Luna, la mia nipotina

MANDREKINO
18 hours ago

Luna, la mia nipotina

 

Luna, la mia nipotina di undici anni, si muoveva in casa con la leggerezza di un uccellino, i suoi capelli biondi che le danzavano intorno al viso ad ogni passo. I suoi occhi, di un azzurro limpido come il cielo estivo, mi seguivano ovunque, pieni di una curiosità che mi faceva sorridere. Era la mia Luna, la luce della mia vecchiaia, la bambina che aveva riempito il vuoto lasciato dai miei figli cresciuti e lontani. Oggi i suoi genitori erano via per il fine settimana, lasciandola alle mie cure. Un compito che accettai con un calore insolito, quasi un fremito. «Nonno, mi racconti una storia?» la sua voce, un sussurro melodioso, mi raggiunse mentre ero seduto sulla poltrona preferita, la pipa spesa tra le dita. Le sorrisi, un sorriso che sentivo stirarsi un po' troppo, quasi un ghigno. «Certo, mia cara. Ma oggi non sarà una storia qualsiasi. Sarà una storia solo per noi, un segreto.» I suoi occhi si spalancarono, la curiosità che si trasformava in un'eccitazione infantile. «Un segreto? Che bello!» Mi alzai, la mia schiena scricchiolò leggermente, ma la sensazione di anticipazione era più forte di qualsiasi dolore. Le feci cenno di seguirmi. «Vieni, Luna. Andiamo in camera mia. Lì potremo parlare senza che nessuno ci disturbi.» Luna mi seguì senza esitazione, i suoi piccoli piedi che battevano ritmicamente sul parquet. La mia camera da letto era sempre stata un luogo proibito per lei, un santuario del vecchio nonno. Ora, le porte si aprivano. Entrai per primo, l'odore di legno vecchio e lavanda riempiva l'aria. Mi sedetti sul bordo del letto, un materasso spesso e affossato dagli anni. Luna si fermò sulla soglia, i suoi occhi che esploravano ogni angolo della stanza con un misto di timore e meraviglia. «Nonno, è buio qui dentro.» «Non ti preoccupare, piccola. Ci abitueremo. Siediti qui, vicino a me.» Battei la mano sul materasso accanto a me. Luna si avvicinò lentamente, i suoi movimenti incerti. Si sedette, ma rimase rigida, le mani intrecciate in grembo. La sua innocenza era palpabile, un velo sottile che presto avrei lacerato. «Luna, sei una bambina molto speciale, lo sai?» La mia voce era bassa, quasi un sibilo. Lei annuì, i suoi occhi fissi su di me. «Mamma dice che sono la sua principessa.» «E lo sei. Ma sei anche molto di più. Sei una donna in divenire, e il tuo corpo è un tesoro che devi imparare a conoscere.» Le mie dita si muovono, accarezzando la sua guancia, la pelle morbida e calda sotto il mio tocco. Luna arrossì leggermente, la sua espressione che si incupiva. «Nonno, di cosa parli?» «Parlo della magia che è dentro di te. Della bellezza che ti rende unica.» Le mie dita scesero, accarezzandole il collo, poi la spalla, il braccio. Ogni tocco era una carezza, un preludio. Luna si ritrasse leggermente, un piccolo brivido le corse lungo la schiena. «Nonno, mi fai il solletico.» «Non è solletico, Luna. È la vita che ti chiama. È il tuo corpo che si risveglia.» Le mie dita si posarono sul bordo della sua maglietta, un cotone leggero che non offriva alcuna resistenza. I suoi occhi, ora leggermente velati di confusione, mi fissavano. Non c'era ancora paura, solo un'ingenua incertezza. «Nonno, non capisco.» «Presto capirai, mia cara. Presto capirai tutto.» Lentamente, sollevai la sua maglietta, rivelando la sua pancia piatta e il suo ombelico, un piccolo incavo che sembrava chiamare il mio tocco. Luna si irrigidì, ma non protestò. Forse la sua mente infantile non registrava ancora la