mio zio ed i suoi soci

Mio zio Giovanni è un figo da paura, il fratello minore di papà, tra di loro quasi 10 anni di differenza, ha 30 anni, anche lui, chiaramente, cresciuto a Roma come papà dove ha finito l’università, poi se ne è andato in Germania, a Berlino, dove ha creato un app che l’anno scorso ha ceduto per un sacco di soldi, quanti non mi è dato sapere, però adesso è a Milano perché gli hanno offerto un lavoro in una grossa Società e sta cercando casa, nel frattempo vive da noi, lui voleva andare in albergo ma papà e mamma hanno insistito, abbiamo una casa enorme, ed io sono molto contenta che abbia accettato.
Non potrebbe essere più diverso da papà, sempre vestito casual ma bene, capelli un po’ lunghi, biondi e abbastanza in disordine, gli occhi blu, un filo di barba appena accennata, ha una vecchia jaguar E spyder che però sembra nuova, addirittura ha ancora i finestrini che si aprono con la manovella, quando mi viene a prendere a scuola alcune mie compagne gli muoiono dietro anche perché, oltretutto è alto quasi un metro e novanta ed ha un fisico da calciatore visto che giocava a pallone fino a quando ha finito l’università.
Anche papà ha quasi le stesse caratteristiche fisiche, peccato che i capelli li abbia persi per strada e sia alto almeno 10 centimetri di meno oltre ad un accenno di pancetta che comincia ad essere evidente, però è papà e a me piace anche così.
Io frequento il quarto scientifico all’Einstein ed essendo ingegnere informatico, in questo periodo che è da noi, mi dà una mano quando sono in difficoltà ed io, spesso, lo accompagno a vedere le case, ne cerca una in affitto non molto grande, non vuole comprarla come abbiamo fatto noi, dice che una casa di proprietà è solo un mucchio di tasse e spese da pagare.
A Berlino, lui non ne parla, ma mamma dice che usciva con una modella russa e che ancora sono in contatto, io non sono certo una modella però mamma e anche lui dicono che potrei ma non credo, non arrivo al metro e settantacinque e ho già un seno troppo abbondante, anche se non mi dispiace, poi ho gli occhi grigi come mamma e i capelli biondi lunghi che non voglio tagliare.
Fino a qualche mese fa avevo un ragazzo che veniva a scuola con me ma poi ci siamo lasciati, non durano mai molto i miei rapporti, mi annoio, sarò fatta male io, non so, mamma invece è sposata con papà da quasi 18 anni.
Mamma e papà lavorano tutti e due io, di solito, finiti i compiti vado in giro e mi trovo con gli amici, devo ammettere che, da quando c’è lo zio, passo più tempo in casa e non mi faccio scrupolo di girare un po’ mezza spogliata, mi piace provocare anche se lui sembra sempre assorto nel suo pc, giusto un paio di volte ho visto che mi lanciava un occhiata, ma ero sul divano a studiare in mutandine e canottierina, non mi faccio mai vedere così da mamma e, quando vado in giro con lui cerco sempre di essere il più sexy possibile, mi piace anche che gli altri mi guardino, poi la sua macchina e lui fanno il resto.
Devo sinceramente ammettere che , qualche volta, di notte, mi masturbo pensando a lui, ho visto delle foto di qualche anno fa di lui con papà al mare e beh, un po’ di voglia me la fa venire, poi averlo sempre intorno………, qualche pomeriggio fa ne avevo talmente voglia che sono andata con il fratello di una mia compagna che mi filava da tempo e abbiamo scopato in macchina in campagna e gli ho dato anche il mio culetto perché aveva un preservativo solo e dopo aver scopato avevo ancora voglia.
L’altra sera, mamma quando è tornata dal lavoro era piena di pacchetti, papà e zio non erano in casa e lei mi ha detto che avevano aperto un nuovo negozio di “intimissimi” vicino al suo ufficio e aveva comprato un po’ di cosine carine anche per me, andai subito in camera mia per vederle e provarle, per fortuna non c’erano le solite mutandine con i cuoricini che mi comprava fino ad un paio di anni fa, non erano proprio sexy come avrei preferito ma decisamente cose carine, chissà cosa aveva comprato per se’, lo vidi il giorno dopo, ecco il genere di cose che avrei voluto per me, papà sarebbe rimasto colpito quando lei le avesse indossate.
