Sostituisco suo marito a letto
Da AP una confessione tenera e seducente di Arte_mio
Doveva accadere. Era inevitabile perché la mia voglia di provare sensazioni inesplorate sapevo già che mi avrebbe fatto fare una cosa che non mi avrebbe lasciato un ricordo di cui essere contento.
Il mio lavoro mi porta a conoscere molte persone nuove e frequentarne altre ripetutamente. Con alcune di quest’ultime si creano anche rapporti che potrebbero anche definirsi di amicizia con conseguenti inviti a pranzo in ristorante o a casa loro. La mia posizione è intermedia tra una Direzione e le rappresentanze locali con compiti tecnici e commerciali. Ho un’autonomia di lavoro che mi mette in una posizione che i collaboratori giudicano determinante per la conclusione dei loro affari.
Approfittarne l’ho sempre rifiutato nonostante abbia ricevuto qualche timido tentativo di “invogliarmi” a prendere una decisione che poteva favorire i loro di affari.
Dopo i primi fallimenti si sparse la voce che non ne ero il tipo e, per fortuna, questa cosa spiacevole terminò. In alcuni casi, però, diventai amico di alcuni collaboratori che apprezzarono la mia, diciamo, onestà intellettuale sul lavoro dimostrata anche con l’impegno nel perseguire una strada che ci portasse a concludere a nostro favore alcune trattative importanti anche in contrasto acceso con la Direzione.
Tutta questa premessa per far capire perché all’inizio affermo di ricordare in modo scontento quest’esperienza che racconterò.
Allora dicevo che con alcuni collaboratori allacciai una forte amicizia anche confidenziale. Insomma quasi uno di famiglia.
Era un collaboratore a cui avevo fatto guadagnare molti milioni di provvigioni e con cui avevo avuto anche scontri molto forti all’inizio. Quando andavo nella sua zona ero praticamente sempre a pranzo a casa sua e qualche volta anche a cena.
Si parlava di tutto e mi confidò, per la grande confidenza naturale acquisita, anche alcune sue carenze sessuali determinate da una malattia che lo aveva reso impotente, senza più stimoli sessuali.
Una sera a cena con autoironia si scherzava anche su questo suo problema lamentando lui di non poter soddisfare le attese sessuali della moglie. Dopo una risata e qualche confidenza maggiore il marito mi disse tra il serio ed il faceto che se avessi voluto aiutarlo ad accontentare la moglie potevo restare la notte da loro e dedicarmi alla moglie.
La signora con una scusa qualsiasi, per togliermi dall’imbarazzo in cui ero precipitato, mi chiamò in un’altra stanza e con una dolcezza che la rendeva più bella e attraente di quanto in realtà non fosse mi spiegò che il marito l’amava tanto, ma così tanto da accettare che lei potesse soddisfarsi sessualmente con la persona che tra loro avevano individuato come accettabile.
Quindi la proposta del marito non era una sparata anche imbarazzante per la moglie, perché tra loro ne avevano parlato ed assieme avevano deciso in tal senso.
Per convincermi della cosa e della sua disponibilità convinta mi abbracciò stringendosi a me con tenerezza e mi baciò con altrettanta tenerezza sulla bocca.
Tornati al tavolo dove dovevamo terminare la cena, captai un segnale della moglie al marito che sorridendo mi disse cordialmente “sono contento che stasera sarai ospite nostro per la notte. Federica (nome di fantasia della moglie così come Federico lo sarà per il marito) si premurò di fornirmi tutto il necessario per una bella doccia.
E tutto iniziò proprio dalla doccia.
Mentre ero sotto, lì, a godermi la freschezza della doccia sento aprirsi la porta del bagno ed entra Federica coperta da un pareo. Se lo toglie e sorridendo mi chiede se può entrare anche lei nella doccia. Non le avevo mai guardato il corpo ed ora nudo davanti a me mi sorpresi per quanto era perfetta nella sua corporatura con tutte le curve al posto giusto, un seno bellissimo nonostante Federica avesse superato da un po’ i 40 anni, ed aveva anche un altrettanto bel sederino. Tondo, alto, sodo, sostenuto da due gambe perfette con la parte sotto il ginocchio molto ben modellata e delle cosce tonde, non magre né grosse. Sembrava un’atleta di 30 anni nello splendore dei suoi anni.