minaccia, o forse la sua fiducia in me era troppo profonda per permetterle di dubitare. I miei occhi si posarono sul bordo dei suoi pantaloncini, un tessuto leggero che sembrava quasi trasparente. «Sei bellissima, Luna. Così pura, così perfetta.» Il mio respiro si fece più pesante. Le mie dita scesero, accarezzando la pelle liscia della sua pancia, poi si infilarono sotto l'elastico dei pantaloncini. Luna sussultò, un piccolo gemito le sfuggì dalle labbra. «Nonno...» la sua voce era un filo. «Shh. Non dire niente, piccola. Lasciati andare.» Le mie dita si muovono, accarezzando la pelle morbida e liscia tra le sue gambe. Sentii un leggero gonfiore, un piccolo monticello di carne che era ancora intatto. Luna si contorse leggermente, le sue guance arrossate. «Nonno, mi fa strano.» «È una sensazione nuova, vero? Una sensazione speciale.» Le mie dita si fecero più audaci, sfiorando il centro di quel piccolo monticello. Sentii un leggero umore, una debole traccia di eccitazione infantile. Luna si mosse ancora, le sue gambe che si stringevano leggermente. Il suo respiro si fece affannoso. «Nonno, che fai?» «Ti mostro quanto sei bella, Luna. Ti mostro la magia che è dentro di te.» Le mie dita si infilarono tra le sue piccole labbra, accarezzando il clitoride minuscolo e sensibile. Un gemito più forte le sfuggì, i suoi occhi si chiusero per un istante. Il suo corpo si rilassò leggermente sotto il mio tocco. «Ah...» Il suo clitoride si gonfiò leggermente sotto le mie dita, pulsando con una vita propria. La sua figa era così piccola, così stretta, un bocciolo appena sbocciato. Le mie dita si muovono con delicatezza, accarezzando, strofinando, stimolando quel piccolo punto sensibile. Luna si dimenò, le sue gambe che si aprivano leggermente. La sua respirazione era ora un ansimare. «Nonno... si... ah...» «Ti piace, piccola? Ti piace come ti tocco?» La mia voce era un sussurro rauco, quasi un ringhio. Lei annuì, i suoi occhi ancora chiusi, il suo viso arrossato. Un piccolo rivolo di saliva le scese dall'angolo della bocca. Mi chinai, le mie labbra che sfioravano le sue. Il suo respiro era dolce, innocente, ma sotto c'era un fuoco che stavo accendendo. Le mie labbra si posarono sulle sue, un bacio leggero, poi più profondo. La sua bocca si aprì leggermente, permettendomi di spingere la mia lingua. Un sapore dolce, quasi infantile, riempiva la mia bocca. La sua lingua era piccola e timida,ma si muove leggermente contro la mia. Le mie mani scesero, afferrando i suoi fianchi, tirandola più vicina a me. Luna si mosse con me, il suo corpo che si premeva contro il mio. Sentii il suo piccolo clitoride pulsare contro il mio inguine. Le mie mani scesero ancora, afferrando i suoi pantaloncini e tirandoli giù. Lei non si oppone alla resistenza. I suoi pantaloncini scivolarono via, rivelando le sue mutandine, un pezzo di cotone bianco che a malapena copriva la sua figa. Le sue gambe si mossero, si aprirono leggermente, come un fiore che sboccia al sole. Le mie dita afferrarono l'elastico delle mutandine e le tirai giù, rivelando la sua piccola figa rosa, le labbra esterne appena accennate, il clitoride che spuntava come una piccola perla. Era così fresca, così intatta, un tesoro nascosto che attendeva di essere scoperto. «Oh, Luna, sei così bella.» La mia voce era un sussurro rauco, quasi un lamento. Lei si dimenò ancora, un gemito le sfuggì dalle labbra. I suoi occhi si aprirono, velati, pieni di una nuova consapevolezza. «Nonno... mi sento... strana.» «Strana in che modo, piccola?» Le mie dita