Sara

Sono nata e cresciuta in campagna, la nostra famiglia ha molti terreni e fabbricati, coltiviamo grano, abbiamo un vigneto ed alleviamo animali, sia bovini che equini, soprattutto cavalli arabi di buona linea di sangue, i cavalli sonno sempre stata la mia passione, hp imparato a cavalcare a 5 anni, ero piccina piccina e adesso che ne ho 16 mi ritengo un amazzone esperta.
Ho visto nascere molti puledri ed è sempre stata un’esperienza bellissima, per la monta usiamo stalloni certificati, la forza ed il vigore che ci mette uno stallone quando monta la sua giumenta, a volte mi fanno tremare le ginocchia.
Molte persone lavorano per noi con ruoli diversi ed io per forza di cose li conosco tutti e, soprattutto, li rispetto qualsiasi lavoro svolgano per noi. Chiaramente vado ancora a scuola, al liceo, poi senz’altro farò l’università per imparare il più possibile sulla gestione di un’Azienda.
Ho portato qualche volta dei miei compagni a visitare la nostra Azienda, soprattutto la parte che riguarda le scuderie è quella che interessa di più, i ragazzi scherzano spesso guardando gli stalloni ma alcune delle mie compagne sono rimaste davvero impressionate.
A me è successo la prima volta che ho visto Ahmed, uno dei nostri stallieri, scopare con la figlia di Antonio, uno dei contadini che fa il trattorista, sembrava di vedere uno stallone che montava la sua giumenta, con forza, da dietro, spingendola ad ogni colpo contro lo steccato e mostrando la sua virilità ogni volta che si ritraeva per poi spingerla di nuovo, avevo 14 anni e loro erano più grandi e non si accorsero di me che ero in alto sopra uno dei fienili, ma alla fine mi ritrovai con le mutandine bagnate.
Una volta ricevemmo la visita di un signore arabo che venne a vedere dei cavalli, doveva essere molto ricco e importante perché i miei lo ricevettero con tutti gli onori, aveva un piccolo seguito di solo un paio di persone ed uno era il suo personale allenatore.
Furono giorni intensi, i cavalli vennero messi in mostra e fatti vedere nella loro forma migliore, io ero, chiaramente, dappertutto, con i miei 14 anni ne sapevo già molto in più mettevo alla prova il mio inglese che studiavo dalle elementari, sia l’allenatore che il suo padrone sembravano impressionati però ero una ragazzina e anche se cresciuta per la mia età, determinati argomenti, soprattutto quelli riguardanti la monta, evitavano di tirarli fuori quando c’ero io.
Il segretario dell’arabo era più libero e mi chiedeva un sacco di cose, soprattutto su di me e la mai scuola, era un uomo dell’età di mio padre e parlammo anche delle monte dei cavalli.
Una sera mentre dopo cena facevo il giro delle scuderie come facevo spesso lo ritrovai vicino al box di un dei nostri migliori stalloni e mi disse
- Guarda emana forza e vigore solo a guardarlo, si vede che gli piace la nuova giumenta, guarda che reazione ha
Io guardavo e restavo ammirata, poi lo stallone estrasse il suo uccello ed era enorme, a quella reazione si riferiva l’arabo
- Si è decisamente eccitato, gli piace la nuova giumenta
- E a lei piace lui, guarda come alza la coda e si pavoneggia
- A qualunque giumenta piacerebbe uno stallone così
- Anche se quando la dovesse montare le farebbe anche un po’male per quanto è grosso ed eccitato
- Si ma le piacerebbe lo stesso, credo
- Sicuramente le piacerebbe essere montata anche se la prima volta sarà più doloroso, perché è ancora vergine vero?
