Storia di vita vissuta

Ciccillo e Marzia
10 hours ago

Con il mio lavoro dovevo recarmi spesso presso un centro di analisi microbiologiche dove si processano le campionature.

Mi accoglievano con gentilezza le numerose ragazze e donne che lavoravano presso questo centro e molto spesso ci intrattenevamo chiacchierando del più e del meno sorseggiando un buonissimo caffé che puntualmente ordinavo ad un bar lì vicino e che ci veniva servito a domicilio.

Tra di loro, una in particolare mi colpiva, non era particolarmente bella, anzi, a dirla tutta era bruttina, leggermente Bbw, curvy come si dice oggi, sulla quarantina, con gli occhiali scuri, una 5° di seno almeno e bassina. Molto simpatica e compagnona però, un tipo come si suol dire.

Un giorno di qualche anno fa, alla reception trovai proprio Lei, Antonella è il suo nome

Io avevo un sacco di materiale da consegnare e mi guardò quasi arrabbiata, dicendo “ E che diamine proprio oggi che sono sola, le colleghe sono ad un corso di aggiornamento e tu mi porti tutta questa roba da processare……ci vorrà una vita Uff!!!”

Io sorrisi scusandomi e le proposi il solito caffè, accettò volentieri.

Sorseggiando il caffè iniziammo a parlare del più e del meno, eravamo soli nella reception e ci spingemmo anche a discutere di cose più personali e intime. Mi chiese se fossi sposato, se le cose tra me e mia moglie andavano bene dato che aveva notato in me una certa tristezza e diffidenza verso il sesso femminile.

Ci aveva colpito in pieno, le cose non andavano bene, mia moglie mi faceva cornuto da almeno tre anni e io, assorto nel lavoro, non mi ero accorto di nulla.

Arrossii alla sua domanda e candidamente, con un pizzico di vergogna, risposi. Poi per uscire dall’ambasse le chiesi  “E Tu, sei sempre sola, le tue colleghe ricevono la visita dei morosi o dei mariti, ma Tu? Non ti ho mai vista con nessuno se non per lavoro”.

Abbassò lo sguardo e scurì in viso al punto che le chiesi perdono per la domanda particolarmente intima.

“No, non scusarti sono stata io ad essere inopportuna e tu sei stato così tenero a rispondermi ammettendo la tua situazione particolare per cui non hai nulla da scusarti”

Sollevando gli occhioni, nascosti dagli occhiali accennò un finto sorriso e….. “io sono vergine, non ho mai avuto rapporti completi con i ragazzi, non posso. Non ho un ragazzo, la mia situazione li allontana dopo poco per l’ovvio motivo di cui ti ho accennato.”

Restai di sasso, non avevo parole, cercavo di farfugliare qualcosa per togliermi dall’imbarazzo ma l’unica cosa che riuscii a pronunciare fu “Mi dispiace, come mai?” mi resi subito conto della indelicatezza della domanda e abbassai lo sguardo.

Antonella per niente imbarazzata “Ma si, sei un caro amico, con te mi sento di parlare, mi piaci anche. Non lo vedi che sono un cesso, brutta, grossa, con due tette da vacca svizzera e un culone che non riesco a guardare neanche io, chi vuoi che mi si fili se non per scopare? Proprio quello che non posso fare”

Ulteriormente incuriosito e dicendole che aveva tanti altri attributi belli e accattivanti, le chiesi il perché non potesse scopare.

“ Ho l’imene molto spesso, non mi si riesce a deflorare, è molto rigido provo tantissimo dolore, ma proprio tanto da bloccarmi e scappare via. Ci vorrebbe un interventino chirurgico ma come faccio, il paese è piccolo e si saprebbe subito per cui….”

Restai di sasso. Ci salutammo e andai via

Qualche settimana dopo fui convocato per un corso di perfezionamento al quale dovevano obbligatoriamente partecipare anche le ragazze del centro. Ovviamente c’era anche Antonella.

Mi salutò con molta enfasi spiaccicandomi un grosso bacio sulla guancia e tutta sorridente e felice si accomodò al posto a fianco a me dicendo sottovoce “Così posso copiare da te che sei un genio”

Sorrisi, iniziammo a seguire il corso e al momento di proiettare delle Slides ovviamente furono abbassate le luci della sala. Dopo tre o quattro diapositive Antonella sempre sottovoce “Che noia, non ti stai facendo due palle più grosse delle mie tette”

"Shii, che ti sentono e facciamo una figura di merda" risposi.

Dopo qualche minuto sentii accarezzarmi il ginocchio, era Antonella che nel buio allungando la mano mi toccava, restai di pietra mentre lei con un sorriso malizioso cominciò a salire e scendere su per la gamba fino al mio cazzo che nel frattempo era diventato di marmo. Lo accarezzò più e più volte, lo strinse da sopra i jeans nella mano fino quasi a farmi male. Ero inebetito. Dopo qualche minuto smise e si alzò dal banco susurrando “Devo andare in bagno a fare la pipì, non ce la faccio più”.

Non capivo più niente e dopo qualche minuto mi alzai e andai anche io verso le Toilettes col l’intendo di cambiare l’acqua all’uccellino e darmi una rinfrescata.

I bagni per le donne e per gli uomini erano nello stesso locale ovviamente con due ingressi separati, entrai in quello dedicato agli uomini e inizia a svuotare la vescica. Subito dopo aver finito, quando cessò lo scroscio della pipì nel cesso, nel silenzio sentii un mugolio provenire dal bagno femminile, uscii e affinando l’orecchio captai un ansimare delicato alternato da qualche secondo di silenzio che andava progressivamente aumentando di intensità.