si mossero, accarezzando le sue labbra, poi il clitoride, il suo piccolo gioiello che pulsava sotto il mio tocco. «Mi brucia... ma mi piace.» La sua voce era un sussurro, quasi inudibile. Mi chinai, la mia lingua che sfiorava il suo clitoride. Luna sussultò, un piccolo grido le sfuggì. Il suo corpo si inarcò, le sue mani che si stringevano alle mie spalle. La sua figa era umida, il suo profumo dolce e inebriante. La mia lingua si muove, leccando, succhiando, stimolando quel piccolo punto sensibile. «Ahhh... nonno... ohhh...» La sua voce era un lamento, un grido di piacere che si mescolava al mio. Sentii il suo piccolo corpo tremare, i suoi muscoli che si contraevano. Un rivolo di liquido caldo le scese lungo la coscia. Aveva avuto il suo primo orgasmo, un piccolo, innocente spasmo di piacere. Mi sollevai, il mio respiro affannoso. «Brava, piccola. Sei stata bravissima.» I suoi occhi si aprirono, velati di lacrime, ma anche di un'espressione di estasi. «Nonno... cosa... cosa è successo?» «Hai provato qualcosa di nuovo, Luna. Qualcosa di meraviglioso.» Le mie mani si posarono sui suoi fianchi, la sua pelle liscia e calda sotto il mio tocco. Mi alzai, sfilando i miei pantaloni e le mie mutande. Il mio cazzo, duro e pulsante, spuntò fuori, turgido e pronto. Luna lo guardò, i suoi occhi che si spalancarono per la sorpresa. «Nonno... cos'è quello?» La sua voce era un sussurro, quasi un lamento. «Questo, piccola, è il mio amore per te. È qualcosa che ti dà ancora più piacere.» Mi avvicinai, il mio cazzo che sfiorava la sua piccola figa. Sentii il suo corpo irrigidirsi, ma non si mosse. «Nonno... è troppo grande.» La sua voce era un filo. «Non preoccuparti, piccola. Entrerà. Sarà un po' stretto all'inizio, ma poi ti piacerà.» Le mie mani si posarono sui suoi fianchi, sollevandola leggermente. Il mio cazzo si posò sul bordo della sua figa, spingendo lentamente. Luna gridò, un grido acuto di dolore. «Ahhh! Fa male! Nonno, ti prego!» «Shh. Solo un attimo, piccola. Solo un attimo.» Spinsi ancora, lentamente, con decisione. Sentii una resistenza, un piccolo strappo. Il suo imene, un sottile velo di carne, si ruppe. Luna urlò, un lamento che si trasformò in un singhiozzo. Le sue mani si stringevano alle mie spalle, le sue unghie che affondavano nella mia pelle. Il sangue, un piccolo rivolo rosso, le scese lungo la coscia. «Nonno, che male! Ti prego, smetti!» La sua voce era un pianto disperato. «È quasi fatta, piccola. Sei stata brava.» Spinsi ancora, più a fondo, fino a quando il mio cazzo non fu completamente dentro di lei. Luna gemette, un suono strozzato che si mescolava ai suoi singhiozzi. Il suo corpo era rigido, le sue gambe che si stringevano intorno ai miei fianchi. Sentii la sua figa stretta, calda, che mi stringeva come un guanto. «Ora, piccola, ora sentirai il piacere.» Mi mossi, lentamente all'inizio, poi con più decisione. Ogni spinta era un gemito da parte sua, un lamento che si trasformava in un sospiro di piacere. «Ahhh... nonno... si... ohhh...» La sua voce era un misto di dolore e piacere, un suono che mi eccitava ancora di più. Mi mossi più velocemente, il mio cazzo che entrava e usciva dalla sua figa, creando un suono di schlick, schlick, schlick. Il suo corpo si muoveva con me, le sue gambe che si stringevano intorno ai miei fianchi. I suoi piccoli seni, ancora acerbi, rimbalzavano leggermente ad ogni spinta. «Sì, Luna, così. Lasciati andare.» Le mie mani accarezzavano i suoi fianchi, poi le sue natiche, spingendola ancora più vicina a me. Luna gemette, i