Sesso sconosciuto
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“Ciao”
“Ciao, quindi sei tu?
“Esatto, e tu sei… ?”
“Già sono io, piacere”
Così comincia il nostro incontro, in una via del paese, davanti al bar prescelto nel giorno stesso.
Sapevamo come eravamo fatti, qualche foto ce l’eravamo già scambiata nei giorni precedenti, ma ora vederti era tutta un’altra cosa. Fino ad allora era stato tutto un sogno, una parentesi della vita. Io insoddisfatto della mia vita sessuale, ma innamorato della mia fidanzata, tu in cerca di uno svago dalla tua vita, tutti e due in cerca di un abbraccio caldo e sensuale.
Ci siamo conosciuti in una chat di incontri poco raccomandabile e molto finta. Tempo due battute e mi hai dato il tuo numero.
“Solita fregatura” ho pensato. Nulla di più facile, d’altronde e invece mi sono stupito, dall’altra parte una persona vera, con i suoi pensieri e i suoi bisogni.
Siamo andati diretti al punto. Avevamo bisogno del “buon sesso” mi sono detto. Subito? No, purtroppo ci era impossibile.
“Quando?”
“Giovedì sono lì”
“Ottimo vediamoci”. È così è stato. Eravamo già aggiornati, sapevamo come sarebbe andata a finire. Non avendo un luogo ci siamo organizzati per andare in un posto appartato in macchina, come due adolescenti in cerca di un avventura piccante, e in fondo due adolescenti lo eravamo un po’. Insomma io fidanzato e anche felicemente, che organizzavo il tutto per questo unico momento, mettendo a rischio la mia relazione. Non so come mi sarei sentito dopo, l’avrei ancora guardata negli occhi? Sarei ancora stato capace di starle affianco? Non lo so, ma in quel momento nulla mi scalfiva.
Più e più volte mi sono detto che ti avrei scritto per dirti che per me finiva lì, volenteroso di riprendere in mano il filo della mia relazione a livello sessuale. Di dirti che tutto era stato una bellissima parentesi, un momento di svago dalla mia vita “vera”.
Eppure eccomi lì, a sorriderti ed eccitato per quello che sarebbe accaduto da lì a qualche momento.
Ordiniamo due bicchieri di vino, in fondo era quello che ci eravamo detti che avremmo fatto per rilassarci e quello era il momento. Poi altri due, ci raccontiamo un po’ di noi stessi. Non troppo quel giusto per aprirci e togliere un attimo di imbarazzo dalla situazione, ma senza svelarci troppo, in fondo è l’alone di mistero che ci ha portati qui.
“Andiamo?”.
“Certo”.
Sento il cuore prendere a battere forte, sono come in una bolla, nulla di quello che mi sta succedendo è reale. Mi muovo cosciente di tutto senza esserne veramente in controllo. Sono un automa cosciente. Probabilmente mi sto proteggendo.
Saldiamo il conto. Fianco a fianco ci muoviamo verso la mia macchina.
Partiamo, in macchina la tensione è molto alta, non parliamo. Vedo che mi guardi, resto concentrato sulla strada, le uniche parole che proferisci sono per indicarmi la strada.
“Svolta a destra, poi subito a sinistra”
“Ecco entra lì”
“Vai avanti, poi puoi fermarti lì”
Ecco ci siamo. Spengo la macchina.
“Eccoci, quindi lo facciamo sul serio?” ti chiedo non sapendo bene quale risposta aspettarmi o volere. Mi sorridi timidamente. “Già a quanto pare…”
Per stemperare la tensione ti dico che ho bisogno un po’ di aria. Esco e tu poco dopo. Guardiamo il panorama, proprio bello come mi avevi detto. Da qui si vede la città, le luci nel buio offrono un vista strana a quello che è sotto di noi, riconosco alcune zone, sto immaginando la strada fatta fin qui curva dopo curva.
“Voglio essere chiaro, per me questa è un’avventura, nulla di più, una trasgressione e sono felice di viverla con te, ma non vorrei che…”
Non mi dai il tempo di finire.
Sei tu a fare la prima mossa, dove io sono titubante, tu sei decisa. Vuoi quel momento, vuoi me, vuoi il mio piacere.
