Senza freni, sulla spiaggia

strega bisex
5 months ago

È tutto il giorno che siamo al mare e inizio ad annoiarmi,

vedo passare un sacco di ragazze bellissime, ma un po’  tutte uguali con i capelli lunghi, le chiappe scolpite dalla palestra e messe in evidenza da costumi che lasciano veramente poco alla fantasia…

Ok inizio ad eccitarmi, mi volto verso di te.

Sei distesa sulla pancia, il tuo sedere non è come quello di tutte queste ragazzine, il tuo è un culo, bello pieno e tondo che non ha bisogno di mini costumi per essere notato, viene voglia subito di accarezzarlo.

“ti stai scottando, ti metto la crema?!”

“si grazie”

Mi riempio le mani di crema ed inizio a spalmarla sulla tua schiena, mi piace e trasformo il mio tocco in una sorta di massaggio, piace anche a te.

Ti slaccio il reggiseno mi intralcia, tu ti sistemi sollevandoti appena ma stando molto attenta a non fare vedere nulla, mi fa ridere questo tuo pudore, sei bellissima e quasi te ne vergogni.

Alzo lo sguardo da te e noto il nostro vicino di ombrellone, un uomo solo che fino a quel momento non avevo notato, sta leggendo il giornale o fa finta non so,  ha gli occhiali da sole, starà guardando te?

Va beh riprendo il massaggio, mi piace tantissimo farlo, ti allento le spalle e i muscoli della schiena, sento che ti piace non vedo il viso coperto dai capelli ma fai dei mugolii che mi fanno sorridere.

Passo alle gambe, alle tue lunghissime gambe, partendo dai piedi ti faccio un po’ di solletico come sempre e ti agiti un pochino, noto che ora il seno schiacciato sotto di te sta cercando di scappare di lato.

Butto un occhio al vicino è ancora lì nella stessa posizione di prima.

Risalgo con il massaggio lungo le gambe, ti piace emetti mugoli di piacere e allarghi appena le gambe per facilitarmi il lavoro.

Quando con una mano ti sfioro l’inguine quasi per caso, emetti un verso un po’ più forte e muovi il culo verso di me.

Mi schiarisco la voce come per dirti “guada che c’è gente”

Ma poi guardo il vicino, ha posato il giornale e anche con gli occhiali da sole è chiaro che sta spudoratamente guardando te, sto per fermarmi ma noto che tu hai il capo rivolto verso di lui e anche se i capelli ti coprono il viso capisco che hai gli occhi ben aperti e lo stai guardando.

Ti stai eccitando sotto le mie mani guardando un altro uomo.

Ho un’erezione istantanea mentre le mie mani riprendono il massaggio.

Gli ombrelloni attorno a noi si sono svuotati, è l’ora in cui i turisti tornano all’albergo per prepararsi alla cena.

Le mie mani si fanno più impertinenti si infilano appena sotto lo slip del costume, lo spostano un pochino, insistono sulle tue chiappe sode.

Ho l’uccello durissimo e te lo faccio sentire sfiorandoti mentre continuo il massaggio, lo senti e ti strofini a me, mentre allarghi un altro po’ le gambe.

Lascio andare le mani, conoscono il tuo corpo, mentre inizio a studiare il nostro vicino, è un bell’uomo più o meno della nostra età, forse un po’ più giovane, noto che è completamente glabro, guardo la mia pancia pelosa e penso “neanche per sogno, sai che male!?”

Indossa un boxer normale come il mio, almeno non ha lo slippino, non sopporto quelli con lo slippino, si sistema meglio sulla brandina completamente rivolto verso di noi, ok anche se ha i boxer si nota bene una discreta erezione, non fa nulla per nasconderla, anzi credo proprio il contrario, lo sguardo è fisso sul culo di mia moglie.

In effetti le mie mani hanno scostato il costume fino a renderlo un tanga e stanno massaggiando a piene mani le chiappe facendo scivolare più volte le dita sotto la stoffa ad accarezzare la tua carne umida, anche la tua posizione non è più equivocabile, stai spingendo il culo contro le mie mani e le mie dita sollevandolo quasi dal lettino.

Qui rischiamo di fare un clamorosa figura di merda, mi guardo in giro spaventato ma nessuno sembra aver notato nulla, anche perché oramai c’è davvero poca gente.

Emetti un verso più forte degli altri, un misto tra un sospiro e un miagolio e ti blocchi improvvisamente scostandoti da me.

Ti sistemi lo slip del costume e ti rimetti il pezzo sopra lentamente, ti siedi sulla sdraio rivolta verso il vicino senza guardarlo, hai lo sguardo rivolto in basso a guardarti i piedi, mentre respiri affannosamente, mi siedo affianco a te, sto per chiederti se va tutto bene ma tu mi prendi la mano, sospiri e stringi quasi a farmi male.