suoi occhi chiusi, la sua bocca leggermente aperta. Il suo corpo era un arco teso, che si muoveva con me, in un ritmo primordiale. Il suo clitoride, gonfio e sensibile, sbatteva contro la base del mio cazzo ad ogni spinta. «Ahhh... nonno... più forte... più forte!» La sua voce era un grido, un lamento di piacere che riempiva la stanza. Sentii il mio corpo tremare, il mio cazzo che pulsava, pronto a esplodere. Spinsi ancora, più forte, più velocemente. Il suo corpo si contrasse, un altro orgasmo la travolse. «Ohhh... nonno... ohhh...» Sentii il mio sperma esplodere dentro di lei, un getto caldo che riempiva la sua piccola figa. Gemetti, un suono rauco che si mescolava al suo. Il mio corpo si rilassò, il mio cazzo che si ammorbidiva lentamente. Mi ritirai, il mio cazzo che scivolava fuori dalla sua figa, lasciando un rivolo di sperma e sangue che le scendeva lungo la coscia. Luna giaceva sul letto, il suo corpo tremante, il suo viso arrossato, i suoi occhi velati. «Nonno... cosa abbiamo fatto?» La sua voce era un sussurro, quasi un lamento. «Abbiamo fatto l'amore, Luna. Abbiamo condiviso un segreto.» Le accarezzare i capelli, la sua fronte sudata. Ma la nostra storia non era finita. C'era un altro buco da riempire,un altro piacere da scoprire. «Ora, piccola, c'è un'altra cosa che voglio che tu provi.» La sollevai, mettendola a quattro zampe. La sua piccola schiena si inarcò, le sue native che spuntavano, il suo piccolo culo che mi invitava. «Nonno... cosa fai?» La sua voce era un sussurro timoroso. «Ti mostro un altro tipo di piacere, Luna. Uno ancora più profondo.» Le mie dita si posarono sul suo piccolo ano, stretto e rugoso. Luna si irrigidì. «Nonno, no! Quello fa maschio!» «Solo un po' all'inizio, piccola. Poi ti piacerà.» Le mie dita si muovono, massaggiando il suo piccolo ano, cercando di rilassarlo. Poi, lentamente, spinsi un dito dentro. Luna gridò, un lamento acuto. «Ahhh! Nonno, ti prego!» «Shh. È quasi fatta, piccola.» Spinsi ancora, lentamente, con decisione. Il suo ano si aprì, un po' alla volta. Poi, un secondo dito. Luna piangeva, le sue lacrime che le scendevano lungo il viso. «Fa male! Fa male!» «È quasi fatta, Luna. Sei stata brava.» Ritirai le dita, il mio cazzo che si era indurito di nuovo, pulsante e pronto. Mi posizionai dietro di lei, il mio cazzo che sfiorava il suo ano. Luna si irrigidì, il suo corpo che tremava. «Nonno... no... ti prego...» «Solo un po', piccola. Poi ti piacerà.» Spinsi, lentamente, con decisione. Luna urlò, un grido acuto di dolore. «Ahhh! Ti prego, nonno! Fa male!» Spinsi ancora, con più forza. Il mio cazzo entrò, lentamente, lacerando la sua piccola carne. Sentii una resistenza, poi un cedimento. Il mio cazzo era dentro, stretto e caldo. Luna piangeva, i suoi singhiozzi che riempivano la stanza. Il suo corpo era rigido, le sue mani che si stringevano al materasso. «Ora, piccola, ora sentirai il piacere.» Mi mossi, lentamente all'inizio, poi con più decisione. Ogni spinta era un gemito da parte sua, un lamento che si trasformava in un sospiro di piacere. «Ahhh... nonno... si... ohhh...» La sua voce era un misto di dolore e piacere, un suono che mi eccitava ancora di più. Mi mossi più velocemente, il mio cazzo che entrava e usciva dal suo culo, creando un suono di schlicking, schlicking, schlicking. Il suo corpo si muoveva con me, le sue native che sbattevano contro il mio bacino. «Sì, Luna, così. Lasciati andare.» Le mie mani accarezzavano i suoi fianchi, poi le sue native, spingendola ancora più vicina a me. Luna gemette, i