Mi prendi per un braccio e con decisione mi spingi contro la macchina, io non riesco a muovermi, non voglio muovermi. Mi tieni per i polsi e premi il tuo corpo contro il mio. Mi baci il collo, mi lasci andare e comincio ad accarezzarti, le mani vanno ovunque. Sui tuoi fianchi, sulla tua schiena, tocco i tuoi glutei con una mano e con l’altra ti accarezzo il collo. Mi prendi il labbro inferiore e me lo mordicchi tirandolo a te, mi guardi e sorridi. Riprendi a baciarmi il collo, poi il petto e scendi pian piano fino ad essere in ginocchio davanti a me. Con foga mi slacci la cintura e poi i pantaloni, mi baci il membro già duro sotto i boxer e poi me lo accarezzi, fino a liberarlo da quella prigione di stoffa. Lo guardi, lo accarezzi dolcemente, assaporando ogni istante.
“Wow, non mentivi” mi dici. Poi lo baci sulla punta. Un bacio veloce, continui a carezzarlo su e giù lungo l’asta, decidi di leccarlo, dalla base verso l’alto e poi ancora e ancora. Finalmente apri la bocca e lo prendi. Sento il caldo della tua bocca, l’umidità che avvolge parte della mia asta. Cominci ad andare avanti e in dietro, la testa segue la mano, avanti e indietro, avanti e indietro.
Nell’aria si sentono solo i miei gemiti di piacere estatico e i sordi rumori del tuo attento ed efficace lavoro.
Sento il piacere crescere, tutto il mio essere si concentra sempre di più su di te. Comincio a tremare, il mondo si fa offuscato, onde di piacere cominciano a percorrermi il corpo. Una dopo l’altra sempre più vicine tra di loro e a intensità maggiore. Era da tempo che non provavo un’esperienza simile, un’estasi di piacere dove non esiste più nulla tranne quello.
Sento il mio corpo, cerco di avvertirti.
“Oddio, sto per… staccati, se vuoi…”.
Con una mano tento debolmente di allontanarti. Non riesco a finire la frase, ne sortisco nessun effetto col mio gesto. Continui col tuo incessante lavoro e cominci ad accarezzarmi e a massaggiarmi anche la base del pene, giù fino ai testicoli. Sento che i tuoi gesti si fanno più veloci. Il risucchio più forte. Vuoi il mio piacere e stai facendo di tutto per assaporarlo.
Questa cosa mi fa eccitare al massimo.
Un lungo sospiro segna la fine dell’attesa e l’inizio del breve ma potente godimento.
Uno, due, tre fiotti caldi ti invadono, resti attaccata a goderti il mio piacere e emetti qualche mugugno del tuo.
Finalmente ti stacchi, mi guardi dal basso, passi la lingua ancora qualche volta sull’asta e sulla punta a raccogliere le ultime gocce del mio piacere. Soddisfatta di sollevi da terra.
Io tremo ancora dal piacere, la mia mente è offuscata da tutto quanto vissuto.
Una volta ripreso, mi dai un bacio in fronte, come promesso, e con un leggera risata mi dici: “Ora tocca a te”. Ti sorrido: “Puoi contarci”.
Il tuo lavoro di bocca era stato fantastico. Ora toccava a me. Ti metto le mani sui fianchi, ti restituisco il bacio sulla fronte. Mi guardi, sorridi e poi chiudi gli occhi appoggiando la testa alla fredda lamiera della macchina.
Passo al collo a mia volta, vi dedico alcuni attimi. Piccoli risucchi umidi sul lato destro, dai tuoi tremiti sento che ti piace. Mi esplori la schiena senza meta precisa e in me si ridesta il desiderio. “Non ora” penso. “Ora tocca a te”.
Le mie mani si fanno strada sotto la tua maglietta, voglio sentire i tuoi seni e i tuoi capezzoli. Ti sposto un po’ il reggiseno, eccoli già turgidi di voglia e forse anche dal freddo della sera. Il tuo seno morbido si lascia accarezzare, te lo spremo leggermente, amo quella sensazione.
Prendo i tuoi capezzoli tra le dita e li strizzo un pochino ci gioco un po’.
Li raggiungo con la bocca dopo averti alzato del tutto la maglietta. Le mie labbra si posano sul tuo seno sinistro e comincio a succhiarlo, piano, ci dedico un po’ di tempo mentre con la mano destra rigiro e tiro dolcemente il capezzolo.
