L'oggeto del desiderio

estasi io
4 months ago

Il tv acceso nel tinello illumina la stanza, il caffè appena fatto profuma l’aria ed i soliti programmi pomeridiani fanno da colonna sonora ai pensieri e ricordi che affolano la mente di Maria. 

I ricordi si seguono uno dietro l’altro negli occhi sognanti di Maria. Le gioie per i figli, i natali passati in famiglia, le cene con gli amici ed ancora arrivano ancora più lontano al matrimonio, che dura da oltre 20 anni, e poi virano al viaggio di nozze, vissuto fra le bellezze italiane. Tutti ricordi belli coinvolgenti ed appaganti. 

In mezzo ai tanti ricordi ecco riaffiorare e salire agli occhi un ricordo che fa arrossire Maria, il viaggio in Salento. 

Il ricordo di quelle spiagge caraibiche, dei lindi posizionati vicino alla sorgente che sfocia in spiaggia creando un fiumiciattolo ed ancora la pineta che risulta essere utile per nascondersi dai raggi del sole troppo forti. Un paradiso. 

Una vacanza condivisa con Ruggero il suo fresco sposo, giovane, pieno di vita e di voglia di fare. Una settimana di rilassante armonia, quando anche lei era giovane, splendida, curiosa e piena di vita. 

Questo ricordo salentino è un ricordo birichino. 

Nei primi tre giorni passati sulla spiaggia aveva potuto notare e conoscere dei frequentatori abituali dei lidi. Vicini di asciugamano, di ombrellone, d’ombra in pineta. 

Proprio la pineta gli aveva fatto conoscere Badru, un giovane Nigeriano che aveva la sua bancarella di oggetti protetta da pini. 

Maria e Badru nei tre giorni avevano scambiato qualche chiacchiera, soprattutto quando Ruggero si dilettava alla sua oretta di  beach tennis, oppure alla sua uscita in canoa. 

Durante uno di questi svaghi sportivi di Ruggero, Maria era stesa in pineta, in una zona più nascosta, per poter sonnecchiare meglio, la notte prima era stata movimentata e tardiva. 

Durante questa penichiella pomeridiana, vede scappare Badru verso gli alberi più lontani, lei è quasi invisibile a terra, e sicuramente lui non era in grado di scorgerla, ed eccolo si abbassa i pantoloncini e tira fuori il suo grosso, grande, lungo ed impressionante cazzo nero come l’ebano per poter urinare. 

Quella visione, quel ragazzo dalla pelle lucente e dalla dote enorme, saranno per tutto il pomeriggio e la seguente notte un chiodo nella mente di Maria e tutto quel pensare e ripensare fanno salire dentro la sua mente e fra la sua carne un desiderio, una voglia ed una curiosità mai provate. 

Lo vuole.

Si, vuole provare a sentire quel corpo di marmo nero, sul suo, quei muscoli che la schiacciano, ma anche quella lunga e grossa asta penentrarla e farla godere. Che mente malandrina che tengo, pensa mentre fa la doccia prima di andare in spiaggia con il suo Ruggero. 

Tutto il tragitto dall’albergo alla spiaggia è dedicato al fantasticare, al pensare come poter approfittare di quella visione, di quel corpo e di quel cazzo ENORME. 

Tante sono le idee e le scuse che prova e riprova a costruire, ma quella che la convince di più è abbastanza semplice e facile.  

Approfittare dello sport giornaliero di Ruggero ed usufruire della cabina che hanno affittato per non trasportare tutti i giorni i vari accessori dalla spiaggia. 

Visto che la cabina potrebbe essere usata anche da Ruggero il primo pensiero che le viene in testa è quello di chiedere al lido una seconda cabina per la giornata, da affittare in modo segreto e tra l’altro in mente ha già deciso quale cabina chiedere. 

Come la lampadina di archimede si illumina nella vignetta di un fumetto, così si accende il sorriso sul volto di Maria che ha ormai deciso il suo piano nella mente. 

Finalmente sono arrivati in spiaggia, tutto deve filare come gli altri giorni, ma deve anche trovare il modo di approcciare con Badru, quindi caffè al bar del lido, bagno ristoratore, lettino e crema solare, tutto come sempre, ma ecco la sapiente inventiva Napoletana che ha partorito la scusa madre di ogni scusa, i regalini per i parenti. 

“Ruggero, arrivo alle bancarelle per vedere se c’è qualche pensiero da prendere per i parenti”

Pronunciando questa semplice frase si sente come catwoman. 