Intanto con lo zio, forse, avevamo trovato l’appartamento che andava bene per lui, un piccolo attico col terrazzo all’ottavo piano, una sola camera da letto ma due bagni ed una zona giorno abbastanza grande con cucina a vista e una piccola zona da usare come studio e, importantissimo per lui, un box per la sua Jaguar.
Volevano 2.000 euro al mese, ma la cucina era già arredata, disse che ci avrebbe pensato ma poi mi confessò che gli piaceva molto, avrebbe chiamato l’agente il giorno dopo.
Gita di fine anno, avremmo passato due giorni a Firenze, eravamo un centinaio con due pullman, prima di partire, verso le 12 di venerdì, siamo fermi all’area di servizio di Metanopoli, arriva la macchina di mamma e parcheggia, ne scende lei, elegante come sempre ed entra nel Motel Agip, due signori l’aspettano, eleganti anche loro, bacio sulle guance e vanno al ristorante, sarà un appuntamento di lavoro, quando il pullman riparte stanno ancora pranzando, si vede bene la sala ristorante dall’esterno.
Due giorni passati a camminare e vedere musei, la sera troppo stanca per fare qualsiasi cosa, ed io pensavo sarebbe stato per lo meno movimentato. La domenica sera quando rientrammo mamma era ancora in piedi, papà lo sentivo russare dalla porta aperta della camera, lo zio era fuori, dissi a mamma che venerdì mi era sembrato di vedere la sua auto a Metanopoli, ma mi spiazzò dicendomi che non si era mossa dall’ufficio, una riunione dietro l’altra, disse, non sapevo cosa pensare, ero sicurissima di ver visto bene.
Il venerdì successivo, al mattino notai una cosa, mamma aveva messo delle calze con la riga dietro, le metteva di rado perché doveva usare il reggicalze che le dava fastidio, e poi un tailleur che aveva sempre detto troppo corto e delle scarpe con il tacco da 8 centimetri, strano che uscisse al mattino così per andare in ufficio, mah, verso le 11,30 la chiamai al numero fisso, la segretaria mi disse che era fuori per colazione, non so cosa mi prese ma saltai sullo scooter ed andai a Metanopoli, una ventina di minuti dalla mia scuola, pensavo e speravo di sbagliarmi ma la macchina di mamma era parcheggiata lì e la intravedevo ad un tavolo del ristorante con due uomini, non so se fossero gli stessi della settimana prima ma credevo di sì.
Finirono di pranzare e sparirono all’interno del Motel, mamma uscì alla 15,00, rimontò in macchina e se ne andò ed io tornai a casa con mille dubbi in testa; il mese successivo sarebbe stato il mio diciottesimo compleanno, sicuramente mamma e papà mi avrebbero fatto una piccola festa ed io, dopo, sarei andata a festeggiare fuori con gli amici ma avevo anche un’altra idea, inoltre, presi una decisione, non volevo sapere cosa facesse mamma a Metanopoli, primo non erano affari miei e secondo non era assolutamente il caso che io spiassi mia madre mentre magari faceva una cosa normalissima riguardante il suo lavoro.
Lo zio stava arredando e attrezzando casa, mi aveva dato la chiave perché così, quando lui non poteva sarei andata io ad aprire ai fornitori dei mobili e delle altre cose, la disposizione dei mobili l’avrebbe vista lui, io mi limitavo a farli scaricare e montare, solo per il letto sapevo dove lo voleva e lo feci posizionare, piaceva anche a me lì dove aveva deciso, di fronte ad una delle porte finestre che davano sul terrazzo e sotto un grande lucernario che, dal letto, ti consentiva di guardare le stelle.
È stata una bella festa per il mio compleanno, mamma e papà mi hanno regalato un buono per fare la patente, purtroppo lo zio non c’era ma mi ha fatto gli auguri al telefono e mi ha promesso che mi avrebbe fatto fare delle guide, ma non con la sua macchina; mi ha anche chiesto il favore, per il venerdì, di aprire casa per far entrare due suoi ex soci che arrivavano da Berlino, Italiani anche loro però, che lui sarebbe rientrato dagli USA il lunedì, mi pregò anche di preparargli il letto che nell’armadio avrei trovato le lenzuola nuove che aveva comprato.