Era depilata completamente e dalle movenze che esaltavano la sua grazia e classe. Perché Federica era una donna di classe e il suo modo di fare rendeva tutto molto piacevole ed elegante.
Entrò nella doccia e si avvicinò per potersi posizionare anche lei sotto il getto dell’acqua, abbassò lo sguardo sul mio fratellino e vedendolo in totale eccitazione mi guardò e con un sorriso me lo prese in mano e mi disse “vedo che a lui piaccio”. L’abbracciai stringendola a me, sentii il suo corpo dolcemente aderire al mio. Lei aprì un poco le cosce solo per fa passare il mio uccello in modo che potesse sentirsi avvolto dalle grandi labbra della sua fica. Sembrava quasi che mi avesse preso in bocca il mio cazzo. Si muoveva sinuosamente in modo molto conturbante e l’acqua della doccia aumentava la seduzione col suo rendere i corpi così “scivolosi” nel contatto.
Ad un certo momento Federica si voltò lentamente e si appoggiò a me sempre continuando nei suoi movimenti seducenti.
Allungò una mano e prese il mio cazzo, lo masturbò per un tempo breve e poi se lo portò all’ingresso del suo sederino. Ebbi un fremito a cui lei probabilmente diede il valore di una qualche mia ritrosia.
Si voltò verso di me e dolcemente e con la voce rotta dal desiderio mi chiese “fai piano per favore, è la mia prima volta” ed iniziò lei stessa a spingere per ottenere che io la penetrassi.
Tutto avvenne come mi aveva chiesto, con delicata tenerezza facilitata anche dal fatto che lei si era parzialmente chinata aggrappandosi alla nicchia della doccia destinata a contenere spugne e bagno schiuma.
Quando la penetrazione fu completa Federica riprese la sua posizione eretta ed iniziò nuovamente a muoversi con movimenti lenti, passionali e carichi di desiderio. Io l’abbracciai anche per rendere più stabile la nostra unione fisica; avevo una mano sul suo ventre ed una sul suo seno.
La mia bocca la baciava sul collo con la lingua che cercava di deliziare le sue orecchie e dovevo aver fatto centro perché la sua partecipazione fisica aumentò d’intensità, il respiro si fece ancor più breve trasformandosi in sospiri di piacere. Io mi muovevo con delicatezza come mi aveva chiesto e lei assecondava i miei movimenti accennando anch’essa dei movimenti analoghi finalizzati al piacere che stava provando analmente.
La mia mano sul ventre scese a carezzare il suo clitoride, dolcemente, con passaggi anche in vagina ove percepivo anche il mio membro che la stava scopando nel sedere.
Federica era fortemente eccitata e l’iniziale sua compostezza si trasformò pian piano in esuberante passione senza mai, però, scivolare nella scompostezza esagerata. Dal suo ansimare e dalla maggior foga con cui si muoveva capii che stava per raggiungere un orgasmo che arrivò di li a poco scuotendola tutta e facendole piegare le gambe. Quasi cadere. Sentivo il suo sfintere stringere forte il mio cazzo quasi volesse aggrapparvisi. Come recuperò stabilità sulle gambe allungò le braccia dietro di lei per abbracciarmi e seguitando a muoversi come per dedicarsi, lei, al mio di orgasmo.
Questa cosa aumentò il mio piacere e dopo qualche colpo più vigoroso da parte mia molto ben accetto anche da lei scoppiai in un forte orgasmo che mi portò a stringerla in un forte abbraccio mentre lei mi sussurrava
“ti sento, sento il tuo seme caldo che mi riempie. Grazie”
Grazie? Perché grazie? Mi feci questa domanda ma non trovai una risposta.
Finimmo di farci la doccia e lei ad un certo punto si accovacciò per espellere tutto il seme che le avevo lasciato nelle viscere. Ripulitasi ci asciugammo l’un l’altro ed uscimmo dalla doccia. Mi prese per mano e mi tascinò in camera da letto voltandosi ogni due passi con quel suo sguardo luminoso, sorridente, dolcissimo, invitante.
Eravamo nudi e nudi restammo stendendoci sul lettone di cui potei apprezzare il profumo di bucato. Lettone con lenzuola morbide di raso; Federica aveva pensato a tutto anche ad avere sulla pelle la morbida sensazione delle lenzuola di raso.
Le luci furono abbassate sin quasi alla totale oscurità. Quella oscurità che sembra proteggere gli amanti in tutti i loro giochi voluti e desiderati.