Lo prendo tra i denti e lo tiro leggermente esploro le sue pieghe con la lingua.
La notte buia e silenziosa di riempie dei tuoi brevi gemiti di piacere.
Con la mano sinistra passo a palpare il tuo morbido sedere, prima fuori da jeans.
Torno a concentrarmi al lavoro di bocca che stavo facendo, la lingua crea dei piccoli cerchi.
Un gioco continuo tra la lingua, le labbra e i denti. Il tuo corpo è un tremito unico, hai voglia di altro, ma ti stai godendo l’attesa di quel momento.
Il respiro diventa più corto, ti scappa qualche gemito di piacere più forte degli altri.
Mentre ti bacio i seni, la mia mano sinistra si fa spazio tra i tuoi pantaloni fino ad arrivare alle cosce, le allarghi il giusto per fare sì che possa accarezzarti all’interno. Ogni volta che la mia mano si avvicina all’inguine sento un fremito e il tuo tentativo di spingerlo forte sulla mia mano. Le tue mani sulle mie spalle cercano di spingermi più in basso.
Tolgo un po’ di pressione con la mano e mi allontano dal tuo seno che riflette umido la luce della luna.
Mi guardi stupita, il gioco voglio farlo io questa volta.
Apro la porta della macchina e ti faccio sedere sul sedile. Ti sdrai.
Ti bacio sopra i pantaloni, cerchi di sbottonarti, hai fretta di godere, io invece voglio prendermi tutto il tempo necessario. Voglio farti scoppiare di piacere, voglio bere tutti i tuoi copiosi umori.
Ti slaccio lentamente i pantaloni e pian piano te li sfilo, gioco un po’ con le dita sopra le tue mutande, disegno piccoli cerchi sopra il tuo clitoride e passo lentamente le dita sopra lo spacco, premendo leggermente come per penetrarti.
Sei molto bagnata constato, ti sposto di lato il lembo ormai fradicio. Rasata perfetta. La adoro!
Continuo ad accarezzarti con le dita, pian piano mi addentro tra le tue carni, col pollice cerco il punto più caldo. Un tuo lungo gemito mi fa capire che l’ho trovato. Lo accarezzo piano piccoli cerchi sempre più veloci. Poi mi stacco e mi allontano quel minimo per accarezzarti le cosce, parto da lontano vicino al ginocchio, pian piano salgo verso le tue labbra, poi scendo di nuovo e mi dedico all’altra gamba, ti bacio dolcemente l’interno coscia, piccoli baci in fila, più mi avvicino e più ti sento tremare. Sento che quando i baci si fanno molto vicini all’inguine smetti di respirare, in attesa di sentirmi. Mi allontano, voglio farti soffrire e far crescere la tua attesa. Faccio questo gioco un paio di volte.
Finalmente arrivo al mio obiettivo.
Sento di nuovo il turgore nel mio basso ventre. Anche sta volta mi riprendo, non è il mio momento questo, ora è il tuo. Torno a concentrarmi su di te.
Cerco di prendere il tuo fiore aprendo il più possibile la bocca e succhiandolo dolcemente. Chiudo la bocca, il gusto del tuo nettare mi fa impazzire, avrei voglia di penetrarti. Non ora!
Do piccoli baci su tutte le labbra.
Finalmente comincio ad usare la lingua, la passo lungo tutta l’apertura chiudi le gambe di scatto, il piacere ti avvolge di colpo come un onda improvvisa. Ti rilassi e ritorno a dedicarmi a te.
Cerco il clitoride, lo lecco lentamente. È gonfio e caldo lo prendo tra le labbra e poi lo succhio con passione. Come se non ci fosse altro obiettivo per me in quel momento.
Mi metti le mani sulla testa, cerchi di attrarmi a te il più possibile. Sento il tuo odore acre farsi più intenso. Un altro gemito forte e prolungato, il tuo corpo trema e si agita senza fermarsi. Fatico a tenerti a bada. Ti do un attimo di respiro, la tua sofferenza nell’attesa mi dà piacere.
Ti calmi un attimo e torni a respirare in una parvenza di normalità. Riaffondo la lingua cerco di spingerla il più in fondo possibile. La faccio girare gustandomi le tue pareti interne, le lecco per bene, certe volte più lentamente e altre in maniera più decisa e rapida.
Torno a dedicarmi al tuo clitoride che sento pulsare sotto la lingua.
