Sesso selvaggio nel Motel

Titolo originale: The Mirror Didn't Lie – Public Encounter Turned Wild 🚻🔥
Nessun nome. Nessun numero. Solo desiderio, tensione e una cabina chiusa a chiave dove le fantasie prendono vita. Questa storia cinematografica, a lenta combustione, fonde eleganza e passione, lasciandola con la voglia di altro.
La città era fradicia 🌧️. Mi sono infilata nell'edificio più vicino – un hotel di lusso in cui non alloggiavo – solo per ripararmi dalla pioggia e risparmiare i tacchi. La hall era silenziosa, illuminata dai caldi toni dell'oro e del marmo, e mi sentivo un po' fuori posto con il mio vestito attillato e i capelli bagnati.
Mi sono infilata in bagno solo per rinfrescarmi, scrollarmi di dosso il freddo. È stato allora che è cambiato tutto.
Lì, accanto allo specchio, c'erano due uomini. Uno con un completo blu navy su misura, l'altro con una camicia nera attillata, con le maniche arrotolate a mostrare gli avambracci robusti. Non parlavano, si stavano solo aggiustando il colletto, guardandomi attraverso il riflesso. Uno di loro ha sorriso compiaciuto quando i nostri sguardi si sono incrociati.
"Notte dura?" ha chiesto, con voce profonda, liscia come il velluto ma venata di curiosità.
Ho scrollato le spalle, passandomi le dita tra i capelli umidi. "Mi stavo solo riparando dalla pioggia."
Hanno risolino. Quello in nero fece un piccolo passo indietro, lasciandomi spazio, ma senza mai interrompere il contatto visivo. L'aria si fece pesante, carica. Qualcosa di inespresso aleggiava tra noi. Avrei dovuto essere nervosa. Invece, sentii un'attrazione – non paura, ma calore 🔥.
"Non alloggi qui, vero?" disse quello in giacca e cravatta con un sorriso.
Alzai un sopracciglio. "Nemmeno tu, immagino."
Rise, lanciando un'occhiata al suo amico, che si era già avvicinato al box in fondo alla fila. Tenne la porta aperta con un solo dito. Nessuna pressione, solo un invito.
"Non lo diremo se non lo fai tu."
Il mio cuore batteva forte. L'adrenalina si mescolava alla curiosità. Esitai... ma solo per un secondo. Poi, senza dire una parola, entrai.
🚪 Clic. La porta si chiuse a chiave alle mie spalle.
Il box era sorprendentemente spazioso – probabilmente pensato per i VIP, come tutto il resto in quell'hotel. Uno era in piedi dietro di me, il suo petto mi sfiorava la schiena. L'altro era appoggiato al muro, sbottonandosi lentamente la camicia, come se sapesse che stavo osservando ogni movimento.
"Parola di sicurezza?" chiese dolcemente quello in giacca e cravatta.
"Andrà tutto bene", risposi, con il respiro già tremante.
L'uomo dietro di me mi scostò delicatamente i capelli, sfiorandomi il collo con le labbra. Pelle d'oca. Non sapevo nemmeno i loro nomi – non ne avevo bisogno. Non erano bruschi. Erano pazienti. Provocanti. Sicuri di sé.
Il tipo di uomini che sapevano il fatto loro.
Uno mi sollevò il vestito mentre l'altro slacciava la cerniera quel tanto che bastava per liberare ciò che era chiaramente spesso, pesante e duro 🍆. Rimasi senza fiato quando lui si premette contro di me – lentamente, per saggiarlo, lasciandomi sentire ogni centimetro prima ancora di muoversi.
Il secondo mi si parò davanti, lasciando che le mie mani lo esplorassero mentre lui mi accarezzava il fianco con le dita. Il loro tocco era come una danza – uno guidava, l'altro seguiva. Il mio corpo si sciolse tra loro.
Si scambiarono posizione senza soluzione di continuità, come se avessero già fatto prima. Uno mi baciò la spalla, l'altro mi strinse la vita, entrambi mi dedicarono il tipo di attenzione che non si implora, ma a cui ci si abbandona.
I gemiti erano sommessi, ansimanti, ma intensi. La pressione, il calore, la sensazione di essere presa e adorata allo stesso tempo: ero sopraffatta e completamente presente.
Era sporco. Era pubblico. Ma era perfetto.
Quando finimmo, ero premuta contro la porta del bagno, con le labbra gonfie, le gambe tremanti e gli occhi vitrei. L'uomo in nero mi sistemò l'abito con un leggero strattone, scostandomi una ciocca di capelli dal viso. Quello in giacca e cravatta mi porse un fazzoletto con un occhiolino.
"Ci vediamo in giro", sussurrò uno.
E così, sparirono.
Aspettai due minuti prima di uscire. Nessuno nella hall mi prestò attenzione. Il mio rossetto era un po' sbavato. La mia sicurezza? Alle stelle 💅.
Il giorno dopo, continuavo a pensarci. L'emozione. Il mistero. Il modo in cui mi toccavano come se fossi l'unica cosa al mondo. Non sapevo nemmeno se li avrei mai più rivisti – e stranamente, mi andava bene così.
Da allora, ho imparato ad apprezzare l'inaspettato. A volte sfoglio Bedpagez, solo per vedere chi c'è di nuovo in città. Non cerco di ricreare il momento, solo di inseguire quella stessa scintilla. Quella selvaggia imprevedibilità 🔥
E ogni volta che ora passo davanti a un hotel di lusso, mi guardo allo specchio con un'aria un po' diversa.
Perché a volte lo specchio non mente. E a volte nemmeno il tuo istinto.
✨ End of Story ✨
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