La signora vuole il latte
Ormai è quasi un anno che lavoro in questo supermercato e devo dire che questo lavoro iniziato come temporaneo in attesa di meglio mi sta piacendo. È un piccolo supermercato in un sobborgo di una grande città, la clientela è più o meno sempre quella, mi piace chiamare le persone per nome e conoscere i loro gusti. Poi c’è lei.
Si chiama Maria, è la classica madre di famiglia, fa la spesa quasi tutti i giorni e si spertica per accontentare tutti, è spesso di corsa e poco tempo da perdere, la spesa riesce a farla solo nei pochi ritagli di tempo tra le varie attività che fa, per questo ci ho messo tanto a pendere un po’ di confidenza con lei.
Non so bene perché mi abbia colpito tanto, non veste mai appariscente, è una persona partica, un maglioncino jeans e scarpe da tennis, eppure…
Eppure anche vestita così è una splendida donna, si intuiscono delle curve niente male sotto quei vestiti che poco le donano e soprattutto non la slanciano, mi arriverà si e no alla spalla e poi quei capelli neri, lungi e lisci le danno un’aria da ragazzina che oramai non è più.
Che invece di ragazze ne vengono parecchie, alcune anche molto belle, tanto che i miei colleghi mi prendono in giro, dicono che prima del mio arrivo c’erano solo vecchie e bambini, dicono che è merito mio.
non so se è vero o mi prendono semplicemente in giro, però… si dai sono un bel ragazzo e non ho mai avuto difficoltà con le ragazze.
Sono alto, poco più di un metro e novanta, moro, riccio, spesso spettinato, passo tanto tempo in palestra e si vede, ma la mia ex diceva sempre che l’avevo “fregata” con il mio sguardo e il mio sorriso, diceva che dal mio sguardo riusciva a capire cosa pensavo e volevo…
Ma non parliamo della mia ex, non è una bella storia.
Ora parliamo di Maria.
Maria che è molto più grande di me, Maria che prima di vedermi ci ha messo mesi, Maria che ora mi sorride quando mi vede.
Nell’ultimo mese ho notato dei cambiamenti in lei, sembra che quando viene a fare la spesa lo faccia con più tempo, cerca sempre una scusa per scambiare due chiacchiere e soprattutto ho notato un graduale cambiamento nel sul vestiario, sarà che nel frattempo è arrivata la primavera.
Una volta per esempio sistemavo dei prodotti quando me la sono trovata affianco, mi ha chiesto aiuto per prendere una cosa in alto e nel consegnargliela ho avuto difficoltà a non guardare troppo nella scollatura della camicetta, deve avere una quarta abbondante in cui i piacerebbe tuffarmi. Lei mi ha visto in pieno che le guardavo le tette ma mi ha sorriso felice, orgogliosa.
Un’altra volta è venuta in tenuta sportiva, con una maglietta tecnica attillata, sotto si intuiva il reggiseno sportivo, pensavo stesse per esplodere con quelle tettone in più aveva dei leggins che le fasciavano quel culotto tondo che…mi sono eccitato, tanto. Non credo se ne sia accorta, anche se aveva un sorrisino sulle labbra che non sono riuscito a decifrare.
Negli ultimi giorni gli sguardi tra di noi sono di fuoco, la desidero, mi fa eccitare appena la vedo e da come mi guarda, da come sorride, da come si muove anche lei mi vuole, lo sento.
L’altro giorno ho anche osato e con la scusa di un passaggio stretto tra due carrelli della spesa mi sono strusciato a lei, le ho fatto sentire la mia erezione, l’ho fatto lentamente, deliberatamente, lei è rimasta immobile e guardarmi con gli occhi spalancati eccitati.
Si perché la mia dotazione è ben sopra la media nazionale e ne vado molto fiero.
—
È ora di chiudere, ho già spento tutte le luci e sistemato tutto, mi sto avviando all’uscita sul retro quando sento bussare fortissimo alla porta d’entrata, mi dirigo da quella parte urlando “siamo chiusi!” quando la vedo.
