Marika
Mi chiamo Marika, sono sposata con Mauro da 4 anni, purtroppo per lui la fedeltà non è tra i miei pregi, non gli sono stata fedele da fidanzati, figuriamoci adesso che ho più tempo libero, e poi mi piace apparire, se dalla mini si vedono le mutandine la cosa non mi crea problemi, alle superiori erano famosi i miei reggiseni a balconcino che lasciavo sempre intravedere dalle mie camicette, è nel mio carattere, non posso farci niente, e neanche voglio, ho solo 24 anni, perché devo contenermi?
Con Mauro le cose viaggiano abbastanza normalmente, quando mi scopa, giusto quei 10 minuti, poi si gira dall’altra parte e dorme soddisfatto, per fortuna non russa e la cosa, decisamente non mi basta, a quale donna basterebbe? Mi dico. Mia nonna, diceva sempre, “l’occasione fa l’uomo ladro e la donna puttana” e penso avesse assolutamente ragione.
L’altra mattina sono uscita abbastanza tardi, la donna aveva già finito di dare una pulita, andai a fare un giretto in centro, presi un taxi fino a Babila, jeans attillati, scarpe leopardate tacco 8 e t-shirt che mi lasciava nuda la pancia, piccola borsetta a tracolla uguale alle scarpe, come al mio solito, eccessiva facendo vedere il mio piercing all’ombelico, cammino sculettando sotto i portici quando chiamare
- Marika, Marika
- Giorgio, un mio ex compagno di scuola
- Mio Dio, quanto tempo che non ci vediamo
- Direi dal diploma
- Bellissima come sempre
- E tu? Pappagallo come sempre?
- Noooo ho messo la testa a posto
- Da quello che ricordo non l’hai mai avuta a posto, cosa fai?
- Fotografo free lance
- Quindi quasi niente, del resto mi sembra non avessi bisogno di lavorare, i tuoi stavano bene
- No no, lavorare lavoro, non mi sbatto, hai ragione, ma lavoro
- Ti vedo, sei in centro a passeggiare a mezzogiorno
- Sono appena stato da un cliente per delle foto per un catalogo, senti mangiamo una cosa insieme?
- Beh, l’orario c’è, perché no dai
- Ho la macchina al parcheggio in Largo Corsia dei Servi, vieni
E mi prende sottobraccio avviandosi, mi dice di aspettarlo vicino alla rampa d’uscita ed entra, poco dopo esce con una 500X e, addirittura mi apre la portiera.
Mi porta in un posto che si chiama “Antica trattoria milanese” arredo rustico elegante, pieno di impiegati in pausa pranzo, si mangia bene però, non esagero, giusto della pasta ripiena di primo e poi un dolce, una fetta di torta al limone, lui non mangia il dolce ma si fa una tagliata con la rucola, poi
- Visto che siamo vicini vuoi vedere il mio studio? Così ti convinci che lavoro
- E vediamolo
Sembra proprio una cosa seria, luci, cavalletti, delle macchine fotografiche su uno scaffale
- Visto? Lavoro
Delle foto alla parete sono molto belle
- Le hai fatte tu?
- Si, ci sono solo foto mie, fatte da me intendo
- Immaginavo tu non fossi questa ragazza che fa vedere gli slip sotto la gonna che svolazza
- In effetti dovrei fare una ceretta per poter mettere una gonna
- Stupido
- Dai ti faccio qualche scatto per ricordo
- Mi devo mettere in posa?
- Ti dico io, dai
Prende una macchina da uno scaffale e la mette su un cavalletto poi accende delle luci
- Brava così, tira un po’ su la maglietta
- apri il bottone dei jeans e porta un po’ giù la cerniera ma non troppo
- così piano piano mi fai spogliare
- non mi dispiacerebbe, porti sempre quei reggiseni a balconcino?
- Per forza
- Dai allora togliti la maglietta
- Era a quello che miravi eh
- Chissà, favolosa, così, perfetta, dai togliti quei jeans ti faccio uno scatto da dietro, no, le scarpe tienile
- Wow. Anche il tanga, stupenda
- E poi che fai le vendi a play boy?
- Magari, te ti prenderebbero subito, dai toglilo quel reggiseno e mettiti la tracolla con la cinghia che ti passa tra i seni, ecco fatto, una bella collezione di scatti, andrei avanti ancora.
Stacca la macchina dal cavalletto e la mette sulla scrivania, poi mentre mi passo la tracolla della borsetta sulla testa sfilandomela, mi viene vicino
- Mi piace che non dimostri la minima vergogna
- Perché dovrei, non faccio niente di male, fammi rivestire va
- Devi proprio?
Ha gia i miei seni in mano, la bocca sui capezzoli
- Dio, Giorgio…..
- Sono già duri, sei eccitata anche tu
- Si ma ………..
Sono già semisdraiata su un divanetto con le sue mani sui miei seni, lui al mio fianco ha già aperto la zip dei pantaloni, infilo io la mano e gli afferro il cazzo estraendolo, però, non credevo fosse messo così bene, in effetti è già eccitato, due colpi di mano ed un assaggio con la lingua ed è pronto, mi sposta il tanga e mi gratifica con una penetrazione fluida nella mia patatina, quando arriva in fondo tiro un gran sospiro di soddisfazione e poi mi prende con le mai sui miei fianchi, mentre inarco la schiena all’indietro, dopo cinque minuti ho un orgasmo leggero, lui continua a scoparmi con impegno, quando arriva fa per uscire ma lo trattengo passandogli le gambe dietro la schiena, voglio sentire il suo sperma dentro di me e unisco il mio orgasmo alla sua eiaculazione, poi resto lì seduta ma mi sfilo il tanga mentre lui in piedi, nudo si accende una sigaretta che mi porge, gli faccio cenno di no
- Perché io e te non l’abbiamo fai fatto a scuola?
