Silvia e le stelle

sandra
21 hours ago

Ho sempre avuta la  passione delle stelle, papà mi ha regalato a 14 anni un telescopio, non è che si veda tantissimo ma a me basta per sognare. Il nostro appartamento fa parte di una serie di condomini costruiti negli anni 60, in effetti siamo circondati da 4 strade , una parte del condominio guarda all’esterno ed un’altra parte all’interno dove siamo separati da due cortili molto grandi, ormai ho preso l’abitudine o forse il vizio, di frugare con il mio telescopio nelle case di fronte, a parte le finestre dei bagni che hanno i vetri smerigliati, tutti gli altri ambienti delle case, a meno che non tengano le tapparelle abbassate, riesco a vederle bene.

Come si dice “la curiosità è femmina” ma per me è diventato un passatempo, ormai ho 16 anni e alcune cose che vedo sono anche abbastanza intriganti e devo ammettere che quando guardo determinate cose non posso fare a meno di  masturbarmi e lo faccio anche di notte quando ci ripenso, soprattutto perché non ho mai avuto ancora un rapporto completo, a parte qualche masturbazione reciproca con qualche mio compagno e un po’ di sesso orale praticato, non mi dispiace per niente, non ho ancora provato il sesso vero.

C’è una coppia che non tira mai giù le tapparelle e a cui piace farlo con la luce accesa che è la mia preferita, immagino non siano insieme da molto perché lo fanno dappertutto, dalla cucina alla camera da letto e, grazie agli ingrandimenti del mio telescopio lei gode parecchio delle dimensioni del pene del suo compagno o marito, non lo so, ho valutato che non sia enorme ma sicuramente grande, chissà cosa prova lei, chiaramente non posso sentire le voci ma dall’espressione del volto la deve soddisfare parecchio, Dio che voglia, spero di trovare un ragazzo così, come il suo.

Ogni tanto li vedo in giro in quartiere insieme e lui un paio di volte sul tram, lei devo ammettere che è molto carina, bionda come me ma più alta, nel confronto non ci perdo tantissimo, ho anch’io gambe lunghe ed un bel culetto, ma il seno, lì non ci siamo, lei avrà almeno una quarta, io a malapena ho una seconda ma crescerà a detta di mamma, poi lei ha un modo di camminare che fa girare gli uomini, saranno  i tacchi, io ancora non li porto quasi mai.

Al quarto piano della mia scala c’è un professore di matematica, insegna in un liceo privato, ha la passione della musica, suona il piano, dovrò iniziare ad andarci per delle ripetizioni private, mamma si è già messa d’accordo con lui, anche lei è appassionata di musica classica. Si sono visti qualche volta e si sono accordati, è un po’ più vecchio di papà e a differenza sua è completamente calvo, vive da solo, però ha un cagnolino, un meticcio peloso e simpatico, non abbaia mai.

Qualche giorno fa è successa una cosa che mi ha creato un po’ di imbarazzo, è suonato il telefono e quando sono andata a rispondere, dalla sua camera aveva già risposto mamma, non ho riattaccato subito e ho sentito la voce di un uomo che le diceva “ va bene, domani mandami tua figlia alle quattro, vedrò a che punto è” e fin qui tutto bene, avevo capito che si trattava del professore, a parte che si davano del tu, ma poi lei gli aveva detto anche “io salgo tra poco, posso fermarmi solo un oretta però” e lui, “”per  oggi vedrò di farmela bastare”, forse pensai voleva imparare a suonare il piano e lui le insegnava, però rimasi dubbiosa e non volevo far capire a mamma che l’avevo sentita, chiedendole qualcosa in merito.

Quando mamma uscì aspettai 5 minuti e poi le andai dietro, nessun  suono di pianoforte, mah, chissà, quando rientrò ad una prima vista sembrava tutto normale poi mi resi conto, invece che c’era qualcosa che non andava, aveva saltato un bottone della sua camicetta, non è che tra lei ed il professore……. Mah no, impossibile, non mamma.

Il giorno dopo andai alla mia prima lezione, non ero la sola, prima di me c’era una ragazza più grande che incrociai nel corridoio, devo ammettere che era bravo, quando spiegava riuscivo a capirlo anch’io che, in matematica, ero una capra.

Da un balconcino interno alle scale, da dove si buttava la spazzatura in un condotto che portava ai bidoni si riesce a vedere, forse, qualcosa in casa del professore, aspetterò che mamma ci vada , sempre che lo faccia  ancora. Quando rientro dopo la seconda lezione mamma esce, dallo spioncino vedo che non prende l’ascensore e sale per la scala, starà andando su da lui ?

