Sottomesso come un cane fedele

Carletto Duro
13 days ago

Sottomissione psicologica e fisica a lei e a uomini e donne 
Tutto ha avuto inizio perché Giovanna, la mia fidanzata, aveva lavorato insieme a mia cugina Alex, come fotografa. Così quel giorno mi disse che Alex aveva bisogno di un modello per certe scene di nudo. Io andai e si trattava di fare alcune foto per non più di mezz’ora in cui io ed un altro tizio dovevamo simulare delle posizioni omosessuali uno con l’altro. Era una cosa un po’ alla buona ed un po’ improvvisata. Non ho capito bene di cosa si trattasse, ma c’era Alex che ripeteva imprecazioni contro un certo tizio che non era presente. In pratica io indossavo solo una maglietta tagliata all’altezza dell’ombelico e l’altro tizio una camicetta sbottonata, ma legata alla contadina sulla pancia. 
Si doveva simulare un pompino ed una inculata, ma a distanza. Alex mi aveva detto quando ci eravamo sentiti che uno dei due avrebbe fatto bene a prendersi una pillolina blu. Io preferivo non prenderla e non era stato un problema; così era successo che l’aveva presa l’altro tizio, che quindi aveva una stecca dritta da fare impressione. Quello che non avevo calcolato era che quello con la stecca doveva essere quello attivo e l’altro doveva simulare il pompino e di prenderlo in culo. Non era in realtà un gran problema, perché tanto si trattava di simulare, non ci dovevamo proprio toccare. Alex si lamentava che non fossimo veri e voleva che ci avvicinassimo sempre di più, mentre questo tizio aveva paura che ci toccassimo. 
Non voleva assolutamente che gli sfiorassi il membro. Figurati io, ma non capisco perché gli girassero tanto le palle. Ad un certo punto entrò Giovanna, che lavora negli stessi studi. E’ entrata e mi ha trovato a pecora con questo che avvicinava il pene al mio sedere teso ed ha iniziato a dire:” ma guarda che bel frocetto mio marito ( odio quando di che sono suo marito. Non siamo sposati), adesso lo deve prendere in culo?” e il tizio ha iniziato a dire “ non voglio che ci tocchiamo altrimenti voglio almeno il doppio” allora Alex ha detto: “ dai avvicnatevi un po’, senza toccarvi” E Giovanna continuava, “guarda che bel pisello questo giovane, avvicina un po’ di più il culo, dai sentirai che piacere sentire quella bella cappella che ti sfiora l’ano. Fallo senza farti accorgere!” Alex mi disse di appizzare di più il culo come se stessi cercando il cazzo voglioso. Io lo facevo ed effettivamente non sapevo quanto distante potesse essere quel membro e mi incuriosiva la sensazione di una cappella sul buco del sedere. Ma quel tizio continuava a sbraitare. 
Quando Alex fu contenta delle foto, cambiammo posizione, ora dovevo simulare la pompa. Il ragazzo mi disse piano,” guai a te se mi tocchi con la bocca.” Io ero infastidito. Ma cosa credeva che lo volessi spompinare? Ma anche stavolta Alex insisteva perché la cosa sembrasse vera e che fossimo vicini. Mi disse che se non sembravo vero non ce ne saremmo andati. 
Giovanna ridendo mi disse “ adesso Andrea è il tuo momento. Guarda che bel bastone che c’ha il tuo amico! Dagli una leccata. Vorrei essere al posto tuo! “ Avvicina la bocca, toccalo con le labbra”. Alex le diceva di smetterla e a me di metterci più passione. “Respira, vedrai che ti viene più passione” Anche Giovanna mi disse “ sì respira inebriati del profumo del membro di un altro uomo!” Vedrai che ti darà l’ispirazione! Io iniziai a respirare dalla bocca spalancata a pochi centimetri dal pene eretto del tizio ed effettivamente sentivo l’odore ed il sapore di sesso maschile. “ Dai che ti piace, adesso leccalo” diceva Giovanna. Più lo diceva e più diventava vero. Avevo veramente voglia di sentire quel bastone di carne tra le mie labbra, lo volevo leccare. Mi stavo eccitando. Il mio cazzo diventava sempre più duro “ Giovanna lo notò e disse “ visto che funziona! “ Allora ti piace veramente il cazzo! Non resistere, lasciati andare. Vedrai che bello sfiorare la cappella con le labbra”. Alex mi disse “ bravo così, vedi che ci sai fare quando vuoi. Adesso tira fuori la lingua e muoviti lungo tutto il pisello che abbiamo quasi finito”. Io ubbidii. 
