Estate Rock....anni 70

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In questa estate torrida l’unico momento per avere un pò di intimità sono state le fresche sere.
Un giorno di questi decidemmo di regalarci una serata particolare in un night della costa dove abbiamo trascorso le ferie.
“Revival Rock anni 70” recitava il volantino “Ingresso gratuito alle signore accompagnate ”.
Io che ho vissuto i meravigliosi anni 70, poi amante del rock da sempre, ho pregato insistentemente Ciccio di accompagnarmi, lui restio alla confusione ovviamente mi ha detto di no. “se non mi accompagni tu ci vado con Guglielmo e non ti lamentare se ritorno sbronza e riempita a dovere” dissi perentoriamente.
Si convinse e andammo al Night, io misi su una camicetta bianca con un nodo in vita, senza reggiseno, una gonnellina in jeans fior di culo con un Tanga nero a vita bassa In pizzo con fianchetti di strass molto trasparente al punto che la mia micetta depilata e non abbronzata risaltava abbondantemente, un paio di sneakers dal bordo delle quali fuoriusciva il bordino orlato dei fantasmini neri come il Tanga.
Ci accolse una musica che io definisco paradisiaca per i rockers come me, Motörhead, Lynyrd Skynyrd, Led Zeppelin, Deep Purple, Black Sabbath, Aerosmith, AC/DC, Eagles ,Kiss, Cream ecc. tutto il repertorio degli anni 70. Una luce soffusa e velatamente malinconica alternata alla classica psichedelia del periodo, insomma uno sballo.
Ci accomodammo in un posticino per due con di fronte il bancone dietro il quale c’era un barman attempato che preparava i caratteristici cocktail: Tequila Sunrise, Harvey Wallbanger ecc.
Ciccio dapprima un pò annoiato nel vedere il gran numero di persone intervenute, cambiò completamente atteggiamento puntando le donne belle e appariscenti anche se oramai abbastanza mature, come me del resto.
Mentre sorseggiavo un drink immersa nei dolci ricordi e assorta nelle note di “Sweet Home Alabama” prima e di “Smoke on the Water” poi, mi accorsi di un tipo di fronte a me ,al bancone che mi fissava.
Un tipo abbastanza maturo, con un giubbino jeans nero smanicato, un jeans di quelli stretti a tubo, un paio di stivaletti a punta tipici del periodo e una bandana bianca con un lupo stilizzato sulla fronte. Baffi alla Hulk Hogan brizzolati ovviamente, barbetta appena accennata e un accenno di codino che faceva capolino dal retro della bandana.
Ordinò da bere e continuava a fissarmi, non era particolarmente attraente ma aveva qualcosa di strano, non riuscivo a decifrarlo bene.
Mentre ero intenda a capire chi fosse e cosa volesse, un profumo dolce giunse a me e risvegliò un sapore che avevo dimenticato nei meandri della mente e al quale ero molto legata. Whisky e cola il mitico drink che avevo rimosso dalla testa, ecco cosa ordinò il tizio che tutto a un tratto mi diventò particolarmente simpatico.
Mi alzai dal posto, Ciccio non se ne accorse neanche intento come era a mangiarsi con gli occhi le ragazze, andai verso il bancone e chiesi “un Whisky e cola con…. molto Whisky”.
"Ciao, e da tanto che ti osservo, posso permettermi di offrirti il drink dei tuoi sogni? ”
Restai attonita per come si espresse, affatto infastidita, come sapeva che era il mio drink preferito? “Grazie” risposi “come fai a sapere che è il mio preferito?” Lui: “Una rocker come te, che ha sollevato lo sguardo solo sentendo il profumo……. lo avevo capito osservandoti e ho avuto conferma quando hai ordinato il drink mitico della nostra generazione.”
Scoppiai in una risata dicendogli che non ero poi così vecchia e non so perché mi presentai “Ciao io sono Marzia e quello lì è Ciccio, mio marito”. “Io sono Filippo classe 1960 e sono con mia moglie Valeria ma praticamente da solo, come te del resto, difficile trovare una donna della mia età che mi accompagni in queste nostalgiche serate a tema”. rispose
Ci stringemmo la mano e, stranamente, avvertii un fremito. Bevemmo il nostro drink discutendo di musica e commentando i vari brani che si susseguivano a ritmo incalzante fino a che le luci non si fecero soffuse e partì la mitica Wonderful Tonight di Eric Clapton.
