mamma maria
Mamma Maria
Il profumo della lavanda e del vapore aleggiava nell'aria, denso e dolce, una coperta stucchevole che di solito rasserenava Maria. Stasera mi sentivo pesante, soffocante. Si inginocchiò accanto alla vasca dai piedi artigliati, le sue dita tracciarono la delicata curva della spina dorsale di Irma mentre strofinava, la spugna un leggero sussurro contro la pelle. Undici anni, Irma era tutta angoli acuti e curve in erba, una donna nascente che emergeva dalla bambina. L'acqua, calda e invitante, turbinava intorno ai fianchi di sua figlia, oscurando alcuni dettagli, evidenziandone altri. «Mamma, stai strofinando troppo forte», la voce di Irma, un lamento sommesso ruppe la quiete. La sua testa, umida e liscia, si girò leggermente, gli occhi come pietre levigate che incontravano quelli di Maria. «Sto solo per assicurarti di essere molto pulita, tesoro», mormorò Maria, il suo sguardo indugiò un attimo troppo a lungo sull'avvallamento della parte bassa della schiena di Irma. Uno strano calore sbocciò nel suo ventre, un movimento sconosciuto. La porta del bagno si aprì cigolando, un frammento di oscurità, poi la forma allampanata di Piero riempì l'inquadratura. Tredici anni, tutto gomiti e ginocchia, gli occhi, scuri e intensi, fissi sulla scena davanti a lui. Si fermò, radicato sul posto, una sentinella silenziosa. "Piero, cosa vuoi?" La voce di Maria, un po' più acuta di quanto volesse, fendette l'aria umida. Deglutì, con un visibile ondeggiamento in gola. "Niente. Proprio... niente". Il suo sguardo, tuttavia, rimaneva fisso su Irma, sulla strada l'acqua si aggrappava a lei, sulla distesa liscia della sua pelle. Maria sentì un sussulto, uno strano miscuglio di fastidio e qualcos'altro, qualcosa di primordiale e inquietante. «Vattene, allora. Tua sorella sta facendo il bagno." Maria fece un cenno sprezzante con la mano, ma Piero non si mosse. I suoi occhi, spalancati e impassibili, assorbivano ogni dettaglio. Irma, percependo la sua presenza, si spostò, un leggero rossore le salì sulle guance. Si avvicinò le ginocchia al petto, cercando di nascondersi. Maria lo guardò, una rabbia lenta e ardente che le si avvolgeva nelle viscere, ma sotto di essa, un barlume di qualcos'altro, qualcosa che non riusciva a nominare. Il silenzio si estendeva, pesante e carico. Il gocciolare ritmico dell'acqua dal rubinetto divenne un battito forte e insistente. "Piero, ho detto vai." La sua voce era bassa ora, un ronzio pericoloso. Lui sussultò, ma non distolse lo sguardo. Guardò Irma, poi Maria, con una domanda negli occhi, una curiosità nascente che lo turbava. Un istinto crudo e viscerale la spinse a proteggere sua figlia, a scacciarlo, ma un altro impulso più oscuro la tenne prigioniera. Si accorse che i suoi occhi erano attratti dal corpo di Irma, dal modo in cui l'acqua si increspava intorno a lei, dal leggero gonfiore del suo petto, dalla delicata curva del suo stomaco. L'aria si fece densa di cose non dette. "Va tutto bene, mamma", sussurrò Irma, la sua voce appena udibile, rompendo l'incantesimo. "Può restare". Guardò Piero, un sorriso esitante, quasi timido, le sfiorava le labbra. Il respiro di Maria si bloccò. Un tremito la attraversò. Spostò lo sguardo da Irma a Piero, vedendo un riflesso di sé nella loro disinibita curiosità, una parte dimenticata della sua giovinezza. La rabbia si dissipò, sostituita da uno strano calore inebriante. Sentì un allentamento, un rilascio di una certa moderazione a lungo trattenuta. "Va bene," disse Maria, la sua voce sorprendentemente ferma, quasi una fusa. "Ma non stare lì come una statua, figlio." Si