo del suo vigore intento a fare sesso ma questa volta con la sua compagna. La ragazza a pecorina e lui da dietro infliggeva colpi secchi e decisi dentro la figa con ritmo serrato e quasi animalesco. Immaginai Laura al suo posto, ansimante e trasfigurata dal piacere che solo lui poteva donarle. Ritornai invece alla realtà. I loro gemiti e le gesta di eccitazione riempivano la stanza.
Toccai e stimolai il sesso della mia compagna ancora bagnato e aperto da quanto accaduto poco prima. I due andarono avanti per più di 15 minuti fino a che non raggiunsero l’orgasmo. Rimanemmo esterrefatti dalla sua resistenza, molto lontana dalla mia. In tutta la serata venne solo quella volta e basta. Meritava un applauso e anche un inchino! Senza parole.
La mia dolce metà era ancora eccitata anche da quanto visto. Non appena i due si rivestirono, le nostre bocche si ritrovarono perdendosi in un lungo e intenso bacio. Le mani sfiorarono i nostri corpi bollenti. Scesi per assaporate il gusto della sua vagina curioso di scoprire di cosa sapesse. Non ebbi mai l’occasione di sentirla così bagnata ed esposta. La lingua percepì il gustoso nettare e la profondità della sua apertura. L’eccitazione andò alle stelle. Mi staccai e, indossando il preservativo al piccolo cazzetto, entrai dentro di lei. L'ingresso, incredibilmente facile, rese disarmante il confronto con lui. Le differenze di dimensioni erano palesi. Non c’era proprio paragone!
Iniziai a muovermi facendo del mio meglio ma, le poche reazioni che ottenni resero impietose quelle gesta. Guardai meglio nell’oscurità della stanza con gli occhi stretti cercando di mettere a fuoco e notai nella penombra un uomo. Era con il pene in erezione intento a osservarci. Ancora dentro di lei, d’istinto, lo feci avvicinare. La mia bocca cercò quel membro. Voleva leccarlo, succhiarlo per raggiungere la mia profondità. La sensazione era piacevolissima e, sotto gli occhi di lei, tutto si amplificò.
Un’altra occasione simile a questa accadde in un Club Privé che frequentammo l’estate precedente al mare. Un uomo era intento a osservarci in maniera discreta durante un momento di intimità. Calamitato dalla visione del suo scettro eretto, lo lasciai avvicinare per poterlo assaporare. L’eccitazione si impossessò mi me amplificata ulteriormente dal fatto che gli occhi di Laura erano lì a guardare. Con lei, tutto aveva un altro significato. Un piacere superiore.
Dopo un solo minuto, raggiunsi l’orgasmo. Liberatorio e appagante. Dentro a quell’esplosione c’erano tutte le emozioni provate quella sera. L’essermi sentito cornuto per la prima volta. L’umiliazione della presa di coscienza della mia inferiorità. Aver visto godere così tanto la mia compagna. Tutto questo accadde solo grazie all’enorme complicità che raggiunsero Laura e quel ragazzo.
Ci rivestimmo per dirigerci all’uscita con grande calma. Il locale stava chiudendo. Il tempo era volato facendocene perdere la percezione ma l’orologio non mentiva. Erano le 03:00 del mattino. Risalimmo in macchina e, durante il tragitto che ci riportò a casa, riparlammo della serata con un piacevole sorriso sulle labbra. Toccai le sue gambe e le autoreggenti. Il vestito che salì scoprendo le gambe fino alla vagina che rimase esposta senza mutandine. Adoravo sentirla così. Libera e a portata di mano.
Arrivammo sotto casa e i baci non si fecero attendere. La voglia di rifare l’amore era ancora tanta ma, la stanchezza e il freddo, non erano fattori che giocarono a nostro favore. Ci ricomponemmo e Laura risalì in macchina con quell’intrigante vestitino nero e i suoi décolleté a tacco alto. Che piacevole visione. Che piacevole sensazione.
Quando arrivai in casa, il letto era lì ad attendermi. La mia mente ripercorse attimo dopo attimo tutti i passaggi di quella fantastica serata. L’erezione non tardò ad arrivare. Tolsi i boxer di fretta per liberare il pisellino in erezione. La mano lo prese e gli occhi chiusi permisero di rivivere quelle scene con maggiore intensità. Il bacino di quel ragazzo che si muoveva sopra di lei penetrandola.
Gli spasmi di eccitazione e il grande sesso che si immergeva nella bocca per essere gustato. Il piacere di essere diventato cornuto. Laura aveva “scelto” lui come assoluto protagonista. Io come spettatore e testimone. L’essere messo da parte per lasciare spazio al “savoir-faire” e alla grande novità. Emozioni uniche e mai provate. In pochi minuti raggiunsi l’orgasmo e, sfinito, mi addormentai con quelle nuove consapevolezze.
Buonanotte.
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