- Eri troppo impegnato
- Mi sembra che tu lo fossi, piuttosto
- Beh, alla fine ci siamo arrivati no?
- Di già?
- Naaaaa, vieni qui con quel bel uccellone
E cominciai a leccarglielo e succhiarlo mentre lui era in piedi davanti a me, io seduta con le gambe aperte lui in piedi con le sue gambe pelose, aveva ragione circa la ceretta, in mezzo alle mie, adesso è durissimo nella mia bocca, mi giro con un ginocchio sul divanetto tenendomi allo schienale, si china e comincia a leccarmi il buchino del culo, il suo cazzo è ben insalivato e lo punta proprio lì tra le mie chiappe cominciando a spingere, si è davvero bello grosso, mi fa mugolare mentre mi penetra, mi agito un po’ per agevolarlo, poi comincia a scoparmi nel culetto, bello deciso, mi piace molto, prima che finisca riesco ad avere altri due orgasmi poi la sua sborra calda nel mio sfintere che mi cola tra le cosce.
Andiamo in bagno e facciamo una doccia insieme, poi dietro una tenda un bel letto in ferro battuto, passiamo lì il resto del pomeriggio, questo si chiama scopare, altro che Mauro.
Mi sa che con Giorgio ci vedremo ogni tanto, ci siamo divertiti. Sono tornata a casa in tempo per la cena, Mauro è tranquillo, mi dice che dovrà andare a Roma qualche giorno per lavoro, mi chiede se voglio approfittare per fare un giretto nella città eterna, perché no gli rispondo, sarà bello passare qualche giorno lontano da casa, per staccare.
Siccome ci sono anch’io, preferisce partire in auto di domenica, è fissato per le auto, ha una Mercedes SL cabrio, il tempo è bello, la giornata a primavera inoltrata è calda, abbassa la capote e viaggiamo in tranquillità, dopo Firenze mangiamo e poi mi dice
- Tesoro rilassati ma devo fare qualche telefonata e non mi piace farle guidando, una mezzoretta e faccio
L’area di servizio è un po’ in alto, c’è un belvedere con delle panchine ed uno steccato di legno, mi siedo lì al sole, ho un miniabito blu che tiro un po’ su sedendomi, mi abbronzo un po’, schiena appoggiata allo schienale della panchina e la testa rovesciata all’indietro, con i miei occhiali da sole, classica posizione da abbronzatura, un paio di camionisti passando strombazzano con il clacson, in effetti messa così, dall’alto hanno una bella visuale anche del mio seno oltre la scollatura; si ferma un furgone dietro la panchina ed un uomo alla guida mi dice
- Ehi bella vuoi compagnìa
- Mi giro sollevando gli occhiali da sole, ha dei bei muscoli sotto la maglietta
Mi guardo intorno e poi dico
- Forse, ma dove?
- Il mio furgone è vuoto
E scende girando dalla parte del passeggero ed aprendo la porta laterale scorrevole, allora lascio la mia panchina, una sveltina, perché no? Mauro è via da soli 10 minuti, mi aiuta a salire e poi chiude la scorrevole, all'interno solo una lucina di cortesia, resto in piedi tenendomi alla cappelliera che c’è sopra la cabina, si sta già segando il cazzo tirandomi su con una mano un lato del mio vestito da dietro scoprendo i mie mini slip che, sculettando, faccio scendere un po’, allargo le gambe e sento il suo cazzo strisciare tra le mie cosce, poi, finalmente, presa la decisione, penetra nella mia patatina cominciando a scoparmi con intenzione mettendomi le mani sui seni oltre il vestito, dovrei cambiarmi godo sporcandomi gli slip mentre lui mi gratifica con il suo sperma, chissà se faccio in tempo ad andare in bagno, nell‘incertezza li tolgo pulendomi con quelli, li metterò in borsa, il ragazzo mi stampa un bacio sulla bocca e mi fa scendere, mi rimetto sulla panchina e riparte, in tempo per vedere la macchina di Mauro arrivare a prendermi, viaggio interessante.
Il nostro è un bell’Hotel, niente di che, un 4 stelle, il minimo per Mauro, la domenica notte, forse per la novità mi scopa e poi mi saluta, il giorno dopo si alza presto, che qualche volta dimostri interesse anche per il mio culetto accidenti.
È bello passeggiare per la città, mi sono organizzata, Nike, mini di jeans, magliettina corta, occhiali da sole, piccola tracolla, in comodità, Colosseo, Altare della Patria, Via Condotti, Trastevere, faccio un bel giro, anche una foto con un bel tipo vestito da centurione romano che, comunque, sono lì per i turisti e si fanno pagare, anche se, abbracciandomi per la foto, mi ha messo una mano sul sedere; mio marito mi ha detto che mi raggiungerà in albergo perché anche a cena è impegnato, ho tutta la giornata.
Non pensavo ci fossero tanti vagabondi, tutti extracomunitari irregolari, sono dappertutto e ci sono anche dei bivacchi proprio vicino al centro, siamo davvero caduti in basso, che peccato, una città come Roma, non che da noi a Milano sia molto differenza comunque.
