La "rosa" di mia cugina
Salve a tutti, la storia che vado a raccontare non è frutto di fantasia ma reali avvenimenti che sono accaduti. I nomi invece saranno di pura fantasia.Ecco cosa mi è successo.Mi chiamo Franco, all’epoca dei fatti avevo poco più di 20 anni, 22 per l’esattezza, alto 1,75 cm per 80 kg, all’epoca facevo molto sport ed ero sempre in forma, castano con i capelli corti e occhi verde scuro. Vivevo con i miei genitori in una città dell’Emilia.I miei genitori si sono trasferiti al nord lasciando la Campania quando io ero troppo piccolo per ricordarlo, lasciando fratelli, sorelle ed amici.Nell’estate del 2000 un fratello di mio padre gli chiese se sua figlia, Rosa, potesse venire su per il periodo estivo. Ovviamente mio padre non aveva nulla in contrario e così nel mese di luglio andai a prendere mia cugina in stazione.Da ragazzini avevamo sempre giocato assieme ogni volta che scendevo al paese, ma erano in effetti diversi anni che non la vedevo e quindi non sapevo che aspetto avesse.Quando scese dal treno ricordo che per un paio di secondi rimasi a bocca aperta.Capelli lunghissimi rossi come la passione, non finti ma rossi naturali, occhi verdi come smeraldi, un po’ di lentiggini che rendevano il viso ancora più bello da guardare, labbra carnose e guance belle paffute.Alta circa 1,65, sì con qualche kg in più rispetto le modelle che vediamo in TV ma nulla di esagerato: personalmente ho sempre apprezzato le donne curvy. Un seno davvero prosperoso, tipico delle ragazze del sud, una quinta, quindi proprio grande.
Scese dal treno con una camicia molto leggera tutta floreale aperta sul davanti per il gran caldo. Apertura che mi dava la possibilità di buttare lo sguardo ogni volta che potevo ed ammirare la fessura che i suoi grandi seni creavano.Ci salutammo abbracciandoci e dandoci i classici baci sulla guancia: potevo sentire la pressione sul mio petto delle sue tette comunque sode anche se grandi. Ci avviamo assieme alla macchina ed ogni volta che lei si chinava in avanti buttavo sempre l’occhio nella sua scollatura. Iniziai a guidare verso casa ma mi giravo spesso verso di lei per scrutare la camicia che si apriva per effetto del vento con i finestrini abbassati, complice il fatto che portavo occhiali da sole scuri i quali non lasciavano vedere cosa osservavo. Così continuai senza problemi, ma qualche problema invece iniziavo ad averlo e cioè un certo rigonfiamento nelle zone basse. Indossavo solo una t-shirt ed un paio di pantaloncini: non amo le mutande quindi indosso sempre boxer. Purtroppo questo non aiutava di certo a contenere l’erezione che iniziava a salire e lei se ne accorse perché mentre parlava con me vedevo che abbassava lo sguardo in direzione del mio pacco e lo faceva tutte le volte che si girava verso di me. Inutile dire che questo aumentava ancora di più la mia eccitazione, ormai non era più possibile nasconderla, era troppo evidente. Finalmente arrivammo a casa dove ci aspettavano i miei genitori. Lasciai che Rosa scendesse per prima dalla macchina così da darmi una sistemata e così feci. Presi le valigie ed entrai in casa, le portai in camera mia, dove lei iniziò a sistemarle anche se avrebbe dormito nel grande salone dove c’era il divano letto.Fu così che Manu si trasferì a casa nostra per quella estate.