Fu allora che Filippo si fece più intraprendente invitandomi a ballare e io accettai guardando con la coda degli occhi mio marito che se ne fregava altamente e corteggiava una sua coetanea. Il brano incoraggiava a ballare un tipico lento degli anni 70.
Filippo si avvicinava sempre di più e io ero come inebriata dal carisma che emetteva con la sua voce calda e bassa che scandiva i ritmi delle parole. Sentii la sua mano che scivolava sui miei fianchi e il suo respiro caldo al profumo di Whisky e cola sul collo mi eccitava tantissimo. Dai jeans stretti cominciava a emergere un bozzo non particolarmente grosso, mi sfiorò la coscia, cominciai a fantasticare e a desiderarlo.
Se ne accorse, mi prese per mano e piano piano ci appartammo in un angolino riservato e cominciò a leccarmi il collo e poi a mordicchiarmi le orecchie e ad infilarmi la lingua in bocca poi. “sei una Femmina stupenda” sussurrò e poi “voglio farti godere come non hai goduto mai, non dirmi di no e non fermarmi”.
Io un pò scossa per la pretesa ma assolutamente vogliosa di provare risposi “Dove mi porti? C’è mio marito qui, non posso allontanarmi molto se ne accorgerebbe” e lui “ non ti preoccupare a lui ci pensa Valeria, abbiamo deciso di passare una serata da scapoli, come voi”
Mi portò sulla veranda e cominciò ad infilare lentamente le mani sotto il tanga cercando la mia pussy, sfiorandola delicatamente e percorrendo contropelo tutto il monte di Venere facendo letteralmente rizzare i peletti che microscopici cominciavano a ricrescere dopo la depilazione di qualche giorno prima e mentre mi baciava sussurrava parole leggere ora non più in uso del tipo, sei bella come la luna, sei profumata come il giglio di mare, sei tenera come una colombina ecc.
Le frasi e le carezze Mi hanno fatto letteralmente squagliare e ho raggiunto un orgasmo lunghissimo, infinito e senza neanche infilare le dita nella fica che era oramai fradicia, vogliosa e turgida come quella di una cagna in calore.
Posai la mano sul suo jeans accarezzandogli il cazzo che era diventato di marmo. Mentre cercavo la zip per aprirla e toglierlo fuori “No!” esclamò “aspetta, voglio farti godere ancora così, devi arrivare al punto di supplicarmi per averlo, sai io duro a lungo ma non uso pillolette blu per cui se sborro…è finita la festa” e giù una risata incontenibile di entrambi.
Pose le mani sulle mie chiappe sode e accarezzandole con estrema delicatezza scese sempre più in fondo fino a raggiungere il mio buchino che fremeva come il culo di una giovane gallinella quando depone il suo primo uovo, si allargava e si richiudeva quasi a chiedere di essere riempito, infilò prima l’indice quasi ad esplorarne l’elasticità sempre con una delicatezza mai sentita, poi tolse l’indice e infilò il pollice, accorsosi che era bello dilatato, infilò il medio dicendo “si mostra il dito medio per offendere senza neanche sapere il perché; non sanno che è la cosa più bella ed eccitante, Vero?”
“oooh siiii!!!!” risposi io ansimando, godendo più e più volte, sbavando come una troia per la voglia di cazzo che avevo “Ti prego, sfondami, non ce la faccio più, dai dammelo ti preeegooo” e con violenza glielo afferrai tirai giù la zip, sbottonai la patta, scostai di lato le mutande bianche e venne fuori un cazzo non particolarmente lungo ma grosso e tozzo con la cappella ricoperta da un abbondante prepuzio umido.
“ora serviti ma con parsimonia è tanto che non sborro, vorrei durare a lungo per soddisfarti pienamente” io, molto eccitata dalla situazione, mi chinai e lo presi in bocca senza spompinare ma leccando come fosse un gelato che vuoi che non finisca mai. Era grosso come una lattina di birra ma non lungo, feci fatica ad infilarlo in bocca tanto era tozzo ma messo dentro non arrivava alle tonsille per cui non mi dava alcun fastidio come con i cazzi lunghi che arrivati giù devo ritrarmi per i conati di vomito.
Dopo qualche minuto che ero con il suo cazzo in bocca, sospirando e gemendo mi chiese con estrema educazione: “posso godere anche io del tuo dolce nettare anche perché se continui vengo ed è finita la festa” io senza rispondere levai il cazzo dalla bocca e allargai le gambe tutte bagnate all’interno dall’abbondante muco che era fuoriuscito dalla passerina e, quasi a ricambiare la delicatezza, dissi: “prego, prendi tutto il nettare che vuoi mio signore”.