Un gruppo di ragazzi che fanno i bulli con le turiste, uno mi urla
- Signorina, se ti piacciono i cazzi grossi qui ce n’è uno
Mimando con le mani sulla patta dei pantaloni
Chiaramente non gli rispondo e continuo a passeggiare per Trastevere, prima di cena vado al bar dell’albergo a prendere l’aperitivo e mi siedo addirittura su uno sgabello alto davanti al bancone, dopo un po’, sono alla seconda vodka martini, un ricciolino alto, indicando lo sgabello vicino al mio
- Ciao, posso?
- Certo, io occupo già il mio
- In vacanza?
- Più o meno
Intanto ha ordinato un margarita
- Io anche, per lavoro, qualche giorno
- Idem
- Che lavoro fai?
- No, non il mio, quello di mio marito ma mi lascia sola per cena e allora sono rientrata per cenare qui in albergo
- Ideona, ceniamo insieme
- Beh, devo mangiare
Lo seguo verso la sala ristorante ma la supera e va verso gli ascensori
- Il ristorante è qui
- Naaa ho una suite, ci facciamo portare da mangiare di sopra
Uhhh bello deciso, niente convenevoli, comunque gli vado dietro, arrivati di sopra mi indica un divano e poi il telefono
- Ordina quello che vuoi, per me solo una bistecca ben cotta con verdure e del vino rosso, io arrivo subito
e sparisce da un’altra porta, dopo un quarto d’ora riappare in accappatoio, ha i capelli bagnati, ha fatto la doccia
- Scusa ma è tutto il giorno che giro, non ce la facevo più, se vuoi approfittare c’è un altro accappatoio in bagno
- In effetti sarei andata in camera mia a farla prima di cena, anch’io giro da stamattina, va bene, grazie
- Hai ordinato?
- Si, carne per due con verdure e torta alle noci
- Perfetto, ti aspetto
- Quando esco dalla doccia ho l’accappatoio e i capelli avvolti in un asciugamano a mo’ di turbante, solo che il mio accappatoio è quello corto ma ho trovato anche le pantofole di cortesia usa e getta
- Ti senti meglio?
- Decisamente
Arriva la cena e intanto chiacchieriamo, vive in Puglia ma non è pugliese, è veneto, ma il lavoro……..
- Non avevo notato l’accento
- Ho girato tanto da piccolo, non ho fatto in tempo ad acquisirne uno, mio padre era un militare
- Ah capito
- Non credevo, questa carne è eccezionale, anche il vino non è male
- Si ma mi devo dare una calmata, tra gli aperitivi ed il vino mi gira un po’ la testa
- Tranquilla, dopo andiamo a letto…. Volevo dire vai a letto
- Perché, tu no?
- Beh sì, intendevo……
- Ho capito
Mi alzo, e vado davanti a lui, poi mi inginocchio e gli apro i lembi dell’accappatoio, il suo uccello è già semieretto, un bell’uccello bruno con un ciuffo di peli ricciolini alla base, lo prendo con una mano e, guardandolo, comincio a segarlo e poi leccarlo, poi me lo metto in bocca continuando anche a succhiarlo, ad un certo punto si alza facendo alzare anche me e addirittura mi prende in braccio posandomi poi sul letto dove mi slaccia l’accappatoio e comincia a baciarmi i seni e poi a scendere con la bocca tra le mie cosce, la sua lingua lambisce le mie grandi labbra che si allargano, mi guarda e poi mi è sopra, con le braccia larghe si tiene sollevato, il suo cazzo trova da solo la strada e allora lui spinge, fino a penetrarmi fino in fondo, poi si lascia andare e mi abbraccia, siamo avvinghiati, uno dentro l’altra e rotoliamo sul materasso continuando ad amarci, è una bella sensazione, al mio orologio sono le nove, abbiamo ancora tempo e riceve una visita, gradita, anche il mio culetto, dopo un po’ mi alzo e vado verso il bagno, nuda come sono e ne esco con i miei vestiti
- Devi andartene?
- Si, è l’ora, grazie per la cena
- Grazie a te
Lo bacio sulle labbra ed esco, devo solo scendere di due piani, Mauro non è ancora arrivato, faccio una doccia e mi metto a letto, non mi sveglia, lo rivedo solo a colazione.
Oggi approfitto della SPA dell’albergo, anche del centro massaggi, con la massaggiatrice Ucraina, devo dire che mi rimette a nuovo, dopo pranzo non so se andare di nuovo in giro o poltrire in camera, non sono io a decidere, mi addormento proprio e, quando mi sveglio è tardi per qualsiasi cosa, mi metto ad un tavolino del bar sulla terrazza a guardare il panorama della Città Eterna e a bere un cocktail alla frutta, il mio amico veneto/pugliese è ripartito al mattino, mi ha lanciato un cenno di saluto ed un sorriso a colazione.
È arrivato Mauro, mi porta a cena fuori dall’albergo e devo cambiarmi per andare con lui in un ristorante tipico, mi dice, alla fine finiamo ai Parioli, non mi sembra tanto tipico, solo elegante, però fanno un ottima paglia e fieno e c’è anche una piccola festicciola di compleanno, alla fine ci arriva una fetta di torta della festeggiata, una bella ragazza bruna, all’uscita arriviamo a piedi fino al parcheggio dei taxi non lontano, anche qui extracomunitari che girano, un paio con per terra delle lenzuola con merce contraffatta alla quale sono contraria, se una cosa non me la posso permettere non la prendo, non compero una copia anche se fatta bene.