I primi giorni passarono tranquillamente, io uscivo presto la mattina per andare al lavoro e tornavo sempre verso le 18, il tempo di farmi una doccia, buttare qualcosa nello stomaco e poi andare a letto. In casa, per via del caldo, Rosa indossava solo una maglietta ed un paio di pantaloncini corti: la maglietta lasciava sempre intravedere capezzoli e le areole molto scure ed ogni volta che ci incrociavamo in casa il mio sguardo andava sempre al suo petto e lei vedeva che io lo notavo.Le mie docce erano sempre più lunghe perché, pensando a quelle tette, il cazzo si rizzava come un missile, così dovevo segarmi come un forsennato per calmare i miei istinti.Come da routine di venerdì mi dedicavo, al posto della doccia, un bel bagno caldo, così preparai la vasca con acqua bollente e tanta schiuma.Mi ci fiondai dentro e chiudendo gli occhi mi rilassai pensando sempre e solo alle tette di mia cugina: immaginavo di toccarle, stringerle, succhiarle e ficcarci in mezzo il mio cazzo duro, arrivando con la cappella alla sua bocca dove lei avrebbe tirato fuori la lingua per darci una piccola leccata ogni volta che si fosse avvicinata.Questi pensieri fecero alzare subito la mia verga che spuntò dal pelo dell’acqua e così inizia un lento movimento con la mano lasciando che il calore dell’acqua sulla cappella mi desse quel piacere che mi serviva.Proprio in quel momento entrò in bagno Rosa. Cazzo, non avevo chiuso la porta?! Tentai di ricompormi“Che cazzo fai entri senza bussare”?Ovviamente lei vide cosa stavo facendo.“Chiuditi dentro se devi fare certe cose, pensa se fosse entrata la zia, meglio io non credi?”. Dicendo così buttò gli occhi al mio cazzo che nascosi sotto la schiuma.“Comunque devo fare solo la pipì poi puoi anche continuare”Così dicendo si diresse verso il water, si abbassò i pantaloncini e si sedette rilasciando la pioggia dorata. Il dolce suono di quel getto contro le pareti in ceramica e contro l’acqua mi fecero eccitare ancora di più: non avevo di certo bisogno di un’altra scarica di eccitazione. Per rendere tutto ancora più difficile si mise a canticchiare e guardava nella mia direzione, la punta violacea della cappella creava un solco nella schiuma.Finalmente si alzò e dirigendosi verso la porta, diede ancora in occhiata al mio cazzo e disse:“Buona continuazione”Dovevo assolutamente sborrare, stavo impazzendo. Appena chiuse la porta iniziai a segarmi con tanta di quella foga che in pochi colpi schizzai tanta di quella sborra che mi sentii svuotato.
Dopo essermi sistemato mi preparai per andare a letto, fuori il corridoio mia madre e mia cugina erano lì che mi aspettavano.“Ma che fai? Vai già a letto? Che cavolo, Rosa è venuta qui per stare sempre a casa? Portala fuori”.Temevo che la stronzetta le avesse raccontato tutto.“Eh mamma, sì va bene, ma stasera no. Sono davvero distrutto”“Che strano… Avrei giurato che ti fossero rimaste delle energie. Si vede che quel bagno deve avertele fatte uscire tutte le energie.”Proprio stronza.“Domani, se per Rosa va bene andiamo fuori. Ma stasera sono davvero ko”.“Eh sì che va bene, non sono certo salita per vedere te”“Ok deciso, domani sera andiamo fuori. Ti porto nel centro storico, c’è un locale dove fanno musica dal vivo.”Il giorno dopo come organizzato, uscimmo per le 20 passate e ci dirigemmo nel centro storico della città. Un paio di short di jeans ed un top molto attillato che grazie alle sue enormi tette era tiratissimo. Un reggiseno pressoché inesistente per cercare di contenere quelle bocce fantastiche che sobbalzavano ad ogni passo che faceva.Ad ogni lieve folata di vento i capezzoli diventavano duri