Aspetto i soliti 5 minuti, le vado dietro ed esco sul balconcino, sporgendomi un po’ non si vede molto poi vedo le immagini riflesse da uno specchio nell’ingresso, lui è in piedi di spalle, la vestaglia da camera che aveva addosso prima aperta, riconosco il vestito di mamma anche se vedo solo un pezzo della sua schiena, lei è chinata in avanti e lui, che è dietro di lei, la sta scopando , wow, non capisco se normalmente oppure no, nel senso del culo, però la prende per i capelli tirandole indietro la testa e si vede chiaramente che spinge dentro di lei. resto interdetta, incredula e devo dire leggermente eccitata, scappo a casa, ancora non ci credo, però ho trovato un posto di osservazione valido.

Il giorno dopo, per curiosità, prima di iniziare la mia lezione torno sul balconcino per vedere se si vede qualcosa, la ragazza che c’è prima di me fa due ore anziché una, quest’anno è al primo di università, il professore ha lasciato ancora aperta la porta della cucina e si vede lo specchio nel corridoio che riflette il tavolo della sala dove anch’io mi siedo quando vado da lui, manca ancora una mezz’ora alla fine della lezione, lui è seduto ma lei no, è in ginocchio davanti a lui con la testa tra le sue gambe, e di fianco si riesce a vedere qualcosa di più di ieri, gli sta facendo un pompino e, devo ammettere, che cazzo. Vedo lei fermarsi con l’uccello in bocca e, dopo un po’ prendere un fazzolettino e pulirsi la bocca, hai capito il professore, sarà parte del pagamento delle lezioni?

Corro a casa, ho un quarto d’ora, mi cambio mettendo la mini di jeans ed un top di lino corto stretto così che i capezzoli delle mie tettine siano più evidenti, mi sembra siano cresciute un po’, mah non so, faccio in tempo a risalire mentre lei sta uscendo dalla sua porta, la sua vestaglia da camera nasconde a malapena il bozzo che ancora si intravede sul davanti, wow.

Facciamo lezione normalmente e cerco di mettere in evidenza le mie gambe sedendomi senza aggiustarmi la gonna un po’ distante dal tavolo, ma ci lancia solo uno sguardo, ci vuole un approccio diverso, ci penserò.

Il lunedì ho lezione, vado da lui e, quando ci sediamo gli dico che avrei bisogno di parlargli

-          Certo dimmi Silvia, che problema hai?

-          Ecco, non posso parlarne a mamma e papà

-          Come mai?

-          Beh è molto personale e mi vergogno  un po’ ma lei è grande può darmi dei consigli

-          Beh vediamo se posso

-          Allora c’è un ragazzo a scuola

-          Le storie alla tua età cominciano sempre così

-          Già appunto, allora, stiamo insieme da un mesetto e lui vorrebbe……

-          Vorrebbe?

-          Lui vorrebbe, insomma, fare l’amore ma io non l’ho  mai fatto e ho un po’ di paura

-          Non devi avere paura ma devi essere davvero convinta, è la prima volta

-          Appunto, oltre alla paura che mi faccia male non sono molto convinta

-          Allora l’unica è dirgli di no

-          Ma mi piace, certo se l’avessi già fatto con qualcun altro avrei meno problemi

-          E qui è il gatto che si morde la coda, fatto con qualcun altro significa che tu sia convinta che sia giusto farlo con quest’altra persona

-          Mah io sono convinta che dovrei farlo con qualcuno più grande, con più esperienza, sarei molto più tranquilla e non avrei paura

-          Vero, però l’amore? Sarebbe solo sesso

-          Beh a me andrebbe bene, l’amore è per il mio ragazzo e dopo posso dimostrarglielo

-          - un bel dilemma Silvia, secondo me dovresti ragionarci ancora prima di prendere una decisione, e adesso però torniamo  alla matematica, ti va?

-          Certo si, grazie

Fatta la lezione tornai a casa e la mamma uscì, ormai sapevo dove andava, anche se non succedeva dopo ogni lezione.

Il martedì ci sono solo io, l’altra ragazza non ci va e mamma va dalla parrucchiera.

-          Mamma io vado

-          Le hai le chiavi?

-          Si si certo tranquilla

Salgo dal professore, stavolta non ha la vestaglia, ci sediamo  al tavolo ed apro il libro, poi mi fermo

-          Le lo farebbe con me?

