16 anni

sandra
2 days ago

Da quando a 16 anni ho avuto una relazione sessuale completa con un mio professore di liceo, più che completa veramente, ogni tanto la mattina quando  mi sveglio vorrei sentire un cazzo tra le mie cosce, purtroppo non succede solo al  mattino ma anche, a volte, durante il giorno. Una volta ho avuto il coraggio di entrare in un sexy shop e comprare un dildo a forma di cazzo che ho nascosto nella mia libreria ritagliando le pagine interne di un vecchio libro e, spesso, di notte, mettendo la bocca contro il cuscino, mi masturbo con quello, è abbastanza grosso e ho comprato del lubrificante per potermelo anche infilare nel culetto che mi piace tanto.

A volte sogno, addirittura, di infilarmi nel letto di papà al posto di mamma, il suo non l’ho mai visto ma quando sento la mamma goderlo lo immagino gigante.

Credo che molte ragazze della mia età che abbiano già provato il sesso abbiano le  mie stesse voglie e perciò non me ne vergogno, però ci sono giorni che andrei con il primo che capita pur di godere.

Il mio professore ha cambiato scuola, c’è stato uno scandalo che non riguardava me ma un’altra ragazza, ed ora a scuola ci sono molti controlli e addirittura telecamere con l’assenso dei genitori quindi la scuola , per me, è off limit.

Per fortuna dimostro più della mia età e, nonostante le rimostranze di mamma mi vesto anche in modo da sembrare più grande allora quando mi vengono delle strane voglie esco a cercare quello che mi serve, non sempre mi va bene purtroppo, per fortuna di notte c’è sempre il mio dildo che però non è la stessa cosa.

Per fortuna Milano è grande ed io un po’ con i mezzi un po’ con il mio motorino, la giro tutta, ho qualche timore della zona stazione centrale, ci sono tanti extracomunitari, però qualche volta vorrei provare ad andare con uno nero se quello che si dice di loro è vero.

Lunedì mi sono fermata con il motorino in piazza Napoli a mangiare un gelato, mi si è avvicinato  un uomo più grande che ha cominciato a farmi complimenti sulla mia bellezza prima e poi si è spinto un po’ oltre come se parlasse a qualcun altro dicendo che avevo un bel culo e che leccavo il gelato come se avessi voglia di leccare altro, io lo lasciai parlare ma non mi allontanai e, anzi, ad un certo punto gli sorrisi, allora si avvicinò  e mi disse

-          Sei proprio bellissima non sai cosa ti farei

-          Grazie ma immagino benissimo cosa mi faresti

-          Wow sveglia oltre che bella, perché non andiamo da qualche parte a parlarne?

-          Non vedo posti dove andare qui intorno

-          Prendi il motorino ne conosco uno io

Finii il gelato e presi il motorino a mano seguendolo,

si fermò davanti ad una porticina di ferro che aprì con una spinta

-          chiudi il motorino , non si sa mai

lo feci e lo seguìì, dopo tre gradini c’era lo spazio di un pianerottolo senza alcuna porta, solo un altro paio di gradini  dalla parte opposta all’ingresso, mi abbracciò subito cercando di baciarmi e mettendomi tutte e due le mani sul sedere, poi mi spinse a sedere sui gradini e si tirò giù la zip dei pantaloni

-          adesso fai come con il gelato che stavi leccando prima

gli misi le mani sulle cosce tenendomi e gli presi in bocca l’uccello che già si stava indurendo al contatto con la mia lingua

-          ah avevi proprio voglia ragazzina, brava, continua così che poi ti scopo

intanto mi aveva afferrato i seni oltre la maglietta cominciando a stropicciarmeli

-          belli anche questi, sodi come piace a me, adesso tirati giù i jeans che ce l’ho durissimo

lo sentivo infatti nella mia bocca ed armeggiai  un po’ con i jeans abbassandoli insieme agli slip, poi mi fece girare e appoggiare le mai al gradino più alto, lo sentii infilarsi tra le mie cosce e poi nella mia fighetta già bagnata con un colpo solo, sospirai , un lungo sospiro di piacere

-          avevi proprio voglia d prenderlo eh? Adesso ti servo io

cominciò a spingere con colpi lunghi e profondi mentre con le mani mi stringeva le natiche

-          che culetto , quasi quasi ti finisco lì,

infatti dopo ancora qualche affondo lasciò la mia fighetta per infilarmi il cazzo nel mio culetto

-          eh si è ancora meglio,

 intanto le sue mani armeggiavano con la mia fighetta che stava sbrodolando

-          ti piace proprio, sei proprio il mio tipo, adesso ti riempio il culo di sperma

non passò molto che mantenne la promessa e poi mi ridette il cazzo in bocca da pulire.