Federica mi si avvicinò sino a coprire parzialmente il mio corpo col suo. Una sua coscia era piegata e poggiata sul mio ventre; potevo percepire sulla mia coscia il calore e la morbidezza della sua fica. Mi aveva abbracciato col suo viso poggiato romanticamente sulla mia spalla. La cosa mi spaventò un po’ perché mi balenò in mente che Federica volesse innamorarsi di me. Tutto sino a quel momento era stato molto sentimentale, passionale, moralmente intimo.
Mi venne spontaneo assentarmi mentalmente e Federica lo percepì subito, infatti quando mi voltai, e dovevo avere una sguardo interrogativo, lei mi disse candidamente “non mi sto innamorando di te, amo troppo mio marito che mia ama così tanto da superare la gelosia e lasciarmi cercare l’appagamento sessuale in uomini che mi suscitano interesse.
Tu sin’ora sei stato speciale per il tenero passionale rispetto con cui abbiamo iniziato il nostro rapporto sessuale. Ma io amo mio marito e mio marito mi ama”.
Mi diede una carezza sul viso e mi baciò sulla bocca con tutta la tenerezza che mi aveva già fatto provare. E si chiuse qui l’argomento; recuperai così la serenità che sino al quel momento avevo provato nel fare l’amore con Federica.
E Federica mi riportò all’attualità con i suoi movimenti appena accennati eppure così fortemente sensuali, tanto che il mio fratellino si risvegliò subito e Federica perfezionò il suo risveglio allungando una mano e stringendola attorno a lui. Iniziò a masturbarmi. Inutile ripetere con quanta dolcezza e passione lo facesse.
E seguitava a muovere il suo corpo sul mio voluttuosamente, sentivo la sua pelle liscia, calda, morbida piena di desiderio carezzare la mia di pelle, sentivo il suo bel seno morbidamente poggiato sul mio braccio e parzialmente sul mio torace. La temperatura sessuale saliva prepotente e mi venne spontaneo girare il mio volto verso il suo. Lei aveva la testa china a guardare la sua mano che carezzava il mio fratellino; le sollevai il viso e vidi la sua espressione tirata del viso per effetto del desiderio. Con la voce rotta dal piacere e dal desiderio chiesi a Federica
“cosa ti piacerebbe ricevere ora?”
La sua risposta mi sorprese un po’ ma mi fece molto piacere. Mi rispose, infatti -anche lei con la voce carica di piacere e desiderio, quasi sospirando- “fai quello che vuoi, fammi sentire che mi desideri”.
Mi lasciava la totale libertà di agire e, pensandoci dopo, non poteva essere diversamente visto che aveva voluto provare con me la sua prima penetrazione anale.
“Posso farti una domanda intima, Federica?”
“Certo, sento che con te posso non avere segreti”
“Perché hai voluto provare solo ora il sesso anale? Dalla tua partecipazione così attiva e intensa non immaginavo fosse la tua prima volta”
Federica, abbracciandomi completamente e col suo viso sul mio torace, mi rispose con quella sua voce così seducente,
“perché ci conosciamo da anni ed ho potuto verificare negli anni che sei veramente una persona delicata e gentile. Con chi altri avrei potuto avere un’esperienza così particolare, almeno per me? Comunque sappi che io sono sincera, sempre, anche quando sono travolta dal desiderio incontrollabile, e ti garantisco che è stato veramente il mio primo amplesso anale. Ecco perché, poi, ti ho ringraziato. Mi avevano detto, tutte le mie amiche, che avrei provato dolore e non poco mentre fatto come lo abbiamo fatto il dolore è stato molto poco e sopraffatto dal piacere e dal desiderio. Desiderio così forte che deve aver favorito la bella riuscita che c’è stata. Ora sei sereno?”
Dopo una tale deliziosa confessione non trovai parole per risponderle, mi venne solo spontaneo sollevarle il viso e baciarla dolcemente. Lei rispose al mio bacio aprendo la bocca e con la lingua iniziò a leccare le mie labbra per poi forzarne l’apertura e entrare nella mia bocca. Quel suo bacio sottolineò la sincerità di quanto mi aveva appena detto. Iniziai a baciarla anche io con la lingua che oltre che in bocca se la sentì passare sul collo, sulle orecchie, sulle braccia, sulle ascelle, scendere verso i fianchi sinuosi per poi risalire sul bel seno, carezzarle i capezzoli. Capezzoli che si erano induriti dal desiderio e che stinsi dolcemente tra le labbra mentre la lingua li carezzava.
