Una festa made in sud
Care Amiche e Amici voglio dividere con voi un sorriso, una sequenza divertente che mi è capitata. Non è un porno ma, se vi piacerà, quantomeno vi avrò messo di buonumore... un'ottima prerogativa per accostarsi al sesso, senza troppi pensieri.
La protagonista principale: Amalia, napoletana DOC (*)
La nostra signora Amalia, quasi cinquantenne ma col cuore di una di venti, e il peso specifico di tre da trenta, in questi giorni è impegnata, oltre che a gestire il gossip di Buckingam Palace e dell’isola dei Famosi (contemporaneamente), a fare del suo meglio per rendere felice la sua prima figlia (frutto del primo matrimonio), anch’ella entusiasta adolescente, con evidenti problemi di disturbo della personalità.
La fanciulla compie gli anni e (poteva mai essere diversamente?) l’aspetta, e si aspetta, una Megafesta da urlo: con tanto di ‘Festa a sorpresa’, torta ‘a tema’, sparo di fuochi della ditta Gigino a’ Botta a muro e lacrime finali, per auto-provocata infelicità! Perché si sa: una persona veramente speciale non può godersi una giornata così senza crisi epilettiche.
Tra i vari preparativi con ricchi premi e cotillon, luminarie in giardino e fuochi d’artificio modello “Terminator”; superMother che fa? Spia attentamente il diario e i sogni della giovane Mariarca, approfondendo le indagini anche grazie alla complicità della sua migliore amica del cuore (sopportata cordialmente in famiglia, ma segretamente appellata: a’ zucculella = puttanella), e cosa scopre? Scopre che la sua ragazza, ormai quasi una donna, ha un pensiero, un motto, una frase carismatica che l’accompagna sempre, dai giorni fioriti della incipiente primavera, alle tristi e uggiose serate d’autunno…
Un pensiero di Prevert (direte voi) oppure una massima inconfutabile di Osho, o, a niente a niente, un aforisma di Gigi D’Alessio!
No, ci sbagliamo tutti.
La tenera gazzella, col cuore di colibrì e il fisico di Panettone, è ispirata, nella giovane vita, da una frase sola, una breve ma incisiva serie di monogrammi, in una specie di cino-giappo-coreano, non meglio identificato neppure dagli specialisti del Mossad… una sola cosa è certa nella mente della ragazzina, della sua amica e dell’immaginario giovanile collettivo, quella frase significa solamente, e deliziosamente: Vaffanculo!
Or bene, lungi dalla mamma onnisciente di turbare lo sviluppo culturale del suo virgulto, cosa decide? fotocopia l’ideogramma e lo porta, pari pari, al premiato laboratorio di grafica dolciaria e pre-matrimoniale di Caivano: Napolitudine.
E sì… questa volta niente strafalcioni! Peppe o’ pasticciere, di Piscinola, sarà pure o’ masto del Babà a’ rumm, ma in quanto a ortografia, detiene grosse pecche stilistiche, retaggio di una pessima frequentazione pluridecennale delle classi elementari.
Costo dell’Ostia Super, personalizzata ad hoc? Solo 20 euro!
“Signo’ scusate… E ch’è sta scritt’?”
“Niente, è in Giapponese!”
“E che significa?”
“Niente: Vafanculo!”
“Scusate signò… vafanculo, a me o è la scritta?”
“E’ la scritta!”
“Ah!”
E così il grafico si mette all’opera, mentre Pepp’ o’ pasticciere (quello ignorante) si dedica alla preparazione della torta, un classico per i bambini: Pan di Spagna legeresse con crema Chantillì, Nutella, tre tipi di Ciucculata e Fragoline di Bosco. Extra gusto: guarnitura a felle di Salame, tipo Napoli, prodotto dai Fratelli Screttino di Mugnano del Cardinale.
Una nota specialità di Peppe o’pasticciere, denominata: Petalo di Rosa!
Ed eccoci, infine, alla vigilia del grande giorno…
La signora Amalia invia un WattsApp segreto, alla migliore amica della piccola festeggiata, affinché allerti sua mamma che deve andare a Caivano, per ritirare il plico, con l’ostia “Special Type”, presso il laboratorio Napolitudine.
In questo modo l’applicazione arriverà in tempo a Pepp’ o’pasticciere che, a meno che non azzecca l’ostia sott’e’ncopp’, non dovrebbe fare ulteriori danni, allestendo la mega torta, per la festa di Mariarca! Mariarca, ovviamente, da non confondere con la sorellina-sorellastra, Patrizia, più piccola ma non per questo meno esigente.