voltò di nuovo verso Irma, raccogliendo un morbido panno di flanella. "Ti puliamo come si deve, mio fiorellino." Cominciò a lavare le gambe di Irma, i suoi movimenti lenti, deliberati. Le sue dita sfiorarono la tenera pelle dell'interno coscia di Irma, un tocco leggero come una piuma che fece rabbrividire Irma. Piero si spostò, un leggero fruscio di aria. Maria sentì i suoi occhi su di lei, sulle sue mani, su Irma. Uno strano brivido, acuto ed elettrico, la attraversò. Si ritrovò a muoversi con un languore esagerato, la mano indugiata, in esplorazione. Irma ridacchiò, con un sospiro di sospiro. "Mamma, che solletico!" Maria sorrise, un sorriso segreto e consapevole. Spostò il panno più in basso, oltre le ginocchia di Irma, tracciando la delicata curva del polpaccio, poi di nuovo in alto, sopra il fianco. Le sue dita, non più solo lavandosi, cominciarono ad accarezzare, ad esplorare. Sentiva la morbida peluria dei capelli, la pelle liscia, la fiorente femminilità di sua figlia. Il respiro di Piero si fece superficiale, irregolare. Si appoggiò allo stipite della porta, lo sguardo fisso, incrollabile. Maria alzò lo sguardo, i suoi occhi s'incrociarono con i suoi. Tra loro passò una silenziosa intesa, una corrente condivisa di curiosità proibita. Vide il rossore sulle sue guance, il leggero tremore nelle sue mani. Era attratto, ipnotizzato. Rivolse la sua attenzione a Irma, i suoi movimenti si fecero più audaci. Prese a coppa i piccoli seni in erba di Irma, il loro calore le riempiva il palmo della mano. Irma ansimò, un suono dolce e sorpreso. «Mamma!» "Shhh, amore." sussurrò Maria, la sua voce roca. "Sto solo assicurandoti che ogni parte di te sia pulita". Iniziò a impastare delicatamente i capezzoli di Irma tra il pollice e l'indice, sentendoli indurirsi, fiorire. Gli occhi di Irma si spalancarono in un misto di confusione e piacere nascente. Un leggero gemito le sfuggì dalle labbra. Piero fece un passo avanti, poi un altro, attratto dalla scena che si svolgeva. I suoi occhi non lasciarono mai il corpo di Irma, né le mani di Maria. Maria sentì un'ondata di potere, un impeto inebriante. Stava orchestrando qualcosa, qualcosa di antico e primordiale. Spostò la mano più in basso, sullo stomaco di Irma, le dita che tracciavano un percorso verso il morbido tumulo tra le sue gambe. L'acqua turbinava, oscurando, rivelando. "Mamma, che cosa fai?" La voce di Irma era un sussurro, intrisa di un nuovo tipo di curiosità, di un brivido nascente. Le dita di Maria trovarono le pieghe delicate delle labbra di Irma, ancora strette, ancora innocenti. Sentì il calore morbido e umido. Iniziò a separarli delicatamente. il pollice sfiorò la minuscola e sensibile protuberanza del clitoride di Irma. Irma ansimò, con un forte respiro. I suoi fianchi si inarcarono leggermente, involontariamente. Le sfuggì un gemito sommesso e acuto. "Ti fa sentire bene, piccola?" mormorò Maria, con il respiro che le si bloccava in gola. Guardò Piero, con una sfida negli occhi, una domanda. Era paralizzato, il suo petto si alzava e si abbassava rapidamente. Una macchia scura si diffuse sulla parte anteriore dei suoi pantaloni della tuta. La testa di Irma si appoggiò all'orlo della vasca, gli occhi semichiusi. "Mmm... Sì, mamma." La sua voce era a malapena un filo di suono. Maria continuò la sua lenta e deliberata esplorazione, le sue dita stuzzicavano, accarezzavano, scoprivano. Il corpo di Irma tremò, una vibrazione delicata. Le sue gambe si divaricarono ulteriormente, offrendo un maggiore accesso. Maria sentì l'umidità, il segno innegabile dell'eccitazione. Premette un po' più forte, una