Senza parlare mi rivestii ed uscì prima di lui riprendendo il mio motorino, nello specchietto vidi che mi guardava mentre mi allontanavo, si stava ancora tirando su la zip dei pantaloni.

A casa andai in bagno a lavarmi mentre mamma mi chiedeva come era andata a scuola.

Il mercoledì uscivamo un ora prima del solito quindi arrivai a casa e non c’era nessuno, mangiai un panino e poi mi preparai per uscire, pioveva quindi niente motorino, misi gli stivali ed un soprabito trasparente sopra la mini, sarei andata in tram, presi il 24 e poi la  linea 1 del metrò, era un po’ l’ora di punta ed il metrò era pieno anche perchè quando piove a Milano non si capisce più niente.

Tutti attaccati come sardine che si tenevano ai maniglioni in alto e, come al solito, qualcuno ne approfittava, io ormai non ci facevo più caso anche se , ad un certo punto, mi sembrò di sentire il manico di un ombrello, non di quelli curvi ma di quelli dritti, infilarsi sotto il mio soprabito e la mia mini, per mantenere l’equilibrio dovevo tenere un po’ le gambe aperte e questo sembrava far gioco al manico dell’ombrello che avevo praticamente contro le mutandine, il movimento mi stava facendo eccitare, sentivo che le mutandine iniziavano a bagnarsi, dovevo per forza spostarmi ma mi sembrava impossibile muovermi con quel bastone quasi nel culo, per fortuna arrivò una fermata ed io riuscìì a togliermi da quella posizione e anzi a trovare un posto per sedermi, solo che mi trovai davanti alla faccia proprio il manico dell’ombrello di prima che un uomo teneva saldamente in mano con un sorrisino di soddisfazione sulla faccia, quando arrivò la mia fermata mi alzai per scendere e lui mi venne dietro, eravamo in Babila, mi si avvicinò

-          signorina spero non averle creato dei problemi con il mio ombrello, sa non si sa mai dove metterli

-          no, nessun problema

-          mi era sembrato infatti che non ne avesse e che anzi stesse apprezzando

che stronzo pensai, si era accorto di tutto

-          mi ero accorto che la cosa non le dava poi così fastidio

-          insomma cosa vuole?

-          Se ho capito bene cosa vuole lei signorina?, forse qualcosa di diverso dal mio ombrello?, se viene con me, io lavoro in un cinema qui in Babila, magari ho quello che cerca

Non so ancora per quale motivo gli andai dietro, entrò da una porticina di cui aveva le chiavi e ci trovammo nella sala semibuia di  un cinema

-          tolga pure il soprabito, io accendo qualche luce

mi sedetti su una poltrona mentre lui si allontanava lasciando sulla poltrona al mio fianco il suo ombrello, quando tornò c’era in effetti qualche luce in più accesa, riprese il suo ombrello e avvicinandosi a me spinse ancora il manico sotto la mia minigonna contro le mie mutandine

-          era questo che le piaceva? È grosso e nodoso, pura quercia,

tenevo le mani strette sui braccioli della poltrona mentre continuava a muovere l’ombrello

-          bello vero? Sente com’è liscio e duro? E se spingo ancora un po’ le piace di più così? Vero ? ecco ancora un po’ spostiamo le mutandine però, ecco ci siamo lo sente bene dentro? E adesso lo mandiamo un po’ avanti e indietro, tanto si è già bagnato , non fa nessuno sforzo, lo sento, adesso faccia come le dico, si alzi lentamente e appoggi le ginocchia sopra il sedile della poltrona

obbedii e lui tenne il manico dell’ombrello in posizione

-          e adesso la sorpresa che le avevo detto,

 mi trovai le mutandine strappate in un attimo , avevo le gambe larghe in ginocchio sulla poltrona ed il manico dell’ombrello nella figa, sentii qualcosa di altrettanto duro e grosso entrarmi nel culetto ma prima una sensazione di fresco, come se fosse stato spruzzato qualcosa e poi cominciò a scoparmi nel culo con le mani mi stringeva i seni oltre la spalliera della poltrona e ad ogni movimento anche il manico dell’ombrello si muoveva