Al pomeriggio andai a casa sua, spalancai tutto per far cambiare l’aria e poi tolsi anche un po’ di polvere che si era accumulata sui mobili nuovi, poi andai a casa a cambiarmi, volevo fare bella figura, non presentarmi con addosso i vestiti come se fossi in casa.
Visto il tempo misi gli stivali nuovi che mi ero appena comprata, con il mio miniabito nuovo in maglia stavano benissimo e anche il cinturone che misi in vita uguale, arrivarono in taxi poco prima delle 19 con 2 piccoli trolley, dovevano avere più o meno l’età dello zio, stesso abbigliamento casual ricercato, tutti e due con dei Rolex in acciaio al polso, del resto erano soci nella APP che lo zio aveva ceduto, simpatici tutti e due.
- Ciao, io sono Alex
- Ed io Franco, sei la ragazza di Giovanni?
- Ciao, Serena, no, veramente sono sua nipote
- Wow, scusaci ma a Berlino eravamo abituati alle modelle che frequentava e pensavamo di averne trovata un’altra qui a Milano
- Ahh no, non sono una modella
- Beh, la qualità è la stessa, scusa, affermazione sessista
- Niente, non importa, non sono una seguace del politically correct
- Per fortuna, non se ne può più, a proposito, dove si può mangiare qualcosa qui vicino?
- Veramente non lo so, per me vi conviene chiamare un delivery e farvi portare qualcosa a domicilio.
- Bella idea, mangi con noi?
- Mah si, perché no? Grazie
- Grazie a te, però se avessimo saputo che Giovanni aveva una nipote così saremmo venuti prima a trovarlo
- Vabbè, e come mai qui?
- Stiamo studiando un’altra APP ed è necessario confrontarci con Giovanni, è lui il genio
- Si lo so anch’io, ogni tanto mi aiuta con la scuola
- Vai ancora a scuola? Pensavamo fossi più grande
- Quarto scientifico e, comunque, ho 18 anni
- Pensavamo università
- No, ancora no, Va bene, allora cosa vogliamo mangiare?
- Siamo appena tornati da Berlino, italiano per favore e anche una bella bottiglia di vino, tanto sei maggiorenne.
Caprese, lasagne ed una bella parmigiana di melanzane e un fiaschetto di Chianti Gallo nero, poi io ho fatto il caffè; gli ho fatto vedere la camera
- Scusate ma c’è solo un letto e le uniche lenzuola erano quelle nere di seta, ho usato quelle vista la stagione, se no c’erano anche di lino ma sempre nere
- Giovanni ha sempre avuto buon gusto, per il letto non importa, abbiamo gusti diversi ahahah
- Meglio, nulla contro i gay ma anch’io ho gusti diversi
- Allora abbiamo ancora qualche speranza
- Alex è la nipote di Giovanni, ci sparerebbe se solo ci provassimo
- Non credo, lo zio non è così violento
- Capito Alex, lo zio, non lo chiama neanche per nome, meglio farsi una doccia fredda
- Peccato, appena l’ho vista ho pensato che eravamo stati fortunati
Il discorso aveva preso una piega che mi stava intrigando e non poco, allora intervenni
- Ah ed il mio parere non conta?
- Ops, il parere della donna conta sempre
- Anzi “disse Alex” è l’unico che conta
- Questo pareggia il commento sessista di prima
- Sì ma il risultato è sempre sospeso
- Vero, diciamo che la prima decisione è se fermarmi oppure no
- Senza badare allo zio?
- È in America ……..
- Ecco, appunto, però semmai lo venisse a sapere ………..
- Da chi?
- Mi sembra di capire che la prima decisione sia presa
- Potrebbe
- E la seconda quale sarebbe?
- Dopo il viaggio non avreste bisogno di una doccia?
- Ne avremmo anche voglia, non solo bisogno, vero Alex?
- Decisamente
- Vi vado a prendere i teli da bagno, i bagni sono due li avete visti no?
