la reginetta della Versilia

sandra
a day ago

A che età si è più facilmente impressionabili o condizionabili? Non lo so, a me è successo tardi, avevo 18 anni e ho vissuto un rapporto che poi si è dimostrato essere tossico, inconsapevolmente.

All’ultimo anno delle superiori, il quinto , andammo in vacanza, tutta la famiglia, a Forte, Forte dei Marmi , quelli fighi, diciamo , arrivati, la chiamavano solamente “Forte”, così faceva papà, io avevo già avuto qualche rapporto ma quell’estate diventai donna sul serio, quando conobbi Amedeo, 25 anni, alto, bello e, come al solito in quei casi , un po’ stronzo, ma ne ero completamente invaghita, di lui e della sua Honda 750.

Le mie  lentiggini, inaspettatamente, erano scomparse lasciando la  mia pelle liscia e morbida e la mia visibile particolarità erano rimasti i capelli rosso Tiziano che portavo lunghi e ondulati, dopo di che non ero altissima, circa un metro e sessanta, pesavo 49 kg, però avevo una terza coppa c di seno ed un culetto a mandolino alto e sodo che lì, in costume, attirava gli sguardi ed anche qualche mano , in discoteca.

Dopo una settimana di vacanza e la conoscenza con Amedeo in una discoteca lungomare ero già diventata la sua ragazza e mi pavoneggiavo seduta dietro sulla sua moto nera e oro, avevo ceduto praticamente la seconda sera che ci siamo conosciuti ed anche il mio culetto fece la conoscenza con il suo primo cazzo dopo una settimana circa, poi in modo abbastanza continuativo per tutta l’estate, era il nostro modo di praticare “sesso sicuro”, il mio ultimo anno di liceo, dopo la conoscenza con Lui, fu abbastanza traumatico e non aspettavo altro che l’estate successiva per tornare al “Forte”.

I miei mi hanno avuta tardi  e papà era già vicino all’età della pensione, quell’estate ci propose di trasferirci definitivamente in quella che, fino a quel momento, era stata solo la nostra casa estiva al “Forte”, lasciando Milano, Visto che Amedeo abitava a Marina io fui entusiasta della proposta.

La sera che lo dissi ad Amedeo lui fece lo stronzo come al solito e mi disse

-          Così ti avrò tra i coglioni tutto l’anno

Però poi andammo nel suo monolocale e scopammo tutta la sera, avevo anche cominciato a prendere la pillola ed ero contenta che non mi desse qualche effetto collaterale, tranne forse un po’ l’ingrandimento del mio seno che però non sapevo  dipendesse dalla pillola o fosse stata una cosa naturale, insomma la mia vita stava prendendo una piega giusta.

Io e Amedeo, per nostra fortuna, non avevamo bisogno di lavorare, io per la mia famiglia che stava davvero bene e lui era praticamente da sempre, mantenuto da una zia zitella che era anche la proprietaria del suo monolocale, chiaramente non mantenuto ai miei livelli ma aveva anche la macchina una alfa romeo spyder 1300 e scorazzavamo sulla costa toscana giorno e notte, ma io preferivo, e anche lui, se possibile andare in moto.

A volte mi sembrava di ricevere ordini da lui e li eseguivo senza rendermene conto, decideva sempre lui dove andare e cosa fare e, col tempo, anche su come dovevo vestirmi o truccarmi, ne ero diventata succube senza rendermene conto, a volte sembrava gelosissimo e a volte invece mi esibiva come fossi  una bella  e sexy preda.

Una volta mi regalò un miniabito con la cerniera sul davanti in finta pelle stampata, rosso e poi andammo, in un locale però in moto, non in auto ed io con quel miniabito, che comunque aveva anche una bella scollatura che terminava con la cerniera, in moto mostravo praticamente il sedere, oltre tutto mi aveva regalato anche dei sandalini con il tacco da 6 cm e quando scesi dalla moto tanti mi guardavano ma lui sembrava non farci caso.

Facevamo, comunque, molto sesso, del resto alla nostra età…….ma a volte mi trattava male o mi prendeva con violenza, per carità, non mi ha mai picchiato, neanche una sberla, ma a volte magari, non badava ai miei lamenti mentre mi scopava con forza magari da dietro spingendomi contro il muro.

