Il mio capo mi ha sborrata
Certo, detta così sembra facile. Ma sono pronta a giurare che non è stata una cosa programmata. Non che non avessi mai immaginato di farlo, eh, ma fantasticare è una cosa diversa.
Succede tutto sabato scorso, quando io e il mio ragazzo veniamo invitati dalla mia coinquilina Esther ad un party esclusivo in un elegante club per scambisti poco fuori Milano.
Il posto era decisamente elegante, l’ingresso era riservato solo a coppie e dopo aver lasciato i cappotti all’ingresso veniva consegnata una maschera bianca per coprire la parte superiore del viso, in modo da rendere tutti parzialmente irriconoscibili.
Un altro particolare da tener presente era il dress code: la festa era a tema “Antica Roma”, quindi dopo esserci spogliati nei camerini, dovevamo indossare dei teli bianchi a coprire i corpi nudi.
Esther era molto più euforica di me, appassionata com’è di storia antica. La maschera bianca e il telo sul suo corpo nero la rendevano sensualissima. Lei rideva e sculettava a testa alta definendosi “figlia di Annibale” a chi le si avvicinava. E selezionava le persone con cui giocare da chi capiva questo giochino storico. È uno spasso, andare alle feste con lei.
Comunque, via via che i drink diventavano sempre meno bilanciati e i balli sempre più languidi, sia noi che i nostri compagni veniamo avvicinati da diverse coppie in tunica.
Ho visto il fidanzato di Esther baciare le tette di un’ancella dai capelli biondi, mentre la mia coinquilina africana spompinava un senatore romano dai capelli brizzolati.
Ho visto il mio Christian avvicinato da due donne, molto complici tra loro, mentre io ballavo divertita insieme ad una giovane coppia.
Lei sembrava davvero bella. Cioè, la mezza maschera copriva il viso per metà, ma gli occhi azzurro cielo erano dei fanali, e quei capelli neri e ricci, ribelli, la rendevano sensualissima.
Lui, parecchio più alto di me (ma è abbastanza facile) non riusciva a nascondere gli anacronistici tatuaggi in stile giapponese sulle braccia. Ma neanche quel suo fisico asciutto e curato. Capelli neri, barbetta incolta. Belli entrambi. Forse più grandi di me entrambi di al massimo un paio d’anni.
I miei amici e il mio ragazzo sono spariti. Io resto al centro di un ballo languido tra lui e lei, che vogliono palesemente giocare con me.
La ragazza mi si avvicina e mi abbraccia dalle spalle. Porta le sue mani sui miei piccoli seni coperti dalla tunica e mi bacia il collo. Io sospiro. Il suo compagno ci guarda e si tasta l’erezione che fa capolino sotto la tunica bianca.
Io mi faccio usare. Ogni tanto mi piace, fare il giocattolo.
Lui ci prende per mano entrambe e senza dire una parola attraversa la pista seguendo la direzione dettata dal suo membro eretto, che credo faccia quasi da bussola, non so.
Arriviamo in un gruppo di divanetti in pelle nera, defilati, rispetto alla pista, ma non così nascosti.
Mi siedo, e accanto a me lei. Lui, invece, si mette esattamente di fronte a noi, su un’altra poltroncina. E ci guarda.
La ragazza mi accarezza una coscia, io mi rilasso, poi torna a baciarmi il collo e a scivolare verso i miei seni. Li scopre e li bacia, leccandomi bene i capezzolini. Io sospiro e guardo lui eccitato che sta muovendo una mano sulla sua (notevole) erezione. Sorrido e lascio che la ragazza faccia di me ciò che vuole.
La mano di lei, nell’interno della mia coscia, mi invita a divaricare le gambe in favore del suo uomo, mentre la sua bocca risale dal mio collo alla ricerca delle mie labbra.
Il bacio è caldo, languido, perfettamente innaturale e finto come dovrebbe essere un bacio dato solo per far eccitare un uomo.
E infatti lui è ingrifatissimo.