“andiamo” lo dici alzando lo sguardo verso il vicino.

Prendi su le nostre cose e mi trascini verso la nostra cabina.

Appena dentro butti tutto a terra e mi travolgi con un bacio carico di erotismo, mentre ti strusci contro di me, senza smettere di baciarci facciamo cadere la poca stoffa che ci copre mentre le nostre mani vagano affamate sui nostri corpi.

Mi sorridi e ti inginocchi davanti a me, iniziando un pompino da favola, sei fantastica quando cerchi di prenderlo tutto in bocca, vedo che ogni tanto lanci uno sguardo alla porta e solo adesso noto che non l’hai chiusa bene, è solo accostata,  faccio per allungarmi a chiuderla, ma tu ti alzi.

Metti le mani sugli stipiti della porta e mi volti le spalle spingendo il culo verso di me, chi se ne frega della porta, mi aggrappo ai tuoi fianchi ed entro dentro di te.

Emetti subito un verso di piacere, sei rivolta verso la porta come a sbirciare tra le lamelle di legno, ma cosa…

Senza smettere di pomparti guardo anche io e fuori vedo che c’è qualcuno fermo in piedi, non vedo bene ma ci scommetto che c’è il nostro vicino là fuori.

Sei un lago e stai facendo più casino del solito, ci scommetto che è per lui, ma poi le gambe non ti reggono più e finisci in ginocchio, non ti lascio scampo e ti continuo a prendere così alla pecorina.

L’idea di lui fuori che sente tutto mi eccita da matti.

Vedo che la porta si sta lentamente aprendo, tu però hai il viso lì vicino allora per evitare che ti prenda ti tiro con forza verso di me, tu fai un urlo di piacere un po’ troppo forte, mentre la porta si richiude dopo aver fatto entrare l’uomo.

Tu non hai più forze, sei sull’orlo di un orgasmo, scivoli sul pavimento, gli occhi sbarrati verso di lui mentre io ti tengo sollevato il culo e continuo a trapanarti senza pietà.

La sua erezione è molto evidente ma non si muove si limita a guardare con gli occhi fuori dalle orbite, tu allora allunghi un braccio e gli tiri un po’ giù il costume aggrappandoti all’orlo dei suoi boxer, lui capisce e lo lascia cadere a terra, ha un uccello gonfio e rosso di eccitazione che prende subito in mano ed inizia a segare con foga, tu sorridi ed inizi un orgasmo lunghissimo agitandoti, ti metto il mio costume tra i denti per non farti urlare, poi strabuzzi gli occhi e ti sciogli tra le mie mani.

“cazzo!” mi volto verso di lui è la prima parola che dice, mentre il suo cazzo esplode in mille zampilli che cadono sul tuo corpo inerme al suolo.

Mi stacco da te e anche io esplodo tutto il mio piacere su di te mischiando il nostro seme.

Nella penombra della cabina vedo che hai gocce bianche su tutta la schiena e qualcuna sui capelli altre sul viso, sulla guancia, vicino alle labbra dischiuse, non si distingue cosa è di chi.

Prima di uscire dalla cabina l’uomo mi lancia un ultimo sguardo che fatico a decifrare, un misto di gratitudine, paura e piacere puro, poi sorride e sparisce.

—-

Il giorno dopo siamo di nuovo sotto il nostro ombrellone, ma notiamo con un misto di delusione e sollievo che l’ombrellone affianco è vuoto.

Passiamo la mattinata a leggere, fare il bagno e prendere il sole, dopo un pranzo leggero ci stendiamo all’ombra con i lettini affiancati, pochi minuti e ci addormentiamo tranquilli.

Non so quanto ho dormito ma quando mi sveglio c’è ancora il silenzio del primo pomeriggio, attorno a noi molti dormono altri stanno finendo di mangiare, ma nessun urlo o schiamazzo, ci metto un po’ a mettere a fuoco attorno a me, sono a pancia su con le gambe un po’ divaricate e… sono eccitato.

Tu sei su un fianco verso di me e mi stai accarezzando una coscia con le dita che mi solleticano sotto l’orlo del costume, ti guardo stupito, mi sorridi e con lo sguardo vai oltre me, seguo il tuo sguardo e vedo che il nostro vicino è arrivato e ci sta lanciando sguardi pieni di desiderio.

La tua mano si insinua nei miei boxer da sotto, cerco una posizione che ti renda l’operazione facile e allo stesso tempo renda la tua operazione nascosta a tutti meno che al nostro vicino.

Ti osservo, ti sei cambiata costume, devi averlo fatto mentre dormivo, hai messo quello vecchio arancione, quello che non vuoi più mettere perché ha perso elasticità e un po’ ti stringe, dici che hai sempre paura che esca qualcosa quando lo indossi ed in effetti le tue tette sembra che stiano per esplodere e si intravede l’orlo di un capezzolo, ma la cosa più sconvolgente è lo sguardo fisso su di lui.