Mauro in albergo mi dice che domani ripartiamo subito dopo pranzo, ha un incontro al mattino e poi passa a prendermi, gli chiedo se possiamo addirittura mangiare per strada così non arriviamo a casa troppo tardi ed è d’accordo anche lui.
Piove, ci mancava, classico acquazzone primaverile, mangiamo in un self service in un area di servizio a cavallo dell’autostrada, dalle finestre file di auto nei due sensi che spruzzano acqua al passaggio, arrivati dopo Bologna penso siamo quasi a casa, invece appena dopo Modena l’auto si ferma, si accendono tutte le spie, bloccati.
Il carro attrezzi ci porta nella loro officina ACI, ma la filiale Mercedes è già chiusa e per verificare il danno bisogna attaccare la macchina ad un’apparecchiatura che loro non hanno, dovremo fermarci a dormire a Modena, che palle, anche perché, per come la tiene Mauro, probabilmente è una sciocchezza, mentre siamo lì, arriva una coppia di uomini con una Renault Espace, gli si è solo rotto il filo che fa aprire il cofano, mentre sono lì sentono del nostro casino e Mauro che dice
- Se vuoi ti chiamo un taxi che ti porta a casa, io aspetto la macchina
Si offrono di accompagnarmi loro a casa, sono pratici di Milano, hanno già capito dove abitiamo, Mauro mi dice che sembrano persone a posto, in effetti, anche a me, ed accetto, ho tutta l’auto per me, sonnecchio anche un po’ durante il viaggio stendendomi sui sedili dietro, non mi accorgo che nel tempo di una sosta per fare gasolio, mi hanno messo addosso un plaid, carini, me ne rendo conto a Milano.
Li invito a salire per un caffè, parcheggiano nel nostro posto riservato e mi portano su il trolley, finalmente a casa, chiacchieriamo un po’, in macchina ho praticamente dormito tutto il tempo, preparo il caffè e mentre si scalda la macchina , con una scusa vado a cambiarmi e a prendere dei soldi, Mauro mi ha detto di offrirgli una mancia. Lavorano per una società di trasporti espresso nazionale molto conosciuta in città e non solo, per questo conoscono Milano meglio di un tassista, io non ce la facevo più con le scarpe, ho approfittato anche per mettere una comoda e calda, l’aria si è rinfrescata, vestaglia da casa, beviamo il caffè, quello con le cialde in effetti non è un granchè e me ne scuso, poi gli offro dei soldi per il passaggio, come ha detto Mauro, ma li rifiutano, allora, visto l’orario e che, comunque devo cenare anch’io, gli offro di mangiare qualcosa insieme da me, uno dei due, mi dice, per non impazzire, che a cento metri da casa mia c’è una pizzeria, la conosco, si offre di andare a prendere le pizze per tutti, sono d’accordo ma insisto per pagarle io e accettano, pizze buone e compagnia divertente, mi raccontano diversi aneddoti del loro lavoro, senza rendermene conto finiamo due bottiglie di vino rosso.
Mi fanno i complimenti per la casa, non è grande in effetti ma abbastanza elegante, sono simpatici, mi fanno ridere e questo, per me, in un uomo è positivo, hanno una trentina d’anni uno e poco di più l’altro, quello più grande è quello che comanda ma in modo propositivo, non imperativo, almeno così vedo io adesso, magari sul lavoro è diverso, anche perché mi dice che deve gestire 42 padroncini con i furgoni e quasi 1.000 arrivi e partenze al giorno tra buste e pacchi.
Ho sentito Mauro, è in hotel, gli ho detto io tutto bene, i ragazzi sono ancora da me, il caffè lo stanno preparando loro con la moka.
Quello più grande, con le sue battute, ogni tanto è un po’ allusivo, ma mai volgare, devo dire che non mi dispiace, l’altro è più silenzioso, ma ogni tanto mi sbircia la scollatura della vestaglia, l’ho beccato.
Caffè meglio che al bar, il più grande ha origini napoletane, dice che da loro il caffè è quasi una religione, non imparerò mai a farlo così.
Gli racconto un po’ di me e del fatto che Mauro è spesso in giro per lavoro, siamo passati ormai al tu,
- E non ti pesa? Non ti senti mai sola?
- Ogni tanto, ma che devo fare
- Mah non lo so, trovare il modo si svagarti
- Si si, dovrei trovarmi un amante ahahah
- Magari non fisso, occasionale ahahah
- O magari 2 no?
- Beh approfitta di noi quanto vuoi, siamo sulla piazza
- Magari ci penso ahahah
- A volte invece di pensare bisogna agire
- Uhhh diventato serio?
- Perché no, sei sola, siamo soli, nessuno ci obbliga a fare nulla, ma se vogliamo farlo, siamo liberi, certo, noi siam in due ma, sicuramente una ragazza come te saprebbe tenerci a bada
Li guardo in silenzio, sono ancora seduti sul divano, poi gli dico
- Ho un box doccia molto grande,
lascio cadere a terra la vestaglia rimanendo solo con le mie pantofoline, ed il mio completo intimo di pizzo, mi giro e mi avvio verso il bagno che porta anche alla mia camera, mi seguono iniziando a togliersi, lo sento dal fruscìo, i vestiti, arrivano che ho già aperto l’acqua e tolta la biancheria, si vede che lavorano, i muscoli li hanno, ci insaponiamo accarezzandoci mentre mi baciano e scoprono i mie capezzoli succhiandoli, che sensazione, ne ho uno per capezzolo, le mie mani scendono a saggiare le loro virilità, sono capitata alla grande.
