La chiamata

estasi io
3 months ago

Sono sotto la doccia, l’acqua scorrendo si porta via un po’ di stress, ma non basta, ho bisogno di sfogarmi, sono teso come una molla, adesso finisco la doccia, vado di la e la prendo con forza, qualsiasi cosa stia facendo!

Esco dalla doccia, mi metto l’accappatoio e vado a cercarla, non mi asciugo neppure, lascio impronte d’acqua dietro di me.

Sento la sua voce in cucina, deve essere al telefono.

La trovo seduta al tavolo della cucina che parla al cellulare.

Quando mi vede mi fa capire che parla con Elisa, una sua amica logorroica, le telefonate con lei possono durare anche un’ora.

Io però non posso aspettare.

Mi piazzo davanti a lei, apro l’accappatoio e le faccio capire il mio problema, lei si mette a ridere e mi accarezza la verga, ma continua a parlare con la sua amica.

Allora mi avvicino e le accarezzo la guancia con la cappella, lei mi guarda e tra una parola e l’altra mi da delle leccatine.

La prendo per la nuca e la costringo a fare entrare la cappella in bocca, lei mi guarda male ma resta lì un po’ ma poi deve rispondere “scusa Elisa ma sto mangiando una cosa” e lo riprende in bocca.

Ci sta prendendo gusto.

Mi stacco un attimo da lei e gli faccio togliere la maglietta, sotto è nuda.

Metto l’uccello tra quei seni così belli e li stringo con le mani, a lei non piace ma adesso non può protestare, mi guarda malissimo e appena con la cappella mi avvicino troppo alla sua bocca cerca di darmi un morso.

Ok ho capito, lascio le sue tette e mi allontano.

Lei mi guarda intensamente, non capisco cosa vuole, parla solo con la sua amica.

Mi avvicino e cerco di farla alzare, vorrei prenderla da dietro qui sul tavolo, le accarezzo le cosce per fargli capire cosa voglio, ma lei con la mano libera batte sul tavolo, vuole che mi sieda lì.

Eseguo i suoi ordini.

Mi spinge giù, steso sul tavolo, mette il vivavoce al telefono e me lo appoggia sulla pancia

“Scusa metto il vivavoce che intanto faccio le faccende”

Mentre la sua amica le racconta dei suoi problemi al lavoro, lei prende dell’olio e se lo spalma tra i seni, solo questo rischia di farmi venire, poi rincomincia a farmi una spagnola come si deve, ha messo il mio uccello tra le sue bocce unte e fa su e giù guardandomi negli occhi, mentre non perde il discorso.

Come diavolo fa!? Io faccio fatica anche solo a ricordarmi di stare zitto!

Quando la sua amica parte con un monologo sugli uomini che sono tutti uguali e vogliono solo una cosa ecc. lei ne approfitta e lo riprende in bocca.

Quando deve dire qualcosa di più di “Mm…mm” lo fa uscire e lo usa come microfono.

Non so quanto posso durare ancora, inizio a sospirare forte, lei si ferma un attimo, mi soffia sopra per rinfrescarmi e rallentare la corsa.

Vedo che sta pensando qualcosa.

Prende il telefono con ancora la sua amica, che racconta di non so che festa in cui ha conosciuto non so chi, e mi fa segno di andare in sala.

Mi fa stendere sul tappeto e si spoglia del tutto, finalmente.

Pensavo che volesse cavalcarmi invece viene a sedersi sulla mia faccia, mi mette la figa in faccia, io naturalmente inizio a leccare, è un lago. La sento lamentarsi di me con la sua amica, dice che una volta ero più focoso, credo voglia dirmi qualcosa, allora bagno due dita con i suoi umori e ne infilo uno nella figa e l’altro nel culo.

Ha un sussulto ma la sua amica non si accorge di nulla presa com’è dalle sue chiacchiere.

Poi mi fa allargare le gambe e ci posiziona il telefono nel mezzo.

Mentre la sua amica parla riprende il mio uccello nella sua bocca e cerca di andare il più possibile giù, ripete l’esercizio due o tre volte, fino a quando non riesce ad arrivare in fondo.

Cavolo questo è troppo sto per venire, lei se ne accorge e mi fa uscire, vengo sul suo viso mentre urlo nella sua figa.

Continuo a leccargli la figa mentre lei continua a giocare con la lingua sul mio uccello oramai sgonfio. Cerco di aggiungere un altro dito nel suo culo, spingo piano piano, sento che si allarga, e il dito entra dentro di lei, spinge il culo contro le mie dita che iniziano a fare avanti ed indietro, mentre la mia lingua continua a torturare il clitoride, non sta più parlando, sento Elisa dall’altra parte del telefono che la chiama, allora prende il telefono e lo mette sulla mia pancia poi si appoggia sopra a coprirlo e viene con un verso forte e lungo mentre mi spuzza in faccia.

Si solleva prende il telefono, lo spegne e lo lancia sul divano.

“Poi gli dirò che mi si è scaricato”

Si riadagia su di me e mi stringe forte.

Non so quanto restiamo in questa posizione, stanchi, sudati, ognuno con la faccia ancora sul pube dell’altro, ognuno con la faccia sporca dell’altro.

Ora si che sono davvero rilassato.

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