Uno strano trio
L’avevo conosciuto in palestra, che poi conosciuto non è proprio il verbo giusto.
L’avevo incrociato in palestra diverse volte, anzi a dire la verità l’avevo incrociato nello spogliatoio della palestra tante volte. L’avevo notato perché… perché era bellissimo, un fisico perfetto, non troppo muscoloso. Un viso dolce e sorridente e … un uccello davvero impressionante.
Non sono mai stato attratto da un altro uomo, ma con lui fatico a non guardarlo, con un misto di invidia e desiderio.
Più volte mi aveva sorpreso a guardarlo, ma era davvero difficile che lo sguardo non ti cadesse proprio lì e lui lo sapeva bene.
Girava per lo spogliatoio completamente nudo con un sorrisetto compiaciuto sul viso.
Un giorno, mi stavo allacciando le scarpe quando me lo trovo davanti, con le mani sui fianchi e l’uccello bello teso verso di me, faceva impressione, non avevo mai visto un uccello così grosso, non avevo mai visto un uccello così da vicino.
La mia espressione deve averlo divertito molto perché scoppia a ridere facendolo sobbalzare davanti ai miei occhi.
“ti piace”
“…”
Mi guardo intorno siamo soli.
Si sega lentamente
“ti piacerebbe toccarlo!?”
“…”
Si avvicina sempre di più con fare minaccioso.
“ti piacerebbe prenderlo in bocca!?”
“…”
“non rispondi? Eppure l’ho visto come mi guardi!”
È davanti al mio viso, davanti ai miei occhi, sento il profumo del suo docciaschiuma.
Mi colpisce forte su una guancia con quel manganello di carne, me lo sbatte in faccia, io sono impietrito.
“Giovanni!?”
“è mia moglie che mi chiama!”
lo dico con un filo di voce con il suo uccello che mi struscia sulle labbra.
“dici che piacerebbe pure a lei?!”
Ride e si allontana lasciandomi andare.
Scappo letteralmente, quando apro la porta per uscire mia moglie è proprio lì davanti, la vedo avvampare improvvisamente e distogliere lo sguardo, mi giro e lui è in mezzo allo spogliatoio con l’uccello enorme in bella vista.
Andiamo verso casa in silenzio, siamo in imbarazzo entrambi ma non ne parliamo,
Ho sulle labbra il suo odore, mi sento strano, mi ha sbattuto il cazzo in faccia e io, non so dovrei essere almeno arrabbiato… no, non so come dovrei sentirmi, so solo che sono eccitato, tanto, troppo.
La volta dopo ce lo ritroviamo in palestra, scopriamo che è un personal trainer, ma oggi si allena da solo, vedere quei muscoli lucidi in tensione e sapere cosa nascondono i suoi pantaloncini mi eccita, ma noto che non sono l’unico, pure mia moglie non lo perde di vista un secondo.
Me lo trovo spesso a fianco come per caso, ma vedo che ronza molto anche attorno a mia moglie guardandola con interesse, ogni tanto le da qualche consiglio e le fa vedere il movimento che deve fare.
Ho come l’impressione che più volte si strusci a lei, ma non ne sono sicuro, forse lo immagino o lo desidero soltanto.
Noi due siamo qua per rimetterci in forma e perdere quei chiletti di troppo che a me si depositano tutti sulla pancia e lei su culo e tette. Se devo dirla tutta a me i suoi chili in più piacciono davvero tanto e vedo che anche a lui non fanno schifo, anzi.
Sto facendo la doccia tranquillo quando me lo trovo accanto.
“molto bella tua moglie”
“grazie”
Si insapona tutto, consapevole dello spettacolo che mi sta dando, mentre mi guarda l’uccello che cresce.
Si sono eccitato.
Poi inizia a segarsi lentamente guardandomi fisso, non so dove guardare, ma poi non posso fare a meno di fissare quel mostro di carne che viene accarezzato con cura.
Inizio anche io a segarmi come sta facendo lui, sono eccitato come un ragazzino.
Quando esplode e il primo schizzo mi raggiunge sulla pancia poi dirige i getti sul mio uccello, è una cosa fuori di testa, mi esplode il cervello ed esplode pure il mio uccello sparando verso il suo corpo perfetto.
Il tempo per riprendermi e scappo dalla doccia e mi rivesto velocissimo mentre sento la sua risata dalla doccia.
Non ho mai fatto una cosa del genere neppure da ragazzino.
Quando apro la porta per scappare da mia moglie, lei è lì davanti che mi aspetta, ci giurerei che ha allungato il collo per guardare dentro, poi arrossisce.
Come sempre lui è al centro dello spogliatoio, questa volta però ha l’uccello moscio, ma anche così è una bella bestia.
Mi sento in colpa, come se l’avessi tradita, ma più ci penso più mi eccito nuovamente, non vedo l’ora di tornare in palestra.
