Pompino a sorpresa

estasi io
5 months ago

All’incirca un anno fa avevo deciso di tornare a casa della mia famiglia e avevo prenotato un volo. Poi però con la storia del covid le cose si erano complicate e avevo rinunciato all’ultimo momento. Avevo salutato Matteo il giorno prima, ma non gli avevo ancora detto del mio cambio programma. Volevo fargli una sorpresa e andarlo a trovare a casa sua, utilizzando la copia delle chiavi che mi aveva lasciato per qualsiasi evenienza. Era un sabato pomeriggio e sapevo che non sarebbe andato nel suo studio, anche se per lui il sabato è lavorativo. Insomma l’idea era entrargli in casa e fargli la festa. Ma dopo aver girato la chiave e aperto leggermente la porta, presa un po’ dal disagio sono subito entrata in casa e ho richiuso la porta dietro di me. Questo perché si sentivano in casa gemiti ed urla di diverso tipo e l’ingresso aperto faceva uscire quegli schiamazzi inevitabilmente fuori lungo le scale. Erano chiaramente gemiti di donna, ma non riconoscevo la voce di Matteo. Mentre poi in punta di piedi percorrevo il corridoio fino alla porta del salotto, ovvero la fonte da cui proveniva quell’orchestra del sesso, carpivo parole in lingua non italiana e mi convincevo già che Matteo si stava gustando un porno ad alto volume.

Sporsi la testa oltre l’uscio, in direzione dello schermo tv in salotto, e lo vidi spaparanzato sul divano chaise longue. Il divano era rivolto di spalle all’ingresso e scorgevo la sua chioma inclinata ad un lato della spalliera: dedussi quindi si fosse addormentato e non aveva proprio sentito il mio rientro a casa. Corsi in bagno a spogliarmi e darmi una sciacquata e disinfettata, restando solo con l’intimo che già indossavo, ordinato su Shein.

Come dicevo sopra, mi ero preparata per fargli una festa, ma pur avendo constatato che dormiva, l’agitazione mista ad eccitazione che avevo provato quando avevo aperto la porta d’ingresso, mi aveva resa più calda di quanto già non fossi. Andai in salotto per osservarlo meglio, lui e tutta la scena. Aveva adagiato sul divano, sotto di sé, un asciugamano da mare colorato, che di solito usava quando doveva masturbarsi in tutta comodità. Era tutto nudo, e sì, dormiva beatamente. Capii subito che aveva già consumato la sua sega fragorosa, perché aveva il corpo ancora pieno di schizzi. Erano tantissimi. Ma mentre lo osservavo più da vicino, annusando la sua pelle in totale silenzio, notavo alcune schizzate già visibilmente seccate sulla sua pelle, mentre altre erano un mix di grumi di sperma denso semiliquido, altre erano ancora fresche, prodotte da meno tempo. Si era dato alla pazza gioia, masturbandosi più di una volta quella sera. E perciò, notai con tanto interesse, che la sua eccitazione come lui era visibilmente addormentata, con il suo cazzo adagiato a lato, nello stesso verso della testa china. Dormiva con il sorriso in faccia, si era sfogato ben bene. Alla tv aveva caricato una sua personale playlist di video su un sito porno, osservavo allo schermo da 40 pollici, con il nome di una sua pornostar prediletta come titolo della playlist. Proprio in quel momento partì un nuovo video in cui sempre lei si sarebbe lasciata travolgere nell’ennesima gangbang con un gioco di ruolo tra gli attori. 

Mi rifocalizzai sul corpo del mio ragazzo, ormai esausto e rilassato, meritatamente, su quel divano. La chaise longue era rivolta frontalmente allo schermo, immaginavo quindi i diversi momenti precedenti il mio arrivo, in cui lui era tutto concentrato su ciò che guardava, con le mani in pasta e le sue smorfie, i suoi giudizi e insulti su ciò che succedeva in tv, su di lei. Quando penso ad un uomo che si masturba, che ha il suo sangue concentrato solo nel suo apparato genitale, quindi privo di senno, anch’io come lui lo perdo del tutto. Sorvolo in modo più ravvicinato il suo corpo, sempre a sua insaputa, mentre annuso la sua pelle e mi lascio ancora inebriare di quell’intenso, pungente, permeante aroma di sborra.Presa da un raptus di eccitazione, con il viso mi appropinquo in prossimità del suo scroto, e dell’asta addormentata. E’ lì che si aggira l’odore più pungente. Emetto profondi respiri, per lasciare che quel ristagno di odore mi riempia i polmoni interamente, per godere ancora un po’ di ciò a cui non ho potuto assistere. La zona era infatti ancora umida e zuppa di grumi, di gocce e schizzate, colate fino al suo sottopalla. Aveva le gambe spalancate, così ebbi modo di accovacciarmi e stendermi di petto sotto di lui, ficcando il mio naso in mezzo al suo vulcano post-eruzione.Gli baciai un primo testicolo, poi il secondo, infine dolcemente li avvolsi entrambi con le mie labbra e la mia lingua, calde e soffici, con l’intento di risvegliarlo. Matteo sbarrò gli occhi, rendendosi conto che aveva ora sotto il suo cavallo la mia faccia sorridente, mentre gli stavo ciucciando le palle.

