una particolare impresaria
L’unica cosa che mi piace degli uomini è il loro cazzo, se potessi leccherei, succhierei, mi farei scopare ed inculare tutto il giorno da qualche bel cazzo robusto. Per il resto sono una ragazza tranquilla, a parte questa mia passione. Ho quasi trent’anni, sono alta 1,76, peso 65 kg e ho una quarta coppa C con 92 di fianchi, castanp chiaro con i capelli lunghi ma depilata, occhi grigio tendenti al verde, porto le unghie corte a causa del mio lavoro ma mi dipingo anche quelle dei piedi che curo molto, come il resto comunque, difficile porti tacchi più bassi di 8 cm ma mi piacciono quelli stretti, uso molta biancheria intima di tutte le fogge perché mi piace guardare allo specchio il mio corpo in lingerie, uso molta attenzione per i vestiti anche per il lavoro che faccio ma anche molto per il tempo libero compresi i costumi da bagno che uso molto anche perché durante l’anno frequento una piscina, l’unica raggiungibile in un tempo ragionevole da casa mia che comunque è sempre un’oretta, ma mi piace nuotare e mi tengo in forma col nuoto, ho un’auto dedicata al lavoro ed una piccola mx5 cabrio per me, la particolarità è il mio lavoro, ho una piccola agenzia di pompe funebri su una strada provinciale e ci abito sopra da sola e , intorno , la casa più vicina è ad almeno 5 km, ma ho anche una piccola baita ad un altro km da casa in un bosco di faggi, il mio ex marito mi ha lasciato perché diceva che ero troppo esigente, non solo sessualmente, il mio lavoro, comunque, consiste generalmente nell’organizzazione della veglia funebre, ho una saletta molto accogliente ed elegante, per i funerali mi avvalgo di un'altra agenzia, i miei orari quindi sono particolari, a volte resto in piedi tutta una notte, durante le veglie, offro un ottimo servizio.
Il mio nome è stato il mio destino, i miei genitori, che ormai ho seppellito, mi hanno chiamato Anguana, come le donne di un popolo leggendario un po’ particolari, le Anguane, i miei erano appassionati di leggende e miti, dovettero aggiungere Maria, che comunque non uso, per colpa dell’ufficiale dell’ufficio anagrafe che se no non mi avrebbe registrato.
Per il lavoro uso molto il nero, che comunque è anche molto sexy e spesso completi giacca pantaloni, senza camicetta, di solito giacche doppiopetto che il fatto che sia senza camicetta e abbia un certo seno attirano spesso gli sguardi dei clienti anche perché le giacche non sono mai troppo lunghe ed i pantaloni abbastanza aderenti in modo da evidenziare anche per l’uso dei tacchi, il mio culetto alto e sodo grazie al nuoto.
Il sesso mi piace deciso e molto fisico, decisamente senza spazio per il romanticismo, e credetemi, le dimensioni contano, spesso i miei “estimatori” usano diversi appellativi che accetto e in alcune condizioni apprezzo, che vanno da Troia a puttana a porca, oltre ad alcuni tipo ciucciacazzi.
La mia voglia è sempre in agguato, in alcune occasioni, difficile da controllare, ad esempio, l’altra sera mentre andavo in piscina a quasi un ora da qui in una piazzola erano parcheggiati due TIR, probabilmente fermi per la notte, tra i due un tavolino con intorno 4 uomini che bevevano birra, i camionisti, la temperatura era accettabilmente estiva, uno dei rimorchi era aperto in fondo, mentre li superavo con la mia Mazda rossa uno dei tre si alzò mettendosi a pisciare sul bordo della piazzola, era alto almeno due metri, io, all’improvviso, ebbi un ripensamento e feci inversione tornando indietro, e fermandomi vicino al loro tavolino con la scusa di chiedere un informazione sulla strada, stavo andando in piscina e quindi non ero in tenuta da lavoro da lavoro, a parte i sandalini color argento avevo un miniabito con la scollatura a scialle abbastanza profonda da far intravedere il mio reggiseno nero a balconcino, appena ferma scesi dall’auto e appena mi videro si alzarono venendomi vicino, chiesi la strada per la piscina ma, chiaramente, non seppero indicarmela, oltretutto due erano stranieri, bulgari però in inglese ci capimmo, li ringraziai comunque e poi gli dissi
- Certo che fate un lavoro duro, dormire poi così in mezzo alla strada……
- Oh ma questo non è un problema
Mentre facevo finta di risalire in auto aggiunse
- Siamo organizzati, vuole vedere?