Sorpreso

-          Cosa?

-          Ne abbiamo parlato la settimana scorsa

-          Beh non sei troppo piccola per me?

-          Ho quasi 17 anni

-          Beh non sarebbe una cosa……

-          Non sono abbastanza carina?

-          No no, sei molto bella

-          E allora? Non lo direi a nessuno

Gli metto una mano sulla gamba

-          Beh certo, non sarebbe il caso

-          Qualcosa so fare

Faccio risalire la mano  sulla coscia e faccio lo stesso con l’altra, sta cedendo, facendo forza con le mani mi alzo e poi mi inginocchio, gli tiro giù la zip e ci metto una mano dentro afferrandogli il cazzo ed estraendolo, poi  comincio a leccarlo e a succhiarlo mettendomelo  in bocca, sento le sue mai sulla testa, ormai è fatta

-          È grosso

-          Eh sì abbastanza ma, non troppo

-          Mi farai male?

-          Farò piano.

-          , alzati andiamo di là

Andiamo in camera da letto, finisce di spogliarsi mentre io faccio altrettanto, ho le mutandine umide, adesso ho un po' di paura, mi accompagna sul letto e mi tocca i capezzoli che reagiscono subito, mi allarga le grandi labbra con due dita infilandoci la lingua, sento che mi piace molto, poi mi rimette il cazzo in bocca dicendomi di insalivarlo bene e, infine si piazza tra le  mie gambe, sento le mie grandi labbra aprirsi naturalmente dietro la spinta della sua cappella, continua ad entrare piano dandomi il tempo di abituarmi, che sensazione, poi si ferma, mi bacia sulle labbra, un bacio leggero, appena sfiorato, poi una spinta, un leggero dolore, mi sento piena, chiudo gli occhi con un forte sospiro, poi comincia a muoversi

-          Si, si oh si

-          Stai bene?

-          Si per favore siiiii

Ho le sua mani e la sua bocca sulle mie tettine, non voglio si fermi, vorrei continuare per sempre, gli cingo la schiena con le gambe, come per trattenerlo dentro di me,  lui, per fortuna continua, alterna il ritmo dei suoi colpi come la loro profondità, ho già goduto dopo pochi minuti, lui ancora no, sto per avere un altro orgasmo, questa volta violento, lui da le ultime due spinte arrivando in fondo poi esce da me come se togliesse velocemente un tappo, la mia gola esprime tutto il  mio piacere mentre il suo sperma caldo inonda il mio pancino.

-          Silvia tutto ok? Hai dolore?

-          No no sto benissimo, è sangue?

-          Un pochino, è normale, non sempre succede

-          Ah è il mio non il tuo

Ne avevo visto sul suo uccello

-          Ahaah, si è il tuo

Glielo prendo  in mano e poi comincio a passarci sopra la lingua, mi piace il suo sapore misto al mio, poi lo prendo di nuovo tutto in bocca guardandolo negli occhi,

-          Sono stata brava?

-          Bravissima

-          Possiamo farlo ancora?

-          Adesso intendi?

-          Si per favore,

-          ok riposiamoci un po’

Io intanto continuo con la bocca e la lingua, dopo un po’ lui prende una scatoletta dal comodino, ne tira fuori un preservativo, sta per infilarlo ma intervengo

-          Posso farlo io?

Mi aiuta e glielo infilo, poi mi dice che facciamo in un altro modo e mi fa girare sul letto, mi penetra da dietro, la mia fighettina, appena violata lo accoglie con gioia, mi sembra di sentirlo meglio dentro di me, adesso mi scopa un po’ più forte, mi tiene le mani sulle natiche e sulla schiena

-          Così mi piace, siiii

Qualche affondo anche più forte, un pomeriggio così me lo ricorderò, adesso capisco la mamma, perché io mugolo come una gatta mentre mi scopa, resta dentro di me mentre godiamo insieme scaricandosi nel preservativo.

Dopo mi porta in bagno, ha una doccia grande, la facciamo insieme, poi lui infila un accappatoio mentre mi asciuga dappertutto con due grossi teli da bagno, mi rivesto e torniamo in soggiorno,

-          Cosa dici? Studiamo un po’?

-          Si ma poco poi torno a casa ad sciugarmi i capelli

-          Va bene, giusto un paio di equazioni

Quando la  mamma torna mi sto asciugando i capelli in camera molto soddisfatta.

