un rapporto tossico

Dopo tre anni di matrimonio con un uomo rivelatosi violento e dispotico non ce l’ho fatta più e l’ho lasciato trasferendomi in un Paese vicino, ho aperto un piccolo negozio di biancheria intima che è sempre stata la mia passione e anche quella del mio ex marito devo dire, anche se si eccitava strappandomela di dosso per scoparmi come piaceva a lui e più era sexy più si eccitava, addirittura me la faceva comprare online dopo averla scelta lui stesso, comunque ritenevo chiusa quell’esperienza tossica della mia vita, avevo 27 anni e tutta la vita davanti anche se, al momento, non cercavo nulla, volevo solo ripartire con il mio negozietto.
Dopo qualche mese cominciarono a circolare voci sulla mia moralità, sul fatto che mentre ero sposata mi divertivo con altri uomini, addirittura con più di uno contemporaneamente, sicuramente era stato lui e la sua famiglia anche se per non rovinarlo avevo ritirato la denuncia per maltrattamenti che avevo presentato.
Era vero che avevo avuto altre storie e che non ero una santarellina, ma solo prima di conoscere lui che mi era piaciuto anche proprio per la sua irruenza amorosa, la sua forza quando mi possedeva, tutto prima che diventasse violenza.
Già me ne ero andata dal Paese dove vivevamo proprio per evitare storie e di incontrare lui o i suoi, anche se ero solo a una decina di chilometri pensavo fosse sufficiente.
Avevo organizzato il mio negozio con cose carine, adatte a tutte le donne e, anche quelle con una linea non proprio perfetta e poi tenevo alcune cosine più sfiziose per quelle donne che avevano qualche esigenza particolare, ma senza esporle in vetrina, sarebbe stato un problema.
Dopo quelle voci cominciarono a frequentare il mio negozio anche uomini, con la scusa di vedere qualcosa per le mogli o fidanzate ma compravano poco, era solo curiosità, volevano vedere che donna ero rispetto alle descrizioni che la gente ne aveva fatto.
All’inizio pensai che fossero davvero clienti e poi capii, cominciai a vestirmi in modo più provocante, potevo permettermelo con il mio fisico, minigonne, scollature, abiti aderenti, tacchi alti, una perfetta commessa sexy in un negozio di biancheria intima, se avessero riportato la novità alla famiglia del mio ex sarebbero impazziti di rabbia, gli dimostravo così la mia forza.
Ad un certo punto, era fine settembre, circolò un volantino con una mia foto in intimo, uno di quelli che mi comprava lui, per fortuna le parti più intime erano state coperte da una stellina ma il mio viso si vedeva benissimo, schiumai di rabbia poi mi venne un’idea, telefonai a Roma ad una vecchia compagna di scuola che faceva la fotografa per un giornale e andai a trovarla nel suo studio il primo giorno libero che avevo con un bel borsone, realizzammo un calendario per l’anno nuovo, niente nudo, tutto in intimo, si occupò lei anche della distribuzione in tutte le edicole dei nostri due Paesi come fosse un catalogo gratis, con il giornale per cui lavorava lei, dopo che gli raccontai tutta la storia lo fece più che volentieri; adesso dovevo solo aspettare le reazioni.
Nel mese di dicembre ebbi molti clienti in più, anche solo per comprare un paio di calze, moltissimi uomini, del resto me lo aspettavo, non mi aspettavo le scritte che apparvero su alcuni muri tipo “Ornella Troia” erano caduti sempre più in basso. Ricevetti anche un paio di inviti a cena che rifiutai gentilmente, forse anche più di un paio, non volevo uscire con gente del posto e presi l’abitudine, la domenica di andare a Roma dove ero del resto cresciuta e tornare al Paese il lunedì sera che tanto il negozio era chiuso, così potevo gestire la mia vita “sociale” senza che nessuno sapesse i fatti miei, mi fermavo, se avevo bisogno di un letto, dalla mia amica fotografa, avevamo del resto dei trascorsi di quando eravamo ragazza e non era la prima volta che “dormivamo” insieme, se non ne avevo bisogno era perché avevo trovato un altro letto, di altro genere.
Un lunedì sera tornando da Roma, era già buio e c’era un po’ di foschia, casa mia, che avevo preso appena fuori dal Paese per avere un po’ di giardino, era a non più di 500 metri dalla fermata dell’autobus. Non ci misi molto ad arrivare, aprii la porta e, mentre stavo per entrare, alle mie spalle
- ciao Ornella, ben tornata
la voce del mio ex, mi giro rimanendo sulla soglia
- cosa ci fai qui?
- Avevo voglia di vederti
- Eravamo d’accordo di non farlo
- Non ho resistito, ho sentito che eri cambiata e volevo vedere con i miei occhi, stai bene vestita così
- Cosa vuoi davvero
- Potremmo riprovarci
- Non credo proprio
- Sapevo l’avresti detto, ma sono cambiato anch’io
- Sei diventato più stronzo?