Avvicinai l’orecchio alla porta e del tutto involontariamente mi poggiai su di essa che lentamente si aprì

Antonella era li, con i pantaloni e le mutandine abbassate intenda ad accarezzarsi una tetta con la mano mente l’altra era nella fica a farsi un ricco ditalino.

Restai di sasso per l’ennesima volta, volevo fuggire ma non ci riuscii, “Dai vienimi a dare una mano, non ce la faccio più, mi piaci da morire ho la stramaledetta farfallina tutta bagnata e non posso metterci nulla dentro, AIUTAMI ti prego a te posso chiederlo”

Entrai, chiusi la porta a chiave e mi avvicinai ad Antonella che subito mi abbraccio e mi mise la lingua in bocca in un lungo e saporitissimo bacio, cominciai ad accarezzarle i seni mentre un brivido la scuoteva tutta, scesi più giù e le accarezzai il clitoride gonfio come il cazzo di un adolescente, provai ad infilare un dito e sentii una parete ruvida e spessa che impediva la penetrazione mentre lei cominciava a sentire dolore al punto che si retrasse.

Mi fermai incredulo e lei “Che fai? Continua stavo per venire, ma non entrare di più, mi fa male e mi blocco. Ti ho tanto desiderato”.

Avevo il cazzo duro e grosso come non mai, una voglia pazzesca di sfondarle la figa con violenza ma le sue parole mi bloccarono e continuai delicatamente con le dita poi esclamai  “e io come faccio? Sto scoppiando”.

 Antonella sorridendo lanciò un urlo di piacere e squirtò come una fontana, tutta fremente mi sbottonò la patta, abbassò gli slip e cominciò a segarmi dolcemente per qualche secondo e poi, togliendosi gli occhiali, si fiondò sul mio cazzo che era diventato davvero enorme, lo prese in bocca e iniziò un dolce, tenero, meraviglioso pompino e in qualche secondo, veramente in qualche secondo, mi fece godere schizzando un quantitativo di sborra enorme, non finivo più di sborrare, è durata di più la sborrata che il pompino in se.

Avevo voglia di continuare, le chiesi il culo ma lei  “no, mi farà ancora più male della farfallina e io voglio solo un ricordo bellissimo di te”.

A quel punto cominciai a masturbarla di nuovo tranquillizzandola “dai, vedi non ce l’ho molto grosso, non ti faccio male, se senti dolore smetto. Le accarezzai dolcemente il buchetto proibito e dopo averle messo il dito medio in bocca per insalivarlo lo infilai piano piano nel suo culo tremante.

Lei in principio si irrigidì emettendo un timido “hai hai” poi cominciò ad assaporare il dolce piacere della penetrazione anale e si lascò andare. “ma si dai, ho solo questo buco che oltretutto è vergine, magari riesci a farmi godere e a sverginarmelo almeno posso offrire questo ai miei spasimanti, ma se mi fa male devi smettere….. ti prego”.

La voltai, la misi a pecora con le mani sul lavandino e le gambe leggermente divaricate continuai col dito per qualche minuto poi mi avvicinai col viso e iniziai a leccarle la fica e il clitoride nuovamente turgidi e mentre lei si contorceva dal piacere iniziai a leccarle anche il buchetto proibito.

Un fremito pazzesco la scosse, vidi l’ano dilatarsi, aprirsi diventare rosso e turgido. Proprio in quel preciso istante Antonella esclamò “sono pronta, lo voglio, inculami!, inculami!, inculami!, inculami!, inculami!”

Avvicinai il capocchione al suo buchetto umido e inizia a penetrarla piano piano, quasi ad aver paura di romperla “ SIII dai inculami!,inculami! Che bello dai siii inc…….ulamiiiii! HAIAAAA!!!!!, continua, non fa niente, mi piaceeeeeeeeeee, dai, dai, non fermarti, sto godendooooooooo, sto venendoooooooooooooo”.

A quelle parole eccitanti risposi quasi subito dopo con un urlo roco, le svuotai  nell’intestino un’altra copiosa sborrata e con il cazzo ancora in culo mi adagiai sulla sua schiena.

Restammo così fermi per qualche minuto, il cazzo cominciò ad ammosciarsi e fuoriuscì lentamente dal culo che vibrava aprendosi e chiudendosi come dovesse defecare, infatti buttò fuori tutta la sborra ricevuta.

“E’ stato bellissimo, grazie, non ero mai riuscita a fare tanto, ora non lasciarmi ho bisogno di te” disse sorridendo.

Continuammo la relazione per circa 4 mesi nei quali la scopai più volte sempre in culo, la figa era tabù.

Allora presi una decisione, parlai con un vecchio  collega di università chirurgo  che esercitava al nord Italia della difficoltà di Antonella ad avere rapporti completi e lui sorridendo mi disse “Ma siete proprio Terroni e antiquati, in dieci minuti e in anestesia locale si fa una imenectomia, venite su da me che vi do la felicità”

Vincendo le titubanze di Antonella, andammo da questo collega il quale fu veramente molto bravo e in dieci minuti con una seduta laser la deflorò tagliando quella membrana che tanto dolore provocava.

Finalmente Antonella potè provare l’estasi vaginale…ma non con me.

Infatti al rientro ringraziandomi con un’altra scopata di culo si concedò da me, sposato anche se cornuto e iniziò una relazione che in poco tempo la portò a sposare il tanto agognato Lui e subito dopo rimase incinta.

Ancora oggi, quanto vado a consegnare il materiale presso il centro sanitario e c’è Antonella ad accoglierlo, non posso pronunciare la parola “grazie” che lei mi zittisce rispondendo “Sono io che devo ringraziare Te in eterno per avermi resa donna, Grazie! Grazie! Grazie all’infinito”.