- Si mi sembra di si, mai montata
- Saranno una coppia splendida e a lei piacerà molto dopo la prima volta
Io come spesso in scuderia avevo un paio di shorts di jeans e degli stivaletti ed una magliettina stretta che mi lasciava scoperta la pancia perché da quando l’avevo comprata il seno mi era cresciuto un po’, con quei discorsi cominciavo a sentire un certo umidore tra le gambe e pensai fosse meglio chiuderla lì, mi veniva sempre in mente la scena di Ahmed con la figlia di Antonio, ma lui continuò
- Anche tra uomo e donna è la stessa cosa
- Oh lo so, non sono proprio una ragazzina , ho già 14 anni
- Non volevo offenderti si vede che non sei più una ragazzina e sei anche molto carina
- Non mi sono offesa, grazie
- È vero anzi direi molto più che carina, davvero una bella giumenta ahahah
- Ahahah già quasi pronta per il mio stallone
- Io direi prontissima
Il discorso si fece serio d’un tratto
- Hai un bellissimo seno ed i tuoi fianchi sono stretti e sodi
- Lei mi confonde
- No dico solo la verità, è quello che vedo anche se mi piacerebbe, lo ammetto, vedere di più
Non avevo capito l’allusione
- Perché non toglie quella maglietta Sara?
- Ma io
- Non abbia paura, non ci vede nessuno ci siamo solo noi due
- Ma io non ho mai….
- Lo faccia la prego
Sfilai la maglietta da sopra la testa con un brivido
- Posso toccarlo Sara?
Feci solo un cenno con la testa e lui mi prese il seno con le due mani, altro brivido
- Bello, sodo e i capezzoli si stanno già indurendo se ne rende conto Sara?
Altro cenno di assenso
- Tolga anche quei pantaloncini Sara mi lasci ammirare i suoi fianchi
Ancora un attimo di ritrosia poi li abbassai ma non volevo fargli vedere le mie mutandine da bambina e così le tolsi insieme ai pantaloncini rimanendo solo con gli stivali, le sue due mani passarono dai miei seni al mio culetto e mi strinse a se
- E adesso Sara sente la mia eccitazione?, sono come quello stallone
- Si, ecco io………
- Non abbia paura
Si aprì la cerniera dei pantaloni ed il suo cazzo duro dal colore un po’ ambrato con un mucchietto di peli in fondo saltò fuori quasi da solo
- Non ho paura ma io no ho mai ……….
Mi fece girare come aveva fatto Ahmed ed appoggiare le mani allo steccato, poi sentii il suo coso duro infilarsi da dietro tra le me gambe cominciando a spingere, istintivamente le allargai e mi appoggiai di più contro lo steccato
- Ahi
- Tranquilla è solo un attimo
Cominciò a spingere sempre più forte spingendomi contro lo steccato poi usciva un po’ e spingeva di nuovo e poi ancora e poi ancora
- Va meglio così vero?
Feci cenno di si mentre ancora arrivava un’altra spinta e poi un altra ancora, morsi quasi il legno quando ebbi il mio primo orgasmo mentre lui ancora non si fermava ma poi sentii il cado del suo sperma sul mio culetto e lui che si appoggiava tutto a me da dietro tirando fuori il suo uccello dalla mia fighetta, mi teneva stretta a se da dietro con le mani sul mio seno, i capezzoli mi facevano quasi male da quanto erano duri.
Guardando l’orologio vidi che erano già passate le dieci, probabilmente pensavano io fossi già andata a dormire, in effetti mi sentivo stanca come se avessi fatto un grosso lavoro, c’era un box appena ripulito lì vicino e l’arabo mi portò a stendermi sul fieno, sempre solo con gli stivaletti addosso e anche lui però continuò a spogliarsi, poi si strinse ancora a me e mi disse
- Vedi guardalo adesso come è rilassato, toccalo non avere paura, ormai siete amici
Lo accarezzai lentamente un po’ tremolante all’inizio,
- Senti ha già un'altra reazione, comincia a diventare di nuovo duro per il tuo piacere, se lo baci sarà quasi pronto
Accostai le labbra alla punta del suo pene che veramente si stava già ingrossando di nuovo, lui me lo spinse di più in bocca
- Lecca lentamente, brava così
Stavolta mi venne sopra e cominciò a scoparmi baciandomi ed accarezzandomi dappertutto, mi piaceva tantissimo anche se sentivo che era grosso e nodoso e a tratti sentivo delle leggere fitte, stavolta mi schizzò il suo sperma sul mio pancino mentre io bagnavo la paglia con il mio orgasmo.
