Ambrogio e le baby sitter

Io e Silvia siamo due amiche, abbiamo tutte e due 16 anni e andiamo alla stessa scuola, al pomeriggio, quando c’è bel tempo, portiamo dei bambini a giocare al parco e guadagniamo qualcosa come baby sitter, non è molto ma ci serve a integrare la paghetta che ci danno i nostri genitori, sono giusto un paio d’ore e poi possiamo vederci con i nostri ragazzi, oltre ai bambini ed alle mamme il parco è abbastanza frequentato, ci sono anche vecchietti che passano il tempo leggendo o giocando a carte o a scacchi.
Io e Silvia ne abbiamo anche notato qualcuno che oltre a qualche mamma guarda anche noi due, a volte con insistenza, del resto sappiamo benissimo di essere carine e, anche se vecchi, sono sempre uomini.
La cosa non ci dispiace, una certa dose di esibizionismo ci appartiene e, qualche volta, li provochiamo apposta ridendone.
Un pomeriggio, mentre ero seduta su una panchina a guardare Silvia con i bambini a l mio fianco una mamma con la carrozzina ed un signore che leggeva, poi la mamma se ne andò e rimanemmo noi due.
- A te piace leggere?
- Non molto
- È un peccato, dovresti
- Lei legge molto?
- Si direi di si, da quando sono in pensione e sono rimasto solo leggo molto
- Come mai?
- Sono vedovo, da qualche mese
- Mi dispiace
- È la vita, ma tu sei giovane, non ci devi pensare
- È stato sposato per tanto?
- 25 anni, e tu ce l’hai il ragazzo?
- Si
- E fate attenzione?
- Come ….. ahh si si certo
- Non sei troppo giovane?
- Nooo ho già 16 anni, quasi 17
- Ah ecco
Silvia mi chiamò e lo salutai, notai che mi guardò a lungo mentre mi allontanavo.
Il giorno dopo pioveva, non andammo al parco, ci tornammo il giovedì, io intanto avevo parlato a Silvia del colloquio che avevo avuto con quel signore e lei diceva che , una volta, aveva attaccato discorso anche con lei. A differenza di altri che arrivavano a piedi o in bicicletta, lui arrivò con un furgoncino, uno piccolo a due posti, però chiuso, c’era scritto RASCAL davanti, tutto rosso, si sedette al solito su una panchina con un libro cominciando a leggere dopo essersi guardato intorno, mi salutò quando gli passai vicino e gli risposi anch’io, ma nulla di più.
Non veniva tutti i giorni, quando lo rividi mi chiamò,
- Ti ho portato un libro
- Beh grazie, è uno dei miei, te lo presto
- Ok, lo leggerò ma mi sa che ci metterò un po’
- Va bene lo stesso
Guardai il titolo “il maestro e Margherita” mah, mai sentito, a casa gli detti un occhiata, intrigante però.
Quando lo rividi fui io ad andare da lui
- Ho iniziato a leggere, interessante
- Vero? È un classico
- Non lo conoscevo
- Tu e la tua amica siete molto belle, chissà i ragazzi
- L’abbiamo tutte e due
- Bene
- E anche la tua amica….
- Cosa?
- Fa attenzione?
- Certo, anche lei
- Brave
- E comunque al consultorio ci hanno dato la pillola
- Ah però
- E ci andate a ballare?
- In discoteca si quando possiamo, a Milano costa
- Mai stato, io andavo nelle balere con mia moglie
- Balere?
- Si le discoteche di una volta, a ballare il liscio
- Bello
- Si era molto bello, comunque se avete bisogno di qualche soldo dimmelo, io posso darvene
- Perché?
- Mah dipende
- Da cosa?
- Da cosa potreste fare per me
- Cioè?
- Mi piacerebbe vedere come siete, ad esempio
- Come siamo?
- Si, senza quei vestiti
- Ahhhh
- Solo vedere
- Senza telefono però?
- Certo, niente telefono, niente foto
- Per ?
- 20 euro?
- 30
- 25?
- Per uno
- Una per volta
- Si ma dove?
- Nel mio furgone?
- Ci penso e lo dico a Silvia
- Certo
Quando ne parlai a Silvia prima disse no, poi si mise a ridere e poi va bene, il giorno dopo quando il vecchio arrivò con il suo furgoncino per prima salii io al suo fianco e poi mi spostai dietro, aveva i due sedili davanti che si giravano e dietro una specie di materassino, non ci si stava in piedi e mi spogliai in ginocchio, volle guardarmi bene, mi fece i complimenti per il seno ed i capezzoli, e disse che il mio ragazzo era fortunato, poi mi pagò e mi rivestii, il tutto in una mezz’ora mentre Silvia badava ai bambini, poi toccò a lei, mi disse che gli era piaciuto il suo culetto ma aveva mantenuto i patti, niente telefono e solo guardare.
