la farmacista

sandra
2 days ago

Faccio la farmacista in un piccolo paese di un paio di migliaia di abitanti, la mia è l’unica farmacia, l’ho rilevata dopo la morte di mio marito per un incidente di caccia tre anni fa, non ancora trentenne e già vedova. Purtroppo non abbiamo avuto figli, non sono venuti ma avremmo voluto tanto e tanto ci provammo.

Era un po’ che sentivo di più la solitudine o forse era solo una mia impressione ma era sempre più spesso che la notte cercavo la soddisfazione masturbandomi da sola nel grande letto vuoto della mia camera

Andando in giro per il paese incontravo i miei clienti sempre tutti molto gentili, sapevano tutti della mia perdita. Un giorno vennero ad istallare il  nuovo distributore notturno di preservativi, non che se ne facesse molto uso in paese ma era una novità; nei mesi seguenti notai che quelli lubrificati di misura xl finivano più spesso degli altri, qualche fortunata in paese c’era, molto più di me, cominciai a farci caso ed ogni tanto a guardare nelle telecamere notturne per individuare il cliente speciale, forse era solo qualche ragazzino che li usava riempiti d’acqua.

Poi lo riconobbi, era un pastore che abitava fuori dal paese e portava il suo piccolo gregge su un vecchio camioncino girando per le valli, pensai avesse qualche ragazza in giro che andava a trovare ogni tanto visto che era sempre in movimento con il suo camioncino.

Un giorno entrò in farmacia dicendomi che il distributore di preservativi era scarico, controllai e aveva ragione, ne misi subito due confezioni di xl che lui comprò subito dopo, poi mi salutò e risalì sul suo camioncino, pensai chissà dove andrà così di corsa.

Una notte mi ritrovai a pensarlo mentre ero nel mio letto da sola e mi masturbai.

Un giorno poi non ce la feci più e lo incrociai con la mia auto mentre si spostava col suo camioncino, allora lo fermai e gli chiesi, quasi con nonchalance se avesse ancora dei preservativi o li avesse finiti, mi sorprese con la sua risata

-          Venga con me se ha tempo

-          Gli andai dietro e parcheggiai davanti a casa sua

Entrata mi disse

-          Guardi

Aprì un armadietto e vidi che era pieno di scatole di preservativi ancora sigillate, non riuscivo a capire

-          Lei mi piace molto ma non osavo parlarle e cercavo un modo per farmi notare da lei

-          Beh io non ho mai mangiato nessuno e avrebbe potuto spendere meno per farsi notare

-          Non sarebbero stati della misura giusta e avevo ragione

-          In cosa?

-          Avrei suscitato la sua curiosità per la particolarità della …..dimensione

-          In effetti

-          Ne ho altre, ad esempio la forma o i miei tempi di …..arrivare alla conclusione oppure quelli di recupero, sono un uomo un po’ particolare

-          Questo l’avevo capito

-          Sono anche un po’ rustico e diretto e lei l’avevo capita da tempo

-          In che senso?

-          Tolga il cappotto che mentre faccio un caffè glielo spiego, vedo che ha il camice

-          Si stavo andando ad aprire

Non so come mai ma quel giorno sotto il camice avevo solo un completo intimo in pizzo nero con reggiseno a balconcino e minislip sgambati a mio marito piaceva che ogni tanto gli facessi una sorpresina del genere.

-          Mi stava dicendo

-          Sarò diretto come le ho già detto, lei è una donna che ha voglia

-          Voglia?

-          Si sarebbe pronta a farsi scopare per una giornata intera se trovasse qualcuno in grado di farlo

-          Ma veramente…….

Mi venne davanti e con due mani mi prese il davanti del camice e con uno strappo fece saltare tutti i bottoni

-          Cosa le avevo detto? Molto carino il completino

Mi mise una mano sulla testa costringendomi quasi in ginocchio

-          Adesso tira fuori bene la lingua

Intanto si era aperto i pantaloni mostrandomi il suo cazzo già duro, sarà stato 20/22 cm con un diametro di almeno tre ed i  effetti ad un certo punto si allargava per poi restringersi ancora

-          Visto? Ti avevo detto la verità su alcune mie particolarità, tira fuori bene la lingua ti ho detto

Lo feci d’istinto e ci fece passare sopra il suo uccello strofinandocelo

-          Ti piace il sapore? Adesso succhia e lecca, te lo farò sentire fino in gola, sarai tu a chiedermi di scoparti

Mentre facevo quello che mi chiedeva quasi rapita mi tolse la mano dalla testa e mi tolse il reggiseno prendendo tra l’indice ed il pollice i miei capezzoli

-          Già durissimi, si vede che hai voglia

Intanto continuavo a leccare e succhiare e ogni tanto mi spingeva il suo cazzo fin quasi in gola, sembrava non finisse mai

-          Ti ho detto che ci metto parecchio, poi vedrai che ti riempio di sperma questo splendido seno e tutta la faccia

Passarono altri 10 minuti prima che mettesse in pratica quello che aveva promesso

-          Tranquilla dottoressa sarà una lunga e piacevole giornata, giusto il tempo di ritornare in forma

Era vero anche quello, dopo neanche un quarto d’ora era di nuovo durissimo e puntava sempre alla mia faccia

-          Cosa dici adesso vuoi che ti scopi?

