Convivenza intima 2

Il profumo di Laura aleggiava ancora nella nostra camera da letto, un’essenza di gelsomino e vaniglia che si mescolava al calore della sua pelle dopo quella notte con Ali. Era un odore che mi aveva sempre fatto impazzire, un richiamo sensuale che sembrava permeare ogni angolo della casa durante quel lockdown del 2020. La nostra vita, confinata tra le mura di un appartamento spazioso ma sempre più carico di tensione erotica, aveva preso una piega inaspettata. Dopo quella prima notte in cui Laura aveva sedotto il figlio quattordicenne Ali la nostra famiglia stava scivolando in un vortice di desiderio che nessuno di noi sembrava voler fermare.Laura e Ali avevano trasformato quella scintilla iniziale in un fuoco che bruciava senza sosta. Ogni giorno trovavano un pretesto per toccarsi, per sfiorarsi, per perdersi l’uno nell’altra. Laura, con il suo corpo scolpito e il seno pieno di terza misura, sembrava ringiovanita, come se il desiderio del figlio le avesse restituito una vitalità che il lockdown aveva rischiato di spegnere. Indossava abiti sempre più provocanti: canotte leggere che lasciavano intravedere i capezzoli, pantaloncini che aderivano alle sue curve come una seconda pelle. Il suo profumo di gelsomino seguiva ogni suo movimento, un’aura che sembrava chiamare Ali a lei. Lui, dal canto suo, non si tirava indietro. Lo vedevo entrare in cucina mentre Laura preparava la cena, le sue mani che le sfioravano il culo mentre lei rideva piano, ricambiando con un tocco rapido tra le sue cosce. “Ali, comportati bene” diceva, ma il suo tono era giocoso, invitante verso il figlio.Le loro notti erano un rituale ormai. Laura iniziò a dormire con Ali, a volte nel nostro letto matrimoniale, a volte nella sua stanza, con la scusa di “non farlo sentire solo”. Io, invece di provare gelosia, mi ritrovavo sempre più eccitato e mi segavo. Ogni gemito, ogni sussurro che sentivo attraverso le pareti sottili della nostra casa mi spingeva a masturbarmi, immaginando Laura che si abbandonava al piacere con il figlio. Lui la possedeva con una passione che mi sorprendeva: la scopava con forza, riempiendola di sperma nella fica, e presto anche nel culo. Laura adorava quando Ali, tra i gemiti, le diceva: “Mamma, sei una vacca.” Quelle parole, crude e cariche di desiderio, la mandavano in estasi. E io, nascosto nell’ombra, godevo di ogni istante.Una sera, mentre Laura era in cucina a preparare il caffè, il suo profumo di vaniglia mi avvolse mentre le passavo accanto. Mi fermai a guardarla: indossava una vestaglia di seta che lasciava poco all’immaginazione, i capelli sciolti che le cadevano sulle spalle. Ali entrò, come attirato da un magnete, e le sue mani trovarono subito il suo culo. Lei si voltò, ridendo, e gli diede un leggero schiaffo sul petto. “Smettila, birichino,” disse, ma poi gli infilò la mano nei pantaloni afferando il suo cazzo, facendolo sorridere. Io li osservavo dal salotto, il cuore che batteva forte, eccitato da quel gioco che ormai era parte della nostra quotidianità.Ma non tutti in casa erano ignari di ciò che stava accadendo. Silvia, la nostra figlia di 16 anni, aveva iniziato a notare che l’atmosfera era cambiata.Silvia era una ragazza splendida, con un seno prosperoso di quarta misura e un culo che attirava gli sguardi ovunque andasse. Il suo profumo, un misto di fiori d’arancio e muschio, era fresco e inebriante, un contrasto con l’intensità di Laura. Spesso, Silvia passava le giornate nella sua stanza, con le cuffie nelle orecchie, ascoltando playlist di Spotify dal suo cellulare. Quella sera, mentre la mamma e Ali erano persi nel loro ennesimo amplesso, sentivo la musica di Silvia filtrare attraverso la porta della sua stanza: una melodia elettronica, ritmica, che sembrava pulsare insieme all’energia della casa.Una notte, però, tutto cambiò. Silvia non si sentiva bene, aveva un po’ di febbre, un malessere che il lockdown