Si sente euforica per aver trovato l’argomento corretto e potrà avere il giusto tempo da dedicare a Badru. 

Una volta arrivata alla bancarella trova l’adone nero come al solito intento a sistemare gli oggetti tipici, i suoi muscoli sono contratti e dal pantaloncino tirato dalla posizione si può notare l’evidente gonfiore del suo pacco. 

In mezzo alle gambe Maria sente fremere, ma cerca il controllo e tenta di rimanere lucida. 

Visiona, sceglie e valuta diversi oggetti ed alla fine decide di mettere in scena la sua storia. 

“Senti Badru, ho deciso che vorrei prendere questi articoli, ma adesso non li voglio portare sotto l’ombrellone. Potresti alle ore 15.00 portarli alla cabina 25 in modo che li metto al sicuro e poi questa sera, quando torno in albergo, li porto con me. Ti sarei molto grata.” 

Avuto l’assenso dal giovane nigeriano, torna felice al suo ombrellone. 

La mattina scorre veloce e come d’incanto sono quasi le 15.00. 

Il suo appuntamento sta per arrivare è Ruggero invece tarda a prendere la strada per la sua partita di beach tennis e la seguente uscita in canoa. 

La preoccupazione sale, sale, sale, ma ecco improvvisamente Ruggero si alza, saluta e va.

Maria si sente finalmente libera, adesso è il momento.

Subito, indossa un pareo e vola verso la cabina 25, era riuscita la mattina durante il caffè a corrompere il bagnino ed avere la cabina che voleva, una cabina distante dalle altre, attaccata alla pineta ed era sicura di poter godere di una certa riservatezza, daltronde non vuole dare certo spettacolo. Si tratta sempre di una giovane sposa novella. 

Entra veloce in cabina, controlla la situazione, una lampadina che si accende ad intermittenza, una sedia non proprio comoda, ma un buono spazio per muoversi ed un tavolino in plastica. 

Giusto il tempo di guardarsi intorno ed alla porta si sente il rumore del bussare.

Ecco è arrivato il momento. 

Apre la porta, davanti trova Badru, che per effetto del gran caldo è già senza maglietta e lascia in bella mostra tutti i suoi muscoli e gli addominali scolpiti. 

Bello, più bello di quanto potesse ricordare dal giorno prima. 

Nelle braccia tiene i regali che lei aveva scelto la mattina. 

“Badru ti prego entra così puoi appoggiare sul tavolo gli oggetti.”

Il ragazzo entra, si avvia verso il tavolo posizionato nel fondo della cabina e Maria chiude e blocca la porta alle sue spalle. Lo segue a brevissima distanza e quando il ragazzo, dopo aver appoggiato gli oggetti sul tavolo, si gira per tornare indietro trova Maria attaccata al suo corpo. Lo stupore è grande e diventa ancora più grande quando questa donna bianca lo bacia con passione e lo abbraccia con calore. 

I primi istanti sono passivi per Badru non è riuscito subito a capire quello che sta succedendo, ma rinviene subito il leone guerriero della savana africana. 

Risponde con ancora più vigore al bacio e subito comincia ad utilizzare le mani per conoscere ed esplorare il corpo avvenente di Maria. 

Il desiderio covato nella notte e nella mattina ha reso Maria affamata di quella carne lucente. Il misero pareo che copriva, giusto l’indispensabile, è già caduto a terra al primo tentativo di Badru di toccare i fianchi di Maria. Lei invece continua ad accarezzare con cura il corpo del ragazzo, sente scorrere sotto le sue dita le curve dei muscoli, il calore della pelle, la forza che sprigiona quel corpo la pervade, le fa perdere pudore, la fà sentire una Leonessa in caccia. 

Proprio come una cacciatrice lascia scivolare le sue mani sul pantaloncino di Badru e lo abbassa fino a metà coscia, il movimento risulta più difficile del previsto, perchè il ragazzo è già in tensione, da sotto il pantaloncino esce fuori un enorme cazzone di carne nera che brilla. 

Maria lo soppesa con le mani, quasi non riesce a tenerlo tutto fra le mani, “MAMMA MIA”, pensa veloce, e continua a muovere questo cazzo.  

Ormai il sesso di Badru è scoperto, le pulsa fra le sue mani, lei lo vuole sentire, smette di baciare e con le labra attacate al corpo del ragazzo scende verso il ventre, sentendo nella bocca il sapore della pelle, del sudore, ma anche tutte quelle curve che i muscoli disegnano. 

