da Torino a MIlano (seconda parte)
invece mi sbagliavo, quando arrivai allo studio era chiuso e non c’era nessuno, rimasi un po’ lì e poi andai a scuola, lo ritrovai sul tram al ritorno, nessuna spiegazione all’inizio solo
- ho avuto da fare
poi invece si sedette vicino a me anche per non parlare troppo forte
- rimettile domani con la mini a pieghe grigia ma tienila più alta che puoi in vita in modo che il tuo culetto alto la tenga sollevata dietro e con il tuo treccione che ci appoggia sopra sarai uno spettacolo
- ma tutti mi vedranno……..
- è giusto che tutti vedano la troia che sei con quelle mutandine che si vedranno e non si vedranno quando cammini.
- Qualcuno che conosco……
- Prendi il tram un ora dopo, ti vedrò anch’io salire.
Il giorno dopo salii sul tram alle 9 invece che alle 8, in effetti non vidi nessuno che riconoscevo però mi tirai la mini più su in vita solo dopo essere salita, qualcuno notai mi guardò mentre gli passavo davanti, anche a quell’ora nessun posto a sedere, poi dopo 4 fermate salì anche lui e rimase a guardarmi da lontano.
Arrivati al capolinea lui scese ed io dietro, mi fece cenno di passargli davanti e rimase a qualche metro da me guardandomi camminare davanti a lui, arrivati al loft si fece un caffè ad una macchinetta che aveva nello studio e poi disse
- adesso puoi spogliarti, tieni solo gli stivaletti
si spogliò anche lui, notai che non era ancora pronto del tutto però quasi, soprattutto quando mi guardò spogliarmi, io tremavo per l’eccitazione e, devo ammetterlo, anche un po’ per la paura, mi si avvicinò toccandomi i capezzoli con le dita, un brivido appena, mi offrì, come al solito, il suo cazzo alla mia bocca ed io cominciai a leccarlo e succhiarlo, si ingrossò ed indurì quasi subito, lui tirò fuori un preservativo da un cassetto e disse
- mettimelo tu
lo feci un po’ a fatica, era la prima volta, lui se lo tirò bene poi mi fece voltare e rannicchiare sul materasso del letto
- non mi farai male vero?
- Invece si, come è giusto che sia per la troietta che sei
Si mise dietro di me, eravamo quasi paralleli, molto vicino, io allargai un po’ le gambe e lui nell’orecchio
- Non allargarle troppo le voglio strette
- Mi fari più male…..
- Lo so
Il suo uccello coperto dal preservativo strisciò un po’ tra le mie grandi labbra io cercavo di tenere le gambe un po’ allargate e lui era riuscito ad arrivare alla mia fighetta già bagnata ma poi appena iniziò ad entrare superando le grandi labbra me le strinse lui con le mani, non ebbi il tempo di reagire, quasi contemporaneamente una spinta ed era tutto dentro di me che non avevo urlato ma lacrimavo, poi cominciò con colpi duri, lunghi e profondi, sforzandosi anche nella spinta
- Uhm, uhm, uhm
Reagivo così ad ogni colpo, però senza gridare, con le mani graffiai le lenzuola poi tirandole quando finalmente ebbi il mio primo orgasmo vero e anche lui uscì da me togliendosi il preservativo, mentre respiravo forte per riprendermi me lo svutò sulla faccia prima di buttarlo in un cestino ed io mi ripulii con la lingua che cercava ogni goccia di sperma sul mio volto. Cominciavo a sentirmi meglio, ci ero riuscita, non ero più vergine, la paura mi era passata e mi rannicchiai di nuovo stavolta di fianco a lui che fumava una sigaretta con le gambe incrociate, finita la sigaretta vidi che tirava fuori un altro preservativo ma di colore diverso sulla confezione, c’era scritto extra lubrificated
- Non abbiamo ancora finito troia
- Pensavo ci riposassimo solo prima di rifarlo
- Ma noi adesso non lo rifacciamo, adesso ti svergino anche il culetto, oggi servizio completo per la mia troietta preferita
La paura mi ritornò, sapevo dai giornaletti che era doloroso e poi lui sembrava godere del mio dolore, comunque mi offrì ancora il suo cazzo la leccare e succhiare
- Anche le palle stavolta
Eseguii, riuscì ad infilargli il preservativo più agevolmente di prima, mi sembrava fosse più duro del solito, il suo cazzo svettava verso l’alto, io aspettavo trepidamente, mi fece inginocchiare sul materasso come un cagnolino, stavolta non mi disse di stringere le gambe e le tenni larghe puntando con le ginocchia sul materasso, si mise dietro di me, sentii un suo dito provare l’entrata, ci mise un po’ ma poi si aprì quando bastava per puntarci contro la punta del cazzo, poi cominciò a spingere lentamente, quasi un millimetro alla volta, dando tempo al mio sfintere di abituarsi all’ospite, era comunque doloroso, avevo capito perché la scritta extra lubrificated, lo sentivo dentro di me ma non sapevo ancora di quanto era entrato poi disse
- Quasi a metà adesso cominciamo
E lì davvero le prime spinte furono dolorose stavolta non bastavamo le lenzuola, annaspavo cercando di aggrapparmi al materasso, lui mi teneva a volte per fianchi a volte una mano sulla schiena ma finiii tirandomi la testa all’indietro usando la mia treccia, stavolta il preservativo finì direttamente nel cestino
- Sei stata brava, adesso con calma vai a fare una bella doccia, non ti spaventare se vedi un po’ di sangue, è normale, restaci finchè vuoi tanto io davo uscire la farò dopo, poi ti farò sapere quando ci rivediamo adesso ho anche il tuo numero, ti chiamo come direttore sportivo del tuo team di atletica così non avrai problemi con i tuoi, mi arrivò anche un bacio sulla fronte mentre si rinfilava mutande e jeans.