- Si, tutti e due
- Ecco i teli, nei bagni c’è tutto l’occorrente
- Ne abbiamo anche noi in valigia, ma la domanda è : ritroveremo questa splendida fanciulla bionda quando torneremo?
- Beh, grazie per lo “splendida”, sicuramente non ne troverete una mora
- Ti stai divertendo vero Serena?
- Diciamo che la situazione si è fatta intrigante e mi piace
- Così giovane e già così sicura di se, mi ricorda qualcuno che, però non è così bello
- L’avremo nel DNA se ti riferisci a chi penso io
- Già, proprio così, via bando alle ciance, andiamo a fare la doccia.
Vanno a prendere alcune cose nelle loro valigie e andarono in bagno, io ne approfittai, presi una pillola dal mio dispenser ed andai in camera, accesi solo le luci sui comodini ed un’altra sulla cassettiera, poi mi spogliai, quando ero andata a casa a cambiarmi mi ero anche lavata intimamente, mi misi sotto le lenzuola ed il piumino, i miei capelli biodi e lunghi sparsi sul cuscino facevano un bell’effetto, mi coprii fino a sopra i capezzoli.
Quando uscirono dai bagni, dopo una ventina di minuti andarono in soggiorno dove avevo lasciato le luci accese e mi sentii chiamare
- Serena? Serena?
- Sono qui
Entrarono in camera con i teli da bagno intorno alla vita e rimasero fermi un momento a guardarmi
- Uno spettacolo, pensavamo ci avessi abbandonato e invece……
- Invece sono qui
- Ecco, e adesso la seconda decisione, chi di noi sarà il fortunato e chi, invece dormirà, se ci riesce, sul divano?
- Perché volete costringere una ragazza così giovane come me a prendere una decisione tanto difficile? Perché dovrei scegliere? C’è tanto posto qui……..
- Un sogno, stiamo vivendo un sogno
Entrarono nel letto uno per parte lasciando scivolare a terra i teli da bagno, non era la prima volta per me con due uomini, mi era già successo in qualche occasione a delle feste, anche se erano sempre ragazzi della mia età, non uomini veri come questi, ero già eccitata appena mi sfiorarono, le loro mani mi accarezzavano dolcemente, i loro corpi si stringevano al mio, le loro bocche sui miei capezzoli, le mie mani trovarono i loro membri già turgidi, quasi pronti, prima di mettermi a letto avevo usato il lubrificante sul mio buchino dello sfintere usando le dita mentre li aspettavo, mi girai verso Alex dando la schiena a Franco e spingendo verso di lui il mio culetto, gli presi in mano il pene e lo puntai al mio buchino, dovetti dimenarmi un po’ per agevolarlo, sentivo il suo sforzo e già pregustavo il piacere di quando avrebbe cominciato a muoversi dentro di me, Alex, da parte sua, mi stava aprendo le grandi labbra con due dita infilandomi la sua cappella nella figa che già trasudava umori, ci entrò del tutto, bastò poco perché prendessero il giusto ritmo e mi donassero il mio primo orgasmo, avevo avuto ragione, nessuno mi aveva mai scopato così dandomi tanto piacere, alla fine singhiozzavo mentre con loro raggiungevo il mio ultimo orgasmo condito con il loro sperma caldo e denso che ristorava le mie cavità. Uscirono da me contemporaneamente facendo un rumore strano come di risucchio d’aria, mentre Alex mi baciava Franco andò in bagno, a lavarsi, erano due uomini molto puliti, non mi capitava spesso con i miei coetanei, Alex però non lo lascia andare, volevo sentire il sapore del suo sperma e cominciai a leccargli il cazzo per ripulirlo, risucchiai anche i suoi testicoli prendendoli tra le labbra e , quando Franco tornò, feci lo stesso anche con lui mentre le loro mani e le lingue perlustravano ogni centimetro del mio corpo, poi lo facemmo ancora e si scambiarono di posto e fu bello come prima.