Li porto nella seconda camera matrimoniale, non quella che uso con Mauro, qui c’è un gande letto in ferro battuto che era dei miei, ancora mezzi bagnati siamo sulle lenzuola che finiscono di asciugarci, già avvinghiati con i loro cazzi che strisciano sulla mia pelle, il più vecchio si trova sotto di me e ha già trovato l’entrata della mia patatina, bella sensazione riceverlo, il più giovani è ancora in ginocchio dietro di me ma con un dito sta saggiando il mio buchino del culo, poi si sdraia sopra di me penetrandomi, Dio mio sono in un panino farcito ma non riesco a stare ferma, mi stanno facendo godere come una pazza, non so più dove o a cosa aggrapparmi, non deve essere la prima volta per loro, sembrano viaggiare all’unisono, quando mi riempiono di sperma ne raccolgo un po’ con le dita, di quella che cola tra le mie cosce e poi le succhio, buon sapore, ridiamo continuando ad accarezzarci, poi andiamo avanti con tutto quello che abbiamo, ho apprezzato quando il giovane dopo avermi ben inculato è andato a farsi un bidet, un ragazzo molto pulito, anche l’altro, dopo, ha fatto lo stesso, sono le 6, mi hanno portato il caffè a letto, sono già pronti per andarsene, iniziano molto presto a lavorare, mi baciano entrambi e se ne vanno, comunque ho il loro biglietto da visita sul comodino.
Mauro non viene a casa ma è a Milano da mezzogiorno, mi dice che per la macchina era una sciocchezza, una scheda elettronica impazzita, ma una sciocchezza da 600 euro, lui e le sue macchine, io mi sono spostata nella nostra camera e sono ancora a letto, ho lasciato un biglietto per la donna di pulire e rifare il letto nell’altra camera e di fare una lavatrice con le lenzuola.
Una sera Mauro mi dice che ha chiuso un buon contratto, e che ha invitato a cena il suo cliente, un arabo saudita, gli dico
- Ed io cosa devo fare? Cosa mangiano gli arabi? E per il vino?
- Tranquilla, organizzo io con un catering e lui non è mussulmano, beve come noi, occupati solo dell’apparecchiatura della tavola, poi arriva tutto solo da scaldare con le istruzioni per ogni piatto, poi fatti solo bella come sempre
La sera delle cena, ho tutto pronto, ho optato per il tavolo rotondo perché siamo solo in tre, non credo staremo troppo stretti, mi sembra tutto ben ordinato, una bella tovaglia che arriva a terra, un coprimacchia sempre rotondo e in tinta che , invece, arriva a metà tovaglia, posateria in acciaio ma di quella bella, coltelli che tagliano, bicchiere per l’acqua e due calici per il vino, piattino in argento per il pane, sottopiatto, piccolo centro tavola con tre candele profumate, anche se non è da accendere, i piatti tutti pronti in cucina solo da assemblare e su un tavolino di servizio vicino posate e tovaglioli e bicchieri sostitutivi oltre ad apri bottiglia.
Ora, ero convinta di aver visto uomini brutti ma questo è il massimo, fisicamente niente da dire, a parte le mani grandi, ma il viso, naso aquilino, occhi nerissimi ma troppo vicini tra di loro, labbra sottili con pizzetto e baffetti, ma la pelle sembrava conciata dal sole, comunque lo accolgo con il sorriso anche se deve sembrare falso; io non ho voluto esagerare, per cui ho messo un miniabito in lana grigio fumo di Londra, aderente ma con lo scollo a scialle, il mio reggiseno non si vede ma il mio corpo è ben delineato, calze velate grigie autoreggenti e scarpe nere con un tacco 6, non troppo alte per la biancheria, anche se non si vede, ho scelto sempre il nero con reggiseno a balconcino e mini slip molto sgambate in pizzo e seta, capelli acconciati in modo semplice che mi ricadono sulle spalle e solo la fede e due orecchini in oro rosso, due semplici piccoli cerchietti, nel complesso mi piaccio abbastanza così, Mauro riceve anche i complimenti per la moglie, cioè io.
Il suo italiano è impreciso ma con Mauro parlano inglese, però ha l’accortezza di rivolgersi a me nella mia lingua anche se in modo approssimativo, serviti gli antipasti freddi oltre ad un tortino di ricotta e spinaci invece caldo, passiamo a due assaggi di primo, pappardelle al ragù di cinghiale e tortelloni al burro con erba cipollina, per i secondi devo usare il tagliere per l’arrosto e ho le patate al forno, per farlo devo stare in piedi vicino al tavolo e il nostro ospite, spostando i tovagliolo, inavvertitamente mi tocca una gamba all’altezza della coscia, una volta servita la carne mi siedo prima dell’altro secondo, la conversazione tra mio marito e l’arabo è fitta fitta, magari conoscessi l’inglese coma Mauro; ora però non è successo inavvertitamente, ho una mano sul ginocchio destro e non è di Mauro, lui è dall’altra parte, l’arabo mi sorride e dice solo
- Ottimo
Probabilmente non si riferisce all’arrosto perché la mano continua a salire fino ad arrivare al bordo del mio vestito, per fortuna devo sparecchiare e servire l’altro secondo e, quindi mi alzo ma la mano mi abbandona solo all’ultimo momento, quando torno con lo spezzatino e mi risiedo la mano torna subito dov’era mentre lui mi guarda con un sorrisino beffardo, sembra voglia dire “io posso”, Mauro non si è accorto di nulla ma io si perché adesso la mano è arrivata quasi alla fine delle mie calze ed è passata dalla mia gamba all’interno della mia coscia facendomi quasi una carezza ogni volta che si muove; abbiamo finito anche i secondi e passiamo finalmente ai formaggi, altro momento di tregua tra la mano e la mia coscia ma appena mi risiedo ricomincia a salire, adesso ha superato l’elastico delle mie autoreggenti e, ormai è quasi all’incrocio delle mie cosce, cerco di stringere le gambe ma la mano è forte e, comunque resta quasi bloccata tra le cosce, quando mi alzo per la frutta e il dolce quasi inciampo per la fretta di alzarmi e Mauro non si accorge sempre di niente, ha in testa solo il suo cazzo di contratto, adesso mi siedo ed accavallo le gambe, lo blocco per il tempo del dolce, ma mi devo rialzare per il caffè ed i liquori e, quando mi risiedo non faccio in tempo ad accavallarle di nuovo, la mano è più veloce e, anzi, mi prende e stringe la coscia destra, sembra una morsa, le sue dita ormai si sono infilate sotto le mie mutandine, anche non volendo sono bagnata, sarà la situazione, il suo sorrisino è quasi un ghigno, le sue dita sembrano artigli che si infilano nella mia patatina e la maltrattano, ogni tanto ho un sussulto, mi verrebbe voglia di urlare a Mauro :”svegliati” ma quelle dita mi stanno portando all’orgasmo, nascondo la smorfia nel tovagliolo con un colpo di tosse, ecco finalmente Mauro
- Tesoro, tutto bene?