Volevo veramente leccarlo, avevo una stecca tesa come quella del tizio. Ma non potevo toccarlo neanche per sbaglio che si sarebbe finito di incazzare. C’era ancora una foto da fare in cui lui mi baciava i piedi, ma Giovanna insistette che dovevo essere io a leccargli i piedi a lui e così Alex cedette e volle provare anche questa. Fece giusto uno scatto, mentre Giovanna diceva, “vedi come si eccita a sentire l’odore dei piedi questo frocetto. Questa sera ti faccio leccare i miei” Più lo diceva più mi eccitavo. “ è vero” disse Alex” è proprio portato. OK grazie abbiamo finito. 
Mentre smettevamo il tizio mi mise un piede in faccia e mi spinse via. E’ stato bellissimo. 
Tornando a casa Giovanna continuava a prendermi in giro dicendomi che mi sarebbe piaciuto spompinare il tizio e che mi capiva, perché aveva proprio un bel pisello. Mi chiedeva di ammettere che il cazzo mi piace. Quando arrivammo a casa ad un certo punto lei guardandomi pensieroso e con un bel bozzo tra i pantaloni, mi chiese se stavo pensando ancora all’occasione persa di ciucciare un bel pisello. Mi disse che le sarebbe piaciuto vedermi all’opera. 
Decisi che era venuto il momento di condividere con lei l’emozione di quel pisello vicino alla bocca e di quanto avevo voglia di prenderlo in bocca e le dissi anche che il tipo mi aveva messo un piede in faccia e che mi era piaciuto. Allora lei si è messa a ridere” ma allora è vero che sei un finocchio?” forse non avrei dovuto dirglielo. Poi “ mi vuoi far vedere come lo avresti spompinato frocetto mio? “ non capivo. Sì dai, andò in camera da letto e tornò con un pene di gomma e mi disse di farle vedere come lo spompinavo, immaginando che fosse il cazzo del modello.
“Ma da dove viene quell’affare?”” non è affar tuo, dai leccalo, fammi vedere, soddisfa le tue labbra assetate, finocchietto mio” me lo passava vicino alle labbra ed in un attimo l’unica cosa che volevo era leccare quell’oggetto. Come mi aveva incantato convincendomi di voler leccare il pisello del modello adesso mi incantava ed avevo voglia di quel pisello di gomma. Avevao ancora nel naso ed in bocca l’aroma del pisello di quell’uomo. Lei fermò il pisello finto e me lo puntò alla bocca. Io lo baciai e lo leccai, mentre lei mi incitava e mi prendeva in giro. Mi diceva” frocio” e forse aveva ragione. “ certo questo non sarà saporito come quello di oggi. Avanti spogliati, voglio vedere come sei eccitato. Mi spogliai e lei rise della mia eccitazione sproporzionata. Mi passò il fallo sul sedere e nell’incavo delle chiappe, convincendomi a piegarmi in avanti nella speranza di sentire quell’oggetto anche nel culo. Lei mi accontento, facendomelo arrivare a sfiorare l’ano, e poi premendocelo contro. Mi sculacciò e poi mi trovai con la sua fica in bocca da leccare. Mi chiese se ancora mi piaceva la sua fica. Le giurai di sì. “Allora dimostralo!” Io sempre più sconvolto la leccavo avidamente, mi disse tra i gemiti che mi sarei meritato che mi pisciasse in bocca. Poi mi chiese se l’avrei gradito. Ed io le risposi di sì. 