e sembravano voler bucare reggiseno e top.Dopo una camminata di un paio d’ore, andammo in un pub per riposare un po’ le gambe ed i piedi.L’aria condizionata era bassissima e questo aiuto a spingere ancora di più in fuori i suoi capezzoli, ormai durissimi, ma non erano gli unici che stavano diventando duri. Io presi una birra e Rosa invece volle una vodka e fu quest’ultima a far scatenare tutto.L’alcol non lo reggeva per niente, cominciò a ridere come una cretina per ogni cosa che succedeva.Il chitarrista della band che stava suonando continuava a fissarla e continuava a fissare le sue tette.“Secondo me tu gli piaci”“A chi”?“Al chitarrista, non ti toglie un attimo gli occhi da dosso. Non capisco se guarda il tuo viso o le tue……”“Sei sempre il solito cretino”“Facciamo una prova, la prossima volta che ti guarda, scuoti le spalle e muovi le tette, così vediamo se guarda te o loro”Così fece, si alzò in piedi e cominciò a far sbattere quelle grandi tette verso il musicista che non tolse mai lo sguardo da quello spettacolino.“Contento? Basta ho fatto anche troppo”Così dicendo si sedette ma perse l’equilibrio e per poco non cadde dalla sedia, pronto di riflessi allungai una mano per prenderla ma inavvertitamente le diedi un colpo al seno.“Ahiooooo! Mi hai fatto male al capezzolo. È sensibile”“Scusa, non l’ho fatto apposta, se tu bevessi meno forse saresti in grado di stare in equilibrio”Ridemmo entrambi.“In effetti mi gira un po’ la testa, meglio tornare a casa”“Concordo, anche perché ridendo e scherzando è passata la mezzanotte”
Tornammo a casa ed appena entrati le dissi buonanotte.“Vai a dormire? Dai resta un po’ che facciamo due chiacchiere, almeno finché non mi e passato il giramento di testa”“Uffaaaaaaa che palle che sei. Va bene” sinceramente ero davvero felice che me lo avesse chiesto.Prima lei e poi io andammo in bagno a cambiarci e lavarci i denti. Quando tornai in sala Rosa era già coricata nel divano letto ed io mi misi seduto sul pavimento con il mio viso affianco al suo.“Cavolo se mi gira la testa”“Per forza, bevi cose che non reggi”“Ohhhhh ma mica posso bere coca-cola oppure acqua, ho sempre 21 anni”.“Ah sì sì avrai anche 21 anni ma sei caduta come una bambina che sta imparando a camminare, se non era per me ti saresti fatta male davvero”.“Grazie a te? Questa è bella, mi hai dato una sberla sul capezzolo che ancora mi fa male. Dovrei farlo io a te così siamo pari”“Esagerata”“Esagerata? Alza la maglietta che te lo faccio vedere io”.Senza replicare o pensarci su, mi alzai la maglietta e lei subito mi prese un capezzolo con due dita e lo strizzò fortissimo.“Ahhhhhhhhhh” urlai in silenzio tappandomi la bocca con una mano.“Ma sei scema, mi hai fatto malissimo, non è per niente lo stesso tipo di dolore.”“Dai non ho stretto così forte, quando scopo col mio fidanzato gli chiedo sempre di stringerli fortissimo perché mi eccita tantissimo e sopporto sempre il dolore. Non mi credi? Prova tu stesso. Strizzami un capezzolo forte.”Mentre parlava aveva smesso di torturare il mio, ora era dolce e sensuale. Sentivo un certo calore ed un certo gonfiore dentro le mutande. Feci come mi chiese e iniziai a strizzare il capezzolo da sopra la maglietta.“Mmmmm, visto nessun dolore, anzi solo…”“Grazie, da sopra la maglietta e facile, c’è poco attrito”Un attimo dopo si sollevò la maglietta senza mai smettere di massaggiarmi il mio capezzolo.Finalmente potevo vedere quelle tette meravigliose.“Ohhhh mio Dio ma sono enormi. Hai un seno stupendo”Mi sollevai in ginocchio per stare più comodo e vedere meglio, così presi un capezzolo tra le dita e iniziai a giocarci. Tirandolo e stringendolo senza tregua, Rosa inarcò la schiena per il piacere.