sembrava amplificare. Si alzò nel cuore della notte, cercando conforto. Entrò nella nostra camera da letto, senza bussare, e ciò che vide la lasciò senza fiato. La mamma ed il fratello erano nudi, abbracciati, i loro corpi ancora caldi dopo un rapporto intenso. Il membro di Ali, ancora semi-eretto, era visibile tra le lenzuola, e la fica della madre, aperta e lucida, raccontava ciò che era appena accaduto. Il profumo di gelsomino di Laura si mescolava all’odore muschiato del sesso, riempiendo la stanza. Silvia, scioccata, corse via, il suo viso pallido e gli occhi spalancati.Venne da me, nella stanza degli ospiti dove avevo iniziato a dormire quando Laura passava le notti con Ali. “Papà,” disse, la voce tremante, “ho visto… ho visto loro.” Il suo profumo di fiori d’arancio mi avvolse mentre si avvicinava, e io la feci sedere sul letto accanto a me, cercando di calmarla. “Shh, tesoro, va tutto bene,” le dissi, accarezzandole i capelli. Silvia indossava una camicia da notte leggera, senza reggiseno, e il suo corpo, così vicino, era una tentazione che non potevo ignorare. La abbracciai, in un gesto che voleva essere paterno, ma la mia eccitazione crebbe, e il mio membro si indurì contro di lei. Silvia lo sentì, ma non disse nulla. Si lasciò coccolare per un po’, poi, con un sospiro, tornò nella sua stanza, lasciando nell’aria il suo profumo e un senso di desiderio non detto.Il giorno dopo, mentre Ali e io eravamo fuori a fare la spesa – una delle poche uscite consentite durante il lockdown – raccontai tutto a Laura. Eravamo in macchina, il profumo di vaniglia di Laura che riempiva l’abitacolo. “Silvia vi ha visti,” dissi, “ed era sconvolta.” Laura non sembrò sorpresa. Anzi, i suoi occhi brillarono di una luce nuova. “Le parlerò,” disse, con un tono che tradiva un piano già in mente. “Non voglio che si senta esclusa. È la nostra famiglia, no?” Annuii, eccitato all’idea di dove stesse andando quella conversazione.Tornati a casa, Laura prese l’iniziativa. Mentre io e Ali sistemavamo la spesa, lei chiamò Silvia in cucina. Sentivo le loro voci, sommesse ma intense, mentre il profumo di fiori d’arancio di Silvia si mescolava a quello di Laura. Laura era diretta, come sempre. “Silvia, tesoro,” iniziò, “amarsi in famiglia è un modo per sentirsi vicini, per sostenerci in questo momento difficile.” Silvia, confusa, non rispose subito.Laura non si fermò. Portò Silvia in camera da letto, la nostra camera, e chiuse la porta. Io rimasi in salotto, ma la mia immaginazione correva. Più tardi, Laura mi raccontò tutto. Aveva chiesto a Silvia di spogliarsi, di mettersi a suo agio. “Ti vergogni di tua madre?” le aveva detto, con quel tono provocante che conoscevo bene. Silvia, esitante, si era tolta i vestiti, rimanendo solo con le mutandine. Laura, invece, si era spogliata completamente, il suo corpo nudo che emanava quel profumo di gelsomino che sembrava ipnotizzare chiunque le fosse vicino. Si erano sdraiate sul letto, vicine, e Laura aveva iniziato ad accarezzare il seno di Silvia, poi era scesa tra le sue gambe.Silvia, inizialmente rigida, si era lasciata andare. Il tocco esperto di Laura, le sue dita che sapevano esattamente dove premere, l’avevano portata a un orgasmo rapido e intenso. Il profumo di fiori d’arancio di Silvia si era mescolato all’odore del suo piacere, e Laura, soddisfatta, aveva guidato la mano di Silvia sulla sua vagina. “Fallo a me, tesoro,” le aveva detto. Silvia, sorprendentemente abile, aveva ricambiato, portando Laura a un orgasmo che l’aveva fatta gemere forte, un suono che avevo sentito anche dal salotto. “Vedi, è naturale,” le aveva detto Laura, accarezzandole il viso. “Stanotte dormirò con Ali, ma se hai bisogno, vai da papà.”Quella sera, Laura e Ali furono particolarmente rumorosi. I loro gemiti echeggiavano dalla camera, la porta socchiusa come un invito. Il profumo di gelsomino di Laura sembrava uscire dalla stanza, mescolandosi