Tutto quello che mi proponeva mi andava bene. Tutto quello che mi proponeva diventava il mio desiderio. Non mi pisciò in bocca, ma godette della mia lingua e poi si leccò il pisello di gomma, poi se lo passò nella fica e me lo fece leccare. ”adesso è più buono” disse. Era vero. “ sei un frocio” mi disse “ volevi spompinare il modello e hai spompinato il mio fallo di gomma” e si mise a ridere e poi disse” questa sera vengono a cena Lucio e Marina voglio proprio vedere che faccia fanno quando sapranno che volevi spompinare un modello!” 
“ ma tu sei pazza! Mi ca gli vorrai dire che volevo sentire il cazzo di quel ragazzo in bocca?” “ come lo dici bene” mi rispose lei” mica ti devi vergognare dei tuoi desideri”. “ va be’ ma che c’entra, è una cosa mia personale” “ allora glielo dirai tu. Dai promettimi che glielo dirai” “ ma nemmeno per sogno” “allora glielo dico io” “non ti ci provare” “perché se no che fai? Mi baci i piedi?” Non risposi e lei insistette “baciami i piedi, frocio” io non so perché in completa balia di Giovanna mi chinai e le baciai i piedi con soddisfazione di entrambi. “Se avessi il cazzo adesso mi dovresti fare una pompa a sugello del fatto che tu sei un frocetto ed io sono la tua padrona. Vai a prepararti e deciditi o glielo dici tu o glielo dico io”. Ci facemmo la doccia insieme. Sì perché avevamo solo la vasca, più scomoda per farsi la doccia, ma in due c’è sufficientemente spazio.
 Lei prima che io entrassi fece pipì nella doccia, dicendomi “ti piace guardarmi mentre faccio pipì, vero? Vorresti che te la facessi addosso? Magari in bocca. Cosa avresti dato per sentire sgorgare il piscio del tuo collega nella tua bocca avida e spalancata? Dimmi la verità” Era incredibile, quell’immagine che non avevo neanche immaginato, ora diventava il mio sogno. Sentire lo spruzzo della pipì del modello nella mia bocca o quello della mia Giovanna. Entrai in doccia con il cazzo dritto. Lei rise dicendo che evidentemente la pipì mi eccitava. Ci lavammo l’un l’altra e nella doccia ci baciammo. Poco dopo arrivarono Marina e Lucio. All’inizio tutto normale, mangiammo leggero e bevemmo vino, un buon vino portato da Marina e Lucio. Non so che vino fosse perché non ne capisco niente. Prima del dolce Giovanna se ne uscì” ma dai Andrea ti ricordi che devi dire una cosa ai nostri amici” la odiai. Ma in realtà sapevo che doveva arrivare quel momento e quindi tanto valeva farlo così. Lucio e Marina erano curiosi, chissà che s’aspettavano ed io dissi:” ma niente di che. E’ un’ esperienza che ho fatto oggi. 
Mi è accaduta una cosa strana”. “ altro che se strana” disse Giovanna in tono canzonatorio e tutti sorrisero “Stavo facendo delle foto osé per Alex in cui stavo nudo con un altro uomo” “interessante” fece Marina. “ non ci dovevamo toccare, ma dovevamo simulare, dovevo simulare di fargli un pompino, senza toccarlo ovviamente” risatine generali” e insomma entra Giovanna ed inizia a sfottermi dicendo che avrei voluto ciucciarlo per d’avvero”. Marina “ sei sempre una forza, Giovanna”. “ va be il fatto è che io, condizionato da quello che diceva lei e sotto le insistenze di Alex che diceva che non ero molto realistico ho iniziato veramente ad aver voglia di….” “ di cosa?” chiese Marina. Giovanna “ e lo devi dire” . “ be, mi sembra chiaro di prendere in bocca l’uccello di quel tipo” Oddio l’avevo detto. “ e bravo recchioncello” disse Lucio. “ ma no. Con questo non voglio dire che mi piacerebbe succhiare il cazzo ad ogni uomo, ma solo di quanto mi faccio condizionare da Giovanna”. Giovanna “ Che ti faccia condizionare da me è una buona cosa” tutti risero “ ma che non ti piacerebbe succhiare un qualunque cazzo è da dimostrare” . “ beh non mi era mai successo di desiderare di toccare un pisello prima e vedrai che presto mi scorderò anche di quello”. Marina “ mi hai stupito, però è anche una cosa molto carina verso Giovanna: Giovanna, non sei orgogliosa?” Giovanna” di avere un marito recchione?” Marina “ ma dai” Giovanna a me “ Andrea fagli vedere quello che hai fatto vedere a me, fagli vedere come lecchi un pisello. Prendiamo una banana, anzi no un wusterl, che abbiamo quelli grandi” . “ ma scusa adesso cosa vorresti far fare?” “ dai, non ti vergognare dei tuoi amici” “ ma cosa vuoi che gli interessi e poi non vedi che li imbarazza” “ a me l’unico imbarazzato sembri tu” disse Lucio. “ a me mi avete incuriosito”. “ dai forza, di cosa ti vergogni, Andrea? “ chiese Lucio. “ che stronzi” dissi io. “ avanti che non vedi l’ora, prendi un bel wursterl, prendilo in mano, e dopo un attimo non potrai resistere” Presi il wusterl, lo pulii da quella gelatina “ immagina che sia il pisello del modello e facci vedere quello che mi ha fatto vedere prima, dallo a me che io te lo tengo, anzi chi lo vuole tenere?” “ io potrei tenerlo” disse Marina. “ dai avvicinati piano piano, non partire subito. 