“Sembra che la cosa ti piaccia”Quando riaprì gli occhi e si girò verso di me, vide che i miei pantaloncini erano tesi al massimo.“Sembra non solo a me”“Anche se volessi, non potrei raccontarti una bugia, guarda che roba.”“Sembri messo bene, almeno a vedere cos씓Guarda tu stessa”Con la mano libera abbassai l’elastico dei pantaloncini e come una molla il cazzo venne fuori. Duro come il marmo e con la cappella già di fuori, sobbalzava proprio davanti ai suoi occhi.“Come ti sembra”?“Sembra un paletto di legno da quanto è duro”Non so cosa mi prese ma avvicinai un po’ il busto e le spinsi la cappella tra le labbra. Lei aprì subito la bocca ed inizio a succhiarmi quanto più cazzo riusciva. Le presi la testa con la mano libera per assecondare i movimenti mentre continuavo a lavorarmi i capezzoli.“Mmmmm ohhhh siiiiii succhialo bene. Prendilo tutto fino alle palle” così dicendo le spinsi la testa con la mano fino quasi a soffocarla.Preso dall’eccitazione, scesi con la mano ed andai a cercare la fessura della sua fica. Appena misi la mano sotto i pantaloncini sentii un lago infuocato colare. Senza pensarci le infilai due dita dentro tutto in un colpo. Lei sgranò gli occhi per guardarmi, aveva sempre il cazzo che spariva dentro la sua bocca.“Mmmmmmmm” mi urlo tappandosi l’urlo con la mia verga. Così accelerò il ritmo ed io feci lo stesso.“Siiiii continua. Spingile più dentro che puoi” riuscì a dirmi staccandosi un attimo per prendere fiato.“Stai zitta e continua a succhiarmi il cazzo troia”. Ero in delirio.Chiuse gli occhi e continuò il suo lavoro.Mentre la scopavo con le dita le massaggiavo il clitoride col pollice e questo la fece partire del tutto perché iniziò ad urlare a bassa voce il suo orgasmo.“Ohhhhhhh siiiiiii vengo, continua, fammi godere sono la tua troia. Ecco vengo, siiiiiiiiiiii”La vidi irrigidirsi e poi iniziare a tremare mentre dalla fica colava un fiume in piena.Un istante dopo si rilassò del tutto, si stava riprendendo da quella scossa.
Mentre mi guardava col fiatone le strofinavo la cappella sulle labbra.“Dammi un istante per riprendermi e poi ti faccio sborrare”“Fai pure, mi piace solo strofinarti l’uccello tra le labbra e la lingua”Appena dissi così tiro fuori la lingua ed io iniziai a picchiarle la cappella sopra.“Dai ho voglia di bere la tua sborra”Riprese così a succhiarmi il cazzo: glielo spingevo quanto più dentro potevo, sentivo le tonsille sulla punta del cazzo, le stavo letteralmente scopando la bocca.“Ohhhhh siiiii continua, sei bravissima, ora ti riempio la bocca di sborra calda e tu da brava troietta la devi bere tutta”“Sì sì, non voglio lasciare nemmeno una goccia”Prese a segarmi con la mano tenendo la cappella ben ferma tra le labbra ed io ripresi a lavorarmi ancora la sua fica sempre fradicia di umori.Stavolta le spinsi dentro 3 dita e le piegai leggermente una volta all’interno, sembrava un rubinetto aperto, colava umori da paura.“Ohhhh siiiii così mi fai venire di nuovo”Aprì il più possibile le gambe per farmi lavorare meglio.“Non parlare, godi in silenzio e pensa a succhiarmi il cazzo. Ti piace vero, apri la bocca voglio picchiare la cappella sulla lingua”. Ormai ero senza freni.“Ecco che sborro. Sei pronta? Aprì la bocca e prendimi tutto il cazzo dentro”Così fece, e con la mano le spinsi la testa per farle inforcare tutta l’asta.“Ohhh siiii ecco sborro bevi troia, bevi beviiiiiiiii ohhhhhhhhhh siiiiiiiiii”Le svuotai dentro una quantità di schizzi incredibile e dallo spasmo dell’orgasmo le ficcai le dita così dentro che venne anche lei per la seconda volta.