Per i soldi non ci badavo, spesso pagavo io ma non me ne ha mai chiesti anche se sicuramente, l’avesse fatto, glieli avrei dati senza problemi, poi cominciò l’inverno e cominciammo a litigare sempre più spesso, lo vedevo irascibile, spesso incazzato, senza capirne il  motivo.

Una sera siamo andati a mangiare una pizza, avevo messo apposta un miniabito in lana molto aderente e abbstanza corto, che gli piaceva molto e anche gli stivali con il tacco sottile che diceva lo “intrippavano”, trovammo dei suoi amici nel locale e si mise a parlare con loro quasi dimenticandomi al tavolo, quasi una discussione con due di loro, tornò sbattendo le sigarette sul tavolo e bevendo subito un bicchiere di birra

-          Cosa è successo tesoro?

-          Niente e non chiamarmi tesoro

-          Scusa, ho visto come sei tornato….

-          Cazzi miei, ordiniamo

Poi si calmò e ritornò amorevole anche se ogni tanto lui e quei due ad un altro tavolo si lanciavano sguardi poco amichevoli, poi mi disse

-          Hai presente quei due stronzi con i quali litigavo?

-          Vedo ancora come vi guardate

-          Ecco, diciamo che ho un problema con loro, veramente con uno di loro ma sono soci e viaggiano sempre insieme

-          Come posso aiutarti io?

-          Uffff essendo carina con loro, abbiamo discusso anche per come ti hanno squadrato quando siamo entrati

-          Per cosa?

-          Diciamo per come ti hanno definita ma non importa questo, è il resto

-          In che senso carina?

-          Beh come dire……andandoci insieme

Rimasi muta, in silenzio

-          Si beh so che non è una cosa………..

-          Se tu vuoi ci vado…..anche se non vorrei, ma lo faccio……insomma, se vuoi

Dentro di me speravo in un secco no, ma lui non disse niente, solo dopo qualche minuto si alzò, prese le sue sigarette e disse

-          Passo a prenderti tra un paio d’ore qui davanti

E uscì lasciandomi sola al tavolo, senza parole, dopo neanche due minuti si avvicinarono quei due e mentre uno pagava anche il nostro conto l’altro mi disse

-          Allora andiamo?

Mi alzai barcollando un po’ sui miei tacchi, uno dei due mi prese per la vita spingendomi verso l‘uscita e facendomi salire sulla loro auto, una Giulia Alfa Romeo e sgommando ci allontanammo dal locale, ci fermammo davanti ad una officina, doveva essere loro perchè ci entrammo grazie ad uno dei due che aveva la chiave della porta, accesero le luci e mi indicarono una specie di salottino davanti all’ufficio ma non separato dall’officina, poi chiusero la porta

-          Sei la ragazza di Amedeo?

-          Si, stiamo insieme

-          Sei molto carina

-          Grazie

-          Quanti anni hai?

-          19 appena compiuti

-          Allora va bene

Si sedettero su un divanetto dopo aver spostato un tavolino che c’era davanti, io non sapevo cosa fare, se sedermi su un'altra poltrona che era lì o cos’altro quando uno mi fece un cenno indicandomi la posizione di dov’era prima il tavolino e disse

-          Spogliati ma con calma, vogliamo vederti bene, e accese lo stereo che avevano di fianco al divano

Mi feci passare il mio miniabito sulla testa sfilandolo e lanciandolo sulla poltrona vuota, ci tenevo, slacciai il gancetto posteriore del mio reggiseno a balconcino di pizzo e raso, dovetti tirarmi indietro i capelli, poi feci come avevo visto in un film, gli detti la schiena, mi piagai in avanti e feci scendere i miei mini slip uguale al reggiseno lungo le mie gambe fino  a terra e mi rigirai verso di loro

-          Gli stivali tienili, beh direi più che carina, Amedeo ha scelto bene, vieni qui

Mi fecero sedere tra loro due cominciando subito a toccarmi il seno e poi il culetto e la mia fighetta depilata, avevano il cazzo fuori dai pantaloni ed uno mi fece chinare la testa per succhiarglielo, dovetti sempre tirarmi indietro i capelli, l’altro continuava a toccarmi, mi fece mettere un piede a terra e chinarmi verso il compagno al quale stavo, comunque, facendo un pompino e si mise in piedi dietro di me accarezzandomi il sedere e mettendomi una mano tra le cosce passando le dita sulla mia fighetta, lo ammetto, era umida, poi sentii il suo cazzo puntare e spingere fino ad entrare tra le mie grandi labbra, sospirai quando arrivò in fondo, ammetto anche questo, poi cominciò a scoparmi tenendomi per i fianchi, mentre il suo amico continuava a gonfiarsi dentro la mia bocca, ebbi un orgasmo proprio mentre lui mi riempiva la bocca con il suo sperma che mi colò dall’angolo delle labbra e li sentii dire