Apri la bocca, torna all’esperienza con il tuo adone”” marina tienilo un po’ più su” dissi. Poi guardai il mio pubblico divertito ed incuriosito per un attimo, aprii la bocca e mi avvicinai al wusterl, mi fermai a respirarci sopra, come avevo fatto col pisello del tipo “ da cosa vorresti cominciare?” disse Giovanna “ vuoi dargli dei bacetti? O lo vuoi sentire con la lingua” “ ma forse dovrebbe essere nudo” disse Lucio. Adesso ci si metteva anche lui. Io non risposi e cominciai a toccare il wusterl con le labbra, perché una volta iniziato non mi interrompessero per spogliarmi. 
Mi sentivo confuso ed inebriato, eccitatissimo. Sentivo la voglia di pisello sulle labbra, sulle lingua e in tutto il corpo. Il cazzo mi si gonfiava e il mio sedere voleva essere manipolato. Ero in ginocchio sulla sedia, appoggiato al tavolino ancora apparecchiato mentre Marina mi teneva questo finto fallo e me lo muoveva per assecondare i miei movimenti e diceva “ bravo, così “ Giovanna mi slacciò i pantaloni e me li abbassò sin dove poteva e vedendo le mutande gonfie disse “ guarda come ti piace. E tu volevi tirarti in dietro” “ ma guarda che pompinaro” disse Lucio “ mi sto eccitando anch’io”. Lo leccavo e lo succhiavo sempre più voglioso “ vorresti che fosse un pisello vero e recchioncello? “ disse Givanna. Altro che se volevo, volevo che fosse quel modello, lo avrei afferrato per i glutei per avvicinarlo alla mia bocca per prenderlo tutto. “che spompinatore provetto che sei” disse Marina “ sei sicuro di non averlo mai fatto?” e risero. “ mi ha detto anche che avrebbe voluto che il tizio gli pisciasse in bocca. Secondo me un giorno di questi mi pregherà a me di farlo” “ e tu cosa faresti? “ le chiese Lucio. Credo che aprirei le gambe e lo innaffierei come un cesso”. Lucio rise e verso vino bianco, mentre io stavo spompinando il wurstel. Marina me lo tolse e mi disse di bere. “Immagina che sia la pipì di Giovanna. Assaporala bene” Tutti bevemmo. “ ci sarebbe il dolce, cosa ne dite? Andiamocelo a prendere in salotto. Andrea togliti definitivamente i pantaloni e servici il dolce di là con un bicchiere di liquore”. Io stravolto ubbidii. Quando arrivai col dolce loro stavano ridendo “ come sei diventato succube di Giovanna” disse Lucio. Giovanna “ mi piace vederti così servile. Appoggia il dolce sul tavolino. Stavamo dicendo che sarebbe carino a questo punto ricreare la scena di oggi per fargli capire bene la situazione. Lucio sarebbe disponibile” “ mi piacerebbe vedere la tua bocca vicino al mio cazzo, vederti bramare per la mia cappella” “ ma il tizio di oggi aveva preso del viagra”. “ non sarà certo questo un ostacolo” disse lui spogliandosi. 