Tolsi la mano dai pantaloncini era fradicia come se l’avessi messa sotto il rubinetto.Nello stesso momento si tolse il mio cazzo di bocca.“Ma quanta cazzo di sborra hai? Non finiva mai, però è buonissima”Non le risposiPresi a leccarmi le dita che pochi secondi prima erano dentro di lei ancora fradicie dei sui liquidi.Leccavo ogni singolo dito gustando il sapore.“Anche tu sei molto buona, assaggia tu stessa”Le portai alla bocca la mano e lei inziò a leccare le dita immediatamente. Mi avvicinai anche io e leccammo assieme le mie dita.Le nostre lingue si unirono come in una danza. Così mi voltai leggermente cercando la sua bocca e la baciai infilandole la lingua dentro.Era un mix di sapori sentivo l’odore del mio cazzo e della mia sborra mischiato al sapore della sua fica.
“Scusa Rosa se ti ho chiamata troia prima, non so cosa mi è preso ero proprio partito, perdonami”“Tranquillo, senza saperlo mi hai fatto un piacere, amo le parolacce mentre scopo. Mi eccitano da paura essere chiamata troia, puttana o che altro. Quello stronzo del mio ragazzo non lo fa mai dice che certe cose non si dovrebbero dire alla propria ragazza. Ma che cazzo, ma se sono io a chiedertelo fallo e basta.Sai che non mi lecca neanche la fica perché dice che sono pratiche che si fanno con le prostitute”.“Aspetta allora, mi sembra giusto restituirti il piacere”Mi allontanai da lei ed andai un po’ più giù. Le presi le gambe e aprendole ficcai la testa e la lingua dentro la sua fica. Iniziai a muovere la lingua come una piccola viperetta, entravo e leccavo dall’interno, poi leccavo il clito. Presi ad usare le mani e come prima le ficcai 3 dita dentro mentre continuavo il mio lavoro con la bocca.“Ohhhhh che bastardo che sei, continua porco schifoso, leccami tutta, spingi quelle dita più dentro che puoi, sto godendo come una cagna” non mi fermai continuando a violentarle la fica con le dita, colava dentro la mia bocca, sembrava che stesse pisciando.Il cazzo era tornato duro come prima, la tirai verso di me spingendo sempre più velocemente le dita.“Ohhhh si godo. Ecco vengo di nuovo, hai visto che troia di cugina che hai, fammi godere ancora dai scopami con le dita mentre me la lecchi tutta, non fermarti. Ecco, vengo, godo, sei pronto a bere il mio brodo. Sborroooooo”.Sentii un flusso colarmi sulla lingua, quasi come se stesse squirtando, mi colava dalla bocca e dalle dita, senza un attimo di sosta.Mi alzai e con il cazzo durissimo e le sue gambe totalmente aperte la tirai verso di me ed appoggiai la cappella all’ingresso della sua caverna di fuoco.“Ohhhhhh anche il cazzo adesso?”Lo spinsi tutto dentro e con una mano le tappai la bocca mentre con l’altra le torturavo i capezzoli. Più li torcevo e più godeva, bastarono pochi colpi per farla esplodere, la sentii urlare nella mia mano un orgasmo intenso, il terzo, non smisi di pomparla e ad ogni colpo corrispondeva un sussulto.“Sborro, vengo di nuovo, è stupendo”.Nemmeno ci fossimo letti nel pensiero, lei si spostò subito ed io tolsi il cazzo dalla sua fica cominciando a segarmi con la mano giusto per darle il tempo di venire verso di me e prendersi altre bordate di sborra calda in gola.“Bevi, succhia tutto, arrivaa, ecco la sborra”Le scaricai tra la bocca e la faccia altre 5 bordate di sperma bollente.Con le dita andò a raccogliere dove si era posato per portarselo alla bocca.Poi venne da me e volle baciarmi di nuovo come prima ed io la baciai, con la mia lingua che cercava la sua. Che meraviglia, ci sentivamo davvero svuotati e soddisfatti. Una luce si accese in corridoio e con estrema agilità ci rivestimmo e come se nulla fosse accaduta andai in camera mia e lei si addormentò sul divano.
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