-          Avevamo ragione quando l’abbiamo vista, proprio una troietta

Non mi offesi anche perché stavo godendo degli affondi di quello che aveva il cazzo nella mia fighetta, ero appoggiata con una mano alla spalla di quello che avevo appena succhiato quando mi arrivò il secondo orgasmo accompagnato dagli ultimi due affondi profondi di quello che mi scopava che mi inondò la vagina.

Mentre mi facevano sedere comoda sul divanetto, finirono di spogliarsi e si misero in piedi davanti a me offrendomi loro cazzi da leccare e ripulire, lo feci tenendoli in mano ed accarezzandogli ogni tanto i coglioni tornarono turgidi e rigidi dopo una decina di minuti, quello che avevo succhiato prima si sdraiò sul divano e mi fece mettere sopra di lui, mi ritrovai il suo cazzo nella fighetta ma rimase immobile per qualche secondo, fino a che i suo socio non mi salisse quasi sopra infilandomi il suo di cazzo nel culetto, inarcai la schiena quando lo fece, poi cominciarono a muoversi all’unisono, ne avevo dentro due e dopo tre minuti già godevo come una pazza quasi ululando, accidenti che sensazione, prima che si scaricassero venni altre due volte.

Era passata solo un ora ma continuarono a farsi succhiare gli uccelli e riuscirono a scoparmi , ancora insieme, per un'altra volta oltre ad un’altra da soli, ero comunque abbastanza stravolta e mi indicarono un bagno dove potei , perlomeno, lavarmi, quando tornai loro erano già vestiti ed io comincia a farlo, mutandone, reggiseno che uno dei due mi allacciò dietro la schiena baciandomi sul collo e poi il  miniabito che tanto era aderente che dovetti sculettare per infilarmelo

-          wow quando sculetti così sei uno spettacolo ragazza

-          dobbiamo riportanti indietro

l’altro rispose

-          io me la terrei ma siamo d’accordo purtroppo

mi fecero risalire in auto che era davanti l’officina e sentii uno dei due quasi sussurrando

-          soldi ben spesi

non capii in quel momento, mi lasciarono davanti la pizzeria dove già mi aspettava Amedeo che mi accompagnò a casa e non parlammo per tutto il viaggio.

Giorni dopo mentre eravamo fuori un pomeriggio ci fermammo a bere una cosa e pagai io perché mi disse che non aveva dietro soldi, poi ci fermammo proprio davanti l’officina dei due soci e lui entrò un attimo, pensai, almeno il problema che aveva è stato risolto, dopo poco uscì, la sera avevo voglia di un gelato, nonostante la stagione, ci fermammo e stavo per tirare fuori il portamonete quando lui dalla tasca tirò fuori 50.000 lire per pagare, pensai se ne fosse dimenticato prima, di avere quei soldi in tasca.

Una sera a cena sul lungomare, era una serata particolare e di festa per alcuni amici di Amedeo e fummo invitati anche noi, o meglio, lui era invitato, io accompagnavo, avevo scelto un abito da mare elegante in maglia traforata con spacchi laterali ed allacciatura con laccetti posteriori e senza schienale, indossato senza reggiseno solo con gli slip del costume che però non usai, ne presi un paio micro in seta cruda dello stesso colore del vestito, stavolta però usai dei sandali con tacco basso, da un paio di cm, eravamo praticamente sulla spiaggia, anche Amedeo informale ma comunque elegante, aveva uno splendido fisico atletico. Mentre bevevamo un cocktail gli chiesi di indicarmi il festeggiato, era un uomo sui 60, assolutamente senza capelli, ma abbastanza atletico e alto, aveva un paio di pantaloni bianchi ed una camicia sempre dello stesso colore abbastanza aperta sul petto, dissi ad Amedeo che era strano fossero moltissimi i giovani e quasi nessuno dell’età del festeggiato, mi disse che era il proprietario di una discoteca molto frequentata e quindi aveva moltissimi amici giovani, una volta bevuto andammo a salutarlo o meglio, come dissi poi, a rendergli omaggio,

-          Amedeooo bravo che sei venuto, e chi è quello splendore, la tua ragazza?

