i cugini sardi

sandra
4 hours ago

Finalmente il tempo si è aggiustato, cominciano le belle giornate, se mantiene domenica andiamo a fare una bella camminata in montagna, niente di particolarmente impegnativo, sul Monte Guglielmo sopra il Lago d’Iseo, arriva quasi a 2.000 metri, in cima c’è una cappella, quella del Cristo Redentore.

A Maggio dovrebbe essere aperto anche un rifugio quasi in cima, proveremo a telefonare, comunque ci andremo lo stesso, sempre che il tempo regga.

Io ci sono andata diverse volte con papà e mamma, che questa volta non verranno, vado con i miei due cugini arrivati dalla Sardegna, sono nostri ospiti con i genitori per un paio di settimane perché un’altra nostra cugina si sposa e andremo tutti al matrimonio; io non li conosco moltissimo, ci siamo visti qualche volta in Sardegna quando ci siamo andati in vacanza, siamo più o meno della stessa età, forse loro sono uno o due anni più grandi perché a scuola sono al quarto e quinto anno del liceo mentre io sono al terzo.

Andiamo con  la loro macchina fino a Zone, guida il più grande Giacomo, che ha già la patente, poi cominciamo a salire, per fortuna sono due ragazzi simpatici e non solo, alcune mie amiche che li hanno conosciuti mentre erano qui da noi mi considerano fortunata perché sono due figaccioni, in effetti, soprattutto Giacomo non è niente male, i genitori, scherzando, dicono che al  mare fanno strage di ragazze, io in costume li ricordo solo quando erano più piccoli.

Ci vestiamo a strati, non si sa mai il tempo cambi, all’inizio fa caldo e il k-way ed i pantavento li tengo nello zaino, scarponcini, pantaloncini corti e maglietta allacciata davanti sono perfetti per la camminata che ci aspetta, andiamo su con calma, non abbiamo fretta, di solito si incontrano gruppi che fanno l’escursione ma siamo ancora ad inizio Maggio, non ne troviamo, facciamo una sosta sul sentiero che passa nel bosco, sono appena le 10, mangio uno snack e bevo un sorso d’acqua dalla borraccia, è una zona riparata e ne approfittiamo per fare pipì, prima i ragazzi poi vado io, meglio farlo quando si trova il posto giusto in montagna.

Mi dicono che loro non sono molto da montagna, preferiscono il mare, del resto abitano in un bel posto, a Villasimius proprio sul mare e sono appassionati di vela, io non saprei neanche da che parte cominciare e mi dicono che se vado in vacanza da loro mi insegneranno, dev’essere bello.

Giacomo è quello che parla di più, Andrea, il più giovane sembra molto concentrato sul sentiero, guardandolo bene, per me, è anche più carino del fratello maggiore, ormai ho un ragazzo e da un paio d’anni lo faccio senza problemi, come tante mie compagne del resto, e loro sono talmente carini…… anche se siamo cugini, mica dobbiamo sposarci no? Cosa mi frulla per la testa, Simona fai la brava, però qualche leggera contrazione al basso ventre mentre ci penso e cammino ce l’ho, e anche il seno comincio a sentirlo, i miei capezzoli si staranno indurendo per l’eccitazione. Giacomo è avanti e Andrea dietro, io in mezzo, lancio un’occhiata ad Andrea, mi sembra che non tolga lo sguardo dal mio sederino mentre cammina, siamo ancora nel bosco, faccio finta di scivolare e lui subito mi sorregge, le sue mani sotto il mio seno, sento la sua virilità contro il mio culetto, wow, niente male, siccome sono stronza mi lascio sorreggere ancora per qualche momento.

Ci fermiamo prima che il bosco finisca, mi siedo massaggiandomi la caviglia

-          Ti sei fatta male?

-          No niente di che, sono solo scivolata, passa subito

-          Possiamo sempre portarti in braccio fino alla macchina

-          Ci credo ma non ce n’è bisogno

Comincio davvero ad averne voglia, chissà come reagirebbero, prendo tempo aprendo lo zaino e tirando fuori un altro snack e la borraccia

-          Andrea mi ha salvato

-          Ahahah al massimo saresti finita per terra

-          Meriti un bacio

Faccio per darglielo sulla guancia poi mi sposto e glielo dò sulle labbra mettendogli subito la  lingua in bocca, è sorpreso ma dopo un momento risponde al bacio, Giacomo ci sta guardando

-          Guarda te, tutte le fortune

-          Ne vuoi uno anche tu?

