Veramente bella

estasi io
3 months ago

Era bella, bella come non ne avevo viste mai, bella mentre ballava felice tra la folla, bella mentre mi guardava sorridente.

Perché poi sorridesse proprio a me ancora oggi non me lo riesco a spiegare.

Avevo lasciato i miei amici, andavano ancora una volta in discoteca ma io non ero dell’umore giusto, non so, mi aveva preso uno di quei momenti miei e incupito e triste stavo passeggiando sul lungomare, in mezzo a famigliole e gruppi di ragazzi rumorosi, io ero da solo.

Mi venne sete e indeciso tra un minimarket triste od un pub finto inglese optai per la spiaggia e un chiringuito rumoroso e pieno di gente sulla spiaggia, con l’idea di prendermi una birra gelata e bermela da solo sul bagnasciuga.

Ma al bancone restai stregato dal suo sguardo, dai suoi movimenti, dalla sua bellezza.

Aveva una camicetta allacciata sotto il seno, i bottoni quasi tutti aperti, degli short di jeans davvero minimi, i piedi scalzi.

Abbronzatissima, il viso felice, sorridente,  i capelli schiariti dal sole sciolti che ballavano attorno a lei, con lei.

Ballava con un’altra ragazza, mentre mi guardava.

Lei con le gambe lunghissime e un fisico asciutto, la sua amica con curve esuberanti esaltate da un vestitino bianco, corto e svolazzante, una scollatura ardita messa alla prova dai movimenti del ballo.

Attorno a loro uno stuolo di ragazzi che cercava di abbordarle, ballare con loro, solo guardare quelle due meraviglie, ma loro non li degnavano di uno sguardo, lei guardava solo me.

Ogni tanto sparivano coperte da qualche altro ballerino, ma poi ricomparivano, ricomparivano quei due occhi azzurri puntati su di me.

Io che poi… cos’avevo di così speciale per meritarmi la sua attenzione? Non ero più bello, alto, muscoloso, elegante o abbronzato di nessuno di quei ragazzi che gli ronzavano attorno, eppure…

Eppure ad un certo punto la vidi parlare con la sua amica che si voltò a guardarmi, controllai anche di non avere la patta aperta o macchie di sugo sulla maglietta, tanto era la mai meraviglia.

Parlottarono ancora un po’ tra di loro poi lei la prese per mano e venne verso di me.

“Io sono Laura, lei Federica”

“Enrico”

“Vieni?”

“Io? Dove?”

Prese anche me per mano e ci incamminammo lungo la spiaggia, lontano dalla musica, lontano dalle luci.

Camminammo a piedi nudi sul bagnasciuga con i piedi metà nell’acqua ancora calda, metà sulla sabbia fredda, lei rideva felice, correva, si fermava, ci schizzava, una bambina felice.

Poi si fermò di botto.

“Qui!”

Qui non era un posto particolare, un pezzo di spiaggia come altri, ma forse più buio e silenzioso di altri.

“Qui cosa?”

“Facciamo il bagno!”

“Ma…”

Si abbassò gli shorts rivelando un micro perizoma bianco ed un culo che… no, non ho parole per descriverlo.

Poi si slacciò la camicetta e come avevo intuito nascondeva libero, un bellissimo seno, piccolo ma proporzionato, bianco come il latte, in netto contrasto con il resto del corpo.

Lanciò il perizoma a Federica poi corse in acqua ridendo e schizzando ovunque.

“Dai! Venite!”

Io titubante mi tolsi la maglietta e i calzoncini corti restando in mutande, insicuro di me e di cosa dovessi fare,  mentre la sua amica scoppiò a ridere e con frenesia si tolse vestito reggiseno e mutande in un battibaleno, poi correndo si tuffò in acqua. Vedere tutte quelle curve correre verso l’acqua fu il colpo di grazia al mio contegno, mi tolsi anche le mutande e corsi in acqua con un’erezione tremenda.

Giocammo a rincorrerci, schizzarci, spingerci, li potrei definire giochi innocenti, almeno fino a quando lei non mi baciò.

Mi baciò così senza preavviso, mentre giocavamo.

Un gioco che finì in quel momento.

Un bacio sulle labbra, dolce, innocente.

Smettemmo immediatamente tutti e tre di ridere e Federica si avvicinò seria a noi.

Baciò pure Federica, poi le fece un gesto.

Federica mi baciò.