Si alza e viene verso di noi. Accarezza entrambe le nostre teste e noi lo guardiamo dal basso. La ricciolina muove i lembi della tunica del suo uomo e va a scoprire il suo bel cazzo turgido, umido, eccitato. Ha una cappella grossa e viola ed un’asta venosa che sembra voler esplodere.
Lei lo afferra dalle palle e lo avvicina ulteriormente a noi. Punta la cappella verso di me e con una mano sulla mia nuca mi avvicina a quel glande. Io non me lo faccio ripetere e proprio mentre sto per prenderlo in bocca scorgo Cheistian poco distante che mi guarda mentre una delle due signore lo cavalca. Che bello che è.
Lecco l’asta nerboruta del ragazzo partendo dalla base e risalgo verso la punta. Se i film porno mi hanno insegnato qualcosa, ora dovrò fare un po’ di moine. Loro due sembrano parecchio succubi di queste dinamiche.
Allora faccio una faccia sorpresa, quando avvolgo le labbra attorno alla sua cappella ed inizio a succhiarla. Mugolo e ansimo più forte del normale mentre lei accompagna i movimenti della mia testa.
“Ti piace come te lo succhia?” chiede lei.
Lui sembra in preda all’estasi. Lei alza i talloni sul divanetto ed allarga le gambe iniziando a sgrillettarsi, accompagnando i gesti a paroline sconce verso il suo uomo. Robe tipo “oh sì fatti succhiare il cazzo, guarda come godo…” e cose così.
Io non ci penso e allora decido di concentrarmi su quel cazzo, che sarà pure quello che in quel momento passa il convento, ma tutto sommato poteva andarmi peggio.
Lo afferro con la mano destra e lo sego, mentre muovo bocca e lingua ritmicamente. Con la mancina intanto mi tocco.
La ragazza ansima accanto a me, loro si guardano tanto, ma lui guarda moltissimo anche me. Sento la sua asta pulsare e allora provo ad infilarmelo in bocca più che posso. Lo sento toccarmi la gola e cerco di trattenere il riflesso esofageo finché posso. Finché non tossisco e lacrimo. E allora prendo fiato e ricomincio, lasciando dietro di me litri di saliva.
“Guarda che brava, questa troietta…” dice lei, chiaramente la figura dominante della coppia. “Guarda che brava…”
Lui ansima e grugnisce e non sa più cosa guardare, se lei che si scopa da sola con quattro dita nella passera o me, che gli sto ingoiando il cazzo mentre di dita dentro me ne sto infilando appena due.
“Oh… oh sì… oh sii…” dice lui mentre lo lavoro con la bocca come una professionista. Lei forse capisce e in tutta fretta si avvicina col busto a noi.
“Vuoi sborrare eh? Vuoi sborrare?” dice, mentre prende a massaggiargli le palle e avvicina il suo viso al mio.
Lui contrae tutti i muscoli del corpo ed esplode in un orgasmo forte che lo fa quasi urlare. Schizza sulle nostre maschere, sulle nostre bocche avide e sulle toghe in prestito.
Lei sembra essere super galvanizzata, dall’orgasmo del suo uomo e praticamente mi lecca via con la bocca tutta la sua sborra dalle guance e dalla maschera.
Lui è sfinito e si accascia tra di noi. Posa una mano sulla mia gamba nuda e l’altra su quella della compagna. Distrattamente leggo sulla pelle della mano, tra indice e pollice, una data e accanto una stellina. Io quel tatuaggio lo conosco bene. Ci metto un secondo, a realizzarlo. È la mano che firma i progetti che dall’agenzia per cui lavoro vengono poi proposti ai clienti. In poche parole, ho appena succhiato il cazzo del mio capo. E la sua ragazza, che poi è la tizia dell’amministrazione, cioè quella che mi fa le buste paga, è quella che mi ha leccato via la sua sborra dalla faccia.
In un attimo di inspiegabile panico decido di alzarmi e raggiungere Esther, appena uscita da un privè.
Devo proprio raccontarle tutto.
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