La sua corsa finisce quando trova finalmente l’asta tesa e dura, la lecca e mentre lo fa si rende conto che è anche più grande di quanto pensava, questo la stuzzica ancora di più, continua a leccare, e dal corpo venoso passa alla cappella, grande e completamente scoperta, si sofferma a sentirla sulle labbra e sulla lingua, la lubrifica e l’assaggia, la appoggia e la toglie e mentre effettua questi movimenti, Badru reagisce al suo tentennare, le afferra il capo e le forza il membro in bocca, ed affonda trovando la stessa calda, umida, accogliente e piacevole. 

Il cazzo di Badru non è tutto dentro, ma ha già riempito la bocca di Maria e lui non sembra volersi accontentare e spinge ancora, lei si irrigidisce, ma lui continua non lasciando neanche per un secondo la testa, ma anzi la piega per facilitare la sua costante penetrazione e spinge ancora, ed allora la gola si allarga ed accoglie ancora altri centimetri di tutta quella carne fino a creare la sensazione di un conato di vomito.  

Badru si rende subito conto ed estrae il sul cazzo completamente coperto di saliva. 

Ormai è accecato la vuole possedere. 

Non le lascia il tempo di riprendersi dal soffocamento, la solleva quasi di forza dalle ascelle, l’appoggia ed attacca al suo petto e la fa scivolare sul suo cazzo teso e bagnato, nel farlo il cazzo incontra il costume di Maria, ma questo oppone una residua resistenza e si sposta sotto l’importante pressione che Badru imprime nel tentativo di penetrare Maria. 

Il rumore che si genera è come quello di un tubo messo sotto pressione, il cazzo spinge il costume, spinge le grandi labbra e scivola dentro in vagina ed ancora nel collo dell’utero ed ancora più in fondo. Maria è piena come un uovo, piena in lunghezza, ma anche in larghezza, perché Badru è muscoloso in tutto il suo corpo. 

Il cazzo sta allargando le pareti vaginali di Maria come nessuno prima aveva mai fatto, lei si sente piena, si sente tirare, si sente come non riesce a comprendere, tante sono le emozioni che prova contemporaneamente. 

Quando Badru inizia a spingere su e giù dentro di lei comincia a venire copiosamente in modo quasi continuo, una sensazione che non aveva mai provato e che cresce man mano che il ragazzo continua a saziarsi di lei. 

Il suo essere così eccitata la rende inerme a Badru che approfitta per sollevarla e poi la lascia cadere a peso morto sul cazzo duro. Maria lo vuole sentire sempre di più e per renderlo ancora più intenso si lascia libera di scivolare sul petto del ragazzo, tutto questo salire per poi scivolare, libera i suoi seni che incontrano la carne di lui. Adesso lo può sentire contemporaneamente con tutta se stessa e riesce ad emettere finalmente dei suoni oltre ai semplici amplessi. 

“Più veloce, ancora più veloce” sono le prime parole che Maria riesce a pronunciare.

Badru è un cyborg, ed esegue il comando della donna, subito accelera la sua azione, il corpo di Maria già sconquassato dalla carne dell’uomo, risponde ancora una volta producendo una sensazione di totale appagamento. 

La donna continua a venire come una fontana, e Badru scivola dentro di lei con una tale velocità che si sentono gli schizzi degli umori finire a diversa distanza dai due. 

Badru però non riesce ad arrivare fin dove vuole, lui vuole andare ancora più in fondo. 

Arresta la sua folle corsa nel corpo di Maria, la fa scendere dal suo cazzo e la gira verso il muro di legno della cabina. 

La donna ha le mani appoggiate al muro, il busto piegato e Badru dietro ad altezza sedere che con le mani ferme sul suo cazzo ha già puntato nuovamente la cappella verso le grandi labbra. 

Il colpo di reni che affonda nella vagina è devastante. La sua asta affonda nella carne, trova l’ostacolo della stessa e lui affonda ancora, Maria non regge la pressione con le braccia e le piega trovandosi con il viso schiacciato contro il legno della cabina, ma la stessa cabina riceve il colpo come se fosse stata penetrata da Badru. 

L’aria si riempie di un “ohhhhhhhhh” 

Badru riprende a scopare furiosamente la donna ed il rumore del sedere che sbatte contro il suo ventre sembra un tamburo vighingo che invita alla lotta i guerrieri sul campo di battaglia, i colpi sono forti, duri, secchi, profondi e spaccano, riempiono, lacerano e sconquassano Maria come un treno lanciato in galleria. 

Maria rimbalza fra il corpo di Badru ed il legno della baracca e da fuori si sente come se qualcuno stesse bussando o martellando i muri di legno della cabina. 