Andammo tutti e tre a fare la doccia insieme nel bagno grande e poi tornammo, asciugati in qualche maniera ad infilarci sotto il piumone, mi piacevano le loro mani su di me, quasi un massaggio a quattro mani, quasi mi addormentavo rilassata com’ero, Franco, in effetti si appisolò per un po’ ed io e Alex lo prendemmo in giro, io gli soffiavo leggermente in faccia mentre Alex, che aveva ancora voglia di scoparmi, mi prendeva da dietro, rimanemmo allacciati fino a quando Alex non uscì da me naturalmente, Franco si svegliò trovandomi quasi sopra di lui con il suo uccello in una mano ma riprese a dormire copiato da me e Alex. Non avevo badato all’ora ma erano quasi le quattro, non potevo rimanere fuori tutta la notte, i miei erano abituati ai miei orari notturni dopo la discoteca, ma tutta la notte no, giusto a Capo d’anno.
Feci una doccia veloce e mi rivestii lasciandoli dormire, poi chiamai un taxi e lasciai sul tavolo una copia delle chiavi ed un biglietto con il mio numero di smartphone.
Quasi a mezzogiorno mi chiamò Alex
- Ciao fanciulla, ci hai abbandonato, speravamo di fare colazione insieme
- Dovevo rientrare a casa, avete dormito bene ?
- Come due angioletti, abbiamo fatto un salto fuori a fare colazione e siamo rientrati adesso
- Oh io sono ancora in pigiama
- Vuoi pranzare con noi? Andiamo da qualche parte
- Beh dovrò passare a cambiare il letto
- Ci abbiamo pensato noi ma non sappiamo far andare la lavasciuga
- No per carità, rischiate di fare un disastro, è seta
- Giusto, per fortuna non ci abbiamo provato
- Io sono ancora al trucco e parrucco
- Visto? Parli come una modella
- Ma non lo sono
- Da quello che ricordo non ti manca nulla
- Quanto mi date per raggiungervi?
- Il tempo che ti serve
- Facciamo che ci vediamo alle 14
- Intanto andiamo a noleggiare una macchina
- Naaa non serve a meno che non vogliate uscire dalla città
- Non ci pensiamo nemmeno
- Ok allora ci vediamo lì più tardi, ciaooo
Quando li raggiungo chiedono a me dove andare, tenendo presente la loro permanenza a Berlino li portai in una trattoria tipica in Viale Bligny poi facemmo un giro in centro, giusto per smaltire quello che avevano divorato
- Abbiamo sentito Giovanni
- Ah lo zio, cosa dice?
- Che anticipa il rientro e lo dobbiamo incontrare domani a Londra
- Ah partite già
- Eh si purtroppo abbiamo un volo domattina
- Peccato, pensavo rimaneste qui qualche giorno
- Avremmo voluto
- Ancora una notte a Milano allora
- Giusto la notte perché stasera siamo a cena con un paio di investitori, ce l’ha organizzata direttamente Giovanni, non sappiamo a che ora riusciremo a liberarci
- Quindi ci salutiamo stasera, mi spiace
- Purtroppo si, però ti abbiamo preso un regalino per il tuo compleanno
- Davvero?
- Si eccolo, speriamo ti piaccia
Mi dettero un pacchettino in una borsettina regalo, un bellissimo braccialetto in oro giallo e rosa
- All’interno c’è inciso il tuo nome, l’orefice ha fatto un miracolo per farlo in giornata.
- È bellissimo, davvero, grazie
Baciai tutti e due sulla guancia, eravamo in una pasticceria, non era il caso di esagerare..
- Salutiamoci addirittura qui, ci sarà sicuramente l’occasione di rivederci visto quello che stiamo organizzando con Giovanni
- Mi piacerebbe. Mi abbracciarono e baciarono ancora e se ne andarono,
peccato, avrei gradito un bis quella sera. Lo zio tornò il mercoledì e mi ringraziò per l’aiuto che avevo dato ai suoi soci, gli feci trovare le lenzuola pulite e stirate e si traferì definitivamente nella sua nuova casa.
Dopo un paio di giorni si presentò a casa con una ragazza, inglese e modella, se avevo avuto qualche idea su lui e me mi passò subito. Però, avendo provato, decisi che dal quel momento avrei cercato qualcuno più grande di me, i miei coetanei non facevano per me, almeno non al momento.
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