Ma sarà proprio dal laboratorio che un fatale WattsApp raggiunge la signora, mentre gaudente è a un passo da coronare il suo ennesimo successo… come donna, come madre… eccetera eccetera, (già sai)!
“Signo’, sono Deboraha, ma era proprio il caso di scrivere pure la traduzione?”
“In che senso, cara?”
“In questo senso qua!” E “Pam!”: spacca il video dell’iPhone un’immagine agghiacciante.
Sull’Ostia, da 32 cm. di diametro, troneggia l’epiteto para-giapponese, ma sotto spicca anche il suo meno nobile omologo, in italiano, correttamente indicato tra parentesi tonde: (vaffanculo).
2 giorni dopo… in ufficio
- Ho capito, ho capito tutto… che casino. Mi spiace davvero, amica mia.
Sono davvero contrita, nonostante il carattere esuberante, so che la mia collega è una brava ragazza, in fondo, e il suo scopo finale è davvero cercare di procurare felicità alle persone che ama di più: i suoi familiari.
- Ma scusa però, pure tu vai a cercarti le complicazioni. Non bastava una semplice scritta, tipo, … che ne so … Auguri; Buon compleanno? Te la facevi fare da Pepp’ o’ pasticciere… e risparmiavi pure 20 euro.
- Ma chi? Pepp’? Pepp’ o’ pasticciere mi ha già rovinato tre o quattro volte.
Per prima cosa, nun perdere o’ tiempo… per lui Auguri non esiste, scrive sempre la stessa cosa su tutti i dolci: AGURI! Poi, in occasione del tentativo di gemellaggio, per rappacificare le sorellastre, scrisse sulla torta:
AGURI! MARIARCA È PATRIZIA, e scatenò una complicata crisi di identità, che durò settimane…
Per non parlare di quello che ha combinato alla festa di mio padre, diciamo il nonno buono un po’ per tutta la famiglia allargata. Io ci dico: “Metteteci Grande Puffo tutto blu, e poi scrivete così: Auguri al Puffo Golosone”… Nè?… quello mi manda la torta a casa, in piena festa la apro e che ci ha scritto:
AGURI AL NONNO BOMBOLONE.
Non ti dico… il poverò papà si offese a morte…
Vabbuo’ che ti devo dire, alla fine sono riuscita ad apparare… per fortuna il Tabaccaio vicino casa teneva una bella candela artigianale, l’aveva presa per i tifosi del Napoli: raffigurava una mano celeste, fatta a pugno, col dito medio alzato che si accendeva!
- Perfetto! – dissi, senza più commentare.
FINE
(*) - Napoletana DOC, ovvero: “Una che nun se’ fa manca’ niente!”
Traduzione:
Sono donne infaticabili di Napoli e provincia, sempre informate su tutto e tutti, dal programma di successo, alla lite condominiale del parco vicino; sempre all'avanguardia su ogni cosa ca’ se porta: dalla macchina, all'ultimo modello di iPhone; accreditata su ogni contesto culturale, dalla chat Tap-Tap alla Pissicologià dell’infanzia e della pubertà! Mamma e donna a tutto tondo (soprattutto lato culo, perché questo modello di DOC sa cucina re divinamente ma, soprattutto, magna compulsivamente)!
Lavora ma è anche moglie sexy, mamma amorosa, esperta psicologa e sociologa, specializzata in psicologia infantile e trattamento della terza età.
Faro, insomma punto di riferimento, per ogni problematica familiare, dalla cucina col Bimby, divisa per settori: per età, gusto, tendenza, religione, modello di dentiera o tipologia di “apparecchio”, all'organizzazione della Festa (tipica; a sorpresa; a’ vienetenne’). In grado di rispettare e celebrare, con regali e cotillon, tutto ma proprio tutto quello che può capitare in una famiglia allargata (per la serie: i Cesaroni mi fanno un baffo): dal compleanno del cane, al Ramadan della badante.
Peso medio 115 chili, ma portati con disinvoltura e leggiadria. Veloce, scattante, dinamica, preparatissima (annaspa un po’ sui suoi doveri di lavoro ma in compenso raggiunge livelli tecnologici, da fare invidia alla CIA, nella pianificazione delle Ferie, dei Ponti, delle opportunità INPS, anticipando i tempi di circa 6 -12 mesi).
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