Era passata la mezzanotte quando ce ne andammo dalla scuderia facendo attenzione a non fare rumore ed io ero diventata la sua giumenta per una notte.
Due giorni dopo ripartirono per tornare in Arabia Saudita e non lo rividi mai più.
Dopo qualche giorno mamma che è sempre stata attenta mi ferma in cortile e mi dice
- Tesoro tutto bene? Sei pallida da qualche giorno
- Sto bene mamma è solo la scuola, troppo da fare
- Ok comunque se vuoi chiamo il dottore e andiamo a farci un giro
- Io sapevo già cosa avrebbe trovato di diverso il dottore ma la cosa finì lì.
Parlando con una mia compagna che aveva il ragazzo che era più grande di lei le raccontai della perdita della mia verginità anche senza spiegarle come, lei allora mi disse che lei non era più vergine anche nel culetto e che la cosa gli era piaciuta tanto anche se all’inizio era stato un po’ doloroso, mi raccontò che addirittura le sembrava di godere con maggiore intensità, mah sarebbe successo anche a me sicuramente prima o poi, non avevo ancora 15 anni.
La mia vita proseguì normalmente anche se devo ammettere che di notte mi masturbavo abbastanza spesso e che ogni volta cercavo di infilare anche un dito nel mio culetto, leggermente fastidioso all’inizio ma piacevole col tempo.
In primavera, prima della fine della scuola, trovai a casa una sorpresa, Ahmed era tornato portando due giumente nuove che papà aveva comprato in Egitto, ci fu una grande festa e , comunque, la figlia di Antonio, il trattorista, ormai era sposata e se ne era andata. Ahmed mi fece vedere le giumente che erano bellissime ed io gli raccontai della visita dei sauditi mesi prima, lui era più grande ma lo conoscevo da quando avevo 10 anni ed ero in confidenza con lui; una sera gli raccontai quello che vedevo dal fienile quando lui e la figlia di Antonio scopavano in scuderia
- Ah ragazzina mi spiavi allora
- Macchè sarà capitato per caso qualche volta
- Si si proprio per caso, comunque devo correggerti io e la figlia di Antonio non scopavamo come dici tu
- Io so quello che ho visto
- Sbagliato, lei era fidanzata e non voleva rischiare di rimanere incinta quindi quello che vedevi ero io che gli mettevo il mio grosso uccello nel culetto
- Mah non ricordo fosse tanto grosso, comunque se lo dici tu, adesso però vado a cavallo ciaoooo
Facevo spesso una cavalcata prima di cena ma quella volta pensai ad Ahmed con la figlia di Antonio.
Ahmed si sarebbe fermato con noi tutta l’estate prima di tornare a casa quindi ci vedemmo spesso in quel periodo, in pomeriggio in collina ci incontrammo
- Fai una cavalcata ragazzina?
- Magari dopo e comunque non sono più una ragazzina
- Oh oh allora adesso c’è un ragazzo
- No ma c’è stato
- E quindi……….