-          Non dico che non mi piacerebbe

Mi alzo facendo finta di zoppicare leggermente e mi ci aggrappo baciandolo, anche la sua reazione è positiva, Andrea si alza anche lui, io, dopo il bacio a Giacomo mi risiedo, ormai devo andare avanti

-          Però Andrea ha la precedenza

E gli metto una mano sul davanti dei pantaloni, sento subito la reazione, lui resta immobile, anche quando gli tiro giù la zip e gli infilo una mano nei boxer estraendone il suo cazzo, poi mi sfilo la maglietta dalla testa mettendo a nudo il  mio seno e glielo prendo in bocca cominciando a leccarlo e succhiarlo, Giacomo dapprima immobile si china poi ad accarezzarmi il seno,

-           l’avevamo detto subito dopo averti visto che eri diventata una figa da paura

avevo la  bocca impegnata per rispondergli, però con l’altra mano tirai fuori anche il cazzo di Giacomo dai suoi pantaloni  e mi misi a segarli e succhiarli tutti e due, poi quando li sentii pronti e frementi mia alzai ed estrassi dallo zaino il k-way ed i pantavento stendendoli a terra e mi sfilai i pantaloncini e gli slip, ci spinsi sopra Andrea che si ritrovò seduto e mi ci sedetti sopra infilandomi il suo uccello rigido nel culetto, anche questo lo sorprese, Giacomo, invece, vedendo la mia fighetta libera non ci pensò due volte a venirmi sopra e a penetrarmi deciso, l’avevo fatto poche volte con due ragazzi ma due cazzi così non li avevo mai presi contemporaneamente, un pensiero stupido, chissà cosa gli davano da mangiare i miei zii.

Mi scoparono regolando il loro ritmo mentre io godevo come una pazza, che bell’idea la camminata in montagna, stavano per venire e volevano uscire dal mio corpo ma quasi urlai un “no” e spinsi verso il basso e strinsi forte Giacomo a me, il loro sperma mi inondò sfintere e figa, solo dopo li lasciai andare.

Anche loro stesero i loro k-way per terra e ci si sedettero sopra, ci mettemmo qualche minuto a recuperare il ritmo del respiro, poi cominciammo ad accarezzarci e baciarci, Giacomo fu il primo a riprendersi, lo feci alzare tenendogli l’uccello in mano e mi misi in piedi appoggiandomi ad un albero ed offrendogli il mio culetto mentre Andrea ci guardava con l’uccello in mano, venni ancora una volta mentre mi scopava nel culo e poi mi rimisi per terra, un bacio al cazzo di Andrea che poi mi scopò alla pecorina.

Mi lavai usando l’acqua delle borracce e ci rivestimmo, non arrivammo in cima, tornammo indietro alla macchina, quasi senza parlare.

Nei giorni seguenti tutto si svolse normalmente, il sabato ci sarebbe stato il matrimonio e la domenica sarebbero ripartiti, presi la scusa di fargli visitare la città ma conoscevo un posto, il padre del mio ragazzo aveva un capanno sul Ticino, io e lui ci andavamo la domenica, sapevo dove teneva la chiave, comprammo qualcosa da mangiare e bere all’Esselunga vicino casa e poi andammo al fiume, passammo la giornata scopando, coccolandoci e riposando tra un match e l’altro, arrivammo a casa la sera volendo solo andare a dormire, dovetti fare prima un po’ di abluzioni, il culetto mi bruciava un po’ ma mi sentivo benissimo.

Ci divertimmo molto anche tre giorni dopo al  matrimonio, trovammo il modo di fare una sveltina durante il pranzo, quando la domenica ci salutammo i miei dovettero promettere agli zii che d’estate mi avrebbero mandata da loro per un mesetto e, sinceramente, non vedevo l’ora.