Ancora esami, con mia cognata
Ero rientrato in sede e, mentre preparavo il materiale per la prossima sessione di esami per le assunzioni, avevo chiamato un paio di volta mia cognata Cynthia per preannunciarle un mio prossimo ritorno a Milano. Mi aspettavo di sentire un po' di attesa nella sua voce, visto quel che era accaduto. Invece niente, la solita musona di poche parole. Ci rimasi male: il mio ego sconfinato, mi diceva che avrei dovuto punire quella smorfiosetta e negarle di godere ancora del mio cazzo. Sapevo altrettanto bene che una sua occhiata da troia avrebbe sciolto all'istante la mia ipotizzata freddezza.
Finalmente venne il giorno di tornare a Milano ed al mio arrivo, nel primo pomeriggio, la trovai a casa ad attendermi. Mi gelò subito con il solito bacetto sulla guancia, mentre io avevo cercato le sue labbra che lei mi rifiutò. Volevo chiederle il perché, ma poi tacqui, immaginando che lei volesse mettere una pietra sopra a quanto ci era accaduto la volta precedente. Mi intristii non poco, ma non potevo farci nulla.
Mi disse che sarebbe andata a cena con una collega dello studio notarile dove lavorava e che, se avessi voluto, avrei potuto far loro compagnia. Accettai senza entusiasmo, anche se l'opzione di cenare da solo non mi entusiasmava per niente. Bene, mi disse, tieniti pronto per le diciannove e trenta. Sistemai la mie cose, misi nell'armadio il guardaroba per la settimana, doccia, maglietta e jeans. Ai primi di giugno a Milano faceva già caldo. Mentre attendevo che lei finisse di prepararsi, detti un'occhiata alle cose di lavoro e non resistetti alla tentazione di sbirciare i file porno criptati che tenevo nel portatile.
Poco prima dell'orario dell'appuntamento, uscì dalla camera indossando una camicetta ed un paio di pantaloni aderentissimi che mettevano in risalto il suo bel culo. Trucco elegante. Le feci i complimenti per la mise e lei rispose con uno dei suoi sorrisi enigmatici. Era già riuscita a farmi indurire il cazzo quando il citofono squillò: era Mara, l'amica con cui avremmo cenato. Scendemmo ed incontrammo Mara, una bella quarantenne, alta, gambe lunghissime, seni piccoli, culo rotondo. Mi osservò con i suoi occhi scurissimi dicendo: e questo é il tuo famoso cognatino. Guardò Cynthia con un'espressione da puttana cui lei rispose con uno dei suoi stranissimi sorrisi. Mara volle accompagnarci con la sua auto, una bella BMW, che lei guidava con un piglio ed una decisione che dentro di me definii maschili.
Cenammo ottimamente con piatti di pesce accompagnati da abbondante Franciacorta. Tuttavia, la conversazione tendeva un po' a languire ed ebbi la sensazione che volessero finire in fretta. Pretesi, naturalmente, di pagare il conto (non lieve) e facemmo ritorno verso casa. Arrivati, Cynthia chiese a Mara se voleva salire per un rum di cui mia cognata era appassionata collezionista.: Ne possedeva molte bottiglie e tutte di grande qualità. Accettò e, saliti in casa, ci sedemmo nel soggiorno per assaporare un Zacapa centenario davvero di alto livello. Senza alcuna premessa, Mara mi disse: mi ha detto Cynthia che sul tuo portatile hai dei bellissimi filmati e sorrise, con un'espressione da puttana difficilmente descrivibile. Credo di essere arrossito e guardai interrogativamente mia cognata che, assunta l'espressione da troia, fece una bella risata ed aggiunse: dai ! Cosa aspetti ? Mi alzai per prendere il portatile che era rimasto in camera mia e quando tornai le trovai sedute all'enorme scrivania dello studio; avevano lasciato per me un sedia in mezzo a loro due. Cercai affannosamente un filmato di un trio ffm e quando lo feci partire, avevo già il cazzo durissimo. MI posi in curiosa attesa: cosa faranno ? Mi chiedevo. Osservavano in silenzio, quando Mara si alzò, passò dietro di me e baciò appassionatamente Cynthia che cominciò a spogliarsi. In un attimo si spogliarono entrambe, con Mara che, inginocchiatasi, aveva cominciato a leccare la fica di mia cognata che, con gli occhi semichiusi e un po' di lingua fuori dalla bocca, mi guardava come una puttana. Mi spogliai anch'io e misi subito il cazzo in bocca a Cynthia che cominciò a succhiarlo mugolando come sa fare lei. Mara alzò la testa e disse: non mi avevi detto che il tuo cognatino avesse un cazzo così spettacolare ! Voglio assaggiarlo subito ! Cynthia rise dicendo che avremmo dovuto spostarci in camera sua e così facemmo. Le due lesbiche iniziarono un fantastico 69 che mi fece venire voglia di segarmi, lì, sul posto. Le interruppi e misi il cazzo in bocca a Mara e, contemporaneamente, leccai la fica di mia cognata. Mara se lo tolse di bocca e si impalò, mugolando, sui miei 20 centimetri di verga. Intanto l'altra si era alzata dal letto per frugare nel comò da dove estrasse un enorme fallo di lattice indossabile tramite cintura. Scopai anche Cynthia che, ad un certo punto pregò Mara di indossare il fallo di lattice e di incularla. In un attimo quell'enorme cazzo era scmparso dento il culo di mia cognata che veniva vigorosamente pompata da Mara. Sentivo che stavo per esplodere e decisi, così, di metterlo in culo a Mara che, pur gradendo molto, mi sussurrò un : piano, per favore. Il mio cazzo non era di lattice, ma di concretissima carne. Trovammo facilmente il ritmo di questa fantastica doppia inculata, quando, annunciai che stavo per sborrare. In contemporanea quasi gridarono : aspetta ! Si liberarono di quanto avevano in culo e si inginocchiarono di fronte a me con la bocca spalancata. Per dovere di ospitalità il primo schizzo finì nella bocca di Mara, mentre il secondo andò sulle labbra di Cynthia. Mi stesi sul letto mentre loro si baciavano scambiandosi lo sperma ricevuto.
Seppi, dopo, che loro due avevano da tempo questa relazione omosessuale che, ogni tanto, annacquavano con una partecipazione maschile più o meno numerosa. Nella sostanza due grandissime troie.
Anche questa settimana passò in fretta con un altro paio di incontro con Mara; nelle altre due serate giocammo da soli. La sede di esami di Milano diventava ancora di più interessante.
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