- Già e quindi
- E brava la mia ragazz. Sara
- Ecco bravo Sara non ragazzina
- Avevo notato qualcosa, ma pensavo solo ti si fosse ingrossato il culetto a forza di cavalcare
- Il mio culetto non è ingrossato per niente e se domenica vieni allo stagno ti faccio vedere che, a parte il reggiseno metto ancora il costume dell’anno scorso
- Ah beh si del reggiseno me ne ero accorto, va bene se è una bella giornata come oggi un bagno allo stagno è quello che ci vuole
Domenica portammo come facevamo da tempo 4 cavalli allo stagno e li cavalcammo a pelo nell’acqua in costume
- Avevi ragione Sara non ti è cresciuto il culetto il costume ti sta bene come prima
- Visto? Il mio culetto è sempre bello come prima
- Fin troppo
- Cosa hai detto? Non ho sentito
- Niente che avevi proprio ragione bello come prima
- Ma è più bello il mio o quello della figlia di Antonio?
- Tu sei la padrona, sicuramente il tuo, ahahaha
Lì tornai seria
- Beh se è più bello perché non fai come facevi con lei?
Anche lui prese un atteggiamento serio
- Stai dicendo che vorresti……..
- Beh perché no, se non mi ricordo male a lei piaceva molto
- Questo si però tu …….
- Però io cosa? Non sono grande abbastanza?
- No no anzi è che all’inizio fa un po’ male
- Ah già perché hai l’uccello grosso, se è per questo anche il mio ragazzo l’aveva grosso
- No non è per questo è che a lei piaceva che usassi un po’ di forza
- Mi ricordo ci sono ancora i segni sullo steccato delle sue unghie
- E allora?
- Allora anche a me piace un po’ di forza, sono nata in campagna, io.
- Ok lasciamo liberi i cavalli di divertirsi
- Va bene
- Togliti il costume
- Facciamolo insieme
- Ok
Tolti i costumi ci stendemmo un po’ sulla sabbia della piccola spiaggetta che c’era coperta dagli alberi e cominciammo ad accarezzarci
- Oltre al seno hai davvero il culetto più bello
- Da lontano mi sembrava più grosso
- Comincia a toccarlo e vedrai
- Feci come avevo fatto con l’arabo usando anche la bocca
- Ah però Sara davvero brava adesso girati
- Così?
- Si come un cagnolino con la testa a terra ed il culetto in alto
- Va bene?
- Allarga un po’ le gambe
- Brava così,
- Cosa stai facendo?
- Voglio sentire il sapore del tuo culetto
- Mi piace mentre me lo lecchi
- E adesso?
- Si ma cosa fai?
- Ci ho messo dentro un dito
- Questo lo sento è grosso
- Ancora no ne ho usato uno piccolo
- Ahi
- Ecco questo è quello grosso, facciamolo andare un po’ avanti e indietro e facciamo lo stesso con l’altro in questa bella fighetta
- Ah ti piace anche quella
- Molto carina ma così bagnamo meglio l’altro dito
- Uhmmm lo sento
- Guarda che adesso ti metto il cazzo in questa bela fighetta
- Ma io…
- Tranquilla solo per lubrificarlo un po’
- Ohh si
- E adesso che sei uscito?
- Adesso te ne accorgi
Cominciò a spingere il suo cazzo nel mio buchino dello sfintere, piano piano, dandogli il tempo di adeguarsi alla dimensione dell’ospite, poi sempre piccole spinte, faceva male era grosso graffiavo la sabbia con le mani, poi si fermò
- Ecco adesso ci sono
- Cosa….
Non feci in tempo a dire altro cominciò a scoparmi nel culo tirando il suo cazzo dentro e fuori, quasi mi spostava ad ogni colpo, se non avessi avuto le ginocchia nella sabbia ci sarebbe riuscito mi lamentavo come una gatta ma stava facendo quello che gli avevo chiesto, poi il mio orgasmo bagnò la sabbia ed il suo sperma riempì il mio culetto calmando momentaneamente il dolore
- È quello che pensavi?
- Dio pensavo facesse meno male
- All’inizio è così poi passa andiamo in acqua
Un po’ di refrigerio
- Se ti va scopiamo anche
- No non voglio correre rischi neanch’io, lo facciamo ancora?