Un bacio sulle labbra, dolce, innocente.

Gli altri baci furono sempre meno dolci, meno innocenti, non sapevo più se baciavo l’una o l’altra, chi accarezzavo, chi mi stava accarezzando.

Ci spostammo sulla spiaggia, anzi lei ci fece spostare sulla spiaggia, era lei che ci faceva fare tutto quello che voleva, senza parlare, senza forzarci, ma ci manovrava come burattini.

Con delicatezza fece inginocchiare Federica davanti e me e gli fece prende in bocca il mio uccello mentre la guardava attenta.

La mia mano destra stringeva la sua chiappa dura, mentre la sinistra stava aggrappata a quel seno perfetto ai miei occhi, le sue labbra morbide adagiate sulle mie, la sua lingua vellutata ad accarezzare la mia, la sua mano sinistra a stringermi una chiappa, la destra sulla nuca della sua amica, iniziò spingerla con foga contro il mio uccello.

La dolcezza dei suoi baci e la brutalità di quel pompino.

Ogni tanto la guardava, guardava quegli occhi imploranti e quella bocca aperta, la lasciava respirare, poi di nuovo la spingeva contro di me e tornava a baciarmi.

Quando si stufò di questo gioco, scivolò sul mio corpo fino ad andargli affianco, le riempì il viso di baci mentre lei mugugnava con il mio uccello costretto in bocca.

Poi scese a baciarla ad accarezzarla in ogni curva e piega del corpo.

Le baciava le tette, poi scese sempre più giù fino a stendersi con la faccia sotto di lei, ed iniziò a leccarla, tanto che Federica si dimenticò di me e si accasciò su di lei per godersi la sua lingua.

Restai per un attimo a guardarle mentre facevano un bellissimo 69, sapevano come darsi piacere era chiaro, poi spalancò le gambe, un chiaro invito.

Mi inginocchiai sulla sabbia e affondai lentamente nelle sue carni mentre la sua amica le teneva le labbra aperte e le leccava il clitoride, urlò come chi viene trafitto, era stretta molto stretta.

Mi bloccai un attimo interdetto ma la sua amica mi fece cenno e iniziai a stantufarla, mentre lei si dedicava al clitoride, era stretta ma bagnata ed accogliente.

Mi sarebbe piaciuto vedere il suo bellissimo viso trasformato dal piacere o il suo corpo sinuoso mentre la penetravo, ma Federica la copriva completamente, vedevo solo le sue mani aggrappate alle chiappe dell’amica ad allargarle a stringerle.

Vedevo solo i fianchi di Federica muoversi sul suo visetto d’angelo, ma sentivo benissimo le sue pareti strette e il suo venirmi in contro ad ogni affondo.

Sentivo la sua voce i suoi sospiri i sui rantoli mentre dava piacere alla sua amica.

Spinsi sempre più forte fino a che non raggiunse il piacere, venne con un urlo liberatorio fin troppo forte che mi fece guardare attorno preoccupato,  poi non ressi più ed esplosi sul viso della sua amica che, ridendo mi ripulì per bene, con gusto, poi si alzò.

La rividi finalmente, aveva uno sguardo dolcissimo e l’espressione stanca ma soddisfatta, era completamente esposta al mio sguardo in tutta la sua bellezza, le membra rilassate e spalancate, il suo seno così perfetto e quel cespuglietto così invitante, le cosce… striate di … sangue?! Ma.. mi fece l’occhiolino sorridendo felice, prima che Federica si chinasse su di lei per baciarla.

Restai qualche secondo lì in piedi a guardarle baciarsi e pulirsi il viso, senza capire.

Questi baci non avevano nulla a che fare con quelli di prima, erano tutta un’altra storia.

Mi resi conto di essere di troppo, come al solito, lei non disse nulla, non fece nulla, ma mi fece capire con uno sguardo, non servivo più.

Mi diedi una lavata nel mare e mi rivestii in silenzio.

Prima di allontanarmi le guardai un’ultima volta, nude, distese una tra le braccia dell’altra, bellissime.

Mi salutarono con la mano e dei sorrisi bellissimi.

Mentre tornavo verso l’albergo pensai che ero stato usato, ma… qualcosa mi sfuggiva…

Perché io?

Cosa era successo realmente?

Perché non gli ho lasciato il mio numero?

Ma soprattutto, quanto era bella?!

Non le ho più riviste, non ho più visto una ragazza così bella in vita mia.

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