- Perché mi tratti così? Ci siamo anche divertiti insieme
- Tu sicuramente molto, io decisamente meno
- Offrimi un caffè così ne parliamo tranquillamente, vedi non è da me
- Ho finito il caffè e scusa ma sono stanca è meglio che vai
- Ho fatto tanta strada per vederti
- Si, 10 minuti in macchina, insomma, vattene o devo chiamare qualcuno
- Non c’è bisogno, l’ho già fatto io
Due uomini sbucano dal nulla e mi prendono per le braccia portandomi dentro casa, entra anche lui e chiude la porta usando le mie chiavi
- Cosa vuoi fare? E voi lasciatemi
- Voglio solo darti quello che ti piace tanto
Mentre mi tengono mi slaccia il cappotto e me lo toglie
- Wow una minigonna davvero corta, direi più una copri passera e che camicetta, gli stivali poi, sexy, davvero
La mia camicetta finisce strappata per terra, il mio reggiseno la segue
- Ricordavo il tuo splendido seno e quei capezzoli bruni
Mi fa male strizzandomi i capezzoli, gli altri due zitti
- Smettetela, lasciatemi
- Dopo cara, dopo
La mia mini viene sollevata in un attimo mettendo a nudo il mio perizoma che fa la fine del reggiseno
- Visto? È depilata, ve l’avevo detto, sul tavolino
Con un gesto butta a terra quello che c’era sul tavolino del salotto e mi ci mettono sopra a pancia sotto, sono troppo forti, non riesco a divincolarmi, ho addosso anche le sue mani, sulle mie natiche, le stringono e tengono allargate, mi infila un dito nel culo e poi anche un secondo facendomi male, poi sento il suo cazzo premere e spingere finchè non entra, così a freddo, senza fermarsi, non volevo dargli la soddisfazione ma non riesco a non urlare
- Ecco quello che ti piace tanto, ti piace ancora?
Mi scopa con forza, gli è sempre piaciuto incularmi così sentendomi urlare, senza pensare al mio piacere ma solo al suo, solo dopo che l’ho lasciato, nei miei viaggi a Roma, ho provato il piacere del sesso anale, mi martella a lungo, sembra non finire mai, finalmente lo sento tremare e le sue mani sulla mia schiena, si scarica con un ultimo affondo sospirando forte per la soddisfazione e poi esce da me, sento che si lascia andare sulla poltrona che ha dietro, il rumore di un bicchiere, sull’altro tavolino ci sono i liquori, si sarà servito dopo il suo exploit.
Io sono ancora nella stessa posizione sul tavolino e, lentamente riesco a scendere da quella scomoda posizione rimanendo in ginocchio sul tappeto, avevo ragione, sta bevendo
- Ragazzi ve l’avevo promesso, adesso divertitevi voi, io mi godo lo spettacolo
Mi avevano lasciato le braccia solo per potersi abbassare i pantaloni e tirare fuori i loro arnesi, li aveva scelti apposta, secondo me, avevano due cazzi grossi e tozzi che mi ritrovai sulle labbra e dovetti leccare e succhiare, dopo poco uno dei due mi fece mettere alla pecorina sul tappeto e mi penetrò iniziando a scoparmi mentre l’altro continuava a tenermi il cazzo in bocca, stavolta il mio corpo reagì e la mia figa cominciò a emettere umori che agevolavano la penetrazione
- Più forte, a lei piace che la scopi con forza
Cominciavo a gemere nonostante il cazzo in bocca, anche la mia figa venne riempita di sperma e subito visitata da un altro cazzo, finalmente ebbi un orgasmo anch’io
- Cosa vi avevo detto? Le piace, è proprio troia, va bene così cara? Tranquilla ne avrai ancora
Veramente mantennero la promessa e andarono avanti ancora a lungo, mi incularono anche loro e mi scoparono anche contemporaneamente in figa e culo mentre lui si era alzato mettendomi il cazzo in bocca e sborrandomi in gola, alla fine se ne andarono portandosi via un paio di bottiglie di liquore lasciandomi sul tappeto sporca, dentro e fuori del loro sperma, credo che passai più di mezz’ora sotto la doccia calda, il sedere mi faceva male ma sarebbe passata, faticai a prendere sonno, lo sentivo sempre ridere mentre gli altri due mi scopavano e ricordavo le sue parole mentre se ne stava andando “magari ci rivedremo ancora”.
Non feci nessuna denuncia, però mi informai in internet e feci richiesta per un porto d’armi ad uso sportivo, era più facile da ottenere ma ci vollero comunque dei mesi e dovetti anche andare al poligono.
Era passato quasi un anno dalla sua visita a casa mia, lo chiamai dicendogli che dovevamo parlare e gli dissi che potevamo vederci in un motel ad una ventina di chilometri dal Paese, accettò dopo che gli dissi che forse era il caso di riparlare della nostra situazione prima di divorziare definitivamente.
Prenotai la camera per telefono a nome suo, dopo che si fu sistemato bussai alla sua porta, dovetti farmi forza per non vomitare quando mi baciò, cominciai a spogliarmi e lui fece lo stesso, quando fu nudo si mise sul letto e tirai fuori la pistola dalla borsa
- Cosa vuoi fare, sei matta?
Gli lanciai un paio di manette che avevo comprato on line,
- Mettile e legati alla spalliera del letto
- Dai piantala e metti via quell’aggeggio
- Dove vuoi che tu spari?
- No no aspetta, va bene mi lego
Una volta messa legato il primo polso gli legai io l’altro e poi gli misi uno straccio in bocca. Non volevo sentirlo, avevo comprato anche un dildo che, a fatica, mentre si contorceva, gli infilai nel culo ed un altro a forma di cazzo di gomma che gli misi in bocca sostituendo lo straccio, poi mentre mugolava lamentandosi gli feci qualche foto, lasciai le chiavi delle manette su un tavolino ed uscii, non ci volle più di un’ora, alla reception dissi di svegliare il signore della camera 7, la sua, dopo due ore perché aveva un appuntamento e me ne andai; avevo noleggiato una macchina e andai a Roma in un internet point a postare le foto che avevo scattato con il telefonino, poi andai a Civitavecchia e mi imbarcai per una piccola crociera di una settimana nel mediterraneo, me l’ero meritata. Non sentii più parlare del mio ex e della sua famiglia, seppi solo che si erano trasferiti ma non seppi mai dove.
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