pressione delicata e insistente. I fianchi di Irma cominciarono a muoversi, uno stridore lento e inconscio contro la mano di Maria. Un basso ringhio rimbombò nella gola di Piero. Respirava affannosamente, gli occhi vitrei. Maria lo guardò, con uno strano trionfo che le si gonfiava nel petto. Aveva risvegliato qualcosa in lui, qualcosa di crudo e indomito. Si voltò a guardare Irma, il cui piccolo corpo ora si contorceva dolcemente nell'acqua, i suoi gemiti diventavano più forti, più urgenti. «Piero», la voce di Maria era un comando basso, quasi un sussurro, eppure fendeva l'aria densa. "Vieni qui, figlio." Esitò per una frazione di secondo, poi disegnato da un filo invisibile. Si inginocchiò accanto alla vasca, di fronte a Maria, gli occhi spalancati e le pupille dilatate. Fissò Irma, il suo viso arrossato, le sue labbra socchiuse, il suo corpo tremante. La mano di Maria continuò il suo ritmo, le sue dita scavavano più a fondo, esplorando l'apertura, sentendo la delicata resistenza, la crescente prontezza. «È pronta, non è vero, Piero?» La voce di Maria era una carezza setosa. Lei lo guardò, i suoi occhi scuri e consapevoli. "Guardala. Lei lo vuole". Piero non rispose, il suo sguardo fisso sulla vulnerabilità umida e aperta di Irma. La sua mano, tremante, si allungò, librandosi sulla coscia di Irma. «Toccala, figlio», esortò Maria, con la voce che diventava un ronzio ipnotico. "Senti quanto è bagnata. Senti quanto ti vuole". Le sue dita, all'inizio incerte, sfiorarono l'interno coscia di Irma. Irma ansimò, un suono acuto e sorpreso, ma non si allontanò. Invece, i suoi fianchi si inarcarono di nuovo, premendo contro il suo tocco. Le dita di Piero si muovevano lentamente, timidamente, avvicinandosi lentamente alla fonte del piacere di Irma, al luogo in cui la mano di Maria stava ancora operando la sua magia. Maria ritirò la mano, liscia e calda, lasciando la figa di Irma esposta, luccicante. Gli occhi di Piero si spalancarono ancora, fissi sul panorama. La sua mano, guidata da una forza invisibile, si avvicinò. Le sue dita, dapprima goffe, trovarono l'umidità, le pieghe morbide, la protuberanza pulsante. La schiena di Irma si inarcò bruscamente, un grido gutturale le sfuggì dalle labbra. «Oh! Piero!" La sua voce era un misto di shock ed estasi. Cominciò ad accarezzarla, rispecchiando i movimenti precedenti di Maria, ma con un'urgenza grezza e non raffinata. Il corpo di Irma ebbe le convulsioni, un'ondata di brividi la attraversò. Il suo respiro si fece affannoso. Maria guardava, osservatrice silenziosa, creatrice di questa sinfonia proibita. Provò una profonda soddisfazione, un piacere profondo, inquietante. L'orgasmo di Irma la colpì con la forza di un'onda anomala. Il suo corpo si irrigidì, le sue gambe si strinsero insieme, poi i suoi muscoli si contrassero, una serie di rapide contrazioni. Un urlo acuto le uscì dalla gola, attutito dagli spruzzi d'acqua. I suoi occhi rotearono all'indietro nella sua testa, il suo viso una maschera di piacere puro e genuino. Si afflosciò di nuovo nell'acqua, esausta, tremante. Piero allontanò la mano, il respiro affannoso, il viso arrossato. Guardò Irma, poi Maria, con un'espressione stordita e sconcertata sul volto. "Lei... È venuta," sussurrò, la sua voce rauca per la meraviglia. Maria sorrise, un sorriso lento e predatorio. "Sì, figlio. Lo ha fatto". Si alzò, il suo stesso corpo ronzava di una strana energia oscura. "Ora tocca a te." Gli prese la mano, con la presa salda, e lo tirò in piedi. I suoi occhi, ancora spalancati e sfocati, la seguirono. Lo condusse fuori dal bagno, lasciando Irma, ancora a