inizio con brivido
Una delle solite scommesse che si fanno da ragazzi scemi e quella sera era toccata a noi, uno degli ultimi se non l’ultimo cinema porno di Milano ancora aperto trasmetteva due film noi 6 ragazze 16 enni saremmo entrate e chi resisteva fino alla fine aveva vinto, le altre pagavano la pizza.
Il primo errore che ho commesso è stato quello di mettere una minigonna invece dei jeans, l’altro è stato di mettere una camicetta invece di un maglioncino.
Ci piazziamo tutte e sei nella fila centrale dove c’è più spazio per passare, inizia il primo film, dopo pochi minuti dal sedile di fianco al mio
- Ti piace?
Non rispondo
- eccitatata?
- No
- Strano
- Perché?
- Da come accavalli e scavalli le gambe si direbbe invece che tu lo sia
- È un riflesso
- Sarà
Deve avere le braccia conserte sento la sua spalla contro la mia
- Guarda che roba, neppure questo ti eccita?
- No
- Strano, ce l’ha bello grosso e tutto in bocca
Non rispondo
Con una delle sue dita mi ha slacciato un bottone della camicetta, la mia compagna di fianco già non c’è più, mi pizzica il reggiseno, cerco di spostarmi ma così lo aiuto solo a slacciarmi anche il secondo bottone ed a arrivare al mio seno che comincia a accarezzare
- Belle tette, belle sode che misura porti?
Non rispondo
- Ahiahi non è vero che non sei eccitata hai i capezzoli duri
Non rispondo e lui continua a massaggiarmi il seno
- Facciamo un po’ per uno?
Mi prende il polso della mano sinistra e se lo porta sul cavallo dei pantaloni che sento già duri, è un attimo che mi ritrovij in mano il suo cazzo
- Io ti titillo i capezzoli e tu mi fai una sega così è più eccitante no?
Non rispondo ma non mi lascia andare il polso che continua a mandare su e giù
- Ehi avevo ragione, anche qui sotto sei bagnata, mi aveva infilato la mano che prima era sul seno sotto la gonna
- E senti che bella fighettina, e del mio cazzo che dici? Assaggiamo?
Mi spinge la testa verso il basso a lambire con le labbra il suo uccello già ben duro e intanto due dita si infilano sotto le mie mutandine umide, mi spinge al punto che devo per forza aprire le labbra e prenderlo in bocca
- Ah questo l’hai già fatto ragazzina
Quando mi lascia la testa mi alzo e scappo fuori dal cinema di corsa, le mie compagne erano già tutte lì, dopo poco esce il ragazzo dei biglietti con il mio giubbotto, l’avevo lasciato dentro.
In pizzeria scherziamo e ridiamo poi trovo un bigliettino in tasca con un numero di telefono, deve essere del tizio che avevo di fianco, non so perché non lo butto via direttamente. dopo un paio di giorni esco da scuola e me lo ritrovo ancora in tasca, chissà cosa vuole?
- Pronto chi parla?
- Lei chi cerca?
- Io sono la ragazza del cinema
- Avrei scommesso mi avresti chiamato
- Perché?
- Intuizione, cosa vuoi?
- Non lo so
- Beh allora perché hai chiamato?
- Non lo so
- Ci sono un po’ di cose che non sai ragazzina
- Quanti anni hai?
- 18
- Non ci credo
- 16
- Ecco brava, e magari sei pure vergine
- Beh si
- Ancora più interessante
- Via Romilli 18
- Cos’è
- Il mio indirizzo
- Per?
- Vieni e vedrai, ciao adesso ho da fare.
Che ci vado a fare? Per vederlo bene in faccia? E poi?
Arrivo davanti ad un portoncino di ferro con il numero 18, nessun nome, parcheggio il motorino e suono si accende il videocitofono e poi
- Entra
Dietro il portoncino una tenda nera di velluto appena la supero una luce mi acceca, giusto sulla mia faccia
- puoi spegnerla?
- Per adesso no vieni avanti giusto qualche passo
- Adesso spogliati
- Perché?
- Ti ho visto vestita voglio vedere come sei nuda
Comincio a togliere il giubbino e la camicetta
- Bel reggiseno, direi una bella terza, toglilo
- Adesso i jeans
- Ahi i collant odio i collant, toglili
- Aspetta per togliere le mutandine girati e piegati in avanti
- Anche il culetto non è male, sei depilata, brava
- Davanti a te c’è un tappeto vacci sopra e togli anche le scarpe e le calze
- Adesso girati sul fianco destro troverai un muro appoggiaci le mani
- Ms io
- Fai come ti dico
- Allarga le gambe e sollevati sulle punte dei piedi
- Lo senti?