Accompagno il lavoro usando anche le dita, comincio con una che faccio scivolare avanti e indietro, poi una seconda. Ti penetro facendo pressione sulla parete superiore, trovo un punto più ruvido del resto, mi dedico un momento. Un forte urlo ti esce dalla bocca, le tue gambe tornano a chiudersi sulla mia testa, innalzi il bacino nelle contrazioni: “Oddio sì!!!”. Riesci a dire flebilmente: “Non smettere, non smettere, cazzo!”.
Non ne ho nessuna intenzione.
Dentro e fuori dentro e fuori, tremi e ti muovi convulsamente, il tuo bacino preme contro la mia faccia ormai umida dei tuoi umori, emetti gemiti soffocati dal braccio che tieni davanti alla faccia. Sento parole sconnesse
“Oh mio…godo…di più…”
Dentro fuori, dentro fuori.
“Oh sì…”
Rallento per poi fermarmi, rimani in attesa, mi metti una mano sulla nuca e mi avvicini a te.
Comincio a scoparti la figa con la mia lingua. Stai impazzendo, i tuoi gemiti sono ora incontrollati.
Poi riprendo con le dita.
Dentro fuori ancora, come prima.
Con la lingua e la bocca torno al clitoride.
Di nuovo i tuoi gemiti si fanno più forti e brevi.
“Non smettere!! Ti prego…!!”
Torni a tremare fortemente, sento le onde di piacere attraversarti il corpo, i tuoi succhi sgorgano sempre più abbondanti… sono in estasi anche io.
“Oddio vengo, sì, oddio…”
Ad un certo punto ti sento bloccarti e smettere di respirare, il gemito diventa un flebile respiro. Tutto si ferma per pochi lunghissimo attimi, ti contrai tutta come se le ossa dovessero saldarsi insieme.
Poi con un forte gemito ti lasci andare in un forte e potente orgasmo. Mi schiacci la faccia sul tuo inguine con il bacino tenendomi attaccato a te con la mano. Sento un schizzo arrivarmi in bocca del tuo nettare acre. Non riesci a controllarti, le tue gambe si chiudono forte, mi fai un po’ male, ma non mi interessa.
Interminabili istanti di cruda sconnesse e tremiti incontrollati mi accompagnano in questa danza sconnessa.
Pian piano il tuo corpo si calma.
“Oddio…”
È l’unica cosa che riesci a dire.
Passi alcuni minuti sdraiata sui sedili della macchina, qualche tremolio ogni tanto.
“È stato.. è stat…” non riesci a concludere la frase.
Ti do un bacio sulla vulva. Poi ci passo di nuovo un dito per capire come stai: “Lasciami qualche istante per favore”.
Ti metti a sedere.
Mi fai un po’ di spazio.
Mi siedo anch’io bordo della macchina, vicino a te. Sento il sedile umido sotto di me. Sorrido soddisfatto. Non mi era mai capitato di dare piacere in quel modo.
Passano diversi minuti nei quali stiamo in silenzio. Mi guardi mi baci rapidamente: “E’ stato incredibile, ma credo aver fatto un casino” dici mettendo una mano vicino alla mia seduta. “Ora arriva la parte bella, ma prima ho bisogno una sigaretta”
Hai bisogno di aria, vuoi fumarti una sigaretta, ti seguo in silenzio. Ti chiedo una sigaretta anche io.
Restiamo una decina di minuti a guardare le stelle e il fumo che esce dalle nostre bocche.
Non parliamo molto, siamo in balia delle endorfine che ancora girano nel corpo. Qualche volta un pensiero sulla mia situazione mi passa per la testa, ma lo scaccio come come si fa con le mosche. Tutto rimandato a domani.
Dopo un po’ mi guardi dritto negli occhi e mi dici: “Ti voglio dentro”.
Quella frase mi fa precipitare ancora nel limbo in cui ero stato durante tutti i momenti prima. Sento la passione pulsare di nuovo tra le mie gambe. Mi alzo e ti prendo per mano e ti dico perentorio: “Andiamo”.