Cominciò leccandomi le cosce a ripulire il nettare fuoriuscito e piano piano, dopo una decina di minuti che sembravano un’eternità, pose la lingua sulla passerina e iniziò un lento antirivieni partendo dal clitoride ingrossato e turgido come un cazzetto di per scivolare giù nella farfallina bagnatissima suggendo tutto quello che ne veniva fuori senza perderne una goccia mentre io ero in trans, in un continuo orgasmo che non finiva mai, con i muscoli delle gambe che tremavano forse anche per la posizione, simile a chi sta per partorire.
Si scostò per un attimo e disse: “mi piace moltissimo dissetarmi con questo vostro nettare da regine, non lo dice nessuno ma ha il sapore del nostro drink, si, Whisky e cola e tu sei la più saporita ed eccitante avventura che mi sia mai capitata…… ma l’avventura non è ancora finita…..” mentre un tenero sorriso si stagliava sul suo viso mi scostò il tanga e mi infilò quel randello tozzo e turgido nella fica.
Entrò con estrema facilità ma mi diede un senso di piacere immenso al punto che ansimai a voce alta in un rantolo di piacere e venni abbondantemente dopo soli due o tre colpi tra l’altro delicati e lenti. Mentre la musica dei Dire Straits, Brothers In Arms nello specifico, accompagnava dolcemente l’estasi che raggiungevo ad ogni affondo del suo cazzo, Filippo disse: “Non ce la faccio più, perdonami devo sborrare, voltati”.
Non me lo feci ripetere due volte, mi girai e chinai leggermente la schiena appoggiandomi con le mani sul tavolino dove prima stavo a gambe aperte. Un calore incredibile partì dal mio culetto, il suo cazzo largo e tozzo con la cappella ancora ricoperta dal prepuzio poggiò sempre con estrema delicatezza ed entrò facilmente, nessun dolore, nessun lubrificante se non le mie secrezioni.
Cominciò a pompare lentamente, io godevo in maniera assurda ad ogni affondo sempre lento e delicato. Tutto questo per tanti interminabili minuti durante i quali credo di essere venuta una trentina di volte e stranamente sempre con intensità crescente. Mi sentivo sballata, come avessi fumato uno spinello.
Emise un gemito roco e sborrò nel mio culo una quantità di sperma enorme che usciva nonostante ci fosse ancora il cazzo dentro che continuava a spruzzare e spruzzare. “ooh!!! sto venendo lasciami ancora dentro ti prego, vorrei morire così, è bellissimo, aspetta che mi si ammosci ti prego!!”
Restammo avvinghiati per qualche minuto in silenzio poi, con lui appoggiato sulla mia schiena, dissi: “avevi ragione tu Filippo, non avevo mai fatto l’amore con questa intensità, con questo trasporto emotivo e soprattutto con questa soddisfazione erotica” e solo dopo aver esclamato ciò mi resi conto che non avevo pronunciato la parola scopare ma: fare l’amore.
Ci ricomponemmo alla ben meglio, ci baciammo appassionatamente come dei ragazzini innamorati, mi fece tante coccole. Poi mi ricordai di mio marito e quasi dispiaciuta esclamai “povero Ciccio, stavolta l’ho tradito per davvero, mi sento tremendamente in colpa!” lui per tutta risposta “Perché, ti sei chiesta da quando tempo non facevi l’amore? Proprio adesso sta fottendo mia moglie. Con lui, fai l’amore o scopi?”
Restai senza parole, aveva tremendamente ragione, non facevo più l’amore da anni, forse proprio dai meravigliosi anni 70.
Sarà stata suggestione ma, a voi ragazzi della generazione Y o Z chiedo di fermarvi a riflettere e pensare a noi della generazione X che ascoltavamo musica vera e senza social facevamo davvero l’amore e proprio tanto tanto.
Consiglio di leggere questa mia storia ascoltando di sottofondo la canzone di cui al link seguente e poi riascoltarla leggendo la traduzione.
https://www.youtube.com/watch?v=6jsU_6DvrtM&list=RD6jsU_6DvrtM&start_radio=1
un ringraziamento sentito a OffLimits27 per il link e per l’ottima scelta delle scene riprodotte.
Marzia
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