Continuano  le lezioni intervallate da qualche scopata e poi esco con la storia del culetto, voglio che mi svergini anche quello, un po’ restio prima, molto eccitato dopo, dovemmo aspettare un'altra visita di mamma dalla parrucchiera, fu una cosa abbastanza lunga, usò la lingua, le dita ed il lubrificante in abbondanza, quando mi penetrò, all’inizio mi sembrava mi squartasse ma passò presto, una volta dentro restò fermo per qualche minuto, il tempo mi sembrò interminabile, intanto  il mio sfintere si abituava all’ospite, poi cominciarono gli orgasmi appena cominciò davvero a scoparmi, mamma mia che storia, godevo forse anche di più che quando scopava la mia figa, anche se era molto bravo, cominciò quindi a scoparmi anche nel culetto ogni volta che lo facevamo, purtroppo non era mai una cosa fatta con tranquillità prendendocela comoda, il tempo era limitato, riuscimmo  solo con uno stratagemma a passare una notte insieme, cominciai io a dire qualcosa a mamma buttandola lì, poi una sera scese che c’era anche papà e disse che aveva organizzato un week end di studio in una casa che aveva in montagna con un gruppo di suoi studenti e che se volevo andare sarei stata del gruppo, in effetti lui aveva un pulmino Volkswagen  ed io e lui andammo via insieme con quello dicendo che saremmo andati a prendere gli altri, cosa, chiaramente, non vera, purtroppo fu l’unica occasione.

Ormai avevo 17 anni, il  mio seno era davvero cresciuto, adesso era una buona terza, io e mamma continuavamo a vederci con il professore, senza che lei, chiaramente sapesse di noi ma io non avevo dimenticato la coppia dall’altra parte del cortile ed ogni tanto davo qualche sbirciatina col telescopio, lui l’avevo ritrovato sul tram, quasi sempre con uno che doveva essere un suo collega perché nel tram affollato si stava tutti vicini e li sentivo parlare di lavoro, siccome sono anche un po’ stronza, non disdegnavo strusciare il mio culetto contro il suo pacco o quello dell’amico mentre ci si muoveva sul tram e un paio di volte scesi alla loro fermata che non era la mia e andai nello stesso bar dove facevano  colazione loro e una volta notai che, mentre parlavano, ogni tanto, mi lanciavano  uno sguardo, finhè una volta, fu l’altro ad attaccare discorso

-          mi scusi signorina, ho visto che prende il nostro stesso tram

-          vostro?

-          Si quello che prendiamo io e mio cugino tutti i giorni

-          Ah si, vi ho visto qualche volta

-          Forse abitiamo vicini?

-          Può darsi

E mi disse il loro indirizzo

-          Ah si io abito in Via Ripamonti, penso ci separino un paio di cortili

-          Sicuramente, cosa fa? Studia, lavora

-          Ancora studio

-          Ah ecco, università?

Mentii come per l’età

-          Si al primo anno

-          Bello, brava

-          No noi abbiamo  una piccola società di software

-          Wow mai stata brava col pc, uso molto lo smartphone

-          Se le interessa organizziamo anche dei corsi per principianti

-          Mi piacerebbe, costa molto?

-          Nooo poi siamo vicini, un occhio di riguardo, perché non ne parliamo mangiando una pizza una sera di queste?

-          Perché no

Ci scambiammo i numeri de cellulare e poi ognuno per la sua strada.

Mi telefonò due giorni dopo

-          Perché non  viene da noi, c’è anche la compagna di  mio cugino, mangiamo una pizza e parliamo

-          Ok va bene, perché no?

Dissi ai miei che andavo a mangiare una pizza con dei compagni di scuola e che non avrei fatto troppo tardi, mi vestii con cura in modo da sembrare più grande, mini di jeans con corpetto che mi lasciava nuda la pancia chiuso sul davanti e stivali vaquero presi da MM, poi invece delle solite mutandine misi dei mini slip di seta traforati, anche se c’era anche la compagna del cugino, quindi…… mi presentai puntuale alle 8 di sera con una bottiglia di vino che avevo preso dalla  cantina di quelle di papà.

