Il mio primo tradimento

sandra
a day ago

Ci piace uscire a cena, io e Carlo, mio marito, lo facciamo spesso, siamo sposati ormai da 12 anni, io ne ho 34 e lui 40, non ci manca nulla, abbiamo una bella casa a Milano grazie anche al suo lavoro da dirigente per una grossa azienda farmaceutica.

È un locale molto carino e si mangia bene, il posto è pieno, molte coppie e ad un tavolo non lontano dal  nostro una compagnia di 6 uomini, sembrano tutti sotto i trent’anni, festeggeranno qualcosa, uno di loro continua a fissarmi, biondo con i baffetti, cerco di non farci caso e mi dedico alla conversazione con mio marito ed al cibo, annaffiato da dell’ottimo vino rosso, un Brunello.

Ho messo un miniabito il lana che mi ha regalato Carlo, e ho messo gli stivali con il tacco 8 che a lui piacciono molto, le mie gambe lunghe vengono evidenziate dal mio outfit e qualcuno si volta a guardarmi mentre attraverso la sala, il vestito è abbastanza aderente ed evidenzia anche la quarta misura del mio seno, a mio marito piace mostrare la sua bella moglie bionda e a me non dispiace quando mi guardano.

Vado in bagno e, mentre aspetto il mio turno arriva anche il biondino con i baffi che si mette dietro di me dopo avermi detto

-          Buonasera

Gli rispondo per educazione, anche se ho i tacchi è più alto di me, vuole fare conversazione

-          L’altro bagno è guasto, dobbiamo attendere

-          Aspetteremo

-          non possiamo fare altro no?

-          No, decisamente no

-          Mi perdoni ma lei è bellissima, non sono riuscito a trattenermi

-          Beh grazie

-          È con suo marito?

-          Si con lui

-          È un peccato

-          Perché?

-          Pensavo di poterla invitare a bere qualcosa con me

-          Mi spiace, già impegnata.

-          Le spiace davvero o lo dice tanto per dire

-          Tanto per dire

-          Ah, una donna fedele

-          Si, certo

-          È davvero un peccato

-          Adesso è il caso che la smetta

-          Va bene, l’ammirerò in silenzio

Dopo essere andata in bagno tornai al tavolo da Carlo che stava parlando al cellulare

-          Tesoro, un problema in azienda, si è bloccata una linea di produzione, devo andare, prendi un taxi per tornare a casa?, mi dispiace, perdonami

-          Non ti preoccupare, mangio il dolce, bevo un caffè e torno a casa, farai tardi?

-          Spero di no ma non si sa mai, tu vai pure a letto

Si alza mi dà un bacio sulle labbra e se ne va lasciandomi la sua carta di credito sul tovagliolo.

Anche il biondino è tornato al suo tavolo, ma poco dopo si avvicina al mio

-          Rimasta sola?

-          Si, un problema in azienda, bevo il caffè e chiamo un taxi

-          Se me lo permette posso accompagnarla io

-          Non è il caso grazie,  un taxi va benissimo

-          Sono un maleducato, mi chiamo Alessio, piacere

-          Claudia

-          Ci pensi, sono un autista attento e prudente

-          Ahahah grazie, ci penserò

Pagato il conto mi alzo e chiamo un taxi, mi rispondono che ci vogliono 10 minuti, esco dal locale ad aspettarlo, una Porsche si ferma davanti  a me

-          Aspetta ancora il taxi?

-          Si sta arrivando grazie

-          Proprio non vuole darmi il piacere di accompagnarla?

-          Non c’è bisogno, grazie ancora

-          La prego, insisto

E scende ad aprirmi la portiera, mai stata su una Porsche, è molto bassa e mi aiuta a sedermici

-          Dove la porto?

-          Conosce la città?

-          Abbastanza

Gli dico la via e parte.

-          Allora Claudia, abita da molto tempo lì?

-          Da una decina d’anni

Il mio miniabito sedendomi è salito ancora un po’, mi sbuca il bordo delle mutandine di pizzo che porto.

-          Dicevo sul serio prima

-          Quando?

-          Quando ho detto che lei è bellissima

Non gli rispondo

-          E che mi piacerebbe bere qualcosa insieme, cosa ne dice?