M- Sto sognando cara? – mi dice.

Con un lieve gesto del capo gli faccio di no, per non perdere la dolce presa nella mia bocca, e con un dito indice teso verticalmente, portato ad altezza del mio naso, gli suggerisco di non preoccuparsi e restare in silenzio.

La sua smorfia era di stupore, di allegria, ma anche di dolore. Le sue palle erano probabilmente ancora indolenzite per lo sforzo che aveva esercitato nei momenti precedenti. E quindi rallento, fin quasi a fermarmi, tutti i movimenti interni alla mia bocca. Ma non lascio la presa. Come si fa con le radici di liquirizia, continuo a succhiare con estrema dolcezza tutta la sua produzione seminale residua nei pressi della sacca scrotale. In sottofondo la pornostar alla tv era già sodomizzata dai suoi predatori. L’asta di Matteo ha un sussulto, anche se già il suo corpo stava emettendo una serie di scariche pelviche, per via dell’estrema sensibilità di quella zona nervosa. La mia idea era capire dalla reazione della sua asta quante volte si fosse masturbato, e se ne aveva ancora un po’ per me.Con le dita esploro le sue cosce, la parte bassa del petto e l’addome, i lati della sua schiena, le zone dove risiedevano gli schizzi ancora liquidi di sperma. Dopo averli raccolti sul suo pube rasato, stacco la mia bocca a ventosa dalle palle e risucchio il bottino racconto, rendendomi conto che le gocce che assaporavo avevano sapori e consistenze diverse. Alcune erano più acide e liquefatte, altre ancora dense e dolciastre, in base a quando probabilmente erano state prodotte, se nella prima sega o nelle successive. Mentre degustavo il suo seme, sorridendogli, estasiata gli dico:

G- Dovresti abbassare un po’ il volume della tv quando ti diverti così, altrimenti tutto il condominio sa cosa combini.

M- Scusa amore, forse ho esagerato stasera… perché non so se ne ho ancora per te…

G- Quante volte sei venuto?M- Tre.

Allora provo a fare la stessa cosa che stavo facendo con le sue palle, ma stavolta con la sua corona, la cappella e il prepuzio. Senza succhiare quasi per nulla, idrato ed esercito con la lingua movimenti sussultori di resurrezione. Matteo era un mix di facce sempre più contraddittorie. Stacco un secondo e gli dico:

G- Se senti che esagero bloccami.

Così riprendo la mia resurrezione, mentre con le dita mi concentro sul suo sottopalla. Lievi pressioni del perineo, senza rinunciare a scendere ancora, fino al suo ano, sensibilissimo ma rilassato al mio cospetto. Con il mio indice leggero e non invasivo, circumnavigo il perimetro del suo ingresso anale, continuando con il pollice a schiacciare il perineo come fosse un massaggio deciso sulla schiena.Dopo un minuto scarso, tutto quello che Matteo stava subendo, assieme al porno proiettato alle mie spalle, lo risveglia in pieno. Senza però mai togliersi quella sua smorfia di sofferenza. In quel miracolo di idraulica e perversione, Matteo si era nuovamente eccitato. Senza mai più fermare le azioni delle mie dita, con la mia bocca mi impegnai per spompinare un cazzone che cresceva anche se non raggiungeva ancora lo stato perfetto di asta marmorea. Ma a me importava solo che mi sborrasse in bocca l’ultima essenza che aveva dentro di sé.I movimenti ad azione costante lo rendono sempre più eccitato. Gli rivolgo lo sguardo e lui scuotendo il capo mi sussurra:

M- Sei proprio una porca…

Io con una delle mie mani riemulo il gesto del restare in silenzio e gli indico lo schermo della tv, alle mie spalle, invitandolo a non deconcentrarsi su ciò che quella pornostar stava subendo in quei momenti: in tv erano tutti pronti per il facial finale.Così mentre osservava l’attrice che veniva ricoperta di volta in volta, Matteo mi chiese sempre con espressione disperata:

M- Più veloce, più veloce…

Presi la rincorsa e così mi preparai a quei secondi finali, in cui qualcosa paragonabile a della lava bollente, mi schizzò in bocca e in gola, quell’ultima essenza tanto agognata. Approfittando del volume alto, Matteo si lasciò andare anche a dei gemiti molto sentiti, quasi delle urla di sfogo.Mi godetti quel momento gustando tutto ciò che potevo, non smettendo ancora infine di baciare e leccare le sue palle ormai svuotate.

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