-          Si, Cristina

-          Decisamente un ottima scelta, mi ci fai fare un giro?

-          Beh se a lei va

-          Scherzavo signorina, è chiaro, lei è bellissima comunque, grazie di essere qui

Quando lo lasciammo gli chiesi

-          Come se a lei va?, farci un giro?

-          Beh i mie amici dell’altra volta mi hanno detto che non ti sei lamentata per niente con loro

-          Stronzo!!!

E mi allontanai recuperando un altro bicchiere di champagne da un cameriere e mi sedetti su una specie di barca rovesciata all’inizio della sabbia, un po’ in penombra ma vicinissima al locale per guardare gli altri ballare e fare festa pensando che Amedeo era proprio uno stronzo, però non veniva a cercarmi e mi stavo innervosendo.

Arrivò poco dopo con il festeggiato

-          Eccola hai visto? L’abbiamo trovata, Amedeo , signorina la stava cercando erq in ansia, lo sarei anch’io, ma perché non viene a lavorare per me, nel mio locale farebbe faville

-          Grazie ma io non lavoro, mai lavorato, solo studiato

-          Occupazione perfetta: non fare niente, vi lascio, a dopo Ama

Amedeo appena se ne andò

-          Non farlo più, mi hai fatto fare brutta figura

-          Sei  tu che sei stato…….

-          Dillo ancora che ti butto in mare e me ne vado

Rimasi in silenzio con un altro bicchiere di champagne che mi aveva portato Amedeo quando era arrivato, mi girava un po’ la testa, poca abitudine allo champagne, ma ne bevvi un altro prima di andarcene, era troppo buono e, comunque la mezzanotte era passata da tempo, quasi mi addormentai in macchina, Amedeo si fermò, eravamo davanti al locale di Arturo, il suo amico festeggiato

-          Vieni, mi ha dato le chiavi, ti faccio fare un giro

Lo seguii un po’ di malavoglia, avevo davvero voglia di dormire ormai, era comunque un bel locale all’interno , molto elegante, quasi in mezzo alla sala una pedana con diverse sbarre d’acciaio verticali ed orizzontali abbastanza grosse, con delle catenelle ai quali erano attaccati, da lontano  mi sembravano solo dei pezzi di pelle, da vicino Amedeo disse che erano polsiere in cuoio morbido

-          E cosa ne fanno?

-          Le ragazze vengono legate qui e ballano facendo finta di cercare di liberarsi

-          Caspita

-          Idea di Arturo, vieni su che ti faccio provare

Mi fissò i polsi e le caviglie, avevo le gambe allargate e anche la braccia, ma c’erano diverse altre posizioni perché c’erano diverse polsiere attaccate con delle catenelle, sottili ma robuste come stavo verificando di persona

-          Va bene, ho capito, liberami,

-          Aspetta che accendo la musica così ti guardo ballare come fanno le ballerine qua sopra

-          Vabbè ma poi andiamo

Accesa la musica tornò sulla pedana e mi mise una benda nera sugli occhi,

-          Ecco adesso balla come loro

Cominciai a muovermi, poi i laccetti del mio vestito vennero sciolti e mi venne sfilato dalla testa, Amedeo voleva divertirsi un  po’, vabbè, avevo voglia anch’io, ero un po’ eccitata dal fatto di essere legata e di non vedere niente ero rimasta con i soli micro slip addosso ed il seno nudo e stavo ballando con una benda sugli occhi, che scema, poi uno strappo e i miei slip sparirono, aspettavo Amedeo, mani sul mio corpo che si muoveva ballando in qualche modo, una bocca mi stava succhiando un capezzolo e mani che mi accarezzavano, un dito nel mio sederino che mi fece reagire con uno spasmo, Amedeo si stava proprio divertendo, poi un cazzo mi penetrò nel culetto facendomi inarcare la schiena e poi cominciò a darmi colpi che se non fossi stata legata mi avrebbero sollevata da terra ogni volta, io comunque , non passarono 5 minuti che ebbi un orgasmo, intanto continuava dentro di me con affondi profondi, la voce di Amedeo vicino al mio orecchio

-          Ti piace così vero?

