l'hostess russa
Quando ho sposato Andrea, 3 anni fa, non avrei mai pensato succedesse quello che è capitato; io mi chiamo Giulia, ho 26 anni e ho conosciuto mio marito facendo il lavoro di Hostess in una compagnia aerea russa, lui italiano, galante, carino, mi ha conquistato subito, siamo andati a letto nel mio albergo la stessa sera che ci siamo conosciuti, lui faceva il broker finanziario e allora era quasi all’inizio della sua carriera ma era molto sicuro di se stesso e mi piacque subito anche questo suo atteggiamento.
Io rispetto gli standard della compagna dove lavoravo, 1,80 senza tacchi, sono bionda con gli occhi azzurri e peso adesso 68 kg, e vivo in Italia, sono una che si nota anche perché, nonostante la mia altezza mi sono sempre piaciute le scarpe con il tacco, soprattutto sandali, difficile che ne porti un paio con uno inferiore agli 8 cm, il resto con le mie gambe lunghe ed il resto mi fa notare quando sono fuori, poi mi sono sempre piaciuti i miniabiti, anche molto aderenti che evidenzino il mio seno ed il resto.
Andrea è sempre stato un po’ geloso ma mi esibiva orgoglioso, per me il sesso è sempre stato importante tra di noi e lui, ad esempio, è stato il primo uomo al quale abbia concesso il mio culetto alto e sodo, devo dire con mio piacere e non ho mai avuto remore circa la masturbazione comune o il sesso orale.
Una sera tornò a casa e mi disse
- Domani devo presentarti una persona, l’ho invitato a cena, ti dispiace?
- No no figurati, devo preparare qualcosa di particolare?
- Guarda tu, cucini sempre cose buone non sarà un problema
La sera dopo avevo preparato come al solito anche la tavola in modo particolare, il nostro tavolo rotondo coperto da una tovaglia ecrù in pizzo lavorato a mano che arrivava a terra e tutto il resto, avevo messo uno dei miei soliti vestitini con il davanti incrociato sui miei seni ed una bella scollatura sulla schiena oltre a dei sandalini molto carini con il tacco stretto alto 8 cm.
Andrea arrivò a casa con il nostro ospite, un uomo alto, sui 40 probabilmente sportivo visto il fisico, con un naso importante, io ho sempre notato queste cose, praticamente mentre loro parlavano di lavoro io facevo la padrona di casa quasi silente, ricevetti un sacco di complimenti oltre che per il mio aspetto anche per la mia cucina e sembrava andare tutto bene, durante il secondo, però sentii una mano sulla mia coscia e no era quella di Andrea, rimasi un po’ sorpresa ma, soprattutto imbarazzata anche perché continuava ad accarezzarmi la coscia e a salire impercettibilmente verso l’alto spostandosi anche verso l’interno, tanto che strinsi leggermente le gambe.
Andrea non si era accorto di nulla ed il nostro ospite sembrava non stesse facendo nulla di particolare dall’esterno, però la pressione continuava, al dolce era ormai sotto la mia gonna quasi a contatto con i miei mini slip di pizzo, ogni tanto si spostava secondo le posate che dovevamo usare ma poi tornava al suo posto sempre più vicina all’obbiettivo che avevo capito ormai erano le mie mutandine o meglio, quello che coprivano.
Dopo il caffè, mentre cercavo di alzarmi, la mano mi strinse forte la coscia facendomi desistere dal tentativo, ormai le sue dita andavano su e giù nel solco, coperto dagli slip, tra le mie grandi labbra ed ero anche imbarazzata perché mi stavo bagnando mentre lui, praticamente, mi stava masturbando sotto la tovaglia ed io dovevo resistere anche agli stimoli che mi stava dando, ai liquori al nostro ospite cadde una delle posate che ancora non avevo finito di togliere ma mi impedì di raccoglierla perché se chinò lui molto più in fretta, facendolo sentii subito un dito forte, per qualche secondo, spingere tra le mei grandi labbra tanto che ebbi un piccolo sussulto che però Andrea non colse impegnato com’era nei suoi soliti discorsi economici, se Dio volle la cena finì e l’ospite ringraziò guardandomi negli occhi e se ne andò, io corsi subito in bagno anche perché l’ultimo stimolo mi stava facendo godere, mai stato così per me, forse la situazione e l’imbarazzo chiaramente non ne feci parola con Andrea, misi i miei minislip tra le cose da lavare e ne presi un altro paio.