È Maria che bussa con forza e chiede qualcosa che non capisco.
Mi avvicino e gli apro “ciao, scusa ma ormai ho chiuso, stavo per mettere l’allarme”
“scusa, scusa, lo so, solo un litro di latte, oggi mi sono dimenticata, guarda ho fatto una corsa così come ero a casa! Dai ti prego!”
La guardo bene, tutta spettinata e rossa in volto per la fretta, addosso ha un vestitino che evidentemente usa per stare in casa, troppo corto, troppo scollato per i suoi gusti e sotto un paio di scarpe da tennis slacciate, mi viene da ridere nel vederla così, sono combattuto se aiutarla o meno, ma poi penso che stare con lei da solo anche solo per qualche istante…e poi quegli occhioni imploranti… ok sono già eccitato.
“dai vieni dentro senza farti vedere”
Appena entrata richiudo a chiave la porta, lei scompare nelle corsie quasi di corsa verso il banco frigo, io la seguo, la trovo chinata a prendere la bottiglia di latte, a quello spettacolo non posso resistere, le appoggio le mani su quelle chiappe tonde ed invitanti.
“che fai!?” si alza di scatto
“scusa non ho resistito”
“smetti immediatamente, sono una donna sposata!”
Ma non si scosta, mi avvicino di più e le appoggio la verga tra le chiappe mentre la stringo contro di me
“lasciami!”
Cerca di divincolarsi, ma senza troppa convinzione.
Le solevo il vestito mentre le mie mani percorrono quel corpo così pieno, abbondante, invitante.
“ti prego smettila!”
Sotto indossa delle mutandine di pizzo, le percorro con le mani, il reggiseno credo sia abbinato, mentre continuo a spingere contro di lei con il mio uccello sempre più grande, sempre più duro!
“ti sei messa in completino sexy per comprare il latte di corsa?!”
“smettila non mi toccare!” non urla, lo bisbiglia quasi.
Infilo una mano nel reggiseno e finalmente prendo in mano quel seno che tanto desidero.
“com’è grande, com’è morbido”
Cerca di sfuggirmi, ma la blocco con forza.
“è inutile che ti opponi, anche tu lo vuoi! Senti questo capezzolo com’è duro”
La lascio per un attimo per tirarmi fuori l’uccello, la voglio prendere così, ma lei mi sfugge o almeno ci prova, la riprendo subito dietro l’angolo nella colluttazione cadiamo a terra uno sopra l’altra.
Le tengo le mani ferme sopra la testa mentre ci guardiamo negli occhi, scalcia e si agita, ma io sono molto più forte e alto e nei suo occhi vedo solo eccitazione e desiderio, non paura e quelle labbra sembra che sorridano appena.
Le sfilo le mutande con un po’ di difficolta, mentre scalcia, ma ci riesco.
Le appoggio la cappella e sento che è bagnata è pronta, spingo piano piano e vedo i suoi occhi spalancarsi mentre mi faccio largo dentro di lei, vedo la sua bocca aprirsi e emettere un gemito.
È stretta, non è abituata al mio calibro, quando arrivo in fondo mi fermo un attimo, aspetto che si abitui, poi inizio a pomparla senza pietà, ora non c’è più bisogno di tenerla ferma, non va da nessuna parte, ogni spinta un urlo di piacere, gli occhi di fuoco puntati nei miei, le sue gambe strette dietro di me.
“ti prego non venirmi dentro, ti prego almeno questo!”
“tranquilla non ne ho nessuna intenzione!” vedo un’ombra di terrore nei suoi occhi ma scompare subito nascosta sotto i miei colpi.
Aumento il ritmo mentre lei ormai urla senza ritegno.
“girati voglio vederti il culo!”
“ti prego non dietro però! È troppo per me!”
Si mette docile a pecora, le sfilo il vestito e mi trovo davanti un culo tondo che è una meraviglia è così tanto che lo desidero.
Le appoggio l’uccello e lei lo guida dentro di se, forse per paura che sbagliassi buco, lo spingo tutto dentro, fino in fondo.