Mi accarezzi l’uccello duro guardandolo come se lo stessi facendo a lui che in effetti è in difficoltà con un’erezione importante e difficile da gestire, si muove come se cercasse la posizione più comoda, non riesce a stare fermo.

Passa poco che stringendomi l’uccello con forza mi dici “andiamo”

La sabbia scotta e la strada fino alla cabina la facciamo quasi di corsa, seguiti poco lontano dal nostro vicino.

Mi viene da ridere a vederti correre con le mani sul seno per evitare che salti fuori dal reggiseno, ma nulla può impedire allo slippino di infilarsi tra le tue generose chiappe, ragazzine anoressiche guardate cos’è veramente un culo!

Davanti alla porta ti fermi un attimo e butti uno sguardo in giro prima di farci entrare tutti e tre.

L’aria dentro e fresca ma carica di tensione, rimaniamo qualche istante ad osservarci un po’ ansimanti ed eccitati.

Lanci un ultimo sguardo a lui poi mi baci con trasporto, la tua lingua pare impazzita mentre con le mani mi abbassi il costume, cerco di fare lo stesso ma mi sfuggi inginocchiandoti davanti a me, mi prendi in bocca mentre il nostro amico lascia cadere a terra il suo costume.

Mi stai pompinando  mentre lui si sta accarezzando l’uccello  a pochi centimetri dal tuo viso, ma tu pensi solo a me, cerchi di prenderlo tutto ma come al solito non riesci, poi acceleri il ritmo mentre mi agguanti le palle, vuoi farmi venire, fai dei versi incredibili, mi guardi poi guardi lui e il suo uccello così vicino al mio, così vicino alla tua bocca.

Nel muoverti ogni tanto urti la sua cappella gonfia con la guancia tanto è vicina, lo vedo anche lui vorrebbe la sua dose di bocca, vorrebbe strusciartelo sulla faccia.

Cazzo che situazione non resisto più e ti esplodo in bocca, cerchi di mandare giù ma non riesci tutto qualcosa ti cola dalle labbra sul collo sul seno che solo ora noto ti è uscito dal costume, la vista è di un erotico mai visto.

Le gambe non mi tengono più e scivolo lungo il muro, mi ritrovo in ginocchio davanti a te, mi guardi hai gli occhi che brillano per l’eccitazione e mi baci. Mi baci e mi fai sentire il mio sapore, mi sono quasi dimenticato di lui quando vedo che i tuoi occhi puntano alla tua destra, proprio lì vicinissimo a noi c’è il suo uccello duro e ansimante che ci guarda da molto vicino.

Posso sentirne l’odore.

Allunghi lentamente una mano, lo sfiori, lui sospira felice.

Le tue dita lunghe e sottili lo percorrono delicatamente in tutta la sua lunghezza in ogni suo particolare, fino a stringerli delicatamente i testicoli, noto adesso che è completamente liscio pure lì, ieri non l’avevo notato.

La tua mano lo agguanta con forza ed inizia una sega lenta ma regolare, poi ti volti verso di me e rincominci a baciarmi con trasporto, una mano sul suo uccello e l’altra tra i miei capelli come a tenermi stretto, ma poi ti stacchi da me e con la mano mi stai spingendo verso di lui mentre con l’altra lo tieni fermo.

Non so se sono più stupito io o lui quando mi ritrovo la sua cappella davanti alla bocca, non posso far altro che aprirla e assaporare quel gusto nuovo, tu sei lì che mi guardi da vicinissimo mi sorridi ed inizi a leccare il suo uccello mentre io prendo confidenza con la sua cappella calda.

Ci prendo gusto, ci scambiamo i ruoli, ci baciamo, ci lecchiamo con questo paletto di carne tra noi, giochiamo col le sue palle lisce, rincorriamo le nostre lingue lungo l’asta , provo a prenderlo più che posso in gola ma non riesco bene, allora lo fai tu, poi mi fai riprovare, meglio potrei prenderci la mano.

L’uomo che è attaccato a questo uccello non ci interessa, è solo un’pendice di questo gioco nuovo.

Però l’uomo sta per godere e tu te ne accorgi, me lo fai prendere in bocca e con una mano mi tieni la testa per non farmi scappare quando lui scarica il suo piacere, cerco di non soffocare mentre tu lecchi attorno alla mia bocca le gocce che faccio uscire, mi stacco da lui e ti bacio passandoti i suoi umori.

Mi sorridi poi riprendi in bocca il suo uccello che sta iniziando a sgonfiarsi e lo pulisci per bene, poi lo aiuti a tirare su i boxer, è un chiaro invito ad andarsene che capisce al volo e sparisce.

Rimaniamo qualche secondo a guardarci sorridenti poi ci ricomponiamo ed usciamo diretti alle docce.

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