Il Ritorno del Trio: Passione Infinita
Da quella notte magica a casa di Raimonda, il nostro legame si era rafforzato in modi che non avremmo mai immaginato. Io, Marco, non potevo fare a meno di pensare a loro due: Diana con i suoi capelli rossi che accendevano ogni stanza, e Raimonda con i suoi castani che le davano un’aria di innocenza tradita dal fuoco nei suoi occhi neri. Entrambe alte sui 170 cm, con seni generosi di quarta misura e culi a mandolino che sembravano scolpiti per il piacere. Il nostro segreto era diventato una dipendenza, un rituale che ripetevamo ogni volta che l’opportunità si presentava.
Qualche settimana dopo, decidemmo di incontrarci di nuovo, stavolta a casa nostra. Il marito di Raimonda era via per lavoro, e le sue figlie dormivano da amici. Diana aveva preparato tutto: candele accese in camera da letto, lenzuola di seta nera e una bottiglia di champagne per sciogliere ogni inibizione residua. Raimonda arrivò con un trench coat che nascondeva a malapena la lingerie rossa che indossava sotto, un regalo di Diana per l’occasione.
Appena entrò, l’aria si caricò di elettricità. Ci sedemmo sul divano, sorseggiando lo champagne, e i discorsi tornarono subito al sesso. Raimonda confessò che da quella prima notte non riusciva a pensare ad altro: “Il tuo cazzo da 23 cm mi ha rovinata per chiunque altro,” disse ridendo, arrossendo leggermente. Diana, sempre la più audace, mi baciò profondamente, la sua lingua che invadeva la mia bocca mentre le sue mani slacciavano i miei pantaloni. Raimonda si unì, le sue dita che accarezzavano il mio petto.
In un attimo, eravamo nudi tutti e tre. Le sorelle si inginocchiarono davanti a me, i loro visi identici tranne per il colore dei capelli, e ripresero il loro gioco preferito. Diana iniziò con un pompino lento, profondo, ingoiando quasi tutto il mio membro eretto, mentre Raimonda leccava le palle con delicatezza, alternandosi con la sorella. “Chi lo fa meglio stavolta?” chiese Diana con un ghigno, passando il cazzo a Raimonda, che lo succhiò con avidità, la saliva che colava sul mio addome. Non resistetti: venni di nuovo nelle loro bocche, dividendomi tra le due, i loro gemiti di approvazione che mi facevano impazzire.
Le portai in camera, dove le feci sdraiare sul letto una accanto all’altra. Le leccai con foga, partendo dalle tette – succhiando i capezzoli duri di Diana mentre le dita esploravano il clitoride bagnato di Raimonda. Poi scesi più in basso, la mia lingua che alternava tra le loro fighe depilate, assaporando il loro sapore dolce e salato. Loro si baciavano tra loro, le mani che si intrecciavano nei capelli, gemendo all’unisono mentre le portavo all’orgasmo con la bocca.
Le misi a pecorina di nuovo, il mio cazzo che entrava prima in Diana, spingendo forte contro il suo culo perfetto, facendola urlare: “Sì, Marco, scopami più duro!” Poi passai a Raimonda, che si inarcava implorando: “Non fermarti, è così grosso!” Le scopai alternandole, le mani sui loro fianchi, il sudore che ci univa. Ma non bastava: guardai i loro culi invitanti e decisi di riprendere da dove avevamo lasciato. Infilai il mio membro nel culo di Diana, che lo prese con un gemito di puro estasi, spingendosi indietro per averne di più. Raimonda, ormai senza paura, mi supplicò: “A me ora, fammi sentire piena come l’ultima volta.” Il mio cazzo largo la dilatò piano, ma lei godeva, urlando mentre la inculavo, la sorella che le accarezzava il clitoride per intensificare il piacere.
Cambiammo posizioni: io sdraiato, Diana che cavalcava il mio cazzo con il suo culo, rimbalzando su e giù, mentre Raimonda si sedeva sulla mia faccia, la sua figa che sfregava contro la mia lingua. Poi si scambiarono, i loro corpi che si muovevano in perfetta sincronia, come se fossero nate per questo. Facemmo l’amore per ore, esplorando ogni fantasia: un 69 tra le sorelle mentre io le scopavo da dietro, dita che entravano ovunque, orgasmi multipli che ci lasciavano tremanti.
Alle prime luci dell’alba, esausti e appagati, ci addormentammo intrecciati. Ma sapevamo che non era la fine – il nostro trio era solo all’inizio di infinite avventure. Raimonda sussurrò: “Dobbiamo farlo di nuovo, presto.” E Diana annuì, baciandomi: “Con te, sempre.”
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