Lungo la strada lei mi fa un sacco di domande su “quel bell ragazzo”, ma io ho davvero poco da dirgli, vedo però che mi osserva e studia le mie reazioni, come se sapesse che le nascondo qualcosa, non accenniamo mai ai suoi attributi, ma il sott’inteso è nell’aria l’eccitazione è palpabile, tanto che arrivati a casa scopiamo eccitati, tutti e due immaginando scenari in cui il protagonista è solo e soltanto uno.
Da quel momento vivo in un mondo confuso dove rivivo quel momento mille volte, ogni volta con una sensazione diversa ma … lo desidero e questo mi spaventa, ma non posso farne a meno, voglio toccarlo, stringerlo, bacialo.
Io che amo le donne, quelle vere con le curve abbondanti, le tette grosse e il culo largo, come mia moglie.
La guardo e immagino scenari e situazioni impensabili fino a pochi giorni fa…
Le volte dopo però gli incontri in palestra sono solo casuali e di pochi minuti, ma gli sguardi tra noi tre sono carichi di tensione, desiderio, promesse, niente di più purtroppo.
Me ne torno a casa sempre un po’ deluso.
Fino a questa sera.
Entriamo in palestra, c’è poca gente, non c’è il solito istruttore, al suo posto c’è lui.
“Marco si è preso l’influenza, lo sostituisco solo per questa sera”
È bravo nella veste ufficiale di istruttore, disponibile e carino con tutti, anche se con noi lo è di più, ci cambia anche qualche esercizio e ce ne aggiunge altri, ci sta facendo lavorare da matti.
Questa volta non ci sono dubbi, si appoggia più volte a mia moglie facendogli sentire la mazza, ne sono sicuro perché la vedo arrossire e poi… fa lo stesso con me.
Sono fradicio di sudore ed eccitazione, i muscoli iniziano a chiedere pietà quando mi accorgo che è tardi e in palestra siamo rimasti solo io e mia moglie a fare gli ultimi esercizi.
“dov’è finito?”
“non ne ho idea!”
“eccomi eccomi! Scusate avete finito?” ricompare in quel momento dal corridoio con il suo sorriso da pubblicità.
“si basta io non ce la faccio più” ci incamminiamo verso gli spogliatoi
“e poi mi sa che la palestra adesso chiude”
“ho già chiuso in verità, ma non vi preoccupate fate con calma, ho le chiavi!”
Ci dividiamo negli spogliatoi scambiandoci una lunga occhiata.
Siamo nudi nelle docce come l’altra volta, uno davanti all’altro a segarci lentamente, vorrei allungare la mano ma non so se posso, quando sentiamo aprirsi la porta, compare mia moglie ancora vestita con il suo borsone.
Io faccio un salto impaurito coprendomi mentre lui si volta sorridendo compiaciuto, come se l’aspettasse.
“di la non c’è nessuno, non mi piace stare sola!” le trema un po’ la voce mentre lo dice, è palesemente una scusa.
La guardo spogliarsi davanti a noi, non la riconosco, non è una cosa da lei, come dopo tutto non è da me segarmi con un ragazzo.
È paonazza quando toglie il reggiseno sportivo e le mutande, facendo esplodere tutta la sua abbondanza, poi alza lo sguardo verso di noi, fiera e petto in fuori si dirige verso la doccia davanti a noi.
Sono imbambolato, ma mi risveglio quando sento qualcosa toccarmi la mano, è il suo uccello duro e teso.
Come in trance inizio a segarlo lentamente, è davvero grosso, lungo e largo oltre che davvero bello, da un senso di forza, di potere, tenerlo in mano.
Si gira verso di lei, che continua a farsi la doccia guardandoci fissi.
Ora sono dietro di lui, lo sto segando mentre guarda mia moglie, mentre il mio uccello spinge sulle sue chiappe che si muovono a ritmo, mi sta segando con il culo.
Ha una schiena enorme, forte e due chiappe tonde dure, mi copre la visuale, non mi accorgo che mia moglie ha spento l’acqua della doccia e sta uscendo infilandosi l’accappatoio.
Usciamo anche noi e la seguiamo nello spogliatoio.
La troviamo di nuovo nuda che si asciuga i capelli davanti allo specchio, come se nulla fosse.
Le vado davanti e la bacio, anzi ci baciamo, mentre faccio vagare le mie mani su di lei, le piace, il suo bacio è carico di passione, ma quando arrivo tra le sue gambe trovo un intruso.
È lui che da dietro le ha messo l’uccello tra le gambe facendo uscire la cappella davanti, ogni volta mi stupisco delle sue dimensioni.
Mi allontano a guardarli, lui è dietro di lei che la tiene per i fianchi, non la sta penetrando, ma anche solo sentirlo così la manda in estasi.
Mi siedo sulla panca davanti a loro, lecco quella cappella enorme e il suo clitoride poco sopra, entrambi gradiscono il trattamento mentre si strofinano uno sull’altra, lei sta bagnando tutto, adoro il suo sapore misto a quello di lui, mi blocca la testa e la tira contro di loro alzando una gamba, la sua cappella affonda nella mia bocca, è strano, è grande, è buono.