Faccio cenno di si con la testa ma devo andare in bagno e poi devo cambiare le mutandine, non faccio in tempo a tornare che Mauro mi dice
- Cara, faresti vedere al nostro ospite dov’è il bagno?
Czzo ma faglielo vedere tu noooo?
- Certo, mi segua
Appena dietro l’angolo mi sbatte da dietro contro il muro e sento la sua lingua sul mio orecchio e le sue mani sotto il vestito sul mio sedere e poi la voce in un sussurro, “ti verrò a trovare”, poi se ne va nella porta che gli ho indicata.
Quando torna a tavola ho già sparecchiato a parte i liquori, ma la cena è finita e lui resta in piedi per accomiatarsi, lo accompagniamo alla porta, mi saluta con un “a presto” con il solito sorrisino, mi vengono i brividi, che persona squallida.
Mauro, invece è soddisfatto, mi dice che andrà in Arabia Saudita il prossimo mese, ma non mi chiede di andare con lui, io non ci penso neppure.
Per qualche giorno, continuo la mia vita normale finchè un giorno non mi arriva un corriere con un pacchetto, dentro un bracciale in oro giallo, finalmente Mauro mi ha fatto una sorpresa, leggo il biglietto e resto impietrita “grazie per l’ottima cena ….. ed il resto”, era stato l’arabo a mandarlo, se non fosse che era un oggetto davvero carino l’avrei gettato, e adesso? Pensai.
Mauro era a Londra già da due giorni, io stavo decidendo cosa farmi portare da un take a way per cena e suona il citofono, il custode mi dice che c’è un signore per me, va bene, lo faccia pure salire, non pensavo fosse l’arabo e invece era proprio lui
- Cara Marika, che piacere
- Come si permette, dopo il suo comportamento a cena, mi manda un regalo e poi si presenta qui? Con che ardire
- Beh io mi ero annunciato, le avevo detto che ci saremmo rivisti, per il regalo lo abbiamo scelto insieme io e Mauro, lui non voleva ma io ho insistito
- Mauro ….
- Mauro è una brava persona, un uomo onesto, professionalmente preparato, sono felice di fare affari con lui, ma tu hai bisogno di altro
- Come sarebbe, io…..
- Hai bisogno di un uomo forte, sei come una bella puledra araba un po’ selvaggia, ogni tanto qualcuno deve tirare il morso
- E dovrebbe essere lei a…….
- Adesso zitta donna
Facendo così mi strappa i davanti della camicetta facendo saltare intorno tutti i bottoni, poi il reggiseno allacciato proprio sul davanti, poi con una mano sulla spalla mi fa quasi inginocchiare e si apre la patta dei pantaloni tirandone fuori il cazzo, come lui, bitorzoluto, nodoso e grosso
- Adesso fai quello che devi e succhia
La stretta della sua mano sulla spalla è forte, non riesco a rimettermi in piedi, mi fa strisciare la cappella del suo uccello sulle labbra
- Succhia ho detto e lecca
Non posso fare altro e apro la bocca, si infila subito tra le mie labbra già duro, la cappella che guarda leggermente verso l’alto
- Ecco brava
Ad un certo punto mi dà una spinta all’indietro facendomi girare e cadere, la mia gomma e le mie mutandine fanno la stessa fine del reggiseno, appoggio le mani a tetra per rialzarmi ma è sopra di me, il suo cazzo striscia tra le mie chiappe e poi scende alla mia patatina, una spinta secca, decisa ed è dentro di me fino in fondo, mi manca il respiro per l’affondo e comincia a scoparmi tenendomi per i capelli, colpi decisi e veloci, poi diminuisce il ritmo, più lento e profondo, ho un primo orgasmo, lascia i miei capelli e mi prende per i fianchi, gli ultimi colpi, un ultimo affondo, inarco la schiena per il nuovo orgasmo mentre il suo sperma mi inonda la vagina
- Ecco, così bisogna trattarti, adesso puliscilo con la lingua
Ad un certo punto mi fa girare rimanendo seduta a terra con le gambe larghe, me le porta verso l’alto
- Voglio incularti guardandoti in faccia
È già al mio buchino e, stavolta comincia a penetrarmi lentamente, le mie gambe sulle sue spalle che tremano mentre prosegue il suo cammino nel mio sfintere, quando comincia a muoversi è come se ricevessi una scossa, singhiozzo per l’orgasmo e lui continua imperterrito, le mie gambe vanno su e giù ricadendo sempre sulle sue spalle, la sua faccia ghignosa davanti alla mia, stavolta urlo il mio piacere quando arriva insieme alla sua sborra calda
- Ecco fatto, credo di essere stato chiaro, comunque passerò la notte qui,
si spoglia e poi mi prende per un polso, io sono ancora a terra, mi alzo trascinata verso la mia camera da letto, non so a che ora se ne è andato, è già l’alba e ho dolore un po’ dappertutto, sono imbrattata di sperma appiccicaticcia, vado lentamente verso il bagno, apro l’acqua della doccia e mi siedo sul piatto sotto lo scroscio, proprio uno stronzo, però che notte azz, mi ci vuole un po’ per riprendermi e, gocciolante, andare in cucina a prendere un doppio caffè, anche se dalla macchinetta con le cialde, poi torno a letto, sono sfinita.