Evidentemente erano già d’accordo. Che bello che era. Giovanna “ come ti guarda! Dai frocione adesso tocca a te” mi spogliai “ vieni qui fammi sentire le tue chiappe sode, andai e mi colpì con un sonoro schiaffo che fece ridere Lucio e Marina “ senti come sei sodo, il tuo culo non lo batte nessuno” e mi diede un’altra sculacciata “ senti Marina “ io andai da marina e lei mi schiaffeggiò con forza dicendo “è vero” e lo ripeté ancora più forte e ancora “ahahhah”. “non gli fate male” disse Lucio. “ ma se gli piace” disse Giovanna “Guarda come si eccita”. Certo che era strano. Adesso ci trovavamo io e Lucio nudi davanti a sua moglie e alla mia compagna. Non aveva senso. Ed io dovevo mimare di fargli un pompino ed intanto stavo andando da una all’altra a farmi sculacciare, eccitatissimo e tutti mi prendevano in giro. E tutto sembrava normale. Va beh che avevamo bevuto. “ gli piace anche baciare i piedi al mio frocetto” disse Giovanna, mai appagata “è vero?” si tolse le scarpe e le calze e mi tese il piede “bacia” io le presi il piede e lo baciai. “ è incredibile. Riesci a fargli fare qualuncque cosa” disse Lucio. “anche a te” disse Marina facendogli notare che era nudo. “già” disse lui. “Non dovevi farmi vedere come simulavi di farmi un pompino”. “pompino, pompino pompino” dissero le donne. “però prima una cosa tesoro, hai baciato i miei piedi. Penso che sia il caso che per equità, tu bacia anche i piedi dei nostri ospiti. Facciamo una cosa. Sposta questo tavolino e mettiti al centro. Uno per uno ci baci i piedi intanto che noi mangiamo il dolce, forza” Disse Giovanna come se fosse la cosa più naturale del mondo. Lucio rideva, Marina appoggiava Giovanna dicendo che effettivamente c’era rimasta un po’ male. Ubbidii. Improvvisamente non vedevo l’ora. Marina si tolse le scarpe e calzini ed anche i pantaloni visto che erano molto lunghi. 
Gli servii il dolce e il liquore e stavo in mezzo a loro accovacciato tutto nudo. Presi tra le mani un piede di Marina per ammirarlo. “ Hai visto che bell’occasione che ti ho dato frocettino mio? Mi dovrai ringraziare a lungo” disse Giovanna “ grazie” proferii con un filo di voce e mi abbassai a baciarlo, Giovanna che era alle mie spalle iniziò a stuzzicarmi l’ano con un piede, poi credo che quello che mi toccava le palle fosse Lucio. Si divertivano. Io ero completamente in preda loro. “lecca, lecca!” mi ordinò Marina tra le risa degli altri. Io leccai i suoi piedi dal tallone all’alluce e poi di lato. Con l’altro piede mi dava delle spinte in faccia ridendo. Ma io ero anche affascinato dalle sue gambe e dalle sue mutandine chiare, ero tentato da leccarla sempre più su fino alla vulva, ma temevo una rappresaglia. Continuai ubbidiente a leccarle i piedi. Poi Lucio si mise a dire che toccava a lui, mentre Giovanna ci mancava poco che mi penetrasse con l’alluce. Io girai e passai a leccare e baciare i piedi di Lucio, intanto che loro ridevano, mangiavano la torta, mi sculacciavano o mi appoggiavano i piedi sulla schiena e continuando così iniziarono a parlare d’altro. Giovanna ammirava il pene di Lucio e gli chiese se sapeva quanto fosse lungo. Perché tutti avevano notato che fosse più lungo del mio, ma secondo Giuliana c’era una gran differenza, secondo Lucio non più di due centimetri e secondo Marina anche 3. Parlarono anche del dolce. E visto che era rimasta la mia parte Giuliana la prese mi chiese se la volessi. Certo dissi. Allora la prese e ci sputò dentro e poi la passò agli amici che molto divertiti ci sputarono. Lo stesso fecero con il liquore, ma quello lo bevvi subito tra le loro risa. Ma era venuto il momento del pompino, Lucio mi prese per i capelli e mi avvicinò al suo membro, se lo massaggiò un po’ per avere un erezione e da seduto avvicinò la mia testa al suo membro. 