- Porcellina
- Dai riproviamo
- Ok
Stavolta lo facemmo mentre lui stava sopra di me, il dolore era decisamente meno e mi piacque di più
la terza volta lui si appoggiò seduto al tronco di un albero ed io lo cavalcai sedendomici sopra e abbracciandolo, ancora meglio, poi rimettemmo i costumi e tronammo a casa però io feci gran parte della strada camminando.
Quando Ahmed tornò a casa avevamo già sperimentato diverse posizioni trovando quelle migliori, ma i miei maneggi notturni cominciarono a comprendere anche l’uso di un dildo di legno che mi aveva fatto lui prima di partire.
Alla festa per i miei 15 anni papà mi regalò una giumenta bella e brava anche se un po’ vivace.
Però mi resi conto di avere un problema, mi attiravano gli uomini più grandi, i ragazzi della mia età non li consideravo neanche ed in campagna era difficile che un uomo grande si interessasse ad una quindicenne, sarebbe stato pericoloso, cominciai quindi, visto che mi muovevo a cavallo, a fare passeggiate sempre più lunghe, normalmente verso le montagne però tornando sempre la sera e, purtroppo, solo la domenica.
Una domenica arrivata al fiume feci riposare il cavallo togliendogli anche la sella e lasciandolo un po’ libero, poi lo legai sotto degli alberi al fresco con acqua e un po’ di biada, più a monte arrivò un fuoristrada e due pescatori che si misero subito al lavoro, per mezzogiorno il profumo del pesce arrosto arrivò anche da me, io in costume andai da loro chiedendo se gli dava fastidio che facessi il bagno mi dissero di no e anzi mi offrirono di mangiare con loro quando avessi finito.
Fatto il bagno spostai il cavallo e tornai da loro portando anch’io il pranzo che mi aveva preparato la cuoca al mattino.
- Bel cavallo
- È una femmina
- Bella comunque lei va spesso in giro a cavallo?
- Tutte le domeniche appena posso, abbiamo un allevamento, comunque Sara, piacere
- Piacere Sara, Giovanni e Luca
- E voi andate spesso a pesca?
- Ahahah tutte le domeniche appena possiamo
- Ottimo questo pesce
- Si Luca è un bravo cuoco io invece …..mangio
- Sono piena anch’io, davvero ottimo
- E adesso torna a casa?
- Dopo un pisolino vicino alla mia cavalla
- Mi sa che anche noi facciamo lo stesso abbiamo troppo pesce oggi, basta pescare.
- Cosè quella cosa sul tetto del vostro fuoristrada?
- Ah è una tenda ci si sta comodi in 4, è utile quando piove, basta poco per aprirla
- Carina, bella idea, meglio che dormire per terra
- Aspetti che l’apriamo, tanto andiamo a riposare anche noi un paio d’ore
In effetti ci misero un quarto d’ora ad aprirla e montare la scaletta
- Vuole vederla? Però non ci si sta in piedi
Salita la scaletta mi ci affaccio all’interno, decisamente comoda con una specie di materassino per terra, quando mi giro Luca mi sta guardando il sedere, sono ancora in costume, non ci ho fatto caso ed è un po’ sgambato.
- Scusa ma il panorama era il migliore
- Ahahah immagino, sentite per cambiarmi posso usare la tenda 5 minuti?
- Se deve proprio, per noi può anche rimanere così
- Beh non sarebbe comodo per andare a cavallo
- Dipende dal cavallo ma faccia pure
- Ahahah certo, faccio subito
- Sara ha detto cambiarsi vero ? non spogliarsi
- Si ho detto cambiarmi ma prima mi devo per forza spogliare
- Faccia faccia pure, guardi che c’è un piccolo interruttore sulla destra così ha anche la luce
- Grazie
Cambiarsi da sdraiati non è il massimo, a spogliarsi si fa presto ma rivestirsi……
Mentre nuda cercavo i vestiti mi resi conto che la luce illuminava la mia silouette con quello che ne conseguiva visti i movimento che facevo e da fuori doveva essere un bello spettacolo per i due pescatori anche se si trattava solo di ombre.