-          Silvia piacere

-          Daniela, Marco

-          Giulio, noi ci conosciamo già

-          Vero

Arrivano le pizze, l’ambiente è vivace, si chiacchiera, cercano  di spiegarmi qualcosa del corso ma era chiaramente una scusa, tra Daniela e Marco la complicità è palpabile, lei ha messo un vestitino molto largo e corto con le bretelline ed il suo seno molto evidente, sotto il tavolo le mani di Marco le si infilano spesso sotto il vestito, neppure troppo di nascosto potrebbe essere fatto tutto per testare la mia disponibilità, gli argomenti di discussione si fanno sempre più personali ed intimi, arriviamo a parlare di contraccezione tutte e due usiamo la pillola e sono solo le 10, i rapporti con lo stesso sesso ci trovano d’accordo per quanto riguarda noi femminucce, mentre per i due maschietti la massima libertà ma non gli interessa, scherzando, credo, Daniela mi bacia sulle labbra guardando Marco, volendo stupirli infilo la lingua in bocca a Daniela e cominciamo a limonare, i due ragazzi battono le mani, quando smettiamo Daniela mi guarda interrogativamente poi dice

-          Bene ma io, nonostante tutto, preferisco il cazzo

La mia risposta è lapidaria

-          Idem

Allora Daniela si mette cavalcioni a Marco e inizia a limonare con lui, io e Giulio, in effetti rimaniamo a guardare ridendo e poi Daniela si gira

-          Ragazzi non siate timidi

E iniziamo a limonare anche noi, ha le labbra morbide e calde, le sue mani sono subito sui miei seni, la serata si è dimostrata meglio del previsto, Daniela si alza e prende per mano Marco

-          Noi andiamo di là perché non venite anche voi?

-          Giulio mi prende la mano e li seguiamo

In camera da letto Daniela si sfila in una attimo il vestitino e si toglie gli slip mentre Marco toglie la maglia e, contemporaneamente abbassa jeans e boxer e si lasciano andare tutti e due sul letto, per me e Giulio è un po’ più macchinoso ma li raggiungiamo anche noi, così ho la possibilità di vedere da vicino il cazzo di Marco ma devo dire che anche Giulio non sfigura, inginocchiati sul letto tutti e due i ragazzi ci prendono da dietro mentre io e Daniela continuiamo a limonarci in mezzo a loro due che ci stanno scopando, la situazione mi fa venire prima di tutti, devo dire che Giulio ci sa fare, tutti e due i ragazzi sono muscolosi e decisi, io e Daniela sembriamo due gattine in calore, poi sia io che lei veniamo riempite dallo sperma dei due ragazzi che si lasciano andare stendendosi sul letto mentre noi approfittiamo per ripulirgli gli uccelli con la lingua passandoceli l’un l’altra senza preferenze mentre loro due ci palpeggiano e accarezzano, quando svettano  verso l’alto pronti di nuovo Daniela si impala su marco prendendolo nel culetto, Giulio mi guarda ed io faccio lo stesso senza timore, i miei umori grondano dalla mia figa sul ventre di Giulio, anche Daniela gode senza sosta, il mio sfintere ed il suo vengono inondati di sborra calda, poi lei mi prende per mano e scese dal letto andiamo in bagno a fare una doccia insieme, per noi due c’è molto spazio ma quando ci raggiungono i due maschietti siamo  un po’ stretti, poi avvolti nei teli da bagno torniamo in cucina a bere il caffè, io e Daniela sedute sul tavolo ci godiamo le lingue dei ragazzi che ci lappano le nostre fighe umide, poi Daniela in un orecchio

-          Ti va di provare Marco?

Ridendo faccio cenno di sì con la testa, allora Daniela

-          Ragazzi Silvia è l’ospite, a lei la precedenza

Allora mi prendono tutti e due e mi portano di nuovo sul  letto mentre lei ci segue, Giulio mi penetra nel culetto stando dietro di me e Daniela  prende in mano il cazzo di Marco e lo guida nella mia figa, wow una doppia penetrazione, è la prima volta e, per mia fortuna, non sarà l’ultima perché sembro una pazza mentre mi scopano tutti e due, non so dove aggrapparmi con le mani mentre godo, penso anche di aver morso, per fortuna non forte,  un seno di Daniela che ci gira continuamente intorno, adesso sono decisamente sazia e soddisfatta, li lascio tutti e tre sul letto trascinandomi verso la doccia che mi ritempra e mi permette di riacquistare la mia lucidità.

Quando torno di là sono tutti e tre ancora aggrovigliati in qualche maniera ma io ho guardato l’orologio e devo andare. Glielo dico e, prima di rivestirmi bacio tutti e tre promettendo di rivederci presto.

Ora, a parte il professore ho tre nuovi amici e non ho ancora 18 anni e le stelle? Loro stanno  a guardare.