In tutto questo Maria continua, ogni volta che accoglie Badru, a venire. Non credeva possibile che il suo corpo potesse reggere tutti quegli amplessi e potesse produrre tutti quegli umori. 

Badru non è ancora venuto, incredibile, questo ragazzo ha una resistenza invidiabile. 

Maria è completamente bagnata, sudata e accaldata. 

Badru è pervaso dalla voglia di provare altro e si sfila dalla vagina, alza la sua cappella e punta il buco stretto dell’ano. 

Maria capisce al volo e dice: “Non riuscirai ad entrare sei troppo grosso”

La sfida è lanciata, non ha finito di pronunciare le parole che Badru, si produce nel  suo proverbiale colpo di reni. Il cazzo si incurva leggermente, la carne di Maria invece cede più velocemente e si allarga, e Badru produce più forza e la carne cede ancora facendo scivolare metà del membro, adesso Maria sta gridando, questo non ferma Badru, che spinge ancora e sparisce completamente nel corpo della donna. 

E tutto dentro, dentro il sedere della donna bianca, la sta scopando in ogni suo anfratto e la sta vedendo perdere ogni suo ritegno, la sente pronta a ricevere tutto da lui e questo lo sta eccitando come non mai. 

Anche lui vuole venire, vuole farcire questa donna europea del suo sperma e farla bollire dall’interno. 

Ha deciso.

Spinge e sfila, spinge e sfila, spinge e sfila sempre più veloce, sempre più veloce, sempre più veloce ed i rumori si amplificano, l’eccitazione sale, il sedere continua a sbattere contro il ventre, le grida diventano sempre più erotiche e finalmente anche Badru rivolge le sue prime parole, “sei una bianca porcella, ti vedevo come mi guardavi questa mattina”, “prendimi tutto adesso”, “ adesso spingo ed esco fuori dalla tua bocca” una sequenza di oscenità che portano anche lui al limite. 

“Sto venendddddddddd”

Il seme esce copioso dalla cappella di Badru, lava che inonda l’intestino della donna e che addirittura schizza fuori per la pressione che Badru continua a generare con i suoi colpi martellanti. 

Se uno avesse aperto la porta avrebbe avuto davanti agli occhi una donna bianca con il viso schiacciato contro il muro di legno, completamente bagnata dei suoi stessi umori e macchiata dallo sperma bianco che le cola sulle cosce, con un uomo di colore ancora attaccato al suo culo che continua a spingere nonostante l’orgasmo appena giunto. 

Badru è ancora duro!!!!!!!!

Questo ragazzo è una macchina da sesso. Sfila finalmente la sua colonna di marmo dal corpo della donna e si allarga un attimo da lei. 

Maria ha un piccolo cedimento sulle gambe e si siede per terra. 

Rivolta verso il ragazzo lo osserva in tutto il suo essere. 

Badru è ancora duro, non crede ai suoi occhi. “come fa ancora ad essere così?” si chiede.

Il tempo di riflettere è veramente poco. Badru ha voglia di tornare moscio alla sua bancarella e per farlo deve far sgorgare un altro pò di sperma. 

L’altezza è giusta, la voglia pure. 

IL cazzo è davanti alla bocca, bagnato dallo sperma. 

Senza pensare Maria, ormai persa dalla situazione, riprende a succhiare e questa volta con una solerzia degna di una grande professionista. Badru non trattiene niente ed accompagna tutti i movimenti della donna con i movimenti del suo corpo. Accelera, ed accelera. Quando sente la lingua di lei che lava e pulisce ogni centimetro del suo cazzo è di nuovo pronto a svuotare il suo scroto. 

Il primo fiotto quasi riempie la bocca di Maria che non si ferma e continua e stimola con le mani anche lo scroto, ed allora i fiotti si seguono copiosi. Maria ingoia fino a che riesce, ma poi deve anche respirare e comincia a riversare fuori parte di quel nettare bianco che le cola sul viso, sul seno e sul ventre. Badru ha finalmente svuotato la sua voglia ed anche Maria è completamente sazia. 

I due sono completamente fradici di sudore e sporchi dei rispettivi sessi. 

Solo il caso e la fortuna aiuta i due. Nella Cabina era presente una confezione d’acqua naturale lasciata da qualche altro turista ed in questo caso non verrà bevuta, ma usata per lavare via tutto quel sesso e tentare di tornare alle loro vite per fingere che quanto appena finito non sia mai successo.

Nella memoria di entrambi sarà per sempre il sesso più estremo mai provato. 

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