Viaggio di piacere
Ultimamente, sto prendendo molto l'aereo.
Praticamente gli ultimi weekend li ho passati fra Svizzera, Francia e Spagna. Non è importante sapere perché e dove esattamente. Ma ha molto a che fare con il sesso. Succede, quando si hanno relazioni a lunga distanza.
Quando si parte sapendo che vai per fare sesso, sei, diciamo così, predisposta mentalmente. Sei carica. Hai voglia. Non vedi l'ora di arrivare e succhiare quelle labbra. Mille immagini ti si affollano nella testa: quello che farai, quello che vuoi che ti faccia. Il cuore ti batte, l'attesa è insopportabile.
Attendo che chiamino il mio volo. Comunque, devo andare in bagno. Non sono la sola però a avere questa necessità. C'è una lunga coda ai servizi igienici.
Penso: deve esserci qualche altro posto dove andare. E alla fine mi viene in mente lei. Quel negozio. Quella commessa che mi ha fatto spendere un sacco di soldi in lingerie. Che mi ha guardato in un certo modo. Che mi ha annusato il collo per riconoscere il mio profumo. Che mi si è avvicinata più del normale consentito in un contatto umano fra sconosciuti. Che mi gha guardato, gli occhi brillanti di malizia, mentre cercavo di immaginarmi addosso alcuni capi che mi faceva vedere.
"Addosso a te, scusa posso darti del tu? qualunque cosa è meravigliosa... " diceva.
Ho almeno mezz'ora, penso, prima che chiudano il gate. Entro nel negozio, cerco lei. Non la vedo. Delusa mi guardo intorno. Devo sembrare un po' persa, perché lei mi arriva da dietro e mi dice: "Posso aiutarti? "
Quando mi volto mi riconosce e gli occhi le si illuminano. La bocca si apre per la meraviglia. La sorrido, la saluto. Le spiego che i servizi igienici sono tutti occupati e ho pensato che forse lei avrebbe potuto aiutarmi. Si guarda intorno, dice a una sua collega: "stai tu alla cassa". "Vieni con me. " dice, a bassa voce, in un tono di complicità.
E' carina. Lo sapevo già. Ma anche oggi mi piace. Indossa bene un vestito scuro, una divisa elegante, i suoi capelli ricci, stile afro, sono morbidi e lucenti. Mi ha condotto in un angolo, dove c'è una porta chiusa con l'etichetta "personale", prende una chiave dalla tasca e la sblocca.
Sorride indecisa e si punta un dito sulle labbra, indicando che devo tacere su questo, poi apre leggermente la porta. Sorrido e passo lentamente davanti a lei, mentre le mie dita poggiano sul suo petto come per caso.
Mi guarda sorpresa, la fisso negli occhi senza imbarazzo. La mia mano poggia sui suoi seni un pò troppo a lungo. Capisce che faccio sul serio e arrossisce. Respira più forte. Si guarda intorno per vedere se siamo sole. Mi segue nello stretto gabinetto e tira la porta dietro di sé. La afferro e la bacio. Non le permetto di replicare. Le infilo la lingua in bocca e non la faccio respirare. Le accarezzo i seni, li sento grossi, pesanti, trovo un capezzolo, lo sento indurire.
Inizia a tremare leggermente, per paura o eccitazione, non lo so. Quando glielo permetto, chiude la porta dietro di sé mentre le faccio scorrere delicatamente le dita tra i capelli e le sussurro nell'orecchio: "Devo fare pipì. " "Sì", risponde lei e mi guarda un pò smarrita. Alzo la gonna.
"Vai giù, in ginocchio", le dico. Lei mi guarda per una frazione di secondo poi scivola lentamente lungo il mio corpo e si inginocchia sul pavimento. Le prendo la testa affondando la mano nei capelli, tiro le mutandine di lato e premo la sua faccia contro la mia figa. Lei esita, poi comincia a leccarmi le labbra. La lascio prendere confidenza.
Poi mi siedo sul sedile del water e allargo un pò le gambe, mentre la punta della sua lingua mi stuzzica il clitoride. Finalmente, non sopportavo più l'attesa. La guardo, con i capelli rossi che mi accarezzano le gambe, la bella uniforme ordinata mentre mi lecca la figa. Mi viene voglia di schizzarla così, mentre lecca devota, con la mia pipì. Se non fosse al lavoro lo farei, ma non voglio causarle guai. La alzo. La bacio. Sento il sapore e il mio odore sulle sue labbra. Le pizzico un capezzolo, torcendolo. Geme. Alzo il sedile del water, mi siedo e smetto di trattenere la pipì. Lei guarda, affascinata.
Quando ho finito riabbasso il coperchio, mi siedo, sporgo il bacino, apro le gambe e le faccio segno di continuare. Obbedisce. Lecca con foga le gocce che non ho asciugato. Piccola troietta. La premio con uno schizzetto. Lei, sorpresa, ha un moto all'indietro. Ma la prendo e la schiaccio sulla figa. Lecca, puttanella, le dico. Lo fa voracemente, Un altro schizzetto lo ingoia direttamente.
Mi infila un dito dentro mentre lecca il clitoride. Poi due e inizia a scoparmi lentamente. Le prendo la mano e la faccio muovere più velocemente. Mette un altro dito e mi scopa la figa con forza, mentre continua a leccare. Gemo, mi muovo, il piacere è incontrollabile. Non so se qualcuno può sentirci. Non mi interessa. Voglio venire in bocca alla padrona di casa, a qualunque costo. Mi ci vuole un po' per venire, ma poi sento il mio corpo tremare, le spingo il pube sul viso e le sbatto il mio clitoride sulla bocca finché non arriva l'orgasmo, fortissimo. Poi cado all'indietro. Sento le sue dita scivolare fuori da me. Mi sorride felice e mi lecca delicatamente le cosce bagnate dai miei succhi. Le accarezzo i capelli e la bacio. Mi ricompongo. Lei mi da una carta con il suo telefono e la sua email.
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