- Beh mi sembra sia andato tutto benissimo, sei stata bravissima
Andrea mi dette un bacio sulla guancia e mentre io mettevo via e ripulivo la cucina andò a letto. il giorno dopo mi disse, scusandosi, che quel tipo di cene facevano parte del suo lavoro, gli risposi di non preoccuparsi di nulla ma non ero molto convinta. Nel pomeriggio arrivarono dei fiori dal nostro ospite della sera prima per ringraziarmi dell’ospitalità. Era scritto proprio così sul biglietto con Ospitalità con la O maiuscola.
Due giorno dopo, al mattino suona il citofono ed era lui che chiedeva se ci fosse Andrea, gli risposi chiaramente di no ma non potei impedirgli di salire un minuto e si spiegò il tutto, almeno provvisoriamente, mentre bevevamo il caffè si scusò per la sera precedente ma mi disse che Andrea si era vantato molto della sua bellezza e del fatto che a lei sarebbe piaciuto se mi fossi preso qualche libertà e che a lui non avrebbe dato fastidio, alle sue parole non riconobbi mio marito.
- Non le è dispiaciuto vero Giulia? Come mi ha detto Andrea no?
- Devo sembrarle un po’ strana ma non mi è affatto dispiaciuto
- Meno male, anche perché a me è piaciuto molto, mi scusi sa e poi lei era davvero bellissima con quel miniabito
- Grazie ma adesso devo lasciarla tra poco devo uscire
- Non si preoccupi e grazie ancora, magari ci rivedremo a cena qualche volta e mi strizzò l’occhio uscendo.
Come avrei potuto parlarne con Andrea? Non ci sarei riuscita, forse aveva qualche problema sul lavoro e mi aveva usato per alleviare qualche suo problema con il nostro ospite, decisi che non gli avrei detto niente.
Dopo una settimana la comunicazione di un altro invito a cena ed io mi comportai come al solito, con la solita attenzione ai particolari, stavolta scelsi un miniabito senza spalline ma molto aderente e un po’ più lungo dell’altro, con ai due lati due strisce di pizzo trasparenti che lasciavano intravedere i laccetti del tanga, gli slip sarebbero stati troppo evidenti e che aveva le coppe del reggiseno incorporate, stavolta usai dei sandalini color argento come il vestito.
Il nostro ospite era un uomo di colore, anche lui molto alto, sui 50 anni e con delle mani enormi, con Andrea parlavano un po’ in italiano un po’ in francese ed inglese, facevo un po’ fatica a seguirli, non avevo la padronanza di Andrea, forse per l’inglese si ma per il resto…… avevo ancora, dopo tre anni, qualche problema con l’italiano.
Stavolta misi lui e Andrea praticamente di fronte ed io in mezzo, anche se la dimensione del nostro tavolo rotondo non consentiva grandi distanze, come l’altra volta grandi complimenti però non arrivammo all’arrosto prima che io sentissi non una mano ma una pressione all’esterno della mia gamba di un altra gamba, quella del nostro ospite che strisciava contro la mia, mi spostai leggermente ma la gamba mi seguì, fu alle verdure che arrivò anche la mano, enorme che, praticamente si inserì all’interno delle mie cosce costringendomi a tenere le gambe un po’aperte, nonostante mi sforzassi non riuscivo a spostarmi da quella posizione era troppo forte la pressione di quella mano, decisi di alzarmi leggermente ma questo consentì alla mano, oltre che di salire ancora di più di arrivare subito al mio tanga e quel dito Dio era enorme.
Vista anche l’altezza del nostro ospite avevo praticamente i suoi occhi sopra la mia scollatura e non nascose il fatto di sbirciarci dentro, per quello che poteva. Intanto quel dito continuava a strisciare su e giù all’esterno del mio tanga, ormai eravamo al caffè e decisi, mentre loro continuavano a parlare di mettere le mie mani sul mio grembo, così da poter allontanare quella mano, pessima scelta mi trovai un polso catturato da quella mano che portò la mia all’interno dei pantaloni del nostro ospite che si era abbassato la cerniera e mi obbligava, praticamente, ad impugnare il suo cazzo muovendosi con noncuranza e sorridendomi ogni tanto, intanto lo sentivo crescere nella mia mano che lo impugnava, all’improvviso lasciò il mio polso e con un colpo di tosse si mise il tovagliolo davanti al viso, mi ritrovai la mano bagnata del suo sperma e dovetti anch’io ricorrere ad un tovagliolo, praticamente si era fatto una sega con la mia mano. Poi tutto tornò normale fino al momento dei saluti, Andrea distratto da una delle solite mail sul suo telefono ed il nostro ospite che praticamente mi abbracciò per baciarmi sulle guance e cos’ facendo con la mano che teneva sulla mia schiena si infilò sotto il mio vestito da dietro catturando il laccetto del mio tanga e tirandolo con forza, tanto da far infilare il tanga tra le mie grandi labbra, questo ebbe una reazione sul mio corpo come l’altra volta e anche ora dovetti correre in bagno a cambiare il mio tanga e approfittando feci anche sparire nel cesto della biancheria i tovaglioli che avevamo “usato” a cena.