- E come potete esserlo in mezzo ad una strada?
- Venga a vedere
Li seguii e andarono dietro al rimorchio aperto dove c’era una scaletta che faceva salire su
- È la nostra casa mobile, salga,
mi indicarono la scaletta ed accesero una luce interna usando un interruttore fissato sulla stessa scala. Io salii lentamente dandogli una buona visuale dei miei mini slip di seta che fasciavano il mio culetto e vidi che all’interno c’erano quattro materassi, quasi attaccati uno all’altro
- Ah però. È vero, però per strada potreste fare brutti incontri di notte, qualche ladro ad esempio
- Beh a volte potremmo anche fare incontri fortunati, come stasera con una bella donna
- Ahahahah grazie
Ormai eravamo tutti sul rimorchio
- E noi siamo tutti braci ragazzi , anche loro due
Indicando gli stranieri
- E anche carini ma ….. no grazie devo andare in piscina
- Naaaa lei non ha voglia di andare a nuotare e poi con che coraggio ci lascia qui alla mercè dei ladri passi un po’ di tempo con noi, chiuda l’auto con il telecomando
E così dicendo chiuse la porta del semirimorchio, dopo 5 minuti erano nudi, io senza il miniabito, in ginocchio sui materassi a cercare di afferrare con la bocca e le mani uno o più dei loro cazzi, il solito italiano disse
- Avevamo capito che avevi voglia di cazzo, si vedeva dalla faccia
Io intanto ne avevo afferrati due con le mani e stavo iniziando a segarli e a mettermeli in bocca , gli altri due si stavano già segando da soli con le mano sul mio seno dove avevano spostato le coppe del reggiseno cominciando a palparmelo, uno dei quattro non resistette e mi spruzzò il suo sperma quasi in faccia, l’altro si era già infilato sotto di me e mi stava facendo saltare sul suo cazzo infilato nella mia figa che sbrodolava, poco dopo una spinta mi fece quasi cadere in avanti rimanendo però ben fissa in quel piolo che avevo tra le cosce e mi sentii allargare le natiche da due mani forti per poi ricevere nel mio culetto almeno 15 cm di cazzo abbastanza robusto.
Poi io e quello sotto di me unimmo i nostri orgasmi mentre il suo amico neo mio culetto insisteva con colpi duri e profondi che mi piacevano tanto mentre io cominciavo a gratificare con la mia bocca il quarto che era rimasto un po’ da parte a segarsi e adesso pretendeva la sua parte.
Dopo circa 4 ore dissi addio alla piscina, avevo ricevuto le mie adeguate porzioni di cazzo in figa, bocca e culo e usato abbondantemente le mani, tra i quattro ero stata fortunata perché un bulgaro l’aveva di almeno 18 cm molto duro e nodoso e parlava poco ma faceva più che abbastanza e la sua scopata era stata molto intensa e a tratti dolorosa aumentando il mio piacere, uscii dal rimorchio lasciandoli dormire, non rimisi il mio vestitino e la biancheria ma l’accappatoio che usavo per la piscina perché dovevo essere un disastro, come poi verificai a casa, imbrattata di sperma e dei miei umori quindi risalii in macchina e mi feci quasi un ora di strada fino al mio chalettino.
Non era grande, su due piani, tutto in legno, una classica costruzione a triangolo, mi infilai sotto la doccia mentre si riempiva la vasca dell’idromassaggio, mi godetti lo scroscio dell’acqua calda sul mio corpo, poi mi dedicai un’altra mezzoretta nell’idromassaggio e mentre mi asciugavo guardandomi allo specchio notai solo un po’ di rossore intorno al buchino del culo e presi subito la mia crema lenitiva, poi, soddisfatta, mi infilai sotto le lenzuola.