-          non si preoccupi , poi pulisco io, si senta libera di urlare, tanto non ci sente nessuno,

in effetti stavo guaendo come una gatta . godendo come una pazza, ancora di più quando insieme ad uno dei miei orgasmi si unì il getto di sperma bollente che mi riempì il culetto, poi tutto finì, nessun cazzo nel culo nessun ombrello in figa, solo riposo dopo il piacere, ebbi anche la forza di dire grazie prima di andarmene.

La settimana dopo andai in motorino al Corvetto , vicino alla stazione , sapevo che avrei dovuto evitare, mesi prima c’erano  stati dei disordini ma era vicino casa ed era un po’ che non ci andavo, tre marocchini mi circondarono appena mi fermai in piazza con il motorino

-          bella dacci il motorino, ci serve

-          sentite è assicurato, non mi interessa ma non fatemi del male per favore

-          perché dovremmo farti male noi vogliamo motorino

e uno dei tre

-          però è carina potremmo anche farcela

-          vero, cristiana e bianca, tutte troie

-          ok vieni con noi

-          sentite prendete il motorino e lasciatemi stare

-          perché non vuoi scopare con noi? Perché siamo marocchini?

Uno prese il motorino e gli altri due mi presero uno per parte, entrammo  in quella che doveva essere una casa occupata, con tutto  il motorino, dentro materassi per terra ed altri due ragazzi che mi guardarono strana, praticamente ero in piedi in mezzo ai cinque che si erano accovacciati sui materassi

-          adesso vediamo come sei fatta, spogliati puttana

-          sentite tenetevi il motorino e lasciatemi andare

-          secondo me è venuta per farsi scopare, il motorino è una scusa, spogliati forza

non ci volle molto a togliere mini e t -shirt

-          anche il resto troia

slacciai il reggiseno e sfilai le mutandine, applausi e fischi

-          avevo ragione, questa è venuta per scopare, chi comincia?

-          Sentite io

-          Zitta cagna, in ginocchio noi le troie cristiane le scopiamo così

Uno mi spinse in ginocchio su uno dei materassi mentre tutti mi toccavano poi si mise dietro di me e mi penetrò alla pecorina infilandomi il suo cazzo nella figa e sculacciandomi sul sedere, colpi duri e veloci ma profondi che lo portarono a riempirmi di sperma dopo neanche 5 minuti mentre gli altri facevano la ola, un altro prese il suo posto e tutti e cinque poi si scaricarono nella mia figa che colava sborra, alla fine, con il quinto, riuscii anch’io a venire scatenando un’altra selva di applausi, dovetti rimanere così alla pecorina mentre uno per uno mi passavano i loro cazzi sporchi sulla bocca in alcuni casi schiaffeggiandomi con gli stessi uccelli, non ancora sazi puntarono al mio culetto, per fortuna nessuno era di dimensioni tali da farmi male ma ancora riuscii a venire alla fine, ormai ero piena di sperma dappertutto, mi fecero alzare e mettere in un angolo in piedi poi presero dei catini di acqua fredda e me li gettarono addosso, così quasi ripulita vollero divertirsi a scoparmi in coppia, uno nella figa, un altro nel culo ed uno in bocca, questa volta il turno fu più lungo e, in alcuni casi anche doloroso per la forza che ci mettevano ma io fu allora che cominciai ad avere orgasmi multipli e quando erano stanchi usavano bottigliette di birra vuote, alla fine sfinita mi addormentai su uno dei materassi di nuovo sporca dello sperma di tutti e cinque, quado mi svegliai era quasi buio e non c’era più nessuno, neppure il mio motorino, con un lenzuolo e dell’acqua cercai di lavarmi alla meno peggio e recuperati i vestiti meno reggiseno e slip che erano spariti, un po’ dolorante andai a prendere l’autobus per tornare a casa.

Era stata una dura lezione che mi insegnò a muovermi con più attenzione ma non smisi di cercare il piacere.