Chiese a Giovanna se fosse la distanza giusta. Lei disse più vicino, molto più vicino. Avevo il suo pene a pochissima distanza dalla bocca. “Apri la bocca Andrea” disse Giovanna” ti viene voglia di averlo tutto in bocca? Marina prese a sculacciarmi dicendo “ vai bello, vai bello!” Con quelle botte rischiavo di arrivare a toccare il pisello di Lucio, ma volevo evitare, benché stavo scoppiando dalla voglia di succhiarlo. Speravo che mi dicessero di smettere. Invece Giuliana disse” vediamo quanto riesci a resistere senza leccarlo” intanto Marina mi stava passando credo un cucchiaino intorno all’ano proteso verso di lei. Lucio se lo smenava per mantenerlo dritto. Giuliana iniziò a dire che al mio posto in quella posizione non avrebbe resistito. Marina disse “come io non riesco a resistere dalla voglia di sodomizzare tuo marito. Dov’è quel wurstel di prima?” Giuliana si divertì molto a quella proposta e fece i complimenti a Marina. Prima però ci voleva un altro goccetto. Sputarono a turno nel mio bicchiere e mi fecero bere anche a me. Già che c’erano sputarono ancora nel mio dolce, che non so quando sarei arrivato ad assaggiare. Marina tornò col wurstel e me lo passava sull’ano. Io ero sempre a bocca spalancata con l’odore del pisello di Lucio, volevo dire basta, ma Lucio inizio a passarmi il pisello sulle labbra. “Anche tu Lucio non resisti dalla voglia di farti spompinare da Andrea vedo. Bravo bravo” disse Giovanna. Lui me lo passava su tutto il viso, poi di nuovo me lo fece girare sulle labbra aperte e me lo infilò in bocca. Me lo strusciava sulla lingua. Era terribilmente bello. E Giovanna mi diceva “ ti piace frocione! preferisci quello di carne vero? Anche se tra un po’ ti troverai piantato un Wurstel nel culo” Ma in realtà il Wurstel non riusciva ad aprirmi il buco di culo immacolato, senza neanche un po’ di lubrificante. Ci sarebbe voluto il cazzo di gomma di Giovanna; ma chiederlo mi sarebbe sembrato troppo umiliante. Giuliana mi diceva, “guarda come ti piace il pisello di Lucio, fottuto pederasta” “ vorresti assaggiarlo anche tu?” le propose Lucio. Marina ebbe un sussulto alle mie spalle ed improvvisamente iniziò a sculacciarmi con forza a ripetizione e poi disse, perché invece non vieni a sfondargli il culo. Mi sputò nell’ano a più riprese e tornò a sfrugugliarlo questa volta con qualcosa di più duro, squadrato che riusciva a farsi spazio. Era il tacco di una scarpa che finalmente mi stava deflorando.
 Dolore e piacere mi avvilupparono con quel pisello che mi si muoveva nella mia bocca ferma e spalancata; finalmente chiusi la bocca sul cazzo del mio amico di vecchia data e lo succhiai avidamente. “ecco” gridava Giuliana “gli stai facendo un pompino. Hai ceduto! Come ti piace! Finocchio di merda!” Marina muoveva su e giù il tacco nel mio culo. Giuliana si allontanò e tornò dicendo con voce vittoriosa” Un po’ di maionese per quel wurstel”. Marina rise, tolse il tacco della scarpa dal mio culo e me lo riempì di crema fresca. Appoggiò la punta del tubetto nel culo e lo premette inondandomi l’ano. Poi ridendo cominciò ad allargare il foro con le mani e con il wurstel, intanto che io leccavo e succhiavo avidamente il cazzo di Lucio. Sentivo che il mio ano stava cedendo, non mi bastava. “ Oddio Andrea quanto ci stai facendo divertire” disse Marina. Poi vedendo che non riusciva ad infilarmi il wurstel riprese a schiaffeggiarmi con forza le natiche. “ adesso basta frocio” disse Giovanna “mica devi farlo venire a Lucio, è solo un gioco, baciami così sento il sapore del suo cazzo”. Mi baciò avidamente con la lingua. 