Quel giorno avevo un nuovo cliente, veniva dalla vicina Val Curone e faceva il contadino, seppelliva la moglie di 15 anni più giovane, quando entrò in ufficio mi fece l’impressione che il mio ufficio fosse diventato più piccolo tanto era grosso lui, non grasso ma imponente con due spalle d lottatore, gli detti una sessantina d’anni ma non arrivava a 55 dai documenti, aveva delle mani callose durissime, mi impressionò per la forte stretta che mi diede, parlando, alla mia domanda, mi disse che no, non avevano figli perhè la moglie che seppelliva aveva un tumore alle ovaie, gli feci, chiaramente, le mie condoglianze, quel giorno avevo indossato un completo nuovo con doppio petto gessato, sempre senza camicetta e notai qualche sua sbirciatina alla mia scollatura, comunque andammo avanti nella scelta dell’urna che avremo usato per le ceneri, era una cosa di cui mi occupavo io e dell’organizzazione della veglia, mi disse che sarebbe stata fatta di notte perché ci sarebbe stato solo lui, al funerale poi sarebbero intervenuti solo alcuni loro vicini di casa. Una volta organizzato il tutto lo accompagnai fuori e vide il boschetto di faggi dove avevo il mio chalet, mi chiese se sapevo di chi fosse perché poteva essere interessato al legname gli dissi che, casualmente, era mio ma che non intendevo venderlo, soprattutto non per tagliarlo, facemmo ancora qualche chiacchera e poi tornò alla moglie confessandomi che a lui sarebbe andato benissimo anche non avere figli, è che non era durata, purtroppo, gli rinnovai le condoglianze e poi ci lasciammo, ma mi rimase impresso nei due giorni che seguirono.
Alla veglia, anche se era solo lui, preparai la saletta come al solito e l’agenzia posizionò la bara refrigerata, guardai i resti della moglie, una bella donna, purtroppo, verso la mezzanotte lui i chiese di chiudere la bara, io lo feci pensando che volesse poi tornare dopo, invece si risiedette sulla stessa sedia di prima, gli offrii, come faccio sempre qualche articolo di ristoro, prese solo qualche canapè ed un bicchiere di vino bianco, aspettai, di solito, quando fanno così è perché hanno voglia di parlare e infatti dopo qualche minuto cominciò
- Come le avevo detto mi sarebbe andato benissimo anche non avere figli, dal punto di vista sessuale andavamo d’accordissimo ed era sempre disponibile, ma per il suo problema diciamo che usavamo altri sistemi che lentamente cominciai a preferire
Non capii a cosa si riferiva, poi continuò
- Del resto da lì non si fanno i bambini
E allora capii
- Peccato, ci avevo preso gusto, mi piaceva più dell’altro modo
Cominciai a sentire un certo umidore tra le cosce ma era un cliente e poi la bara della moglie era proprio lì davanti
- Dev’essere bello abitare in uno chalet in un boschetto come quello, io vivo in una cascina con gli animali
- A me piace, ma io non ho animali
- Beh sarebbe un po’ difficile farci entrare le mie 80 mucche da latte
Quasi risi per la battuta ma mi bloccai in tempo, non mi sembrava il caso
- Se vuole vederla qualche giorno può tornare e gliela faccio visitare, non è grande la mia baita
- Se non disturbiamo nessuno, anche adesso, tanto ormai…….
- Beh no, vivo sola, non disturbiamo nessuno, venga, andiamo a piedi, le offro un caffè
Entrato nel soggiorno dal portico rimase stupito del gioco di travi della costruzione, io intanto mi ero spostata nella piccola zona cottura e avevo acceso la macchinetta del caffè
- Mentre di sopra ha la zona notte?
- si, una camera sola con il bagno, però in camera ho anche la vasca, sempre in legno per l’idromassaggio
- anche mia moglie l’aveva voluto ma l’abbiamo in bagno, non in camera
intanto il caffè era pronto e lui bevendolo continuava a guardare il gioco di travi che, essendo la tipica costruzione a triangolo, riguardava anche le pareti/tetto
- bello, decisamente bello
pensavo si riferisse ancora alle travi, invece, mentre ero chinata a mettere le tazze usate sul tavolino mi resi conto che stava guardando il mio sedere evidenziato dai pantaloni aderente e dai sandali alti del mio completo
- si beh grazie
- grazie a lei, è così gentile
- sono fatta così
- scusi se mi permetto, vista anche l’occasione, ma è fatta proprio bene
- grazie, non si preoccupi, sdrammatizziamo .
- lo farei volentieri con lei, sdrammatizzare intendo
- ah certo si
toccò una delle travi che partiva dal pavimento e andava fino al primo piano
- sembra bella robusta
- oh lo è tranquillo
vidi che ci si appoggiava con le due mani e spinse
- vero, decisamente robusta, posso essere sincero?
- Certo
- Mi piacerebbe molto “sdrammatizzare “ con lei
- Beh grazie è simpatico ad offrirmelo
Dopo qualche secondo
- Che ne dice allora?