- Si
- È un mio dito sulla tua fighettina, vedo che sei eccitata
- Pensa se al posto del mio dito ci fosse il mio cazzo
- Hai avuto un brivido
- Tieniti forte al muro
- Perché?
- Fallo
- Ahi
- Adesso non sei più vergine e posso scoparti come piace a me, tieniti forte
- Ti faccio male?
- Un po’
- Ma ti piace?
- Non so
- Si vedo che ti piace rispondi ad ognuno dei miei colpi stai venendo e anch’io tra poco
- Ecco ci siamo lo senti il mio sperma contro il tuo culetto?
- Si bene, adesso accucciati e prendimelo in bocca, non guardare, ti metto una mascherina
- Ecco brava appoggiati alle mie gambe
- Si sei davvero brava a fare i pompini
- Senti sta diventando di nuovo duro, ti scoperei ancora ma il tuo culetto mi attira
- Accucciati ancora metti la testa quasi per terra. Il fresco che senti è il lubrificante, tranquilla
- Ecco che comincio, fa male?
- Un po’
- Vedrai che poi passa e ti piacerà ancora di più
- Ecco piano piano hai un bel culetto stretto poi ti piacerà di più
- Eccomi ci sono adesso ti scopo nel culo ragazzina, la prima volta farà un po’ male
- Lamentati pure qui non ti sente nessuno ecco brava adesso ti riempio di sperma anche il culetto così ti fa meno male.
- Poi si è accesa la luce, in mezzo allo studio un letto in ferro battuto, abbiamo passato lì tutto il resto del pomeriggio e i tre mesi successivi fino a quando il gioco del fotografo e della ragazzina non ha cominciato ad annoiare. La mia scuola ed il suo lavoro ne hanno risentito un po’ ma è arrivata l’estate e con quella le vacanze; le mie, purtroppo le ho dovute passare in una specie di colonia estiva vicino Livorno a causa dei miei voti da recuperare ed erano abbastanza rigorosi e dispotici oltre che pedanti, del resto le suore sono così. Per ogni mancanza una punizione, alla fine ero quella più punita anche perché avevo capito qual’era l’andazzo, quando sbagliavi la madre superiora ti faceva dormire in camera sua.prima su un materassino per terra e poi nel suo letto usando quelli che lei chiamava i suoi ditali di gomma per impartirti le punizioni e alcuni erano grossi e duri furono tre mesi di ditali di gomma con baci e carezze.
- Il nuovo anno cambiai scuola perché ci trasferimmo a Bologna x il lavoro di mamma, papà era sempre in giro su qualche nave da crociera quindi io e mamma vivevamo praticamente da sole.
- A Bologna scoprii che la carriera di mamma dipendeva molto dai dirigenti della Società per la quale lavorava, sempre elegante e ben vestita con il trucco perfetto a coordinare eventi e simposi negli alberghi migliori non solo di Bologna era la mia copia più grande e devo ammettere bella ma sicuramente, come per me, la sua passione per il cazzo era fondamentale, mi spiace parlare così di mamma ma tantè.
- Io intanto avevo iniziato a frequentare uno scrittore di libri gialli, anche lui più grande di me, lo aiutavo ad avidenziare le scene più perverse dei suoi racconti, così diceva lui, quindi morii diverse volte ma la sua passione più grande era il mio sederino.
- Poi conobbi uno al quale piaceva legarmi, anche in posizioni alquanto scomode devo dire, ma si eccitava, e anch’io, così.
- Ci fu poi il periodo di una coppia sudanese che suonava per strada e lì ebbi i primi veri rapporti di doppia penetrazione che mi facevano sballare ma li mandarono via presto dall’Italia perché non erano in regola.
- Ebbi anche una storia “normale” con un professore universitario che si era innamorato di me fino a quando scopersi che aveva già altri due figli.
- Ormai a 18 anni ero a fine scuola, non volevo fare l’università, mi sarebbe piaciuto trovare un lavoro come quello di mamma ma non era facile e lei conosceva anche due lingue straniere, dopo la maturità optai per un lavoro in Svizzera a Lugano, ci andai per caso in un locale sul lago ed il proprietario me lo offrì, ufficialmente ero una figurante, praticamente una entrenause, in poco tempo sistemai la mia vita sposando a 24 anni un industriale di Losanna che aveva il grosso pregio, oltre ad essere ricco, di essere gay; ottima soluzione per me.
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