Adesso vestitevi maschietti, mica siete venuti per questo frocetto. Non dovevamo vedere le vostre foto della Francia? Quella sera finì così, vedemmo le foto della Francia, anche se alla fine Giuliana decise che fosse il caso che io rimanessi nudo ad indicare la mia inferiorità ed ogni tanto prendevo uno schiaffo o una presa in giro. Potei mangiare il mio dolce dal pavimento come un cane dissero. Poi andarono via e quando erano sulla porta, Lucio mi si avvicinò, mi guardò negli occhi e mi disse” chissà se riuscirò ancora a guardarti in faccia?” Marina mi si avvicinò ancora di più e disse, “ perché no? “ mi sputò in viso e si mise a ridere. Anche Lucio mi sputò intanto che Giovanna rideva ed uscirono ridendo. Io, nudo come un verme, dovetti mettere tutto in ordine, intanto che Giovanna guardava la televisione. 
Mi disse che si era proprio divertita, che le facevo schifo e che tutti inostri amici doveva sapere che ero un bocchinaro coi fiocchi. La sera si fece ancora leccare la fica e mi prese in giro e poi prese di nuovo il suo cazzo di gomma mi mise altra maionese nel culo e piano piano mi infilò quel coso enorme nel sedere e muovendolo avanti ed in dietro disse “ devo farlo vedere a Marina”; ma il meglio doveva ancora arrivare. Piano piano invitò a casa tutti i nostri amici. Gli fece a tutti la stessa presentazione e quasi la metà dei nostri amici e conoscenti mi videro spompinare piselli finti e veri. Una sera invitò tre miei colleghi maschi ed io fui felicemente costretto a succhiarli il pisello uno per uno. Mi sborrarono in bocca ed in faccia Anche Giovanna partecipò alla succhiata questa volta e loro mi dissero che ero un impotente che per far godere mia moglie ci volevano loro e che ero un frocetto senza palle. 
Uno me lo mise nel culo, facendomi impazzire di piacere e dolore. Un’altra sera vennero Lucio e Marina con un ‘altra coppia e a metà serata mi ritrovai nella vasca da bagno con loro che mi pisciavano addosso a turno. La prima che mi pisciò in bocca fu Giovanna, ma fu seguita anche da Lucio e l’altro uomo. L’altra donna non lo fece, non so perché, mentre Marina sì e si divertì così tanto che decise di venirmi a pisciare in bocca quasi tutte le mattine, prima di andare a lavorare. Inoltre si comprò un fallo da legare alla vita per incularmi. Ho fatto bocchini a tutti i miei colleghi e persino al mio capo che ha voluto sedermi sulla schiena e farmi cavalcare nudo per la stanza, sempre davanti alla mia fidanzata che rideva. Ci fu un suo collega che mi mise il cazzo nel culo e dopo un po’ iniziò a pisciare e mi inondò di liquido caldo. Una sera vennero delle sue amiche e passarono la serata a sculacciarmi, facendomi quasi sanguinare il sedere, che per giorni non potei sedermi. Lo schema era che a tavola io servivo la cena a Giovanna e ai suoi amici, spesso nudo, con solo il grembiule da cucina e poi mi esibivo in grandi pompini. Spesso io mangiavo da una ciotola a terra ed è anche capitato che bevessi pipì, o pipì mista a grappa. Ma la cosa che li faceva divertire era che fossi sempre al loro servizio. Piano piano Giuliana approfittando della mia arrendevolezza mi faceva fare quasi tutti i lavori di casa, spesso nudo ed in più aveva un frustino dedicato alle mie chiappe.