Dopo una settimana ancora nessuna telefonata, poi il martedì successivo un messaggio di mamma lasciato sul tavolo della cucina : ha chiamato il tuo direttore sportivo ha detto che vi vedete al solito campo sabato alle 15 e di prendere negli spogliatoi le bandierine nere
Capii il messaggio, ancora 4 giorni, ormai il dolore era passato ma la voglia no, intanto mamma mi aveva preparato due nuove mini, una mi piaceva molto aveva anche due spacchettini laterali non troppo ampi al modo di mamma ma carini, le chiesi di aggiungerne uno sempre piccolo, per carità, di dietro, allora me ne fece addirittura una terza grigio fumo, io intanto aspettavo il sabato e mi guardavo allo specchio, il mio seno mi sembrava più grosso, mah, chissà.
Avevo comprato anche dei nuovi stivaletti non western come gli altri, ma neri, corti con il tacco più stretto alto 4 cm, decisi che avrei indossato quelli con la nuova mini grigia ed i mini slip sgambati neri di pizzo, dovevo ancora decidere cosa mettere sopra, la mamma risolse il problema mi aveva fatto un top da allacciare dietro la schiena ed il collo bianco con un giacchino corto grigio dello stesso tessuto della mini, stavo proprio bene, però mi disse : mi sa che dobbiamo comprarti un reggiseno, stai crescendo.
Il sabato ero puntualissima davanti allo studio pronta ad entrare ma arrivò lui in macchina e mi disse di salire
- Dove andiamo?
- Solo a fare un giro
E mentre cambiava marcia mi mise una mano tra le cosce sotto la nuova mini, mi stavo già bagnando, gli raccontai del reggiseno, disse solo
- Ve bene poi te ne regalerò altri io, carino il completino ma togli il giacchino così si notano di più i tuoi capezzolini che puntano contro la stoffa del top
Chiaramente lo feci subito, arrivammo davanti ad un locale, non aveva la vetrina solo una porta di accesso, era un bar senza finestre verso l’esterno con due file di divanetti con i tavolini ed una serie di sgabelli davanti al banco, c'erano solo tre coppi ai tavolini, il colore dominante era il rosso, molto carino mi sembrò, lui prese una vodka e per me ordinò un succo di frutta al mango.
