Il retro del negozio

Carletto Duro
3 months ago

In ufficio è stata una giornata molto pesante,  ho bisogno di lei, ho bisogno di quella pace che solo tra le braccia di mia moglie riesco a raggiungere, ho bisogno di appoggiare la testa sul suo seno che come una spugna assorbe tutte le preoccupazioni e i pensieri.

Ma lei oggi deve fare la chiusura in negozio, farà tardi.

Decido di farle una sorpresa, vado a trovarla in negozio poi magari usciamo anche a cena.

Parcheggio vicino al negozio.

Prima di entrare la guardo attraverso la vetrina, è con delle clienti, come sempre è sorridente ed efficiente, gli mostra quello che vogliono comprare e loro la ascoltano.

Mi piace il vestito che indossa oggi, di lino leggero,  è lungo ed accollato, nulla di sexy, ma quando è in controluce si vede la forma del suo bellissimo corpo, come ora che è passata davanti a quel faretto.

Entro e la bacio davanti alle clienti, lei mi sgrida, ma le due donne gli dicono che ho fatto bene e ci guardano con invidia.

 Vado sul retro per non dare altro fastidio.

Dopo poco mia moglie mi raggiunge “non lo fare più!” non la faccio parlare a la bacio stringendola forte, lei ricambia con forse ancora più forza.

“Come mai questa sorpresa?”

“Avevo bisogno di te!”

“E’ successo qualcosa al lavoro?!”

“No tranquilla, avevo solo bisogno di te, di baciarti di stringerti!”

“E non potevi aspettare?”

“No!”

Intanto le mie mani stanno stringendo quelle chiappe che tanto amo e stanno sollevando piano piano il vestito.

“Cosa fai?!”

“Te l’ho detto ho bisogno di te”

Mi inginocchio e mi infilo sotto al vestito, la stringo forte, affondo la faccia nella sua pancia nuda e con le mani continuo  a strizzargli le chiappe.

“ E se arriva qualcuno?”

“Se arriva qualcuno tu vai di là ed io ti aspetto qui, in ginocchio, fino a quando non torni”

Piano piano gli faccio scendere le mutande lungo le cosce mentre gli bacio la pancia delicatamente, mi lascia fare ed io inizio a scendere con i baci sempre più giù, lei mi afferra la testa e spinge contro di me ansimando. Inizio a leccare piano piano il clitoride mentre lei allarga le gambe.

Poi quel maledetto rumore, il campanello della porta, lei si stacca subito da me, come se avesse preso la scossa, si da una rassettata e torna in negozio sborbottando, la guardo, se è possibile è ancora più bella un po’ spettinata e con le guance rosse per l’eccitazione. Il cliente questa volta è un uomo, deve fare un regalo e per questo molto indeciso, mia moglie si vede che ha fretta, ma lui non si decide, la fa trottare per tutto il negozio avanti e indietro gli fa tirare fuori di tutto, non capisco se sta perdendo tempo o davvero è indeciso.

Sbircio dal retro, vedo mia moglie chinarsi a prendere qualcosa in basso,  il vestito si tira sul culo, diventa quasi trasparente e quando si alza gli  resta tra le chiappe, sia io che il cliente ci godiamo lo spettacolo, lei fa finta di nulla e continua il suo lavoro, noto che il cliente non è in un posto a caso, ma nel punto migliore per godersi lo spettacolo di mia moglie ogni volta che passa davanti a quel benedetto faretto, come facevo prima io da fuori. Ho l’uccello che mi fa male per quanto è stretto dai jeans.

Allora vado anche io in negozio e faccio finta di dover fare qualcosa al computer della cassa, quando mia moglie mi passa vicino le faccio una carezza delicata sul culo, niente di che, solo per marcare il territorio, infatti il cliente capisce che il gioco è finito e compra la prima cosa che mia moglie gli aveva fatto vedere.