- Di cosa?
- Della mia offerta, di cosa stavamo parlando se no
- Beh non che sia contraria ma…..
- Capisco, l’occasione, ci conosciamo appena…..
- No non è quello, non sono mai stata una tipa formale
- Allora tolga quel gessato e mi faccia vedere cosa nasconde
- Wow, diretto
- Sono un contadino, non un professore
Allora slaccia la giacca e poi la tolsi
- Beh sono io che faccio wow adesso
Poi slaccia i pantaloni che avevano una zip sul fianco e li lasciai cadere a terra, avevo addosso solo i miei slip neri di pizzo sgambati e i sandalini
- Si appoggi al tavolino come prima, per favore
Lo feci e lui mi guardò come se volesse mangiarmi
- Se si appoggia a quella trave e toglie gli slip potrei farle male
Restai solo con i sandali e mi girai appoggiando le mani al legno e allora sentii le sue mani callose sul sedere e poi una delle due passò sulla mia schiena abbassandomi, ero piegata in avanti con le gambe aperte e le mani contro la trave che mi sorreggeva, di nuovo le mani sulle mie natiche e poi un dito durissimo mi penetrò il culetto, ebbi già uno spasmo solo per quel dito
- Uhhh piace anche a lei allora
- Sii
- Mi spiace
Stavo per girarmi e chiedergli perché ma lo capii un attimo dopo
Avevo un paletto nel culo, praticamente, duro, nodoso e doloroso
Quando cominciò a spingermi facevo fatica a reggermi, i suoi colpi erano durissimi ma io stavo già godendo, uscì da me e mi passò il cazzo in messo alle cosce imbevendolo dei miei umori poi riprese il suo posto nel mio culetto ricominciando a spingere, mi inondò lo sfintere contemporaneamente ad un mio nuovo e violento orgasmo
- Perché non andiamo di sopra e riempie l’idromassaggio?
Andai avanti mentre lui mi seguiva, si guardò in giro mentre aprivo i rubinetti, l’acqua calda uscì subito
Lo guardai anch’io, nudo i suoi muscoli erano impressionanti e non erano muscoli da palestra entrò nell’idromassaggio sedendosi sul fondo della vasca poi mi porse la mano
- Vieni qui
Ci entrai anch’io mentre l’acqua ribolliva, mi fece praticamente sedere su di lui e mi ritrovai ancora impalata sul suo cazzo, mentre mi tenevo ai bordi della vasca, lui con le mani sotto le mie natiche mi alzava e abbassava sul suo uccello come fossi leggerissima, singhiozzavo dal piacere che provavo. Per quello che vidi quando uscimmo dalla vasca capii che il giorno dopo avrei dovuto pulirla molto bene, poi ancora bagnati praticamente mi gettò sul letto, andò nel bagno e quando tornò capii che si era fatto un bidet usando il mio bagno doccia profumato, mi godetti il suo uccello tra le labbra, mi veniva voglia di morderlo tanto era il gusto che mi dava leccarlo e succhiarlo, aveva deciso però anche di scoparmi, mi alzò le gambe tenendomi, con una mano sola le due caviglie e poi penetrò nella mia patatina, era bello anche così, mi scopava tenendomi le caviglie alzate e quindi non potevo allargare le gambe, il piacere era ancora più intenso per il leggero dolore che provavo penso che ebbi altri due orgasmi prima che uscisse da me spargendo il suo seme sul mio culetto, soddisfatta andai sotto la doccia dove dopo mi raggiunse e ci insaponammo a vicenda e glielo succhiai ancora, volevo berne il nettare e ci riuscii
Tornammo verso il mio ufficio, camminando vicini in silenzio, arrivati però non entrammo, ci sedemmo fuori ad aspettare gli incaricati dell’agenzia per il funerale che quando arrivarono caricarono il feretro e anche lui se ne andò, adesso Amedeo, si chiama così, è uno dei miei cosiddetti estimatori e ci vediamo ogni tanto.
Faccio tenere il faggeto sempre pulito e in ordine, dalla strada non si vede bene, dal mio ufficio sì, ogni tanto, soprattutto d’estate, mi piace passeggiarci di notte anche vestita della sola mia pelle con l’aria che accarezza il mio corpo, sembrerò pazza a volte ma la cosa mi eccita molto, anche il pensiero che qualcuno possa vedermi non mi spaventa affatto, sarà l’origine del mio nome, non so.
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