Mi segui, entriamo in macchina, lo spazio non è grandissimo. Ti metto una mano sulla coscia, ti avvicini a me e mi baci il collo mettendomi una mano in mezzo alle gambe, senti il mio membro turgido e lo accarezzi sempre con più passione. Lo stesso faccio io, ti aiuto ad abbassarmi i pantaloni l’asta non è ancora rigida, ti abbassi per aiutarmi mi guardi con occhi lussuriosi mentre prendi il mio membro tra le tue labbra umide e cominci a succhiare con sempre più intensità. Senti la mia mano che ti stringe la testa, spingendoti giù sulla mia asta turgida. La tua lingua gioca con la mia cappella, mentre la tua bocca è piena del mio membro duro. Muovi la testa avanti e indietro, sempre più velocemente, finché non sentì che sto per venire. “Cazzo smettila che se no vengo subito”.
Ti stacchi e mi guardi facendo l’offesa. “Che c’è non ti piace se ti succhio l’anima?”. Poi aggiungi: “Ora pensaci tu un attimo che devo svestirmi”. Io totalmente in balia delle tue parole me lo accarezzo pian piano, devo tenerlo duro, non venire subito.
Ti togli pantaloni e le mutandine “queste sono troppo bagnate” e me le lanci sul cruscotto. Poi mi guardi “Mhh… non vedo l’ora di averti dentro” sussurri nel mio orecchio mentre mi baci appassionatamente.
“Hai per proteggerti?”. Mi risveglio da ciò che stavo vivendo: “Sì sì, aspetta” cerco nelle tasche dei pantaloni e mi infilo un preservativo. Mi siedo meglio e mi preparo ad accoglierti
Non riesci a resistere e ti sposti veloce sopra di me, affondando le mia dita nella tua carne mentre cerchi di posizionarti. Cerchi il mio cazzo duro e te lo posizioni vicino all’entrata e con un colpo di lasci cadere su di esso. La sensazione del mio cazzo duro che preme contro la tua pelle ti fa fremere di piacere, e gemi mentre inizi a muoverti lentamente. Proviamo qualche colpo, sento che non riesco a penetrarti come vorrei oltre al fatto che le tue mani sulle mie cosce cominciano a farmi male.
“Ah ah, cambiamo posizione, mi fai male”
Ti solevi e ti stacchi. “Va bene” dici ansimando. Provi a metterti a quattro zampe ma non funziona, anzi ti scivola un piede e per poco non cadi dal sedile. Scoppiamo a ridere. Mi piace la tua risata, poso gli occhi su di te e sul tuo corpo nudo illuminato dalla luna: “Che voglia che ho di scoparti non perdiamo altro tempo”. Con le mani ti riaccompagno sopra di le questa volta guardandomi.
Ora funziona meglio. Non siamo comodissimi ma in un qualche modo ce la facciamo. Il mio cazzo duro è pulsante e desideroso di sfondarti, e senza esitazione lo spingo dentro di te con un colpo deciso e vigoroso.
Le tue labbra si aprono in un gemito di pura estasi mentre mi lasci entrare completamente. ansimiamo nella passione, muovendoci come animali affamati, le tue unghie graffiano la mia schiena mentre cavalchi il mio cazzo come una selvaggia in fiamme.
Stringo le tue tette, schiaffeggiandole, sentendo i tuoi capezzoli turgidi sotto le mie dita. Le tue gambe tremanti mi invitano ancora di più, e continuo a pompare in te con forza e potenza.
Mi aggrappo alle tue natiche e cerco di accompagnare il tuo ritmo. Mi godo ogni istante sento le tue cavità che mi accarezzano su e giù su e giù.
Ti cingo il sedere con le mie mani, affondo le mie dita nella tua carne. “Mmm, mi piace quando prendi il controllo”
Uno due tre… i minuti cominciano a volare. “Fammi la tua troia, fammi godere cazzo”
Il fatto di esserci scaricati prima ci aiuta a prolungare il momento.
La posizione ci piace, ma non è comodissima, cambiamo, ora appoggi la tua schiena sulla portiera, una gamba lungo il sedile e l’altra che si appoggia cerchi di aprirti il più possibile.
I vetri si appannano, ma noi non ci prestiamo attenzione. La tua espressione di piacere è così sexy che non posso resistere a baciare le tue labbra con passione e voglia. “Oh dio, sei così eccitante” sussurro tra gemiti.
Mi abbasso fino a leccare la tua figa ancora una volta, questa volta con un appetito più feroce. Ti assaporo con bramosia, leccando il tuo clitoride con la lingua fino a farlo pulsare. “Oh sì cazzo non smettere” mi dici gemendo forte.