Appena il cliente esce dalla porta avvicino mia moglie e gli strizzo con violenza le chiappe sopra il vestito, lei fa un urletto e si allontana “Dai che adesso mi tocca mettere tutto a posto!”

“Io non posso stare in queste condizioni  ho l’uccello che mi tira nei jeans!”

“Vai di là, arrivo subito”

Torno nel retro, mi siedo e mi sbottono la patta, mi tiro fuori l’uccello e me lo accarezzo, ci voleva un po’ d’aria!

Intanto sbircio in negozio, la guardo sistemare tutto con efficienza e velocità.

Quando torna da me mi trova con l’uccello in mano, sorride “Sei tutto matto!”  si china, lo bacia, lo prende in bocca con delicatezza mentre io le raccolgo i capelli e la guardo felice, lei si sente osservata e mi guarda con i suoi occhioni bellissimi, mi sorride con l’uccello in bocca, quanto la amo! Le prendo la faccia tra le mani la sollevo e la bacio, ci stringiamo e ci baciamo.

“Devo fare la chiusura”

“Ok”

Torna in negozio, spegne le luci, accende una piccola luce vicino alla cassa e si mette a fare i conti per la chiusura, io sono ancora con l’uccello di fuori e mi rendo conto che le sue mutandine sono appoggiate di fianco a me su una scansia, le annuso e me le metto in tasca.

Vado in negozio, è completamente al buio, solo quella piccola lucina illumina lei, appoggiata con i gomiti sul bancone mentre fa i suoi calcoli, le vado dietro, le sollevo piano piano il vestito, fa finta di nulla, mi chino e inizio a baciargli le chiappe, e lei continua a fare finta di nulla, allora gli allargo le chiappe con forza e gli metto la lingua nel culo e spingo, sento la sua penna cadere, allora le lecco le labbra che sono già bagnate, lei alza il bacino per fare in modo che possa arrivare al clitoride che prendo subito tra le labbra, ho praticamente il mio naso dentro di lei, spinge contro di me e sospira.

Non respiro, così potrei soffocare, mi alzo, lei mi guarda e si tiene ben larghe le chiappe, sorrido e faccio entrare il mio uccello lentamente dentro di lei, spingo fino in fondo, fino a schiacciarla contro il bancone.

Spingo, con una mano le accarezzo i capelli e con l’altra le chiappe, spingo ancora, le allargo le chiappe e con il pollice le accarezzo il buco del culo, mentre spingo sempre più forte saggio la consistenza di quel forellino poi  le faccio scivolare il pollice lentamente nel culo ancora bagnato dalla mia saliva, urla!

In strada vediamo una signora voltarsi verso il negozio, ci blocchiamo, guarda dentro per qualche secondo, guarda verso di noi, non credo possa vederci, è abbastanza buio forse, poi distoglie lo sguardo e si allontana.

“Hai chiuso la porta?”

“Boh no.. Non lo so!”

Riinizio a spingere ora il suo sguardo è rivolto alla strada, non so se spera od ha paura che qualcuno provi ad entrare, magari il cliente di prima che ha cambiato idea, io spingo sempre più forte, più veloce, il mio corpo sbatte contro il suo, la mia mano aperta sulla sua chiappa e il mio pollice ben piantato nel suo culo, ogni volta che le do un colpo colpisco anche la mia mano e il mio pollice spinge dentro di lei, cazzo sto per venire, aumento il ritmo, lei urla di nuovo, le metto la mano davanti alla bocca, mentre do gli ultimi colpi ancora più forte!

Mi morde la mano, mi fa male, mentre mi scarico dentro di lei.

Esco lentamente da lei e la guardo, ho il fiatone e le gambe non mi reggono.

“Ti amo!”

“Anche io, ma mi ridai le mutande?”

“No, andiamo fuori a cena?”

Mi fa uno dei suoi sorrisi più belli.

“Ok chiudo il negozio ed andiamo”

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