galleggiare nell'acqua fresca, persa nel bagliore residuo. Il profumo di lavanda, un tempo stucchevole, ora sembrava un profumo inebriante. Camminarono lungo il breve corridoio, con le assi del pavimento che scricchiolavano sotto i loro piedi, nella camera da letto di Maria. La stanza era buia, le tende tirate e proiettava una luce morbida e diffusa. Maria si voltò verso Piero, i suoi occhi bruciavano nei suoi. «Togliti i vestiti, Piero», ordinò, con voce bassa e ferma. Lui esitò, il suo sguardo passò dal viso di lei alle sue mani tremanti. La macchia scura sui suoi pantaloni della tuta era più evidente ora. Era ancora duro, dolorosamente. "Mamma, io..." Iniziò, con la voce incrinata. «Non c'è dubbio, figlio», lo interruppe Maria, con voce ferma. "Fai solo come ti dico." Lentamente, goffamente, cominciò a spogliarsi. I suoi pantaloni della tuta si tolsero per primi, rivelando la sua erezione, spessa e gonfia. Lo sguardo di Maria si soffermò su di esso, con un barlume di qualcosa di simile all'ammirazione nei suoi occhi. Si tolse i boxer, poi la maglietta, in piedi davanti a lei, nudo e vulnerabile. Il suo corpo era ancora fanciullesco, ma c'era una forza nascente, una mascolinità fiorente. Maria allungò la mano, le sue dita tracciarono la linea della sua mascella, poi lungo il suo collo, sopra il suo petto. Sentì il rapido battito del suo cuore sotto la punta delle dita. Spostò la mano più in basso, sopra il suo stomaco, le dita che sfioravano i peli ruvidi alla base del suo cazzo. Rabbrividì, un profondo tremito lo attraversò. «Sei bellissimo, Piero», sussurrò, con la voce tesa di seta. "Così forte". Avvolse la mano attorno al suo cazzo, le dita si chiusero per tutta la sua lunghezza. Era caldo, rigido, palpitante. Piero ansimò, la testa inclinata all'indietro, gli occhi chiusi. Maria iniziò ad accarezzarlo, all'inizio lentamente, poi con velocità e pressione crescenti. Sentì la pelle liscia, la testa vellutata, la vena pulsante sotto il pollice. Gemette, un suono basso e gutturale. «Mamma», disse con voce soffocata, la voce densa di desiderio. Maria mosse la mano con facilità praticata, il pollice che circondava la testa del suo cazzo, stuzzicando la punta sensibile. Sentì il pre-sperma, liscio e caldo, ricoprirle le dita. Si chinò, le labbra gli sfiorarono l'orecchio. «Lascialo uscire, figlio», mormorò, con il respiro caldo contro la pelle di lui. «Sfogati tutto per la mamma». Il corpo di Piero si irrigidì, i suoi muscoli si attorcigliarono. I suoi fianchi iniziarono a spingersi nella sua mano, un ritmo frenetico e disperato. Stava ansimando, il suo respiro gli arrivava in rantoli laceri. La mano di Maria lavorava più velocemente, più forte, seguendo il suo ritmo. L'aria nella stanza si fece pesante, carica della loro eccitazione combinata. «Oh, mamma! Mamma!» gridò, con la voce rotta dall'intensità del piacere. Il suo climax fu esplosivo, un torrente di sperma caldo e appiccicoso che eruttava nella sua mano. Il suo corpo ebbe le convulsioni, una serie di potenti spasmi, poi si afflosciò contro di lei, tremante, esausto. Maria lo strinse a sé, le dita ancora viscide del suo seme. Sentì il suo cuore battere forte contro di lei, il suo respiro caldo sul suo collo. Lei lo guardò, i suoi occhi scuri e insondabili. Li aveva portati entrambi, i suoi figli, in un regno proibito, un luogo dove i confini si confondevano e i desideri regnavano. E in seguito, una pace profonda e inquietante si stabilì su di lei. Il silenzio nella stanza era fitto, pesante per il peso di ciò che era trapelato.
MANDREKINO
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