- Sara problemi?
- No no devo solo riuscire a rivestirmi da sdraiata e non è facile
La testa di Luca si affaccia all’ingresso della tenda ed io sono nuda
- Sempre pronto a dare una mano
- Lucaaa ma sono nuda
- Meglio
- Dai lasciami rivestire
- Coprire quello che vedo sarebbe un delitto, facciamo prima a spogliarci anche noi e poi dopo riposati ……….
- Non credo sarebbe una buona idea ( ed io sono sempre nuda)
- Sarebbe un ottima idea se non perdessimo altro tempo, ci sei andata a sangue appena ti abbiamo vista e non mi sembri il tipo da monaca di monza
Se avessero saputo che avevo 15 anni………
Lasciai i miei vestiti in un angolo della tenda e questo immagino sancì la mia resa perché tempo 5 minuti erano anche loro in tenda in mutande
- non vale voi avete le mutande
- subito fatto
- come ci mettiamo per riposare?
- Giovanni sotto e tu sopra ed io ancora sopra
- Spiritoso
- Hai delle tette splendide, due capezzoli da mordere
- Ma fai piano
- Io intanto ti lecco quella fighetta splendida
In un attimo ho le loro mani, bocche e lingue dappertutto. Con le mani sento che i loro uccelli si stanno intostando e li aiuto anch’io con le mani e la bocca, Giovanni è il primo che mi infila il cazzo nel culetto con un bel wow iniziale
- Alla signorina piace anche nel culetto
- Beh voi siete in due a voi la scelta
Luca mi infila senza parlare il cazzo nella fighetta, è la prima volta che faccio sesso con due uomini insieme, la cosa mi fa sballare davvero ho un primo orgasmo dopo 10 minuti, non ci avevo pensato ma per fortuna i due uomini hanno una scatola di preservativi che volano dopo poco pieni di sperma fuori dalla tenda e ricominciamo con la lingua e la bocca, si scambiano di posto e tempo poco altri due preservativi volano fuori dalle tenda, allora gli dico una cosa che li fa allupare ancora di più
- Adesso basta buttare, datemi da bere
In un attimo ho i loro cazzi tra le labbra e la lingua, stanno diventando di nuovo duri tanto che faccio fatica aa tenerli in bocca tutti e due insieme anche se mi sforzo, poi arriva lo sperma che aspettavo caldo e denso nella mia gola, non ne lascio una goccia e quando finiscono succhio ancora i loro uccelli per averne ancora, poi la brutta notizia
- abbiamo finito i preservativi
- beh non facciamone una questione, allora solo bocca e culo ma poi io devo andare ragazzi
mi servono entrambi sia nel culetto che in bocca e poi riesco, uscendo dalla tenda a rivestirmi mentre loro sono ancora sdraiati dentro. Preparato il mio cavallo li saluto con la mano mentre vado a casa, è stata una bella domenica.
A 16 anni ho il ragazzo anch’io, veramente i miei non lo conoscono, per loro è la solita storia tra ragazzi ma in effetti lui ha 35 anni e fa il macellaio.
L’ho conosciuto facendomi fare un panino nella salumeria della madre dove lavora il lunedì e parlando ha capito che di allevamenti ne capisco un po’, quando mi ha invitato al cinema non pensava ci sarei andata vista la differenza d’età ma quando mi ha visto davanti all’entrata ha capito che non ci avrei badato, il film era per tutti ed io, comunque dimostro più dei miei anni, abbiamo fatto i fidanzatini per tutto il film poi mi ha portato nella sua macelleria, mi ha scopato da dietro appoggiata all’asse di legno che usa per battere la carne e questo solo la prima volta, poi visto che avevamo un preservativo solo che aveva già usato mi ha messo il cazzo nel culetto mentre la gente passava davanti al negozio chiuso tenendo la porta aperta e facendomi appoggiare alla serranda, tanto da fuori potevano solo sentire il rumore.