alla musica di Spotify, una playlist di The Weeknd che Silvia aveva lasciato accesa. Ero in salotto, il cazzo già duro al solo pensiero di ciò che stava accadendo, quando Silvia apparve sulla porta della mia stanza. “Papà, posso mettermi accanto a te? Mi sento sola,” disse, la voce dolce ma carica di un’energia nuova. “Certo, amore, vieni qui,” risposi, il cuore che batteva forte.Silvia si sdraiò accanto a me, girandosi di schiena. Indossava una camicetta da notte senza reggiseno e delle culotte bianche che mettevano in risalto il suo culo perfetto. Il suo profumo di fiori d’arancio mi avvolse, e mentre la abbracciavo in modo paterno, il mio cazzo si indurì, premendo contro le sue mutandine. Silvia lo sentì e, senza dire nulla, infilò la mano nei miei pantaloncini, prendendo il mio cazzo in mano. Lo menava con movimenti lenti ma decisi, e io non potei resistere. Le strinsi i capezzoli, poi scesi con la mano sulla sua fica, infilando prima un dito, poi due. Era bagnata, pronta. Ci baciammo, un bacio profondo e affamato, e di lì a poco la penetrai. La sua fica, stretta nonostante non fosse più vergine, accolse il mio cazzo fino in fondo. La scopai con forza, pompandola mentre lei gemeva, il suo profumo di muschio che mi faceva impazzire. Quando sentii il suo orgasmo, uscii da lei e le avvicinai il cazzo alla bocca. Silvia aprì le labbra e lo succhiò con avidità, fino a che non le sborrai tutto in bocca. Ci abbandonammo l’uno accanto all’altra, nudi, e ci addormentammo, il suo profumo di fiori d’arancio che mi avvolgeva come un sogno ed il mio cazzo tra le sue piccole mani.La mattina dopo, come sempre, Laura si alzò per prima per preparare la colazione. Il profumo di caffè si mescolava a quello di vaniglia mentre trafficava in cucina. Fece un passaggio nella camera di Silvia e, non trovandola, si affacciò nella mia stanza. Ci vide, nudi, abbracciati, e invece di arrabbiarsi sorrise, un’espressione di stupore e contentezza. Si avvicinò al letto e, senza dire una parola, prese il mio cazzo in bocca. Era duro, come ogni mattina, e il calore della sua lingua mi fece svegliare di soprassalto. Nel dormiveglia, spinsi il cazzo più a fondo nella sua bocca, e Laura, contenta, continuò a succhiarlo con passione. Silvia, sentendo il movimento, si svegliò e fece per alzarsi, ma Laura la trattenne per il braccio. Aprì le gambe e, con un sorriso, disse: “Ti va di leccare la fica di tua madre?” Silvia, vedendo Laura con il mio cazzo in bocca, esitò solo un istante. Poi si chinò e iniziò a leccare la fica di Laura, il suo profumo di fiori d’arancio che si mescolava a quello di gelsomino. Era la prima volta che leccava una donna, ma lo faceva con una naturalezza sorprendente, portando Laura a un orgasmo intenso. Silvia, eccitata, si toccava la fica, bagnandosi sempre di più.Laura, ancora ansimante, mi guardò e disse: “Vedi che è calda? Ha bisogno.” Mi alzai, misi Silvia a novanta gradi in modo che potesse continuare a leccare la fica di Laura, e iniziai a scoparla con forza. Spingevo il cazzo fino in fondo, sentendo la sua fica stringersi intorno a me. Silvia gemeva, il suo corpo che tremava mentre leccava Laura. Quando sentii il suo orgasmo, stavo per uscire, ma Laura mi fermò: “Che fai? Silvia prende la pillola per le mestruazioni da due anni.” Non mi trattenni più e venni dentro di lei, riempiendole la fica di sborra calda. Laura, con un sorriso, si chinò e iniziò a leccare la fica di Silvia, ripulendola con la lingua, mentre il profumo di gelsomino e fiori d’arancio si mescolava all’odore del nostro piacere.Ci alzammo per fare colazione. La casa era diventata un luogo dove ogni desiderio trovava spazio, dove i profumi di Laura e Silvia, la musica, i nostri corpi, si intrecciavano in una danza senza fine. Silvia era ormai parte del nostro gioco, e il lockdown, con la sua forzata intimità, ci aveva uniti in un modo che non avremmo mai immaginato.