Quarantena e punizioni
Lunedì, una giornata come le altre, solo che oggi devo lavorare.La quarantena ci ha permesso di adottare quello stile 24h che desideravamo provare da tanto tempo e che non avevamo mai avuto modo di testare.
Chiudo la sveglia ancora un po’ assonnato, esco dal letto e la trovo ai miei piedi lì che mi aspetta.
Mi osserva, cerca di scrutare il mio viso per tentare di decifrare le mie intenzioni. L’essere osservato mi dai un po’ sui nervi.
Esce dalla mia bocca questo comando: “Chiudi gli occhi, non fissarmi”, la mia voce da appena sveglio è rauca, ciò nonostante non perde di quella autorevolezza che ho.
La mattina solitamente siamo poco reattivi, lei non è da meno. Sente cosa le ho ordinato, ma impiega comunque troppo, quel tempo di troppo che mi fa dire la seconda cosa della giornata:
“Prepara il tè, messo il bollitore, inginocchiati per ricevere la tua punizione”
A nominare la parola ‘punizione’ si anima, questa volta quel ritardo sembra essere svanito. Vola in cucina e la sento armeggiare con le stoviglie.
Approfitto di quel momento dove sono solo, mi alzo il più possibile per stiracchiarmi, prendo gli occhiali e mi dirigo verso la cucina.
Il bollitore è sul fornello, il gas acceso che lo sta scaldando e lei dove le ho detto di mettersi.
Dal tavolo prendo una bacchetta di legno, abbiamo sparso per l’appartamento vari giochi. Dal momento in cui visite di terzi sono impensabili, ci siamo concessi questo lusso.
Uso la bacchetta per ricalcare le forme del suo corpo, passo e ripasso la stessa zona anche più volte. Il tempo che mi è concesso prima che sia pronto il tè desidero sfruttarlo a pieno.
Il suo sguardo è basso, ora non ha il coraggio di ripetere lo stesso errore una seconda volta.
“Su le mani”Prontamente esegue, mi pone le sue mani aperte come mi stesse offrendo un dono.
Sento che il bollitore ha iniziato a fischiare, il nostro tempo è scaduto per ora.O almeno, questo è quello che crede lei.
Sferro un colpo deciso con la bacchetta, vedo che le fa male.Prendendola per i capelli la alzo, con un colpo sulla schiena si trova davanti al bollitore. Mi siedo a tavola aspettando di gustarmi la colazione.
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