La settimana successiva gli restituii il libro, avevo capito che me lo aveva prestato apposta perché lo leggessi.
- Cosa faceva prima di andare in pensione?
- Gestivo un bar
- Ah però, a Milano?
- Si, in zona Corvetto
- Beh non è una zona bellissima
- No, infatti l’ho venduto e sono andato in pensione
- Ha fatto bene
- 50 euro
- 50 euro cosa?
- Se vi posso toccare e mi fate una sega, lo fate ai vostri ragazzi no?
- Beh si, lo devo dire a Silvia poi le dò la risposta
- Certo
- Sempre nel furgone?
- Si sempre lì
Anche stavolta Silvia nicchiò ma, poi, 50 euro…… però volle sempre che cominciassi io
Il giorno dopo gli dissi di si, andai sul furgone e mi spogliai e lui tirò fuori l’uccello dai pantaloni, aveva anche più di 60 anni ma l’aveva grosso, oltre ai seni mi mise anche due dita nella fighetta e devo dire che fece godere anche me, per lui ci volle un po’ ma poi mi schizzò il suo sperma sul seno, non moltissimo, con Silvia lo fecero il giorno dopo ma anche lei disse che aveva avuto un orgasmo.
A Giugno le giornate erano sempre belle, volle farlo ancora un paio di volte, con Silvia saremmo andate in ferie con un piccolo tesoretto per le nostre feste.
- 75 euro
- Per?
- Siete belle e brave, fate pompini ai vostri ragazzi vero?
- Io si non so Silvia e, comunque 100 euro
- Però ingoi tutto
- Provo a dirglielo
Silvia stavolta non ebbe problemi, mi disse di farlo già, al suo ragazzo piace e anche a lei.
Sempre io per prima, si era decisamente grosso e poi si misie anche lui su quella specie di materasso nel furgone così mi poteva toccare meglio, usò anche la lingua e la bocca, mi fece praticamente sedere sulla sua faccia leccandomi ed infilando le dita nella mia fighetta e nel culetto mentre gli facevo il pompino, solo che quella nuda ero solo io, lui aveva solo il cazzo e i coglioni fuori dai pantaloni, il suo sperma che, quando gli facevo una sega mi sembrava poco, in bocca mi sembrò molto di più, ebbi un primo momento di crisi per l’ingoio, poi passò, l’avrei fatto anche al mio ragazzo se voleva.
Con Silvietta lo fece due giorni dopo e lei disse che le era piaciuto molto anche perché la lingua e le dita del vecchio l’avevano fatta godere parecchio, del resto era successo anche a me ed in effetti non mi era dispiaciuto affatto.
Prima di partire con i miei per le vacanze ripetemmo diverse volte la cosa, io e Silvia andammo in ferie con quasi mille euro a testa in tasca.
Furono tre settimane di vacanza senza il problema dei soldi per i nostri divertimenti e anche altro.
A settembre riprese la scuola, era il mese del mio diciassettesimo compleanno, avevo praticamente un mese più di Silvia. Il vecchio che si chiamava Ambrogio, un giorno si sedette sulla panchina con tutte e due insieme mentre i bambini giocavano e ci fece un'altra proposta
- Divertite in vacanza?
- Si molto
- Siete belle abbronzate, siete ancora più belle di prima
- Grazie
- Cosa ne direste se alzassimo la posta?
- 200 euro a testa
Con Silvia ci guardammo, sicuramente adesso voleva scoparci
- 250
- Una volta ogni 15 giorni da me tutte e due insieme un pomeriggio intero
- Tutte e due insieme? È sicuro?
- Non preoccupatevi
Per noi voleva dire 500 euro al mese, era molto di più di quello che ci davano i nostri genitori come paghetta
- E dov’è casa sua?
- In Via Antonini, non lontano
- Sempre senza telefonino o altro del genere?
- Certo, evitiamo i problemi, ce ne sono già abbastanza
- Due giorni che non usciamo con i bambini quindi
- Appunto, tutto un pomeriggio ogni volta
Il palazzo non aveva portineria, l’appartamento era al secondo piano, era un piccolo appartamento, molto in ordine e pulito, pieno di libri, quadri e soprammobili, una sola camera da letto, il resto era praticamente tutto zona giorno articolata in vari ambienti senza porte, a parte il bagno, chiaramente, che aveva anche una grande doccia.