Mi alzo di nuovo, premendo il mio duro membri contro la tua apertura bagnata. “Pronta per un’altra sessione selvaggia, porca?” chiedo, accarezzando la tua pelle liscia
Proseguo con forza e vigore, costringendoti a gemere ancora di più. Le tue parole volgari mi incoraggiano a continuare a sfondarti, a darti ancora di più di ciò che desideri. lanci un urlo di piacere: “Sì, cazzo”. Ora sono io a dettare il ritmo. Continuo ad affondare nel tuo corpo con determinazione, sentendo le contrazioni e i tuoi gemiti che mi avvolgono. La mia eccitazione cresce insieme alla tua, creando una sinfonia di piacere che riempie l’aria intorno a noi.
Le tue urla di godimento mi spingono oltre i miei limiti, aumentando il ritmo delle mie spinte. Le tue gambe avvolgono il mio corpo, trattenendomi, mentre i nostri corpi si muovono in perfetta armonia.
Ti sento stringere i denti, il tuo respiro accelerato, mentre il tuo corpo si contrae in un orgasmo potente. Sorrido soddisfatto, ma la mia voglia per te è ancora bruciante, così continuo ad andare avanti, desideroso di portarti a un nuovo livello di estasi.
Ti aggrappi alle mie spalle affondandomi le unghie nella carne. Sono uno stantuffo instancabile affondo i colpi decisi e violenti.
Ormai non resisto più, ogni colpo è sempre più carico di gioia e godimento, il mio membro trema sempre più e così il mio corpo con te. Ogni battito è più deciso e profondo, ad ogni colpo rispondo con un “ah” sommesso. In quel momento di estasi, il tuo corpo si scuote in un altro orgasmo potente e travolgente. Ogni singola cellula in te sembra vibrare di piacere, come se tutta la tua essenza si riversasse nell’orgasmo.
Le mie labbra cercano le tue, desideroso di assaporare il gusto del nostro piacere condiviso.
Il momento è così intenso che tutto sembra scomparire, lasciando solo noi due immersi nel nostro piacere, come se fossimo gli unici al mondo.
Con un ultimo colpo seguito da un lungo gemito, rilascio tutto il mio piacere dentro te. Sento la potenza dell’orgasmo attraversarmi in onde di piacere, mentre il desiderio si riversa dentro di te. Il mio respiro diventa più accelerato, i miei muscoli si tendono a causa del piacere che cresce sempre di più. Sento la sensazione di un onda di piacere intensa che si diffonde attraverso ogni parte del mio corpo. I miei occhi si stringono per poi riaprirsi improvvisamente e davanti a me si apre un paesaggio di estasi indescrivibile.
Sento le contrazioni ritmiche diventare sempre più intense e mi abbandono completamente al momento, facendomi travolgere dalle sensazioni. Il mio corpo si lascia andare a questa ondata di piacere intenso e appagante, perdendo completamente il controllo.
E poi mi lascio andare stravolto su di te. Nulla esiste più i quel momento. Solo io e te. Esausti e ansimanti attaccarti l’uno all’altra. A respirare profondamente.
Restiamo così infiniti momenti, ci sorridiamo ci rivestiamo. Scendiamo dalla macchina.
“Ci voleva” esordisci e scoppiamo a ridere.
“Tempo speso bene” ti faccio eco io. Ridiamo insieme, una risata liberatoria, non sapevo come mi sarei sentito dopo, temevo di sentirmi in colpa. Così non era, non sapevo se esserne sollevato.
Risaliamo in macchina ti porto in un posto comodo per tornare a casa.
Prima di scendere mi dai un bacio sulla guancia.
“Grazie, credo di non aver mai goduto in questo modo”
“Non dirlo a me, sarei già pronto a rifarlo, mi ecciti troppo”
Sorridi. Il tuo sguardo si blocca a guardarmi, poi mi guardi il rigonfiamento tra i pantaloni.
“Mah magari… no è tardi”
Scendi dalla macchina fai il giro e arrivi al finestrino.
“Ci rivediamo?” Diici mettendomi una mano sul pacco e lo stringi quel minimo per farmi fare un sussulto.
“Te lo dirò domani” sorrido.
Sorridi.
Chiudi la porta e rimetto in moto la macchina.
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