Seduta sugli sgabelloni che ruotavano notai che una delle coppie era diventata solo del ragazzo poi mi accorsi che lei era accucciata tra le sue gambe, nella penombra, e gli stava facendo un pompino. Ecco perché mi aveva portato lì, la scena mi eccitò ancora di più di quanto fossi già, poi mi disse
- Alzati e poi risiediti tirando su la gonna sedendoti sullo sgabello direttamente sulle mutandine
Eseguii come al solito e lui con noncuranza, continuando a bere, mi iniziò a palpeggiare il seno dall’esterno del top, poi, mi infilò l’altra mano tra le gambe massaggiandomi con due dita il solco tra le mie grandi labbra, per poco non venni sullo sgabello, poi il ragazzo di un'altra coppia si alzò e passandomi da dietro mi slacciò il top da dietro il collo, subito il mio seno venne scoperto e lui, da dietro, mi prese i capezzoli già duri tra le dita, lui intanto aveva finito la vodka e mi spinse indietro sullo sgabello facendomi appoggiare con la schiena al petto del ragazzo che manovrava con intenzione i miei capezzoli, si tirò fuori l’uccello e ci mise sopra un preservativo poi da un lato dei mie slip fece passare il suo cazzo direttamente alla mia figa bagnatissima ed iniziò a scoparmi mentre il ragazzo dietro di me iniziava anche a baciarmi sul collo, ebbi un sussulto e venni dopo 5 minuti, il mio amico finito di scoparmi si era tolto il preservativo e l’aveva gettato in un cestino, poi mi prese per il collo riportandomi in avanti e facendomi piegare sul suo cazzo che cominciai a succhiare, il ragazzo dietro di me, intanto stava armeggiando qualcosa perché ad un certo punto mi sentii sollevare con due mani sotto il sedere ed abbassare gli slip, intanto continuavo a succhiare e leccare, semtii solo una spinta e poi il suo cazzo entrò nel mio culetto cominciando a scoparmi lentamente ma in modo continuo con colpi lunghi e profondi, talmente profondi che sentivo le sue palle sbattere contro le mie natiche ad ogni spinta, venni di nuovo e intanto il mio amico mi riempì la gola col suo sperma. poco dopo un altro fiotto di sborra calda dentro il mio culetto, poi come niente fosse tutto finì, io mi ripulìì la bocca con un fazzolettino, mi venne riallacciato il top ed uscimmo alla luce tornando in macchina
- Strano un bar così,
- si ci si va solo su appuntamento preciso, se no la porta non si apre.
Arrivati vicino casa mia mi disse
- ti lascio vicino alla fermata non dimenticare il giacchino, ci vediamo lunedì mattina da me
- ho compito in classe
- c’è sciopero
scesi dalla macchina ed andai a casa dove i miei erano pronti per la cena, non mi aveva detto niente per lunedì quindi decisi io cosa mettere e decisi di stupirlo, niente mutandine e la mini a quadri a pieghe sopra un maglioncino di cotone incrociato sul davanti che mi arriva a malapena in vita. Prima di uscire dovevo tirarlo verso il basso perché mamma non notasse quanto era corto.
Mentre camminavo sentivo l’aria sulla mia fighetta nuda, mi ero appoggiata la treccia su una spalla in modo che mi scendesse tra i seni, quando arrivai lui mi aspettava fuori dallo studio in macchina e ancora quando innestò la marcia per ripartire mi mise una mano tra le cosce rimando per un attimo stupito poi disse solo
- stai proprio crescendo come una troietta dispettosa
l’appellativo mi piacque di più di quelli che usava normalmente
- dove andiamo?
- è una bella giornata facciamo un giro all’aperto
arrivammo in una specie di area di servizio, c’era solo un grosso camion parcheggiato ed un barettino però chiuso, doveva essere giorno di riposo, parcheggiò tra il camion ed il fabbricato del bar, nascosto dalla strada e mi disse
- apri la portiera e scendi
eseguii come al solito
- resta con la portiera aperta e chinati in avanti verso di me, poi comincia a succhiare
si era già tirato il cazzo fuori dai pantaloni, io iniziai subito intanto ero chinata in avanti con il culo all’aria, senza mutandine, sentii il rumore di una portiera e poco dopo due mani dure e callose sul mio sedere ed un cazzo che si infilava nella mia fighetta cominciando a scoparmi, ci vollero 10 minuti prima che venissimo tutti e tre, prima io poi il mio amico nella mia bocca ed infine il camionista nel preservativo che doveva aver indossato, feci per rialzarmi ma il mio amico mi prese per la treccia facendomi riprendere a fargli un altro pompino, sicuramente più impegnativo di quello di prima visto che si era appena scaricato edd io sentii altre due mani sul sedere che mi stringevano le chiappette allargandomele e poi un cazzo davvero duro e nodoso mi penetrò nel culetto facendomi sussultare per la forza dei colpi che subito dopo iniziò a darmi, io intanto però continuavo a succhiare e leccare mentre il mio amico mi aveva infilato anche le mani sotto il maglioncino impossessandosi del mio seno.
Per me fu come al solito più veloce e, anzi, venni di nuovo dopo che anche il mio amico mi regalò il suo sperma, il camionista, invece riempii il mio sfintere dopo che ero venuta per la seconda volta e uscì da me dandomi poi una sberla sul sedere, il camion partì ed io mi sedetti a fianco del mio amico rilassata guardando le altre macchine passare, poi anzi quasi mi addormentai, mi svegliarono le sue dita dentro la mia figa mentre tornavamo in città, ancora mi lasciò vicino alla fermata senza darmi altri appuntamenti, corsi s casa dovevo mettermi a studiare seriamente se no sarebbero stati guai.
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