Ma poi mi tira via per i capelli e si china a baciarmi, le faccio sentire il sapore del loro incontro.
Poi lo vedo.
Vedo quando entra dentro di lei.
Lo vedo dai suoi occhi che diventano enormi, si allargano sempre di più, la sua bocca si apre in un urlo muto mentre si aggrappa ai miei capelli bagnati.
Quando arriva in fondo lei chiude gli occhi qualche secondo poi li riapre quando lui inizia a spingere, lo fa con sempre più forza, la sta aprendo davanti ai miei occhi.
La tiene per i fianchi e spinge tutto il suo uccello dentro di lei con forza, ma lei dopo poco, non riesce a tenere le spinte e finisce su di me, ci ritroviamo stesi sulla panca.
Lei su di me con le sue tettone sul mio petto, lui che la trapana senza pietà con il suo cazzone e io con l’uccello schiacciato sotto di loro che godo del loro movimento, le palle di lui che sbattono sulle mie.
Lentamente rallenta il ritmo, sempre più piano, fino a fermarsi, si sfila da lei, la sento riprendere fiato mentre il suo uccello bagnato struscia sulle mie palle.
Poi sento la bocca di lui prendere possesso del mio uccello, lo pompa un paio di volte, lo prende fino in gola con abilità, mamma mia che pompino, poi lo indirizza dentro di lei.
È un lago, enorme, bagnata, inizia a muoversi piano piano con dolcezza, mentre mi bacia.
Io non sento nulla tanto e larga e credo che per lei sia lo stesso.
Con la coda dell’occhio lo vedo armeggiare nel borsone, prende un tubetto.
Ok mi preoccupo, con quell’affare può fare davvero del male nel culo.
Mi sposta le gambe e mi sfila da lei, la fa avanzare un po’, lei impaurita si volta a vedere che succede, giusto in tempo per vedere il mio uccello affondare nel suo culo bello oliato ed allenato.
Lei lo guarda con gli occhi fuori dalle orbite, io non vedo ma sento molto bene, affondo fino in fondo, è accogliete come una figa, solo più stretto, ma mica poi così tanto.
Si assesta per bene, poi prende mia moglie per i fianchi e la impala di nuovo.
Tiene ferma mia moglie schiacciata su di me, è lui a fare tutto, noi non possiamo muoverci.
Avanza con il bacino e spinge dentro di lei, arretra e si incula con il mio uccello.
Non passa molto che vedo l’orgasmo di mia moglie crescere ed esplodere in un urlo fortissimo e poco dopo anche io sparo tutto il mio seme nel suo culo.
Continua ancora qualche attimo ma poi si sfila, siamo orami due bambole inanimate.
Viene da noi e ci sbatte l’uccello in faccia, abbiamo ancora un po’ di forza per aprire la bocca, è bagnato di mia moglie, è buono, passa da una bocca all’altra, infilandoci la cappella e quel poco altro che riusciamo a prendere.
Vedo che mia moglie è più brava allora mi dedico a quelle palle gonfie che vedo qua sotto leccandole, mentre lui pompa la sua bocca, è incredibile vedere da così vicino questo bestione entrare nella sua bocca così dolce con quelle labbra che adoro baciare.
Prendo in bocca un testicolo e lo succhio quando lo sento finalmente esplodere scompostamente.
Mia moglie non riesce a gestirlo, sento il suo seme bollente colare sulla mia faccia, poi stanca si abbandona su di me.
Si allontana da noi, ci guarda, in piedi con l’uccello che enorme punta verso il basso colando sul pavimento, poi si dirige sotto la doccia.
Rimaniamo ancora qualche secondo così, sfiniti e sporchi di lui, abbracciati l’uno all’altra.
“dai ragazzi è ora di andare a casa!”
Con lentezza ci alziamo i muscoli tutti indolenziti, ci facciamo una doccia veloce, non ci guardiamo in faccia, lo sguardo basso, ci rivestiamo senza un fiato, mentre lui già pronto ci guarda attento.
Usciamo assieme, aspettiamo che spenga le luci e chiuda tutto a chiave, ci ritroviamo in strada in silenzio, in imbarazzo.
“se volete faccio anche il Personal Trainer privato, anche a casa dei clienti, non prendo tanto, vi lascio il mio bigliettino con il numero, vi farebbe bene perdere qualche chiletto”
Lentamente alzo lo sguardo ed incontro quello di lei, c’è desiderio, paura, ma soprattutto orgoglio, mi prende la mano e la stringe forte, mentre allunga l’altra a prendere il bigliettino.
“grazie”
“grazie a voi!” ci fa l’occhiolino e si allontana lungo il marciapiede.
Rimaniamo qualche secondo a guardarlo.
“ comunque a me i tuoi chili di troppo piacciono!”
Mi sorride.
“andiamo a casa? Ho fame!”
“anche io!” la bacio.
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