Ci fece entrare, lui indossava una vestaglia, su un comodino preservativi e dei flaconi, sul letto anche due dildo a forma di cazzo, ed uno flessibile con due cappelle, era attrezzato Ambrogio, a me e Silvia venne anche da ridere ma riuscimmo a trattenerci, non volevamo offenderlo, disse che voleva vederci spogliarci lentamente tra di noi mentre lui era seduto sul letto appoggiato alla spalliera, nonostante l’età notammo, quando si aprì la vestaglia, che era abbastanza in forma, in camera da letto in una angolo una cyclette ed un tapirolan si vede che faceva esercizio. Prima che cominciassimo bevve dell’acqua da un bicchiere, probabilmente prese anche una qualche pillola ma non ci feci caso, Silvia mi stava sbottonando la camicetta, quando lo raggiungemmo sul letto il suo cazzo aveva già cominciato a dare segni di vita, volle che facessimo un pompino ai due dildo mentre lui ci toccava, voleva li insalivassimo bene, sicuramente ci avrebbe scopato anche con quelli oltre che con il suo arnese, eravamo a sua disposizione per tutto il pomeriggio. Io e Silvia gli facemmo anche un pompino insieme, due bocche un cazzo, Silvia gli leccava anche i coglioni mentre io mi occupavo dell’asta, era comunque più grosso dei nostri ragazzi, mi preparai ad accoglierlo nella mia fighetta mentre Silvia si penetrava da sola con uno dei dildo che avevamo insalivato, mi venne di fianco alzandomi una delle gambe e poi mi infilò il suo cazzo con un unico movimento, per un attimo trattenni il respiro, non ne avevo mai preso uno così, quando cominciò a muoversi cominciai già a sentire i primi accenni di piacere, non sarebbe stata una cosa spiacevole, anzi, Ambrogio ci sapeva fare molto di più del mio ragazzo, intanto mi succhiava i capezzoli e mi stringeva i seni con le mani, venni prima di lui e la cosa per me fu strana, con Gianni, il mio ragazzo non mi era mai successo e lui continuava a scoparmi, prese anche, con una mano il dildo che Silvia aveva nella figa e cominciò a manovrarlo lui facendola saltare sul letto quando spingeva a fondo ma lei mugolava come una gatta, poi uscì da me sborrandomi sulla pancia e mi fece leccare da Silvia che stava godendo. Ci fermammo per un po’ poi ci fece mettere vicine in ginocchio di nuovo a leccargli l’uccello e con le mani prese il dildo sottile a due punte e ci mise sopra del liquido, penso del lubrificante che sparse anche sui nostri buchini del culo, poi ci penetrò con quello lasciandolo dentro di noi, ogni tanto massaggiandoci le natiche e spingendolo sempre più a fondo, ci sdraiammo noi, poi, sempre fianco a fianco tenendo dentro il dildo e li scopò Silvia che cominciò ad ansimare per il piacere, poi inserì anche l’altro dildo nella mia figa scopandomi con quello come aveva fatto prima con Silvia, era tutto un nostro mugolio, piccoli urletti e sospiri, non avevo mai goduto così e, sicuramente, neanche Silvia.
Fu un pomeriggio incredibile, nonostante la dimensione godemmo anche quando fu il suo cazzo ad incularci, anzi forse ancora di più con i dildo in figa ed il suo cazzo nel culo, Silvia provò anche tutte e due le punte di quello flessibile, contemporaneamente nel sedere mentre in figa aveva uno degli altri due dildo, eravamo tutte e due sudate e sporche dei nostri umori e dello sperma di Ambrogio, ad un certo punto dovemmo anche correre in bagno a svuotarci e per fortuna riuscimmo a farlo una per volta, ci disse che la prossima volta ci avrebbe fatto prima un clistere e ci avrebbe dato una lavanda anale da usare.
Facemmo anche una doccia tutti insieme, lui sembrava solo un po’ stanco quando ce ne andammo con i nostri soldi in tasca, Silvia disse, mentre scendevamo le scale, che con i nostri ragazzi non avevamo mai goduto così e le diedi ragione.
Tutte e due andammo con Ambrogio ancora per tutto l’anno successivo, ormai avevamo 18 anni tutte e due, a Novembre si ammalò, andammo a trovarlo in ospedale ma ci disse che non era niente di grave, non arrivò a Natale.
Ogni tanto con Silvia pensavamo a lui ed ai nostri pomeriggi, andammo anche a trovarlo al cimitero un paio di volte, a Giugno sia io che Silvia ricevemmo una telefonata, era lo studio di un notaio, magari Ambrogio ci aveva lasciato un regalo nel testamento, il notaio aveva venduto la casa e regalato tutto il contenuto come da istruzioni, ci disse e poi ci informò che aveva bisogno di un numero di conto per bonificarci 92.750 euro a testa, il ricavato della vendita della casa, caro Ambrogio.
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