da Torino a MIlano (terza parte)
Per fortuna andò bene e, finalmente ero in terza ed erano arrivati anche i miei 16 anni, purtroppo per studiare avevo dovuto diradare gli incontri con il mio amico che me l’aveva fatta pagare dandomi buca spesso ma adesso d’estate avrei potuto recuperare ed anche lui si sarebbe calmato.
Dopo il nostro primo incontro ci presentammo ufficialmente, ma continuo a chiamarlo il mio amico anche se si chiama Luca e avevo ragione ha esattamente il doppio dei miei anni, come mi chiamavo io lo sapeva perché sullo zaino era scritto dappertutto con tanti cuoricini fatti con la biro.
Mamma aveva mantenuto la promessa e mi aveva comprato un reggiseno, adesso avevo una terza, anche il mio amico, Luca, mantenne la sua, i suoi erano più vari e sexy, di pizzo, di seta, a balconcino, senza spalline, allacciati davanti e addirittura uno mi lasciava scoperti i capezzoli, anche le mie mini erano aumentate grazie a mamma ed al fatto che ci voleva poca stoffa per farle, ormai ne avevo di seta cruda, di cotone, di jeans, di lana, di pelle e addirittura una di cuoio, quella che preferivo però l’aveva fatta modificare Luca con una lunga cerniera dietro che l’apriva del tutto.
Il problema era il solito dove nascondere la nuova mini, i reggiseni e gli altri slip che Luca mi aveva regalato, trovai la soluzione proprio nella nostra cantina che non usavamo e di cui sparì opportunamente la chiave.
Anche Luca aveva cambiato macchina, adesso aveva un maggiolino cabrio.
Il nostro primo appuntamento a settembre, ad inizio scuola fu un po’ strano, scopammo sulla sua nuova macchina soli io e lui e volle ritrovare la sensazione di sborrarmi in gola, ma poi andammo in un posto con una stanza strana tutta a specchi e mi disse di spogliarmi e masturbarmi usando dei cazzi di gomma, da sola nella stanza con la sua voce dall’esterno che mi dava ogni tanto istruzioni soprattutto sulla posizione che dovevo assumere e nella stanza c’era solo una sedia oltre ad un ripiano con questi falli di diversa forma e dimensione, nessuno però decisamente troppo grosso o lungo, ce n’erano anche con una ventosa alla base da usare su uno degli specchi ma nessuno da usare nel culetto, solo nella mia fighetta decisamente e spesso umida, aveva anche ricominciato a darmi della troia e la cosa non mi dava più tanto fastidio, dopo 2 ore e almeno 5 orgasmi mi ordinò di rivestirmi ed uscire e mi riportò vicino casa. Ormai, purtroppo non correvo quasi più tra lo studio e Luca il tempo era davvero poco, i giornaletti poi non mi interessavano più, stavo vivendo direttamente le mie storie.
Poi un giorno lo shock,
- non ci vedremo più, ti ho ceduto ad un mio amico, ti piacerà, seguirai i suoi ordini
- ma io pensavo che noi…….
- Non è mai esistito un noi, solo io e la mia troia,
tornai a casa sconsolata e preoccupata, sul tram dopo qualche giorno, venne da me un tipo alto e mi disse
- Ciao troia, sono Sandro, vai oggi a questo indirizzo alle 15 voglio provarti
Poi scese alla fermata successiva.
Adesso ero davvero preoccupata, l’indirizzo che mi aveva dato, tra parentesi, non era neanche lontano da casa mia, era in una piccola zona industriale a 500 metri da casa, decidi che ci sarei andata a piedi.
Arrivata davanti al fabbricato ero ancora indecisa ma c’era un campanello. Suonai ed il cancello di ferro si aprì; appena entrata mi trovai con di fronte questo Sandro, era un grande ambiente ma non ci doveva abitare nessuno, sembrava di più un magazzino veramente, c’era un letto a baldacchino in un angolo, anelli di ferro su una parete, una specie di piccolo quadro svedese come quelli che ci sono in palestra però in metallo, tipo grata ma attaccato ad una parete che, però si poteva spostare con delle catene che ci erano attaccate, una sedia ma senza il sedile, e altre cose strane, comunque Sandro parlò
- Questa non è un abitazione, è il mio luogo di lavoro, punto.
- Io veramente…..
- Mi piace la puntualità, brava, mi ha detto luca che sei abbastanza ubbidiente, con me abbastanza non basta, non costringermi a punirti, non ti piacerebbe.
- Io volevo…..
- Parla solo se interrogata, ti vesti sempre così?
- Mi piacciono le minigonne
- Mi ha detto Luca che ti piace anche la biancheria sexy e che ne hai, vero?
- Si
- Quei tacchi sono il massimo che hai portato?
- Si
- Mi ha detto Luca che non hai problemi ad essere guardata, vero?
- Beh si
- Anche che sei già stata con lui in alcuni dei locali che frequentiamo e non hai dato problemi, vero?
- Si
- Eseguivi sempre subito i comandi che ti dava?
- Beh si
- Spogliati voglio vederti meglio
Mi spogliai lì sul tappeto dov’ero, mi venne vicino e mi prese un seno in mano, poi mi guardò la consistenza del culetto e mi mise una mano sulla fighetta leggermente umida
- Nel complesso bene, mi ha detto anche che hai orgasmi abbastanza veloci e a volte prepotenti è vero?
- Credo di si
- Credo anch’io, eri già leggermente bagnata mentre ti toccavo io, ti piacciono i cazzi molto duri e nodosi, vero?
- Beh si, credo
- Con me non avrai problemi, il mio è così, cero che ti piace essere presa con un po’ di forza?