Con le labbra, le mani e la lingua mi dedicai al quel meraviglioso seno con carezze, baci, finti morsi esercitati solo con le labbra e, soprattutto, con adeguati movimenti di lingua. Il corpo di Federica reagiva come sempre a suo modo con movimenti lenti e sensuali, mi accarezzava la schiena, sospirava ed aveva un respiro caldo e corto. Iniziai a scendere verso il suo ventre senza mai smettere di accarezzarla con la lingua. Con le mani iniziai anche a carezzarle le gambe partendo dalla caviglia sottile come quella di una puledra da corsa.
Le mie mani erano calde di desiderio e passione; quando arrivarono al ginocchio e le carezzarono la sua piegatura posteriore lei ebbe una reazione che mi fece capire quanto lo gradisse, cosa confermata dalla sua voce che fattasi un po’ rauca mi disse “che bello!! nessun uomo -eccetto te evidentemente- sa quanto sia una delle parti che aiutano una donna a provare piacere”. Confortato da tale esclamazione scesi con la bocca a baciarle e leccarle le gambe sino a risalire alla parte posteriore del ginocchio.
Per facilitare la mia azione lei si giro a pancia sotto ed io ebbi la possibilità di dedicarmi con maggiore efficacia a baciarle e leccarle quella parte. Federica divarico un poco le gambe e la sua fica mi apparve in tutta la sua desiderabile bellezza. La mia mano seguitò ora a salire sulle sue cosce con carezze tutt’altro che frettolose. Le carezzavo con tanto piacere, erano sode eppure morbide, con la loro pelle delicata, leggera, luminosa. Mentre l’accarezzavo insistendo anche verso l’interno delle cosce, la vidi divaricare maggiormente le gambe, come un invito a dedicarmi loro con maggiore impegno; a me piaceva tanto carezzarle le cosce, salire sino alla piega tra coscia e inguine.
Percepivo sia il calore della sua carne fremente che, soprattutto, il calore della sua vulva su cui si intravvedevano già i segni di una lubrificazione che tradivano i desideri di Federica. Mentre mi dedicavo a queste comunque appaganti carezze anche per me avevo davanti agli occhi il gioiello che poco prima mi aveva fatto provare un forte piacere. Quel suo culetto così attraente e che grazie alle gambe divaricate da Federica mostrava anche il suo roseo buchino.
Potevo fare quello che volevo per espresso volere di Federica ed allora avvicinai la mia bocca al suo sedere baciandolo prima sulle natiche per finire poi con la bocca tra le sue natica ad accarezzare con la lingua il roseo fiorellino. Federica accolse la cosa con sempre maggiori sospiri e gemiti, la mia lingua con studiata lentezza passava e ripassava sullo sfintere sino a quando facendo forza con la lingua appuntita per la bisogna iniziai a penetrarla col risultato di sentire che il suo sfintere sembrava quasi aprirsi per favorire la penetrazione della lingua. E Federica si muoveva con sempre maggiore energia sempre senza scomporsi ma trasmettendo tutto il piacere che provava.
Ma il culetto era stato già oggetto di sufficienti attenzioni allora feci girare a pancia sopra Federica che mantenne le gambe divaricate e, ora, piegate per favorire quanto aveva intuito era nelle mie intenzioni. Scesi col mio viso tra le sue gambe e cominciai a baciarle la piega tra il ventre e la coscia, leccando anche, e quando capii che Federica ormai non resisteva più poggiai la mia lingua, tutta aperta, sulla sua vulva.
Un sospiro che sembrava di sollievo mi confortò su cosa avrei dovuto fare senza più indugi.
Con lenta passione le passai la lingua tra le grandi labbra che mi deliziarono di una parte degli umori che la vulva stava producendo in quantità. A questo mio gesto sentii sulla mia testa una carezza leggera e cara di Federica. Proseguii sullo stesso stile e impegno gustandomi tutti i suoi umori che divennero sempre più abbondanti e oltretutto di buonissimo sapore. Cosa che mi entusiasmò facendomi concentrare sempre più su quello che stavo facendo e ... (racconto interrotto per mia decisione. Amo una persona che non merita questo mio … segreto. Scusatemi ma potete immaginare da soli quali sarebbero state le azioni e sensazioni susseguenti)
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