Un caso può succedere ma due uno dopo l’altro decisamente no.
Stavolta non ci fu bisogno di aspettare, dopo due giorni mentre camminavo un clacson mi fece girare, era il nostro ospite di colore che era in una mercedes cabrio e mi salutava con la mano invitandomi a fermarmi e a salire al suo fianco
- Buongiorno Giulia bella occasione per rivederla, splendida anche di giorno
- Beh grazie ma è stato davvero un caso?
- Non proprio, volevo rivederla, mi era sembrato le fosse piaciuto il nostro piccolo approccio dell’altra sera
- Beh veramente
- Poi Andrea mi aveva detto della sua passione per i membri di colore
Altra sorpresona
- in effetti io…..
- abbastanza consistente vero? Lo immagini al posto di quel tanga tra le sue cosce
- Oddio io non credo……..
- ho una suite a due passi perché non ne parliamo con calma bevendo qualcosa?
Accettai perché volevo approfondire il discorso su Andrea ma la sua intenzione era diversa e appena entrati mi trovai sbattuta contro il muro da dietro con lui che metteva le sue mani enormi sotto il mio vestito quasi strappandomi le mutandine, spinsi all’indietro usando le mani per staccarmi dal muro e mi trovai il suo cazzo che aveva estratto dai pantaloni infilato tra le mie cosce e già duro che addirittura mi teneva sollevata da terra facendo leva da sotto che poi in un attimo cambiò posizione penetrandomi con un unico fluido movimento che mi fece mancare il respiro, in effetti era davvero grosso.
Cominciò a scoparmi contro il muro tenendomici attaccata, durò quasi dieci minuti poi sentìì il suo sperma sul mio sedere che si mischiava al mio orgasmo.
Un po’ ansanti ci sedemmo sul divano, il mio vestito era strappato sul davanti mettendo a nudo il mio reggiseno a balconcino e lui si stava finendo di spogliare del tutto, mi ritrovai stesa sul divano con lui che puntava il suo uccello alla mia bocca riuscendo poi ad infilarcisi, per respirare cominciai a succhiarlo e leccarlo riempiendomi dopo poco tutta la bocca, poi anche il reggiseno fece la fine del resto perché lo usò tirandolo per farmi girare e poi lo sentii spingere contro il mio buchino lentamente ma inesorabilmente fino a riuscire a scardinarlo e ad entrarci per quasi tutta la sua lunghezza cominciando subito dopo ad incularmi tenendomi per i capelli con una mano e usando l’altra, con le sue grosse dita per infilarne due insieme nella mia figa, prima della fine ebbi altri due orgasmi di cui uno talmente forte da farmi quasi urlare, poi ci spostammo sul letto rimanendo abbracciati per un po’
- Stai bene?
- Si
- Aveva ragione Andrea, ti piace proprio
- Senti tu hai qualche affare con mio marito?
- Si ma niente d’importante, infatti sono stato un po’ sorpreso dal suo invito a cena e dalla descrizione che mi ha fatto di te e che, comunque, tu hai confermato, sia l’altra sera che oggi ancora di più.
- Scusami ma non capisco, l’Andrea che conosco è sempre stato un po’ geloso di me
- Forse prima che scoprisse che vederti con altri uomini lo eccitava, soprattutto ho capito, a tua insaputa
- Decisamente a mia insaputa
- Beh non è stato niente male devo dire
- No però adesso non so come fare a tornare a casa senza vestiti
- Nessun problema,
chiamò la boutique dell’albergo e poi me la passò per la taglia.
Poi ricominciammo ad agitarci nel letto glielo succhiai ancora mentre lui mi infilava due dita in figa e altre due nel culetto che aveva già scardinato e bevvi il suo sperma cosa che lo eccitò, tornai a casa per cena dopo una giornata di sesso come non mi capitava da tempo.
Intanto pensavo ad Andrea, quindi mi scopava pensando agli altri uomini che si prendevano delle libertà con me a mia insaputa. È un anno che facciamo una cena con dei suoi “clienti” ogni paio di settimane, il suo lavoro va bene, il nostro rapporto anche ed io ho visitate diverse suite in altri alberghi di Milano.
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