- È meglio per me, si
- Ok vai sul letto
Ci andai inginocchiandomi sul materasso mentre vidi che lui si spogliava, era molto atletico, più di Luca, non ebbi il modo di notare il resto, mi si mise davanti sdraiandosi
- Adesso fammi un pompino troia, fatto bene
Cominciai come ormai facevo da tempo con Luca usando mani e lingua ed imboccandolo succhiandolo e leccando, era vero, era grosso e nodoso, quasi mi riempiva la bocca, mi prese anche lui per la treccia quando mi eiaculò in gola
- Aveva detto Luca che eri brava,
adesso ero sdraiata io, adesso, con lui che si inginocchiò con la mia testa in mezzo alle sue gambe e ripresentandomi il cazzo da succhiare disse ancora
- Stavolta comincia dalle palle
Gli stavo succhiando lo scroto quando sentii le sue dita dure sui miei capezzoli, li premette facendomi male, era già quasi di nuovo pronto, si tirò indietro prendendo un preservativo dal comodino e se lo infilò, poi restando sdraiato
- Adesso cavalcami
Stavo cominciando aprendo le gambe per scendere sopra di lui quando mi disse
- Non così, girati
detti la schiena alla sua faccia e mi calai sul suo uccello che svettava verso l’alto, mi appoggiai alle sue ginocchia usandole come appoggio, lui ogni tanto mi tirava indietro usando la mia treccia, quando venne nel preservativo avevo già avuto due orgasmi, me lo scaricò sulla pancia poi buttandolo via ed ordinandomi di ripulirmi con le dita succhiandole poi.
Mi sembrava soddisfatto mentre perlustrava tutto il mio corpo con le dita ossute delle mani, poi ad un certo punto mi ordinò di alzarmi, lo feci e mi fece abbracciare una colonnina di legno scolpita del letto, lo sentivo dietro di me, con le mani mi allargò le natiche e mi penetrò mentre ero in piedi attaccata alla colonnina, i suoi colpi erano davvero forti, pensai si spezzasse il mio supporto, praticamente mi sollevava da terra ad ogni spinta, poi urlai per la violenza dell’orgasmo che sopraggiunse e lui si scaricò quasi contemporaneamente dentro di me.
- Il materiale è buono, vai in quel bagno e lavati poi rivestiti vai a casa, domani pomeriggio porta la biancheria che ti faceva usare Luca
e mi mandò via senza dirmi altro tranne l’orario, sempre alle tre
ripensandoci mi sembrava tutto molto più strano di prima, mi trattava come fossi una sua schiava, non mi ero ancora resa conto che era proprio così.
Il giorno dopo recuperai dalla cantina lo zainetto con le mie cose e per un pelo non mi incontrai con papà, dovevo fare più attenzione.
Arrivata come il giorno prima suonai ed il portoncino si aprì, gli porsi o zainetto che lui svuotò sul letto esaminando ogni oggetto, poi mi guardò, avevo addosso i mie stivaletti texani ed una minigonna di jeans, mi disse metti questi porgendomi un reggiseno di pizzo nero allacciato sul davanti e dei mini slip sempre dello stesso materiale molto sgambati, poi mi rinfilai la mini e la camicetta bianca che lui slacciò di un paio di bottoni guardandomi disse
- Va bene ma la mini deve andare più su
La feci risalire di un paio di centimetri
- Perfetto, adesso usciamo
Anche lui, appena in macchina, innestò la marcia e prima di partire mi mise una mano tra le cosce
- Eh si. Davvero una troietta
Era una Mercedes, non conosco il modello, non me ne intendo, arrivammo in tangenziale poi uscimmo e dopo un paio di kilometri entrammo in una specie di maneggio, c’erano diversi cavalli, parcheggiò.
- Mettiti su quelle balle di fieno
Coi andai e mentre lui mi dava ordini su come mettermi scattava delle foto con una di quelle macchinette che sviluppano subito, mi sembrò soddisfatto quando mi fece risalire in macchina, ancora la mano in mezzo alle mi cosce prima di ripartire poi si fermo a fianco strada e si aprì la cerniera tirandone fuori il cazzo che cominciava ad indurirsi
- Fammi un pompino troietta
Mi piegai verso di lui e non mi accorsi di quelli che passavano in macchina o peggio con furgoni o camion e che rallentavano per guardare.
Quando ripartimmo mi diede un pacchetto di fazzolettini per ripulirmi il mento e la bocca, fermi in autogrill non mi resi conto che qualcun’altro fermo lì ci avesse visto prima, me ne accorsi perchè quando ripartimmo un camion ci suonò il clacson.
Non avevamo ancora finito, ci fermammo davanti ad un bar e lui entrò un attimo consegnando al barista una busta con le foto che aveva scattato, poi tornammo a casa ma mi fece lasciare lì tutto quello che avevo portato prima, mi tiri un po’ giù la gonna e chiusi la camicetta quando mi resi conto di avere addosso non mia biancheria ma quella sexy, mi cambiai subito mettendo una tuta da ginnastica e mi misi a fare i compiti, non mi aveva dato ordini per il giorno dopo ma io ci tornai per riprendermi la mia solita roba.
Lui si tolse i pantaloni mentre io mi masturbavo con un cazzo di gomma che mi aveva dato, poi mi fece stendere a terra con le gambe aperte con il cazzo di gomma sempre inserito, mi si mise a cavalcioni mettendomi il suo cazzo tra i seni facendosi una sega con quelli, i miei capezzoli erano durissimi, quasi espulsi il cazzo di gomma dalla mia fighetta per l’orgasmo che ebbi.
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