Ho un amica, Clara, che vado a trovare una volta al mese, una ex compagna di scuola meno fortunata di me, ha un bambino di 3 anni e lei, purtroppo è malata, è da sola e prende una pensione di invalidità ma, anche se vive in una casa popolare fa fatica, allora le porto qualcosa per il bimbo, qualche vestitino, le faccio un po’ di spesa e le lascio un po’ di soldi ma, soprattutto, le faccio un po’ di compagnìa il giorno che vado da lei, l’ambiente peggiora ogni giorno di più, occupano le case, spacciano droga, quando esce con il bimbo, mi racconta, ha sempre paura che le occupino la casa in quel breve lasso di tempo, una cosa esagerata e nessuno fa niente, ne parlerò con Mauro, magari possiamo darle una mano diversamente.
Mauro mi dice che è da un po’ che pensa di lasciare la città e andare a vivere, magari in Brianza, sennò addirittura sul lago, potremmo prendere una casa più grande, magari con una depandance e prenderla a vivere da noi e, viste le sue condizioni di salute adottare il bimbo facendo in modo che cresca con lei e darle la tranquillità che , quando non ci sarà più, viste le sue condizioni, penseremo noi al bambino; wow Mauro a volte mi stupisce, però, un bambino, un bell’impegno e una bella responsabilità, anzi poi mi dice
- Fai una bella cosa, comincia a guardarti intorno per una casa, io ho poco tempo, occupatene tu, poi se trovi qualcosa la vediamo insieme, ma prima parlane con la tua amica.
- Certo, vado da lei domani e poi prendo contatto con qualche agenzia
- Ok, mi fido di te
Quando ne parlo con Clara si mette a piangere, cazzo, perché la vita è così di merda? Chiamo le agenzie più grosse spiegando cosa cerco e aspetto.
Nel giro di una settimana mi sono arrivate un po’ di proposte, tante immagini, in un range di prezzo che è quello che mi ha indicato Mauro, ne parlo con lui e vado a vederne tre, fissati gli appuntamenti mi passano a prendere loro, la migliore, secondo me è sul lago di Comabbio, Varese, abbastanza grande, un appartamentino per il personale ed una depandance per gli ospiti con due camere da letto ed un piccolo soggiorno cucina, ne parlerò con Mauro per vedere quando sarebbe disponibile per rivederla insieme, alla fine la prendiamo, Mauro chiude a 1.500.000 euro, è stato bravo, se scopasse come tratta gli affari………, non dobbiamo neanche traslocare, la nostra la affittiamo tramite un agenzia di affitti brevi, portiamo via solo i nostri effetti personali e 4 quadri che Mauro ha comprato per investimento, ora bisogna arredare casa nuova.
Ne parlo con Giorgio a colazione, ci siamo rivisti per una cena e stiamo facendo colazione nel suo letto, sono seduta con il lenzuolo che mi copre fino in vita, tette al vento e vassoio della colazione davanti, Giorgio sdraiato vicino a me spilucca un croissant, mi dice che , se voglio, ha in cliente architetto molto bravo e può chiamarlo, gli dico di sì e lo fa subito, può venire a Milano a parlare con me e vedere la casa la settimana prossima, perfetto
- Grazie Giorgio, non devi andare a lavorare?
- Ho un appuntamento nel primo pomeriggio
- Capito
Tolgo il vassoio della prima colazione dal mio grembo
- unico problema cosa fare nell’attesa
e mi copre fino alla testa con il lenzuolo infilandocisi anche lui sotto, non gli basta mai….per fortuna.
Giorgio non mi ha detto niente, ma l’architetto è un figo da paura, alto un metro e novanta, biondiccio con gli occhi azzurri, un fisico da nuotatore, incredibile il fatto che sia napoletano, però vive e lavora a Siena dove ha anche una figlia avuta dalla ex moglie, una ragazzina di 12 anni, andiamo a vedere la casa con la sua macchina, una bella Audi A6, a Mauro piacerebbe, viene con noi anche Giorgio perché lui vuole delle foto degli interni della casa vuota, poi parliamo di tutto, arriviamo a sera, mi preparerà dei rendering, dice lui, di come verrà la casa, gli faccio anche vedere le foto dei quadri che abbiamo, quelli di Mauro, torna direttamente a Siena in serata, penso di aver trovato la persona giusta.
