in maschera

Sabato sera, usciamo, è già quasi mezzanotte, indosso un vestito lungo bordeax con un grosso spacco sulla coscia che parte dall’inguine, la schiena nuda, ho dei sandalini argento tacco 8, mio marito mi ha detto di non indossare le mutandine, anche lui è molto elegante, saliamo in auto, dopo una mezz’ora di viaggio entriamo nel cortile di una villa fuori Milano, diverse auto parcheggiate, mio marito tira fuori dal cassettino del cruscotto una maschera a forma della testa di un gatto, mi lascia libera solo la bocca, mi dà anche un cartoncino, è l’invito, mi dice di andare avanti e di entrare, lui mi avrebbe seguito di lì a poco; mi aprì la porta un negro con una maschera vestito da maggiordomo e mi fece accomodare, trovai un salone enorme con grandi lampadari e applique alle pareti, molti divanetti, salottini, una ventina tra donne e uomini in piedi o seduti, secondo le istruzioni di mio marito trovai un divani e mi ci lasciai andare sopra semisdraiata.
Le luci dei lampadari si spensero, rimasero accese solo quelle delle applique e qualcuna di abat jour sui tavolini, chissà se mio marito era entrato, non sapevo quale maschera avesse scelto.
Un uomo si avvicinò al mio divano e rimase in piedi a guardarmi, poi si tirò giù la zip dei pantaloni e ne estrasse il cazzo sventolandomelo davanti alle labbra, pensai tutti stessero guardando ma vidi che, chi più, chi meno, erano impegnati; me lo fece ancora strisciare sulle labbra allora aprii la bocca e cominciai a leccarlo e succhiarlo, una sua mano sulla mia testa e l’altra a palparmi il seno oltre la stoffa del vestito, io mi aiutai con la mano, probabilmente mio marito stava guardando, gli piaceva;
l’uomo in piedi, praticamente, mi stava scopando in bocca, io ero già bagnata, lo sentii fremere contro il mio palato e poi il suo sperma caldo mi riempì la bocca e la gola, con la mano sulla mia testa evitò mi muovessi ed ingoiai la sua sborra leccandomi anche le labbra quando il suo cazzo uscì dalla mia bocca, poi se ne andò mentre prendevo un fazzolettino dalla borsa per pulirmi meglio riponendolo poi in uno scomparto della stessa.
Un altro uomo mi si avvicinò ma, questa volta mi porse la mano per farmi alzare, mi portò fino ad una scalone che portava ai piani superiori, c'era un cordone rosso che ne impediva l’accesso, lo sganciò e appena passati lo rimise a posto, il pianerottolo era protetto da una balaustra chiusa, si fermò sul pianerottolo a guardare la sala sotto di noi, mentre ero appoggiata alla balaustra si mise dietro di me, mi stava sollevando il vestito, sentii la sua mano calda sulla mia figa e poi il suo cazzo farsi strada tra le mie cosce penetrandomi, mi appoggiai meglio alla balaustra piegandomi anche un po’ in avanti, chiusi gli occhi mentre mi scopava, il piacere montava, sembrava non finire mai, i suoi colpi erano profondi e decisi, chissà se da sotto mi sentivano mugolare, venni all’improvviso rumorosamente e lui pochi istanti dopo mi inondò la vagina abbandonandomi poco dopo.
Scesi la scala e mi riappropriai del divano e della mia borsa che vi avevo lasciato estraendone un altro fazzolettino. Sul divano un biglietto “porta rossa”, mi guardai attorno e riuscii ad individuarla, la attraversai trovandomi in un corridoio nella semi oscurità, alla fine un’altra porta, entrai, ero in una stanza con un grande letto al centro, su due pareti ai lati del letto, degli enormi specchi, sul letto due uomini di colore completamente nudi, mi avvicinai al letto e si alzarono per spogliarmi, mi rimase solo la maschera e cominciarono a baciarmi ed accarezzarmi, i loro attributi erano notevoli, mi leccarono la figa ed il buchino del culetto massaggiandomi anche le natiche, usarono anche quello che sembrava un olio essenziale, visto il profumo, ma poi si dimostrò essere un lubrificante.
Non ebbero bisogno di alcun supporto per essere pronti, uno dei due si sdraiò sul letto e mi portò di schiena sopra di se, sentii la punta del suo pene spingere contro il buchino dello sfintere, mi agitai cercando di aiutarlo, era grosso e mi penetrò piano piano per dare alla mia carne il tempo di abituarsi all’ospite, quando decise di fermarsi io ero già un lago, il socio mi venne sopra cercando con il suo uccellone la mia figa, lo accolsi dentro di me con gioia, poi cominciarono a muoversi ed il piacere esplose, orgasmi multipli mentre mi scopavano con decisione e senza sosta, pensai di svenire per il piacere che provavo, probabilmente, mio marito e qualcun altro erano dietro gli specchi a godersi lo spettacolo, uscirono da me all’unisono riempendomi il viso ed i seno con la loro sborra, poi mi lasciarono lì ansimante sul letto, quando uscirono una luce forte si accese illuminando una doccia con le 4 pareti vetrate, dopo poco riuscii ad alzarmi e a raggiungerla, l’acqua era calda, il bagno schiuma profumato, non ne sarei più uscita tanto stavo bene sotto il getto d’acqua.
Con degli asciugamano che erano su uno scaffale mi asciugai e poi ripresi il mio vestito rivestendomi.
Sul telefonino un messaggio di mio marito “ esci, ti aspetto in macchina”, al mio orologio erano le tre, rientrata nel salone mi avviai all’uscita, lo stesso maggiordomo di prima, penso, mi fece uscire, dandomi, però un altro cartoncino di invito che misi in borsa mentre mi dirigevo alla nostra auto, Alfredo mi baciò e mi fece salire e tornammo a casa quasi senza parlare ascoltando la musica dello stereo.
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