-          Dovrei andare a casa

-          Cosa le costa, solo un drink, conosco un posto non lontano da casa sua, non faremo tardi

-          E va bene, solo un drink

-          Bravissima

Non conosco il locale, le luci sono soffuse e i tavolini sono coperti da lunghe tovaglie con sedute che sono divanetti, ordino una vodka e lui un bourbon

-          Allora Alessio, lei cosa fa?

-          Nulla di che, sono un consulente finanziario

-          E le piace?

-          Abbastanza, bisogna pur lavorare no?

-          Ah si, certo

Le sue gambe sono contro le mie, una sua mano scende sulla mia gamba, stringo le gambe spostandomi leggermente, lo spazio non è molto ma la mano anziché spostarsi sale leggermente sulla mia coscia e lui con nonchalance

-          Lei immagino non lavori invece Claudia

-          No mi occupo della casa

-          Niente figli?

-          No niente

La mano mi accarezza la coscia andando su e giù

-          Beviamone un altro

E, senza aspettare, chiama il cameriere facendogli segno di replicare l’ordinazione precedente.

-          Adesso a tratti me la stringe, ha le mani forti e grandi, le dita sfiorano le mie mutandine

-          Alessio adesso dovrei proprio andare

-          No resti ancora un po’

Il suo viso è molto vicino al mio

-          Cosa ne direbbe se la baciassi?

-          Direi che non è il caso

-          E se non riuscissi a trattenermi?

-          Ma io……..

Le sue labbra erano già sulle mie, al mia bocca che stava replicando, semi aperta, gli permise di infilarci la sua lingua e cominciò a baciarmi senza darmi respiro, intanto le sue dita forti stringevano le mia fighetta oltre gli slip e presto ci si infilarono sotto, mi mancava il respiro, non solo per il bacio.

-          Sei bagnata, hai voglia anche tu, ammettilo, non c’è nulla di male

E poi ricominciò a baciarmi e con le dita a sollecitare la mia clitoride che aveva raggiunto, le contrazioni al mio basso ventre aumentavano

-          Perché non usciamo da qui e andiamo in un posto tranquillo?

Gli venni tra le dita con un sospiro, non mi era mai successo e lo seguii tenendolo per mano, non andammo lontano, aveva parcheggiato vicino ad un giardinetto con delle panchine, mi ritrovai appoggiata con le mani allo schienale di unna panchina con lui dietro che mi baciava sul collo e con le mani forti mi stringeva i seni oltre il vestito, poi sentii che lo sollevava di dietro e mi scostava le mutandine, il suo cazzo durissimo stava strisciando tra le mie cosce per poi trovare l’ingresso che cercava ed infilarcisi dentro con un unico affondo, cominciò a scoparmi facendomi gemere per il piacere, venni di nuovo e poi sentii il suo sperma caldo colarmi tra le cosce, non avevo mai fatto una cosa del genere, mi fece girare e cambiammo posizione, lui appoggiato alla panchina che spingeva la mia testa verso il basso, lo presi in bocca leccandolo e succhiandolo come presa da una frenesia che non mi apparteneva, lo sentivo gonfiarsi e crescere contro il mio palato fino a che lo sentii durissimo di nuovo, mi fece mettere inginocchiata sulla panchina e si mise dietro di me, prima un suo dito si infilò nel mio buchino seguito poi dalla sua cappella ed infine dal suo uccello, il mio culetto fu riempito da quell’asta di carne durissima che cominciò a scoparmi facendomi mugolare come una gatta, le sue dita intanto si infilavano nella mia fighetta e non riuscìì a rattenermi dal venirgli ancora sulla mano, sentivo il suo sforzo e sentii anche quando la sua sborra invase il mio sfintere colandone anche un po’ all’esterno, poi  rimanemmo seduti a baciarci come una coppia di fidanzatini che limonavano sulla panchina.

Mi accompagnò a casa in silenzio baciandomi quando mi lasciò mentre con le gambe malferme salivo le scale davanti al mio portone, non ci credevo ancora, avevo tradito Carlo per la prima volta e con uno sconosciuto, ero talmente eccitata però che mentre ero sotto la doccia mi masturbai continuando poi quando fui a letto.

 

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