Quella volta nel bosco

estasi io
2 months ago

Una sera di fine luglio col mio migliore amico decido di andare nel bosco a cercare un po’ di frescura e passare un paio d’ore tranquilli, guardando le lucciole e la città dall’alto del monte. Scendiamo dall’auto e, in piedi appoggiati agli sportelli, cominciamo a chiacchierare del più e del meno fino a confessargli che in quel periodo accusavo la mancanza di sesso. Scherzandoci su, si accarezza la patta dei pantaloni e guardandomi maliziosamente mi dice: “Beh se ti manca così tanto posso aiutarti, in fondo gli amici ci sono per aiutarti a superare ogni difficoltà!”. Ci rido su, ma sono troppo vogliosa e gli accarezzo il pacco, accorgendomi che è già gonfio. Ho sempre saputo che ha dell’attrazione nei miei confronti, ma ho sempre voluto separare l’amicizia dal sesso. Solo che in quel momento sono accecata dal desiderio e sentirlo eccitato sotto la mia mano, fa scattare la porca che è in me. Me ne frego dei freni che avevo imposto e lui si lascia andare, intuendo cosa voglio fare.

Comincio a stringere la presa, senza guardarlo in faccia. Lui si sposta di fronte a me, togliendomi la mano dai suoi pantaloni e guardandomi mi chiede se sono sicura di quello che sto facendo. “Voglio il tuo cazzo, so quello che ho detto in passato, ma ne ho voglia ora. Se non vuoi, va bene, ma se vuoi anche tu, non fermarmi. Lo vedo quanto sei eccitato, è grosso e lo voglio succhiare”. Non se lo fa ripetere, mi sbatte alla macchina, baciandomi, spinge tutto il suo corpo contro il mio, facendomi sentire la sua erezione crescere a dismisura. Mi scompiglia i capelli come se non vedesse l’ora di farlo, mi palpa il seno, stringendomelo così forte da farmi emettere un gemito. Sollevo una gamba per farlo avvicinare ancora e sentire l’erezione premere sulle labbra calde. Con una mano scende tra le mie cosce e senza attendere, infila due dita dentro di me facendomi sussultare di piacere. Comincia a masturbarmi, bagnandosi le dita con i miei umori, sono così tanti che ne aumenta il numero. Mi sento allargare, rilasso i muscoli accogliendolo fino in fondo e fino ad avere un orgasmo. Lì, in piedi, tra la sua mano e la macchina parcheggiata.

Ho così voglia che un orgasmo non mi basta, voglio il suo cazzo. Mi abbasso e gli slaccio i pantaloni, liberando l’animale in trappola. Vengo colpita dalla grandezza e sorrido, pensando che mi riempirà a dovere. Finalmente! Lo prendo in bocca, tutto. Subito. Fino in fondo, fino a strozzarmi e a lacrimare. Non l’ho mai visto così grosso e questo mi eccita ancora di più. Lo guardo dal basso, eccitato, con la bocca semiaperta e la testa all’indietro. Le sue mani sul mio viso che accompagnano i movimenti del pompino. Avanti e indietro, sempre più dentro. Sbavo su di lui, mi cade saliva ovunque. Mi rialza di prepotenza e toglie il vestitino, lasciandomi nuda. Mi giro per riporre i vestiti in auto, piegandomi sul sedile e non faccio in tempo a lasciarli che mi sento afferrare da dietro. Sento le sue mani affondare sul mio culo, con un piede mi allarga le gambe e sento la punta allargarmi le labbra.

Mi dilato ad ogni suo centimetro. Entra ed esce lentamente, facendomi bagnare ancora e poi di colpo tutto dentro. Sento un lampo, un dolore misto a piacere fin nello stomaco. E poi ancora e ancora, mi scopa a pecora sul sedile, sculacciandomi. Eccolo lì, un altro orgasmo, questa volta più intenso. Le gambe cominciano a tremare, inizio a squirtare senza sosta, gli umori si dirigono a fontana a terra e cominciano a seguire la pendenza del terreno. Continua a scoparmi ancora più forte, eccitato vedendomi squirtare in quel modo. “Sei proprio una grandissima maiala, tesoro, mi piace”, mi afferra il seno e lo sento godere intensamente fino a raggiungere l’apice. All’improvviso sento un vuoto, come se mi avesse stappata, e un calore liquido schizzarmi sulla schiena e sul culo. È venuto su di me, il mio migliore amico. Ho scopato con lui e credo che lo rifarò ancora. In fondo gli amici ci sono sempre, per qualsiasi cosa!

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