-          Siiiii

-          Vedo

Altri colpi, altri affondi e poi un altro orgasmo violento e sperma che cola tra le mie cosce

I miei polsi vengono slegati uno per volta e rilegati più in basso, praticamente devo inginocchiarmi, so quello che piace ad Amedeo, sento anche q, quando mi avvicina il cazzo al naso, che è andato a lavarsi prima di mettermelo in bocca e farselo succhiare e leccare, con le mani legate è meno facile, deve essere lui a spostarlo prendendoselo in mano, mi tirò indietro la testa e mi mise sulla bocca i coglioni perché potessi leccarglieli, uhmmm gli stava diventando davvero duro, mi ritrovai, quasi senza accorgermene con le mani rilegate nella posizione di prima e Amedeo si infilò nella mia fighetta e cominciò a scoparmi, si vede che aveva mollato i fermagli che mi tenevano bloccate le caviglie perché potevo muoverle e anzi gli incrociai le gambe dietro la schiena, i suoi colpi erano lenti e profondi, senza fretta, come se aspettasse qualcosa o qualcuno e, in effetti successe, anche se mi sembrava incredibile, un cazzo si era infilato nel mio sederino, era duro e nodoso ed insieme a quello di Amedeo nella fighetta mi stava scopando, restando aggrappata ad Amedeo dopo poco ebbi un altro orgasmo, ma leggero e i due continuavano a scoparmi, avevano preso il ritmo, ero io che continuavo a gemere e sussultare, soprattutto quando i colpi di quello nel mio culetto si fecero più profondi, quasi sollevandomi da terra, poi lo sperma riempii il mio culetto ed ebbi un altro orgasmo stavolta copioso al quale si unì anche Amedeo nella mia fighetta, poi , finalmente mi tolsero la benda, c’erano Amedeo ed Arturo

-          Scusa tesoro, ma in spiaggia mi avevi fatto venire troppa voglia e l’idea di coinvolgere Arturo mi eccitava troppo

-          Beh se me l’avessi detto non mi sarei comunque tirata indietro, per noi due

-          Scusate se mi intrometto ma Lei Cristina ha una sensualità incredibile anche se ho rispetto di Ama ci avrei provato comunque

-          Beh , grazie per il rispetto ma l’idea ha eccitato anche me, spero Cris non se la sia presa ma mi sembra abbia goduto della situazione

-          No, non me la sono presa, solo stupita per un momento

-          Beh Cris, se non  si è arrabbiata la liberiamo vero Ama?

-          Va bene adesso via i lacci, però ci sono tanti divanetti comodi……

-          Non ti basta mai, va bene dai

-          No no, io sono stanco mi riposo, tu fai con Arturo, vedrai che piace anche a lui quello che fai a me

-          Ohh io non mi tiro centro indietro, Cris si sieda qui

E mi fece sedere su un divanetto mettendosi poi in piedi davanti a me, Ama invece si era preso da bere e stravaccava su altro divanetto guardandoci, io cominciai a prendere in mano l’uccello di Arturo e a lavorarlo con la lingua, segandolo e succhiandolo ogni tanto, ad Ama piaceva anche quando percorrevo tutta la sua sta dal basso verso l’alto con la lingua aperta  e gli succiavo i coglioni, lo feci anche ad Arturo

-          Ama. avevi ragione, è incredibile

Poi quando fu pronto mi fece appoggiare le mani allo schienale del divanetto e si mise dietro di me infilandosi poco dopo nella mia fighetta da dietro, era più lungo di quello di Ama e lanciai un lungo sospiro quando fu tutto dentro, poi mi sbattè come fossi una troia, quasi con parossismo, facendomi urlare il mio ultimo orgasmo, praticamente io e Ama ci addormentammo nel locale su due divanetti diversi, dopo qualche ora ci svegliammo e Ama andò dietro il banco del bar a fare un paio di caffè, poi andammo a casa sua, ci facemmo una bella doccia e ci rimettemmo a letto ma a dormire fino al pomeriggio.

Con Arturo diventammo amici anche noi due, ogni volta mi toccava il sedere e mi diceva

-          Ah ……. quel culo

Io non dicevo niente anche perché, dopo quella notte, Ama aveva dato praticamente il suo consenso.

La storia con Ama poi finì, mi ero resa conto della sua smania di controllo e avevo scoperto che la zia zitella aveva cinquant’anni e lui se la scopava allegramente, rimasi comunque in contatto con Arturo e, ogni tanto, gli cedevo volentieri ma mi feci anche altri amici, diversi altri amici.

 

 

 

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