suoi occhi chiusi, la sua bocca leggermente aperta. Il suo corpo era un arco teso, che si muoveva con me, in un ritmo primordiale. «Ahhh... nonno... più forte... più forte!» La sua voce era un grido, un lamento di piacere che riempiva la stanza. Sentii il mio corpo tremare, il mio cazzo che pulsava, pronto a esplodere. Spinsi ancora, più forte, più velocemente. Il suo corpo si contrasse, un altro orgasmo la travolse. «Ohhh... nonno... ohhh...» Sentii il mio sperma esplodere dentro di lei, un getto caldo che riempiva il suo piccolo culo. Gemetti, un suono rauco che si mescolava al suo. Il mio corpo si rilassò,il mio cazzo che si ammorbidiva lentamente. Mi ritirai, il mio cazzo che scivolò fuori dal suo culo, lasciando un rivolo di sperma e sangue che le scendeva lungo la coscia. Luna giaceva sul letto, il suo corpo tremante, il suo viso arrossato, i suoi occhi velati. «Nonno... cosa abbiamo fatto?» La sua voce era un sussurro, quasi un lamento. «Abbiamo fatto l'amore, Luna. Abbiamo condiviso un segreto.» Le accarezzare i capelli, la sua fronte sudata. Ma la nostra storia non era finita. C'era ancora un'ultima cosa da fare. «Ora, piccola, c'è un'ultima cosa che voglio che tu provi.» La presi in braccio, portandola in salotto.  Suo cuginetto, era seduto sul divano, i suoi occhi che mi guardavano con curiosità. «Ciao, nonno!» disse. «Ciao, Marco. Ho una sorpresa per te.» Misi Luna sul divano, le sue gambe che pendevano, la sua figa e il suo culo ancora umidi di sperma e sangue. Marco guardava Luna, i suoi occhi che si spalancarono. «Nonno... cos'è successo a Luna?» «Luna ha imparato un nuovo gioco, ragazzo. E ora vuole giocare con te.» I suoi occhi si posarono sulla sua figa, poi sul suo culo. Il piccolo cazzo, ancora acerbo, inizio a gonfiarsi. «Nonno... posso... posso toccarla?» la voce di Marco era un sussurro. «Certo che puoi. Ora, Marco, è il tuo turno.» Marco si avvicinò, il suo piccolo cazzo che spuntava dai suoi pantaloni. I suoi occhi erano fissi sulla figa di Luna. «Nonno... cosa devo fare?» «Devi fare come ha fatto il nonno. Devi darle piacere.» Marco si posizionò tra le gambe di Luna, il suo piccolo cazzo che sfiorava la sua figa. Luna si irrigidì, ma non protestò. «Nonno... è troppo piccolo.» La sua voce era un sussurro. «Non importa, piccola. L'importante è il sentimento.» Marco gira, lentamente, con decisione. Il suo piccolo cazzo entrò, un po' alla volta. Luna gemma,un piccolo lamento. «Ahhh...» Marco si muove, lentamente all'inizio, poi con più decisione. Il suo piccolo cazzo entrava e usciva dalla sua figa, creando un suono di schlick, schlick, schlick. Luna gemette, i suoi occhi chiusi, la sua bocca leggermente aperta. Il suo corpo si muoveva con Marco, in un ritmo primordiale. «Sì, Marco... così...» Dopo un po', Marco si ritirò, il suo piccolo cazzo che gocciolava di sperma. Luna giaceva sul divano, il suo corpo tremante, il suo viso arrossato. Luna giaceva sul divano, il suo corpo tremante, il suo viso arrossato. Mi avvicinai a Luna, accarezzandole i capelli. «Sei stata bravissima, Luna. Sei la mia principessa.» Luna mi guarda, i suoi occhi velati, pieni di una nuova consapevolezza, di un nuovo piacere. Un sorriso, piccolo e timido, le apparve sulle labbra. «Grazie, nonno.» Il mio cuore si riempì di una gioia perversa. Avevo svelato a Luna i misteri del suo corpo, le avevo mostrato il piacere. E questa era solo l'inizio. La nostra storia, la nostra famiglia incestuosa, era appena cominciata.

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