Mi aggrappo a questi fianchi larghi ed inizio a spingere con forza, lei urla cerca di rallentarmi ma io non mollo spingo con dei colpi tremendi, le cedono le braccia e cade con la faccia sul pavimento.
“tranquilla ho appena dato lo straccio!”
“vaffanculo!”
Inizio a dargli degli schiaffi sulle chiappe tonde, uno schiaffo un urlo, un affondo un urlo.
Ha le chiappe rosse scottano sotto le mie mani.
Voglio di più, voglio sentirla di più.
Mi aggrappo al reggiseno e le sollevo il busto, la tiro contro di me come se fosse una bambola.
La scopo così in ginocchio mentre le mie mani vagano sul suo corpo, una le solletica il clitoride, l’altra prende possesso del seno.
Viene attraversata da una scossa e urla prima di accasciarsi tra le mie braccia a peso morto.
La lascio scivolare sul pavimento inerme.
È bellissima nuda, spossata, su questo pavimento, i capelli sparsi attorno a lei, il viso bellissimo rilassato, solo il reggiseno è rimasto a coprirla, glielo tolgo, voglio vedere per bene cosa nasconde.
Sono le tette più belle che abbia mai visto, è la donna più bella che abbia mai visto.
Questo corpo, questo viso, queste labbra gonfie socchiuse questo sguardo che non riesco a decifrare.
Mi spoglio del tutto, mentre lei mi guarda da terra, voglio fargli vedere cosa l’ha investita, voglio fargli vedere per bene il mio corpo scolpito, il mio uccello maestoso che ancora duro punta verso di lei.
Si mette in ginocchio ha già capito cosa voglio.
Me lo accarezza lo studia, lo misura, le sue piccole mani non bastano, mi da qualche leccata poi lo prende dolcemente in bocca poi… poi mi stupisce e se lo infila in gola come nessuna era mai riuscita a fare.
La guardo sbalordito, lei mi fa l’occhiolino.
Inizia un pompino da favola anzi no da film porno, questa proprio non me l’aspettavo, vedi la santarellina?!
Le esplodo in gola senza pietà ma lei dopo un primo momento di difficoltà manda giù tutto, una lacrima le riga il volto.
Mi devo appoggiare allo scaffale per non cadere.
Poi in silenzio ci rivestiamo, tiene lo sguardo basso i capelli le coprono il volto, non mi guarda in faccia neppure quando la accompagno alla porta per uscire
“grazie!”
Le porgo il latte, un mezzo sorriso e scompare oltre la porta.
—
Sono tre giorni che non la vedo, non vorrei aver esagerato, forse quel sorriso me lo sono sognato?
Forse davvero non voleva farlo, forse l’ho forzata, forse tutti gli sguardi, gli ammiccamenti erano solo nella mia testa!?
Ha goduto, gli è piaciuto o me lo sono immaginato?
Questa notte non ho dormito per il pensiero, sono stanco, triste preoccupato, vorrei parlargli ma non so dove abita, ho cercato in giro nel mio tempo libero, ma non l’ho vista da nessuna parte.
—
È passata una settimana, non si è più vista. Sono distratto e irascibile, ora sono alla cassa perché prima ho rischiato di affettarmi un dito, passo i prodotti senza neppure alzare la testa, faccio il conto, un sorriso di circostanza e avanti il prossimo. Questa solo il latte compra? Alzo lo sguardo e la vedo. Mi sorride dolce “ti vedo stanco”
“non dormo molto la notte ultimamente!”
“come mai?”
“pensieri”
“alla tua età? Esci con una ragazza e divertiti”
“è proprio colpa di una donna che non dormo”
“trovane un’altra? Credo sia facile per te!”
“non è così facile togliersela dalla testa, poi questa sera mi tocca anche chiudere qua”
Diventa seria e mi guarda con i suoi occhioni da cerbiatta spalancati, mentre con una mano tremante prende il resto e se ne va.
“ha lasciato il latte!”
“non si preoccupi signora, torna dopo a prenderlo”
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