Un giorno poi decise che non ero degno di dormire nel letto con lei e finii presto col dormire accucciato per terra. Raramente si scopava tra di noi. Sempre più facilmente gli uomini che invitava per umiliarmi se la scopavano ed io dovevo avere il piacere di leccarle la fica ed il culo spanati. Sempre più spesso usciva da sola, con amiche e amici e magari tornava a scopare con l’amico di turno o non tornava proprio. E quando tornava con gli amici mi mandava in un'altra stanza o mi lasciava a vedere o a partecipare in base a come volevano gli uomini di turno, che potevano anche essere più di uno. Continuavo a bere piscio, fare bocchini, a leccare piedi e culi e a vedere mia moglie sbattuta da nuovi e vecchi amici. Era successo diverse volte che Lucio e marina venivano. Giovanna si faceva sbattere da Lucio ed io da Marina. Poi Giovanna non sopportava nemmeno più che dormissi per terra e mi mandava a dormire nella vasca da bagno. Quando andava a pisciare o a cacare io non dovevo uscire, magari potevo aiutarla a fare il bidet, ma in realtà mi teneva sempre più lontano.
Alle feste, certe volte mi faceva spogliare e mi teneva in bagno o in un angolo come attrazione al quale tutti potevano fare quello che volevano e c’era sempre il momento gioco in cui tutti mi pisciavano in faccia o in cui tutti bevevano vino ed io piscio. Ad un certo punto iniziò a portarsi sempre un ragazzo a casa che amava che io fossi in bagno per pisciarmi addosso. 
Mi chiamava e mi ordinava di leccare il culo a Giovanna prima di incularla o per pulire lo sperma dalla sua fica con la lingua e questo lo divertiva tantissimo. Certe volte se ne stavano sul divano a guardare la tv ed io accovacciato per terra gli fungevo da appoggia piedi. Ad un certo punto iniziò a fargli schifo che andassi in giro nudo quindi avevo dei vestiti per la casa cui avevano tagliato un cerchio sul sedere per poter essere sculacciato o sodomizzato. Con lui stavo tornando ad avere importanza per Giovanna che se no sembrava sempre più stanca di me. Ogni tanto venivano degli amici per fare quei festini che mi umiliavano, ma anche loro sembravano annoiati di fare sempre gli stessi giochi. Invece Gianluca, questo è il nome del fidanzato di Giovanna dell’epoca, trovava sempre qualcosa da farmi fare e poi amava schiaffeggiarmi. Ma presto si lasciarono ed io tornai ad un certo punto anche a dormire nel mio letto. Ma io ormai non avevo più volontà. Ero solo una sua cosa, solo che lei non aveva più bisogno di me. Poi trovò un altro ragazzo che però non accettava la mia presenza, così Giovanna mi trovò una stanza in un appartamento e mi accompagnò là, mi presentò ai miei inquilini come un grande spompinatore e fu l’ultima volta che sentii il suo desiderio di ridere della mia frociaggine. 
Erano tutti più giovani di me nel nuovo appartamento ma si divertirono un sacco con me. Intanto mi costrinsero a fare tutti i lavori di casa e poi dovevo sempre soddisfare i cazzi di tutti. Anche i loro amici venivano a farsi fare bocchini, ed io che avevo sognato avere un pisello in bocca ero diventato così abituato a quella sensazione da sentirmi a disagio senza. Poi un giorno Alex mi chiamò per altre foto e c’era ancora quel modello dell’altra volta eravamo ancora nudi, ma questa volta non dovevamo fare scene osé, invece io ero così eccitato al ricordo di quel giorno. 
Capitò Giovanna e gli disse che io avrei voluto spompinarlo. Lui allora mi mandò a quel paese e prese a schiaffeggiarmi. Ma Giovanna divertita gli disse, ma dai è vero che hai un magnifico pisello, ma quanto potrà valere. Che ne dici se Andrea ti pagasse per farti un pompino, guarda che li fa benissimo, è specializzato. Ci accordammo ed io mi posso permettere di farli un pompino a settimana oppure di prenderlo in culo una vola ogni 15 giorni.
Quello che amo di lui è che alla fine è un grande esibizionista ed i pompini se li fa sempre fare davanti agli amici. Gli piace darmi ordini e sculacciarmi dandomi un gran piacere. Inizia a mancarmi sempre meno Giovanna.

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