Gli ho dato le planimetrie che ci ha dato l’agenzia, ha verificato che corrispondessero alla situazione reale della casa, dopo due settimane arrivano i primi disegni, a me e Mauro piacciono molto, chiamiamo l’architetto insieme, poi ci parla direttamente Mauro, Carmine, l’architetto verrà a Milano la settimana prossima e farà un altro sopralluogo alla casa con un paio di suoi collaboratori, perfetto.
Lo considero lavoro e quindi mi vesto casual e comoda per andare con loro a Comabbio, le mie Nike, mini di jeans e top allacciato dietro al collo e la schiena, in effetti sono in quattro, Carmine, Paolo e Gianluca, due ragazzi giovani e Sara, un altro architetto giovane, prendono le camere in un albergo non lontano dalla casa, dovranno fermarsi qualche giorno, li guardo ed ascolto mentre girano guardando dappertutto, gli chiarisco la situazione del personale e di Clara, hanno preso anche una macchina a noleggio per muoversi in autonomia, organizzati e attivi, dopo pranzo, in una trattoria del posto, i ragazzi vanno in camera a lavorare mentre io torno alla casa con Carmine, poi mi riaccompagna lui a Milano
- Peccato che non ci sia una piscina
- Mah vero, però bisogna stargli dietro, cosa dici, ormai ci diamo del tu, di una mini piscina ad idromassaggio?
- Mi piacerebbe, dove?
- Direttamente nella camera da letto principale, ti faccio vedere
Favoloso, la camera è grande e ci sono due porte finestre, mi fa vedere, la metterebbe a terra, incassata, davanti alla porta finestra più grande per permettermi di guardare il giardino mentre sono nella vasca
- Idea grandiosa, mi piace, ti bacerei
- Beh, Marika, sei una cliente ma non è che mi tirerei indietro, ahahah
Lo faccio davvero, gli butto le braccia al collo e lo bacio, solo che non è proprio un bacetto sulle labbra perché dopo un primo momento la sua lingua cerca la mia e diventa un bacio appassionato, mai avrei pensato di scopare nella mia nuova casa la prima volta, sul pavimento; anche il resto di lui è estremamente valido e piacevole, sdraiati, dopo, sul pavimento della mia nuova camera da letto, mentre lo abbraccio, ridiamo, poi scendo con la bocca al suo inguine, voglio sentirlo ancora dentro di me e, stavolta, mi prende in piedi da dietro mentre sono in piedi appoggiata al muro, lascio le mie impronte sulla parete mentre anche il mio culetto riceve la sua gratificazione, mentre torniamo a Milano e guida ho la testa appoggiata alla sua spalla, viaggiavo così con Mauro quando eravamo fidanzati.
Ci vogliono quasi 8 mesi perché la casa sia finita con incontri e viaggi periodici, inauguro il mio nuovo letto proprio con Carmine ancora con il cellophane sul materasso, meglio così.
Ho parlato con la donna che mi fa in servizi in casa perché a Comabbio ci servirebbe una coppia, anche per il giardino ecc. allora ci sediamo in cucina bevendo un caffè e parlando della cosa, lei mi piacerebbe, è una brava ragazza, pulita e precisa e gran lavoratrice e, sorpresona, ha un amica che potrebbe venire con lei, brava anche con il giardino e con i lavori un po’ più gravosi, in effetti vivono insieme da un paio d’anni, lesbiche, la cosa non mi crea alcun problema ma voglio prima conoscerla e ci organizziamo. Vengono da me un pomeriggio, in effetti, Claudia, l’amica di Assunta ha un aspetto ed un carattere un po’ mascolino, capello cortissimo, braccia muscolose probabilmente dovute alla palestra dove, mi dice, va tutte le settimane, ci mettiamo d’accordo sul contratto, ho seguito alla lettera le indicazioni di Mauro per questo, chissà che mentre lavorano per me la nostra conoscenza non si faccia più…..intima, l’idea mi eccita.
Le due ragazze si trasferiscono prima di noi e mi aiutano con Clara che non la smette di piangere.
La vita a Comabbio scorre abbastanza tranquilla, il bimbo è sempre allegro e Clara ha finalmente smesso di piangere, mi sembra meno pallida del solito, le mie due “domestiche “ lavorano anche bene, la casa è sempre pulitissima e lo spazio esterno che comprende anche il giardino, tenuto in ordine, anche Mauro è soddisfatto, io ho giusto qualche problema di mobilità ma ci conviene utilizzare un taxi locale per i miei spostamenti, è un vecchietto molto gentile, mi apre la portiera ogni volta. Ho fatto anche una conoscenza un po’ più “approfondita” della mia coppia di domestiche, è stato interessante ed estremamente piacevole e godurioso, una notte intera ma la mia conclusione è che preferisco il cazzo.
Con Giorgio ci vediamo ogni tanto, mi ha fatto una foto molto artistica e sexy, me l’ha regalata ingrandita, l’ho fatta vedere a Mauro e gli ho detto che era un regalo per lui, mi ha scopato 10 minuti e poi l’ha appesa in camera nostra; ho rivisto l’arabo, per caso, in centro, non sono rientrata a casa, ho passato la notte nella sua suite in Via Manzoni, stavolta è stato meglio ma sempre un po’ violento e deciso, ho dormito nel suo letto fino a mezzogiorno per riprendermi. Decisamente non sono cambiata, approfitto delle occasioni che mi capitano, semplicemente e, ogni tanto, aggiungo un nuovo numero al mio telefonino ma la mia rubrica non è ancora piena.
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