Approvvigionati di preservativi, comunque, gli piaceva scoparmi appesa ai ganci della carne tenendo la cella spenta, quando me lo metteva nel culetto appoggiavo, appesa com’ero, i piedi alla parete di piastrelle per i colpi che mi dava tenendomi per la vita. Era anche un enorme produttore di sperma che io bevevo avidamente e con il quale mi trovavo sempre impiastricciata ci lasciammo quando morì la madre e lui si trasferì vendendo i due negozi, ci dicemmo addio scopando per l’ultima volta la sera del mio diciassettesimo compleanno .
Nuovo anno nuovo ragazzo, o meglio ragazzi, due fratellastri che gestivano un negozio di antiquariato non lontano dal mio liceo, decisamente perversi, avevano una quarantina d’anni per uno, più o meno, li conobbi quando incuriosita da un oggetto in vetrina entrai per avere informazioni, risero quando videro la mia faccia alla loro risposta, si trattava di un dilatatore anale da tortura dell’800, risero meno quando tornai chiedendo se avessero oggetti simili ed in effetti ne avevano un magazzino pieno., in tutto il periodo del nostro rapporto non mi fecero mai del male comunque, le solite cose con l’aggiunta di frequentissimi rapporti a tre e sistemi di legatura che mi costringevano a movimenti che portavano al massimo godimento soprattutto per me.
I miei 18 anni coincisero con il mio trasferimento per un anno in California, sempre per studio, abbandonai i miei cavalli per un anno intero e la cosa mi pesò molto conobbi però tanta gente interessante magari non sempre raccomandabile ma interessante, quello più eclatante fu però un giapponese con tutta la schiena tatuata in modo incredibilmente bello, amava fare sesso con me spesso facendomi soffrire perché diceva cha la sofferenza acuiva il piacere, in effetti quando raggiungevo l’orgasmo a volte mi sentivo come liberata, io lo chiamavo grosso cazzo per farlo arrabbiare e ci riuscivo sempre, una volta restai legata per ore con un grosso dildo nella mia fighetta ed un altro nel mio culetto e lui ogni tanto li faceva vibrare, ne uscii spossata dagli orgasmi multipli. Un'altra volta poi mi fece partecipare ad una festa dove bevvi sborra per tutta la sera facendomi scopare da chi voleva farlo, tutti giapponesi, facendomi poi un bagno in una vasca sempre piena di sperma.
I nostri rapporti poi erano sempre violenti, ogni penetrazione, sia nella figa che anale era fatta con forza e violenza ed ero spesso legata in modo da muovermi solo per poter essere penetrata da qualcuno o da qualcosa, eppure non riuscivo a lasciarlo, una volta mi cedette ad un cinese per 10 giorni al prezzo di 100 dollari solo per punirmi perché gli avevo risposto male, seppi poi che il cinese in quei 10 giorni aveva guadagnato 1000 dollari al giorno con me facendomi scopare da chiunque volesse una ragazza bianca disposta a fare di tutto , dalle seghe ai pompini ad essere scopata ed inculata purchè avesse 100 dollari in tasca ed un ora a disposizione.
Quando tornai in Italia ero diventata praticamente una troia internazionale, in quell’anno avevo scopato e fatto di tutto con chiunque, passai gli ultimi 15 giorni in California a prendere il sole e tornai in splendida forma, finalmente ritrovai i miei cavalli e la mia famiglia, mi iscrissi in università a Milano e continuai la mia vita grazie alle possibilità che una grande città ti offre, la mia fortuna è stata essermi sempre tenuta lontana da qualsiasi tipo di droga e continuo a farlo anche adesso. Presto mi sposerò poi tornerò alla mia terra a gestire l’azienda di famiglia, e il passato…. È passato.
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