Come un automa feci cenno di si con la testa, mi ritrovai subito stesa sul tappeto con lui ed il suo mostro sopra che già spingevano per entrare nella mia figa

-          Scusa la forza ma ti ho detto che sono un po’ rustico

Aveva spostato le mie mutandine e mi aveva penetrato con un solo movimento cominciando poi subito a scoparmi, dopo 10 minuti ebbi il mio primo orgasmo mentre lui continuava i suoi colpi profondi e decisi, ne ebbi un secondo prima che lui mi riempisse l’utero con il suo sperma denso e caldo, poi si sollevò da me facendomi ripassare il suo cazzo sulla bocca

-          Beviamo un caffè mentre mi riprendo va bene?

Non risposi, non ce n’era bisogno, dopo il caffè aprì l’armadietto di prima e prese una scatola di preservativi

-          Adesso vedrai perché ho comprato quelli lubrificati

Si era spogliato del tutto, non si notava l’altezza e la robustezza quando era vestito ma mi sovrastava almeno di una testa, era di nuovo pronto, incredibile, si stava infilando il preservativo e poi mi prese per le spalle facendomi girare, tenendomi le braccia vicine al corpo mi inculò e quando provai ad allargare un po’ le gambe me lo impedì passando le sue ginocchia all’esterno

-          Non farmi male per favore

-          Invece ti farò male e ti piacerà perché godrai, tieni il culetto stretto voglio che senta bene il mio cazzo che fa su e giù

In effetti lo sentivo strisciare nel mio sfintere tra le mie chiappe che lui teneva strette con le sue gambe, mi teneva una mano sulla schiena costringendomi a rimanere a terra, venni altre due volte mentre mi inculava poi riempì il preservativo e lo gettò nel fuoco del camino che era acceso.

Erano passate solo due ore e già mi aveva portato all’orgasmo quattro volte

-          Adesso ci fermiamo un po’ e poi andiamo da te

Mi fece indossare il cappotto visto che non avevo più camice nè biancheria  e salire sul suo furgoncino, la mia auto rimase lì, notai che in tasca aveva un altro paio di scatole di preservativi.

Arrivati da me volle vedere la mia camera

-          Bel letto comodo, spazioso, sembra robusto

Mi ci buttò sopra facendomi togliere il cappotto e mi mise la testa tra le gambe cominciando a leccarmi figa e culo

-          Anche tu hai un buon sapore dottoressa, cosa dici altra scopatina? Però stavolta stai sopra tu

Si sdraiò sul letto quasi senza sforzo mi sollevò sopra di lui penetrandomi mentre mi lasciava cadere

-          Adesso cavalcami come fanno le vere troie

Era sempre lui per. Che mi teneva per i fianchi spingendo verso l’alto il bacino ogni volta che io riscendevo, singhiozzavo mentre godevo e la cosa lo fece ridere mentre lui continuava a scoparmi senza arrivare alla fine, con l’orgasmo successivo mi accasciai sopra il suo corpo mentre anche lui mi schizzava il suo sperma tra le cosce, mi lasciò così qualche minuto prima di alzarsi e nudo com’era andare in cucina

-          Mangerei qualcosa vediamo cos’hai in frigo, ah una cliente, il mio formaggio, brava, bella scelta

Prese un tagliere e del pane e cominciò ad affettarlo insieme al suo formaggio, poi tornò verso di me

-          Dottoressa hai proprio bisogno  di una  doccia, vieni con me che la facciamo insieme

Ci insaponammo a vicenda e mentre l’acqua scorreva mi fece inginocchiare e riprendere il suo uccello in bocca, poi ci asciugammo mentre mi toglievo il suo ultimo sperma dalla faccia e lui tornò in camera mia aprendo un armadio, al ritorno, mentre sbocconcellavo pane e formaggio che aveva lasciato sul tagliere, aveva in mano una mia gonnelline a pieghe che usavo per giocare a tennis, questa mi piace, disse e me la fece indossare.

Poi  vidi il suo cazzo con un altro preservativo sopra, mi spinse contro il letto facendomi piegare in avanti con il culo scoperto e la mia gonnellina svolazzante poi mi disse

-          Tieni le ginocchia puntate contro il letto

Non feci in tempo a farlo che già avevo il suo cazzo nel culo che andava avanti e indietro facendomi ballonzolare il seno ad ogni colpo, poi lo tenne fermo con le due mani stringendomelo e continuando ad incularmi

-          Sento che stai venendo ancora dottoressa, ti  piace proprio il mio uccellone

Atri miei orgasmi e la mia gonnellina fece la fine del suo preservativo ormai pieno nel mio secchio della spazzatura, il mio letto aveva due colonnine tornite al livello della testiera e della pediera, quelle della pediera erano chiaramente più basse e la loro cima, stando in piedi sul materasso arrivava proprio all’incrocio delle mie cosce.

-          Tranquilla dottoressa ti tengo io, infilati quella colonnina nella figa e scopati da sola, voglio proprio guardarti

I miei umori colarono a breve lungo la colonnina fino al materasso

-          Wow dottoressa proprio tanta voglia

-          Si è fatto un po’ tardi meglio se dormiamo un po’,

vidi che si era messo un altro preservativo ci mettemmo sul fianco, lui dietro di me, mi penetrò e mi disse di non muovermi cha la risveglio l’avrei trovato ancora duro dentro il mio culetto, anche lui non si mosse fermo con il suo uccello infilato nel mio sfintere.

Ormai in paese sanno che ci frequentiamo, da quel giorno non dormo più da sola e anche a lui piacciono i miei completini di pizzo sotto il camice.

 

 

 

 

 

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